Vicenza-Padova, l’analisi de “Il Mattino di Padova”

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Il 2018 inizia bene per il Padova. Il derby per eccellenza, il temuto derby di Vicenza, pende dalla parte dei biancoscudati, che tornano a scavare un… abisso (+ 8 punti) nei confronti delle rivali dirette. Successo giusto, perché la prima della classe ha fatto di più dei “cugini” biancorossi, non cancellando comunque i difetti palesati anche in questa occasione, complici alcune scelte dell’allenatore che non hanno convinto. Ma quest’anno non sembra essercene per nessuno, e questo è ciò che conta. La Serie B si avvicina, la squadra ha carattere e, quando anche non si esprime al massimo (come ieri), riesce lo stesso a venire a capo delle pratiche più complicate.

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La sorpresa è quando il Padova si presenta in campo con il solito modulo, il “4-3-1-2”, ma con alcuni interpreti diversi rispetto al solito. Due le novità, Salviato a destra e Gliozzi in attacco accanto a Capello. Arrivati con la finestra di “mercato” di gennaio e mandati subito in campo. Ma la vera sorpresa è la posizione di Cappelletti, avanzato nel cuore del centrocampo, con Pinzi spostato sulla trequarti: d’accordo avere la coperta corta in mezzo, ma perché rinunciare a Mandorlini, Mazzocco o Tabanelli per “inventarsi” un centrocampista inedito e togliere dalla regìa l’ex bresciano? Il Vicenza è senza Comi, colpito da un attacco influenzale in settimana e presente in panchina, sostituito da Ferrari. Non è un primo tempo da tramandare ai posteri quello che va in archivio dopo 47′ poveri di emozioni, vuoi perché il Vicenza ci mette l’anima e il cuore per non far avvicinare i biancoscudati alla propria area, vuoi perché la capolista paga il fatto di rientrare nel clima agonistico del campionato dopo un mese esatto.

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Il Padova della ripresa, come gli è capitato più volte, suona invece un’altra musica. L’allenatore rivede le sue scelte e presenta un assetto più logico: dentro Guidone per Gliozzi e Pinzi “faro” del gioco. Muta la fisionomia della partita, perché Pulzetti & C. cingono d’assedio l’area biancorossa, convinti prima o poi di sbloccare lo 0 a 0 di partenza. Solo che le polveri sono bagnate e la sagra delle opportunità per passare diventa il limite (vistoso) della serata. […] A furia di dài e ridài, il Padova trova il pertugio giusto per far sua la sfida. E la soluzione ai problemi offensivi non la può che dare l’ultimo arrivato, quel Sarno che ha lasciato il segno a Foggia: quattro minuti dopo il suo ingresso, calcia deciso in porta, Valentini non trattiene e Guidone da due passi mette dentro, facendo esplodere la curva biancoscudata (35′). Superata quota 40 punti, ora c’è lo scontro diretto con la Sambenedettese, una delle tre inseguitrici appaiate a 33. Far propria la sfida con i marchigiani significherebbe mettere una seria ipoteca sulla vittoria finale. Forza Padova, è il momento giusto per zittire tutti.

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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