Gubbio-Padova, l’analisi de “Il Gazzettino”

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Una rete beffarda a tempo scaduto nella palude di Gubbio decreta la terza sconfitta stagionale del Padova che interrompe così una serie positiva di otto risultati, ma che nelle tre ultime partite ha raccolto due soli punti. Un campanello d’allarme sicuramente da non sottovalutare. Ironia della sorte, i biancoscudati, comunque campioni d’inverno, chiudono il girone d’andata esattamente nel modo con cui l’avevano aperto, con il ko esterno con il Renate, anche se in questa occasione un pareggio a reti bianche avrebbe meglio rispecchiato quanto (non) si è visto in campo a causa di un terreno al limite della praticabilità, della pioggia battente e del forte vento. Per fortuna è poi arrivata la notizia del pareggio interno della Samb con la Triestina: i marchigiani sono ora dietro di cinque lunghezze. E oggi c’è da seguire Renate-Pordenone. Solo un episodio poteva decidere la sfida e così è successo. Dietro la lavagna finisce il portiere Bindi che, su una punizione battuta da Burzigotti dieci metri oltre la linea di centrocampo, ingannato forse dal movimento di un avversario, è uscito a vuoto e così la palla è rotolata lentamente in rete, per la delusione dei cento bagnati e infreddoliti tifosi padovani al seguito della squadra. Bisoli schiera il Padova con il 4-3-2-1, con Capello terminale offensivo, Pulzetti e Candido alle sue spalle e Mandorlini mezzala, ma le condizioni meteo scombinano i propositi del tecnico. La qualità fatica dunque ad emergere, lo spettacolo inevitabilmente ne risente e così per tutti i novanta minuti le emozioni si contano sulle dita della mano. Il Padova tiene il baricentro più alto grazie alla maggiore fisicità a centrocampo, ma la difesa di casa sugli spunti a sinistra di Candido e Capello, rimedia sempre all’ultimo passaggio.

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(Fonte: Gazzettino, Andrea Miola. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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