Padova, Cisco: “Il Sassuolo? Prima voglio esordire in B col Biancoscudo, è il mio sogno! E devo molto a…”

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Cisco, se si guarda indietro pensa a com’è cambiata la sua vita in un batter d’occhio? «Sì e devo dire che sono un ragazzo fortunato», sorride il 19enne esterno offensivo, «Mi sono impegnato, ci ho creduto, ma la buona sorte aiuta sempre. Credo di essermi fatto trovare al posto giusto al momento giusto, da quando nella scorsa stagione ho esordito in Coppa Italia segnando contro il Bassano. Mi sono giocato le carte, è andata bene».

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Nel 2015 arrivò in biancoscudato in prova, fu subito tesserato, da lì una scalata continua.«La scorsa estate avevo richieste da società di C e D. Bisoli però mi ha voluto tenere e gli sarò sempre grato, così come al Padova e a Zamuner. Il mister mi ha valorizzato, mi ha fatto tirare fuori il meglio e gli devo molto». In cosa si sente di dover migliorare ancora? «Bisoli e lo staff mi dicono sempre di variare le mie giocate. Non posso solo puntare l’uomo in velocità, altrimenti divento prevedibile. Devo cercare l’uno-due, andare al cross, dialogare con i compagni». Eppure al Sassuolo è bastata qualche sua giocata illuminante per fiondarsi su di lei. Com’è nata la trattativa? «Un paio di settimane dopo la doppietta contro l’Albinoleffe (a inizio dicembre, ndr) mi contatta il procuratore Davide Lippi. Ci incontriamo, mi colpisce e decido di affidarmi a lui. Poi arriva il Sassuolo, ma ho saputo poco della trattativa. Ci hanno pensato Lippi, mio padre e la società. Dopo un mese ho firmato». Si dice si fosse interessata anche la Juve. «Non so molto di altre trattative, ma i neroverdi sono stati i primi a cercarmi. Penso sia la scelta migliore, un club che non ha problemi a lanciare i giovani. Per una ventina di giorni a fine gennaio ho frequentato il loro centro sportivo per la riabilitazione dall’operazione al menisco ed è stata una bella esperienza. Ho conosciuto Iachini, il dg Carnevali e il ds Angelozzi che mi ha detto che crede in me. Sono felice, anche se il mio presente si chiama solo Padova».

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Quanto tiene ai prossimi 4 (o forse 16?) mesi con il Padova? «Tantissimo. Vorrei segnare qualche altro gol e dare il mio contributo per raggiungere l’obiettivo. Sogno di esordire in B con la maglia biancoscudata».

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(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)

Dalla doppietta all’Albinoleffe alla firma con il Sassuolo. Cinquanta giorni che hanno cambiato la vita al diciannovenne Andrea Cisco, padovano doc che adesso vuole coronare un altro sogno: approdare con i biancoscudati in serie B. «È stato tutto veloce, ma non c’ho pensato più di tanto concentrandomi solo sugli allenamenti, sulla squadra e a guarire dal piccolo infortunio al ginocchio. Hanno fatto tutto il mio nuovo agente Davide Lippi, mio padre e le società, e alla fine ho raggiunto il traguardo di firmare per un club di serie A, anche se il mio presente è il Padova. La svolta? La partita con l’Albinoleffe, perché dopo un paio di settimane ho ricevuto la chiamata di Lippi. Ci siamo incontrati a Padova, mi ha colpito subito e non c’ho pensato due volte ad affidarmi a lui».

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Un rischio potrebbe essere quello di montarsi la testa. «Infatti è la prima cosa da non fare. Questo è solo un punto di partenza, ora inizia la salita. È una grande occasione da non lasciarsi scappare. A inizio stagione mi volevano alcune società di serie C e D, fortunatamente Bisoli ha deciso di tenermi al Padova».

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Nel frattempo ha fatto anche un intervento di pulizia al menisco. «Sono stato operato il 5 gennaio, e mercoledì scorso sono tornato in campo. Ringrazio Bisoli per avermi fatto giocare a Pontedera nella prima gara in cui ero a disposizione. Sono ancora un po’ giù di condizione, ma per sabato sono pronto. Da qui fino al termine della stagione voglio dare il mio contributo per centrare il nostro obiettivo, spero di fare molti altri gol perché tengo tantissimo al Padova». Nella sua esplosione ha avuto un ruolo decisivo anche Bisoli. «Ho trovato un allenatore che mi ha valorizzato facendomi tirare fuori il meglio. Mi ha fatto capire che non posso puntare sempre l’avversario, e che devo variare le mie giocate. Gli devo molto, come anche a Zamuner e alla società, se il Sassuolo mi ha chiamato».

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(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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