Santarcangelo-Padova, Cavasin: “I Biancoscudati possono perdere il campionato solo suicidandosi! E a loro domani toglierei Bisoli…”

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«Il Padova ha già vinto il campionato, può perderlo solo suicidandosi. Ha otto punti di vantaggio sulla seconda, è una squadra talmente più forte delle altre, esperta, attrezzata e ben guidata che credo non avrà problemi ad arrivare fino in fondo». Parola di Alberto Cavasin, che domani a Santarcangelo tenterà lo sgambetto alla capolista in quella che, di fatto, sarà la sua prima volta da avversario in panchina al «suo» Padova. Chiuse la carriera da calciatore in biancoscudato nel 1990, si legò moltissimo all’ambiente, ma per un motivo o per l’altro il destino non gli ha più fatto incrociare il Biancoscudo: «E’ così – sorride l’allenatore del Santarcangelo – può sembrare strano perché quella di domani sarà la mia prima volta da avversario del Padova. È quasi paradossale, perché non sono certo un novello della panchina, ma per un motivo o per l’altro non ci siamo mai incrociati. Quando allenavo in A il Padova era in B, quando allenavo in C il Padova era in A, quando ero in B il Padova era in C e via di questo passo. Non è mai capitato di affrontarlo, per questo devo ammettere che un pizzico di emozione domani ci sarà sicuramente. È una maglia a cui sono molto affezionato».

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Quando gli si domanda chi toglierebbe al Padova di oggi, Cavasin scrolla le spalle e alza gli occhi al cielo: «Se devo fare qualche nome – spiega – i primi che mi vengono in mente sono Pinzi, Trevisan, Pulzetti e Belingheri. Sono tutti giocatori in là con gli anni, ma hanno un entusiasmo, una cattiveria e una concentrazione che fa loro onore. Quando vedi questi campioni che si rimettono in discussione in una categoria inferiore e giocano con la voglia di un ragazzino, non ti resta che apprezzarli e batter loro le mani. E non credo che il Padova fatichi contro le piccole. A Gubbio hanno perso al 93’ su un errore del portiere su un campo assurdo, a Pontedera avrebbero potuto vincere 5-2 e la sconfitta è stata un caso. Cercheremo di metterli in difficoltà, ma sulla carta loro sono nettamente più forti».

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(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)

Ha appeso gli scarpini al chiodo nel Padova, con il quale ha mosso anche i primi passi come tecnico allenando negli allievi nazionali per un breve periodo un giovanissimo Alessandro Del Piero. Era il Padova del presidente Marino Puggina: due annate dal 1988 al 1990 che non ha dimenticato Alberto Cavasin, domani avversario dei biancoscudati alla guida del Santarcangelo.

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Passando all’attualità, come vede questo Padova? «Premetto che anche se sei la squadra più forte, è sempre difficile vincere. L’ho provato per esperienza personale a Firenze in serie C. In ogni caso è scontato dire che i biancoscudati arriveranno al traguardo, per cui onore alla società che ha messo a disposizione del tecnico una squadra importante, che annovera anche giocatori di categoria superiore come Pinzi, Belingheri e Pulzetti che hanno dimostrato serietà e professionalità. Sono quelle annate da benedire perché ci sono tutte le condizioni per vincere». A proposito di Bisoli, l’ha già incrociato in carriera? «No, ma lo stimo come uomo e come professionista». Il suo collega biancoscudato ha sottolineato come la trasferta con il Santarcangelo sia la partita più difficile che potesse capitare per il momento di grande euforia che state attraversando. E che per voi battere la capolista è come salvare tutta la stagione. «Il Padova è molto più forte di noi sul piano tecnico e fisico, lo dice la classifica. Se battiamo il Padova siamo contenti, ma non salviamo la stagione: stiamo lottando per la sopravvivenza. Sulla carta è impossibile battere i biancoscudati, però cercheremo di rendere possibile ciò che appare impossibile». Domani chi toglierebbe nel Padova? «E’ una squadra molto forte tecnicamente, per cui dire un giocatore cambierebbe poco, dato che ne giocherebbe un altro dello stesso valore. Toglierei qualcosa sul piano caratteriale, e quindi leverei Bisoli. Già se rimanesse seduto in panchina sarei contento, ma so che sarà in trincea con l’elmetto per fare rendere al meglio la sua squadra».

(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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