Live 24! Triestina-Padova, il giorno dopo: sconfitta che brucia, sarà un rush finale intenso…

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Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Domenica da 007 per Fabio Rossitto, che si è recato al Mecchia di Portogruaro per spiare il Vicenza, avversario dei ramarri al Menti tra 7 giorni. I biancorossi hanno pareggiato per 0-0 con il Mestre. […] In sala stampa Mauro Zironelli, come è sua consuetudine, non teme di rilasciare dichiarazioni schiette e pungenti. «Io sono tifoso del Vicenza ha premesso Ziro -, ma mi faccio una domanda: è giusto che si salvi, dopo tutto quello che è successo a livello societario, e che retroceda invece qualche altra società sana?». Ovviamente non ha rilasciato dichiarazioni Lerda, mister del Lane. Il curatore fallimentare De Bortoli ha infatti imposto il silenzio stampa a tutti i tesserati biancorossi sino alla fine della stagione. […]

Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) I neroverdi del presidente Mauro Lovisa restano in fascia playoff. Il primo turno di riposo obbligato non ha prodotto grandi danni alla classifica dei ramarri. Le partite da tenere d’occhio erano quelle nelle quali erano coinvolte le formazioni che seguivano capitan Stefani e compagni, in particolare Triestina, Renate e Ravenna. Fra queste soltanto l’Unione è riuscita a incassare i tre punti, battendo al Rocco la capolista Padova. Il Renate non è andato oltre il pareggio a Teramo (1-1) e il Ravenna si è visto superare (1-2) in casa dalla Reggiana nel derby emiliano-romagnolo. Fabio Rossitto è stato al Mecchia di Portogruaro a spiare il Vicenza che ospiterà i neroverdi domenica al Menti. I biancorossi hanno pareggiato (0-0) con il Mestre di Zironelli e dei tanti ex sacilesi. Grande festa a Trieste per il successo sul Padova. A decidere il match è stato Bracaletti, che ha battuto alla perfezione una punizione dal limite concessa dal direttore di gara per un fallo del pordenonese Trevisan sull’ex ramarro Arma. Sino a quel momento il match era stato in equilibrio ed entrambe le formazioni avrevano espresso un buon calcio. Dopo il vantaggio rossoalabardato, il Padova ha cercato in tutti i modi di pervenire almeno al pareggio, ma la Triestina è stata abile a rintuzzare ogni attacco dei biancoscudati. […]

Ore 20.00 – (Messaggero Veneto) I tifosi l’hanno invocato spesso, per non parlare della proprietà e dello staff tecnico: lui, nell’ultimo periodo, si è visto a sprazzi. Ora ha tre partite per essere decisivo come nel 2016, in cui nel finale di campionato è stato fondamentale per conservare il secondo posto. Tutto il popolo neroverde aspetta un guizzo di Emanuele Berrettoni, il “genio” che è mancato nel corso di questo torneo. Il numero dieci laziale è tornato in squadra da più di un mese, dalla sfortunata gara di Portogruaro col Mestre, in cui ha segnato il suo unico gol nel 2017-2018: da allora ha giocato, ma non ha inciso particolarmente.È giunto il momento di dare la sua impronta pesante a questa squadra, impegnata a conquistare un posto nei play-off. Un assist, una rete, un “lampo” dal punto di vista tecnico: servono queste pietanze, tutte presenti nel menu del “Berre”, per provare a raccogliere un piazzamento che renderebbe sufficiente la stagione. Nelle ultime gare del 2016 ci mise lo zampino, in ottica play-off: col Cuneo, alla terzultima giornata, servì a Mandorlini l’assist da cui poi nacque il 2-1; col Pavia, alla penultima, smarcò Martignago con un bel passaggio, decisivo per la rete della vittoria. […]

Ore 19.40 – (Messaggero Veneto) Non è stata una domenica del tutto positiva in chiave play-off per il Pordenone, che ieri ha osservato il primo dei due turni di riposo (il secondo sarà il 29 aprile). La squadra neroverde, in seguito ai risultati della 34esima giornata, rimane dentro la griglia della post-season (al nono posto) ma si è vista raggiungere a quota 41 punti dalla Triestina, vittoriosa col Padova. Il Renate, decimo, ha pareggiato col Teramo e si è portato a un punto dalla squadra di Rossitto (a 40). Giuliani e lombardi hanno ancora una gara in meno rispetto ai neroverdi: risulta per ora sempre più decisivo lo scontro diretto all’ultima giornata tra Pordenone e Renate al Bottecchia. In più, attenzione all’Albinoleffe che ieri sera, battendo 3-1 la Feralpisalò, si è portato a -2 dal Pordenone e ha una gara in meno rispetto ai ramarri.Positiva. La nota lieta di ieri è rappresentata dal ko per 2 a 1 del Ravenna con la Reggiana: i romagnoli, prima del rovescio con la Samb, arrivavano da cinque vittoria di fila. In seguito alla sconfitta con i “cugini” emiliani la formazione di Antonioli è rimasta a 38 punti, mancando così l’approdo a quota 41. Ha ancora una partita in meno rispetto al Pordenone ma, almeno per questa giornata, è sfumata l’operazione aggancio. Un aspetto è sicuro: domenica prossima i ramarri devono per forza vincere col Vicenza al Menti (il via alle 16.30). Perché, al di là dei risultati delle altre, Stefani e soci devono conquistare almeno sette punti nelle ultime tre partite per avere una speranza di essere nella griglia per giocarsi un posto in serie B. […]

Ore 19.10 – (Gazzettino) […] Marchetti, al pari di tutti i tifosi, si sta chiedendo il perché del 5-1 inflitto dalla Ternana, ultima in classifica, anche se il diggì, tornato a sedere in panchina dopo aver scontato l’inibizione di un mese, aveva capito sin dalle prime battute che qualcosa non andava. «Non ho visto l’approccio giusto. Sono mancate rabbia, grinta, determinazione, corsa e sacrificio: tutte componenti che siamo abituati a vedere dalla squadra e che devi mettere in campo contro qualsiasi avversaria per fare bene». […] Venturato si è preso tutte le responsabilità della pesante sconfitta, ma Marchetti non ci sta. «Siamo tutti colpevoli. In campo ci vanno i giocatori, ma mentalmente e moralmente c’è tutta la società. E non mi va di perdere in questa maniera». Il diggì va giù duro: «C’è poco da salvare perché nessuno ha fatto qualcosa in più degli altri nella partita contro la Ternana. Se proprio voglio guardare il bicchiere mezzo pieno, è proprio il fatto che hanno sbagliato tutti, dal primo all’ultimo, che mi farebbe propendere per una giornata storta, ma che non deve capitare più». […] C’è chi sostiene che il Cittadella, centrato l’obiettivo della salvezza con largo anticipo, si stia accontentando. «Non voglio crederci, mi darebbe molto fastidio solo pensarci perché per me sarebbe una grande delusione a livello professionale. Il Cittadella ha intrapreso un certo cammino di maturazione, dallo scorso campionato stiamo lottando per l’alta classifica, e sino a un mese fa si parlava di una squadra pronta a lottare per fantastici traguardi. Certo, in questo momento sarebbe più semplice dire che il Cittadella ha fatto il suo e potrebbe bastare, ma io non mi accontento, e lo stesso dico per l’allenatore e la squadra: abbiamo davanti a noi otto finali, e un sogno da coltivare». Perché, nonostante i soli due punti raccolti nelle ultime cinque partite, il Cittadella è ancora corsa per i play off. E il diggì non intende alzare bandiera bianca, tutt’altro. «Lancio un messaggio chiaro, per tutti: il Cittadella ha non ha cento ma mille vite. Quella di Terni non è stata una bella giornata ma domani è un altro giorno, e quando tutti ci hanno dato per morti, anche in passato, la squadra ha sempre tirato fuori le unghie».

Ore 18.50 – (Mattino di Padova) «Non voglio che passi l’idea di un Cittadella che si accontenta, questa classifica non deve essere un “cuscinetto” ma uno stimolo». Alla luce del tonfo allo stadio Liberati viene da ripensare alle parole pronunciate da Roberto Venturato prima della trasferta. Il tecnico granata aveva subito precisato che il messaggio non era rivolto ai giocatori ma a tutto l’ambiente. A voler essere maliziosi, viene però da pensare che avesse avvertito qualche segnale di rilassamento anche all’interno del gruppo. Di fatto, la contro-prestazione offerta in casa della Ternana avvalora questa tesi. […] Quella di Terni è la più pesante sconfitta della gestione Venturato, che mai prima d’ora aveva visto la sua squadra fare i conti con una “manita”. Non solo, per la prima volta il Citta ha perso tre gare di fila in questo torneo. Un filotto di 3 ko in serie è invece arrivato due volte l’anno scorso, tra l’ottava e la decima giornata e tra la sedicesima e la diciottesima. Ma proprio il confronto con la passata stagione torna a mettersi in negativo, perché al 34° turno i punti raccolti erano 51 contro i 50 attuali. Era e resta una squadra che raramente conosce le mezze misure (15 vittorie, 13 sconfitte e solo 6 pareggi dodici mesi fa, 14 vittorie, 12 sconfitte e 8 pareggi adesso) e che subisce più gol delle dirette concorrenti. Oggi sono 43, nessuna delle rivali in zona playoff ne ha subite di più. […]

Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un gettone per uno tra Mestre e Vicenza in novanta minuti caratterizzati dal primo vero caldo della stagione. Alla fine giocoforza entrambe le compagini si devono accontentare, ma è un risultato che, ai punti, sta decisamente più stretto a vicentini di quanto non lo stia in casa mestrina. Gli arancioneri devono principalmente ringraziare le prodezze dell’estremo difensore Favaro, giunte a togliere le castagne dal fuoco in almeno tre circostanze. Per il Mestre – che ancora una volta con le pericolanti ha palesato qualche difficoltà nel trovare la via della rete – è il terzo pareggio consecutivo. Risultato che non permette di mettere in cassaforte il futuro, ma comunque, ragionando in ottica playoff, è sempre utile per muovere la classifica. Graduatoria che ancora sorride, permettendo di approssimarsi con relativa tranquillità all’infrasettimanale di Reggio Emilia.
Per affrontare un match che sulla carta poteva essere un crocevia per i rispettivi obiettivi, Zironelli e Lerda si sono affidati ad un 3-5-2 speculare, quasi obbligato per il tecnico berico. Vicenza dall’atteggiamento più spregiudicato nel primo tempo, palesando anche una maggior fame di vittoria. […]

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Non è stata la miglior partita del Mestre. Di questo sono tutti consapevoli nell’ambiente arancionero, ragion per cui l’opinione comune è quella di tenersi stretto questo punto che fa comunque classifica. Mister Zironelli cerca di dare una spiegazione all’opaca prestazione. Lo fa guardando alle condizioni del rettangolo di gioco, apparentemente ottimali, ma non per chi è sceso in campo. «Non è per cercare scuse, ma il campo era indecente. Avevo chiesto di bagnarlo, ma qui non c’è l’impianto d’irrigazione. Quando devi stanare una squadra devi essere veloce a girare palla, ma se il controllo della stessa è irregolare, allora diventa difficile per chiunque, in maggior misura per il tipo di gioco che facciamo noi. Abbiamo provato nel primo tempo a stancarli, cercavamo di attaccarli nell’uno contro uno». Nella ripresa dopo il cambio di modulo la squadra è sembrata esprimersi meglio. «Sì, nel secondo tempo siamo andati meglio. Però, abbiamo mancato talune combinazioni che solitamente ci riescono. Del resto, quando non si riesce a controllare la sfera c’è ben poco da fare. Pazienza. Adesso ci aspetta una settimana di fuoco. Tre partite in sette giorni, sarà fondamentale anche dosare le energie». […]

Ore 17.40 – (La Nuova Venezia) Partita delicata per entrambe le squadre che si conclude con un pari che soddisfa entrambe. Il Mestre dà continuità ai risultati e il Vicenza, complice la sconfitta del Fano, può ancora sperare nella matematica. Chi si aspettava una passeggiata sarà rimasto deluso. È il Vicenza che fa la partita e Favaro risulta, alla fine, il migliore in campo. Dopo solo 2′ la prima occasione è per gli ospiti che prendono un palo con Ferrari che approfitta di un passaggio errato tra Politti e Perna, si impossessa del pallone al limite alto dell’area e con un bel tiro coglie il legno con Favaro che non ci sarebbe mai arrivato. Fino al 15′ è il Vicenza a tenere in mano il gioco mentre il Mestre non sembra ancora aver preso le misure agli avversari e manca di scioltezza e giro palla. […] Ancora Favaro sugli scudi all’8′ quando deve intervenire sui piedi di Ferrari mandando in angolo. Perna si arrabbia per la mancanza di concentrazione in fase difensiva. Due minuti dopo Giacomelli riceve dalla sinistra ma per fortuna del Mestre non tira di prima e si fa murare da Perna e Gritti. Scampato il pericolo, Zironelli fa entrare Martignago e Beccaro per allargare il gioco e puntare sul 3-4-3. Al 22′ il Mestre chiede un rigore. Palla filtrante di Martignago per Fabbri che va spalla contro spalla con Bianchi. Dalla nostra posizione la punizione dagli 11 metri poteva starci, ma l’arbitro lascia correre. Al 27′ il primo vero tiro in porta del Mestre. È Martignago ad effettuarlo al volo su passaggio di Beccaro, ma Valentini è ben piazzato e respinge coi pugni permettendo a Malomo di mandare in angolo. Praticamente dopo questa azione non succede più nulla. La sconfitta del Fano permette al Vicenza di staccarlo di due lunghezze mentre il Mestre mette in cassaforte i playoff. Alla fine un pareggio che andava bene a tutti.

Ore 17.20 – (La Nuova Venezia) È uno Zironelli insoddisfatto quello che si presenta in sala stampa. Il Vicenza è in silenzio, quindi parla solo il mister arancionero mentre Lerda abbandona subito lo stadio Mecchia. «È stata una partita un po’ spenta rispetto ad altre volte, non posso negarlo. Forse può averci influenzato anche il primo caldo. Purtroppo il campo era secco e avevo chiesto di bagnarlo perché noi giochiamo meglio se la palla corre, ma non c’era acqua. Ma non voglio cercare scuse, noi non siamo riusciti a fare il gioco che volevamo e questo non possiamo permettercelo contro squadre che dobbiamo stanare dalla loro difesa. È andata un po’ meglio quando ho effettuato i cambi perché abbiamo giocato meglio, ma anche se questo pareggio può star bene a tutte e due le squadre mi interessa poco perché non siamo stati efficaci nelle combinazioni che di solito ci vengono automatiche». […] «Se non retrocederà il Vicenza, rischia di andare giù una società sana e sto parlando da vicentino, non da allenatore del Mestre. Certamente non hanno fatto come il Modena perché c’erano in ballo diritti tv, scommesse e altro. Io volevo vincere e ho visto però un Vicenza che ha lottato molto di più e per questo gli faccio i complimenti. Adesso vogliamo andare a Reggio che ha certo un campo migliore del nostro e divertirci».

Ore 17.00 – (La Nuova Venezia) In sala stampa arriva anche Lavagnoli. «Una partita più faticosa del previsto ma sapevamo di giocare contro una squadra con singoli importanti e, al di là della classifica, loro avevano bisogno di fare punti disperatamente. È un pari che ci teniamo stretto e non cerchiamo alibi. Abbiamo fatto una buona partita ma potevamo fare molto meglio. Davanti avevamo sempre un avversario che ha cercato di non farci giocare in ogni modo. Mercoledì ci aspetta un impegno difficile ma siamo una squadra di 22 giocatori tutti validi e possiamo certamente dire la nostra anche contro una delle prime della classe». C’è pure Sottovia entrato al posto di Neto. «Partita strana, con loro che cercavano di fare più punti possibili e alla fine hanno smesso di giocare per portare a casa il pareggio. Non sono due punti buttati via per me ma uno guadagnato. Mercoledì penso giocheremo una partita migliore perché la Reggiana gioca a viso aperto e contro di noi vorrà assolutamente vincere se vogliono mettere pressione al Padova».

Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Brutta figura del Venezia contro il Brescia proprio nella giornata in cui al Penzo – grazie anche alla nutrita presenza di tifoseria lombarda (1400 circa) – si è stabilito nuovo record stagionale di presenze con oltre 5800 spettatori. Formazione pasticciata, squadra troppo sprecona, giocatori in alcuni casi non proprio in palla. Ha ragione il tecnico Pippo Inzaghi ad esaltare il suo team per i risultati raggiunti in questa stagione, per le ottime prestazioni offerte in più di un’occasione che hanno fatto della neopromossa una protagonista dei quartieri alti della serie B, ma è anche vero che la continuità di rendimento non è di casa in laguna. Così come successo nella terza parte del girone d’andata altrettanto sta accadendo adesso: nelle ultime sei gare infatti gli arancioneroverdi hanno conquistato appena sette punti, frutto di due vittorie e un pareggio, a fronte di tre sconfitte. Ci sono state prove apprezzabili con le prime della classe è vero, ma anche giornate grigie come a Carpi o ieri, con qualche occasione sprecata di troppo. Verissimo anche che il Brescia di tiri in porta ne ha fatti davvero solamente due, ma guarda caso sono andati a segno. Squadra pratica, diventata improvvisamente cinica, che ha visto risvegliarsi la grinta dei suoi elementi migliori? Tutto può essere, di certo il Venezia non ha saputo giocare come fatto in altre occasioni, lasciando spazio agli ospiti nella prima parte di gara e attaccando in maniera un po’ troppo disordinata nella ripresa, creando buone opportunità ma senza la capacità e la freddezza di sfruttarle. Le variazioni operate nell’ultimo periodo da Inzaghi alla formazione hanno portato buoni frutti, ma non tutte sono state azzeccate specie – pare essere un classico – a livello di continuità.

Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Una giornata storta, ci sarebbe andato stretto anche il pari e addirittura l’abbiamo persa». Mastica amaro Pippo Inzaghi e fatica a digerire la sconfitta del suo Venezia contro un Brescia certamente più cinico. «C’è grande rammarico, Vicario non ha mai toccato la palla, abbiamo perso una partita incredibile la schietta analisi del tecnico lagunare Il primo tempo è stato equilibrato, il Brescia che di solito gioca con due punte e il trequartista si è invece presentato rinunciando a un attaccante e schierandosi con un 4-5-1, evidentemente ci temevano. Pinato ha avuto un’occasione clamorosa, ha calciato a botta sicuro ma purtroppo ha colpito Geijo sulla testa, già lì dopo una ventina di minuti il match avrebbe potuto cambiare il suo corso». Come all’andata a colpire per primo il Venezia è stato Caracciolo. «Sul loro unico cross che gli abbiamo concesso Caracciolo si è inventato un gol incredibile. Non abbiamo punto? Ripeto, mi aspettavo un Brescia con due punte e un trequartista, si è coperto per ridurre i nostri spazi, lo farei anch’io se giocassi contro il Venezia dell’ultimo periodo che tutti temono». […]

Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Musi lunghi nel post partita tra gli arancioneroverdi, delusi dalla mancata settima vittoria di fila al Penzo. Rammaricato in particolare Marco Modolo, al secondo gol stagionale sotto la curva sud ma anche stavolta (come nell’1-1 col Frosinone) insufficiente per conquistare l’intera posta. «Sono arrivato in corsa e non con la coordinazione ideale rivive il suo momentaneo pareggio quindi mi sono abbassato è l’ho appoggiata in rete col ginocchio per non rischiare di sbagliare da un passo. Purtroppo ci hanno pareggiato subito, dopo il mio gol avevo iniziato a credere davvero nella rimonta e nella nostra vittoria. Dopo due minuti abbiamo preso gol su palla inattiva regalata al Brescia per un fallo inesistente, perché il loro giocatore (Ndoj, ndr) si è lasciato andare da solo». All’eterno Caracciolo è bastata un’unica palla per punire il Venezia come all’andata nel blitz lagunare al Rigamonti. «Sapevamo che il Brescia era una squadra in forma prosegue Modolo dovevamo avere pazienza, nell’unica palla ci ha fatto gol e si è messa in salita. Peccato per questo ko, potevamo fare un bel passo in avanti ma ci sono altre otto gare e nulla è compromesso. La differenza tra il primo e il secondo tempo? Loro nei primi 45′ stavano in undici dietro linea palla e non trovavamo spazio per le nostre giocate. Normale, nel secondo siamo usciti, il grande rammarico è non aver sfruttato 5-6 palle gol per mancanza di po’ di freddezza e fortuna più che di precisione. Loro invece con tre tiri ce ne hanno fatti due. Come carattere e mentalità non ci si può imputare niente, non è successo nulla, dobbiamo ripartire dalla sfida importante di Perugia». […]

Ore 15.20 – (La Nuova Venezia) La Leonessa che punisce il Leone, mah, sono cambiati i tempi. In realtà più che di punizione si parla di beffa: per quanto visto in campo, quello tra Venezia e Brescia è stato un confronto da sacrosanto pareggio, con 75′ senza lavoro per i due portieri e un quarto d’ora finale di polverone nell’area bresciana, dove le occasioni non sono mancate, ma la mira sì. C’è anche la punizione, a dire il vero: quella che porta al 2-1 del Brescia, contestata dal clan arancioneroverde e comunque tradotta in un bel pallone di Furlan per la testa di Bisoli che tagliando l’area l’ha piazzato giusto sul secondo palo.Detto che il Brescia non ha rapinato nessuno e si è costruito con opportunismo il suo successo, fosse finita in parità sarebbero stati contenti anche i lombardi, che hanno indirizzato in porta due palloni in tutta la partita – di testa – e hanno fatto due gol, mentre Vicario non deve nemmeno mandare i guanti in lavanderia. Poi il Venezia ha qualche colpa: il ridotto uso delle corsie esterne – arma letale in tante altre partite – la scarsa rabbia al momento del tiro in porta, un risveglio tardivo che ha portato ansia e tolto lucidità alla costruzione del risultato.Vabbè, è andata così e classifica alla mano non ci sono danni, anche se resta il rammarico per una occasione di accorciare verso le zone alte.Inzaghi conferma la squadra delle ultime settimane, dall’altra parte Boscaglia sta abbastanza coperto e tiene inizialmente fuori Ernesto Torregrossa, uno che al Venezia ha fatto gol spesso negli anni scorsi. Il pericolo è l’intramontabile “Airone” Caracciolo che poco dopo la mezzora sbatte le ali per festeggiare l’ennesimo gol della sua onoratissima carriera. In piena area vince con Bruscagin il duello sulla scelta di tempo e sulla furbizia, mostrando un’altra volta la specialità della casa con una zuccata imparabile per Vicario. […]

Ore 15.00 – (La Nuova Venezia) Filippo Inzaghi si aspettava tutta un’altra partita, ma soprattutto un risultato diverso e favorevole al suo Venezia. La sconfitta interna con il Brescia, che ha così vendicato lo “sgarbo” dell’andata al Rigamonti, al tecnico del Venezia non va proprio giù. «C’è grande rammarico perché, con Vicario che non ha mai toccato un pallone, abbiamo perso una partita incredibile. Il primo tempo è stato molto equilibrato, il Brescia ha rinunciato a una punta dall’inizio, segno che ci temeva in casa nostra. Poi se penso all’occasione clamorosa con Pinato sullo 0-0, e il suo tiro respinto da Geijo sulla linea, allora davvero non so che dire. Penso anche a Caracciolo che si è inventato un gol incredibile, e il Brescia si è salvato in qualche modo nella ripresa. Abbiamo avuto tante occasioni nel finale senza concretizzarne una» . Inzaghi punta il dito anche contro l’arbitro, Antonello Balice, in merito al fallo da cui è scaturito il raddoppio dei lombardi. «La punizione era inesistente, anche se in quell’azione dovevamo essere più attenti» spiega, «non parlo in genere mai degli arbitri, ma questo ci ha diretti già cinque volte e spesso con lui abbiamo perso. Dispiace perché siamo una piccola realtà, veniamo da due promozioni consecutive e vogliamo essere tutelati. Avevamo una grande occasione per allungare, abbiamo avuto una giornata storta, nonostante una prestazione nel secondo tempo che è stata di carattere e voglia. Siamo settimi in classifica, dobbiamo ripartire anche se da Perugia non sarà facile. Andelkovic? Non è in condizione e non poteva giocare, ma ha voluto starci lo stesso vicino dalla panchina. Ho invece fatto solo due sostituzioni perché non volevo fare casino con i cambi nel finale, a volte si rischia. Bravo il Brescia, accettiamo il risultato e andiamo avanti. Bisogna mantenere la posizione in graduatoria con le unghie e con i denti. Sappiamo benissimo che non ci sono partite facili, tutti si chiudono in difesa quando vengono a giocare al Penzo, e del resto lo farei pure io se dovessi affrontare il Venezia». […]

Ore 14.40 – (La Nuova Venezia) L’occasione di allungare sulle dirette avversarie nella corsa playoff è sfumata contro il Brescia. «È un peccato, visti i risultati di sabato si poteva ottenere di più» dice Gianni Fabiano, uno dei protagonisti al Penzo, «abbiamo avuto tante occasioni soprattutto nella ripresa e ci è mancata lucidità. Poi palloni salvati sulla riga ed eccessiva fretta hanno fatto il resto. Un passo falso così in casa, in questo momento, dà fastidio. Il Brescia è stato bravo e tignoso, ma se non avesse fatto subito il 2-1, chissà…». Gianluca Litteri gli fa eco. «Era una partita fondamentale per allungare in classifica, ma siamo stati poco concreti nel secondo tempo con tutte le occasioni avute. E parlo anche per me. Sulla mia occasione di testa ho colpito senza forza, dovevo schiacciarla a terra come fatto contro il Bari. Brucia, ora guardiamo avanti e pensiamo al Perugia». […]

Ore 14.10 – (Mattino di Padova) L’Abano è sempre più vicino alla retrocessione in Eccellenza. Sul neutro di Este, infatti, i neroverdi incassano la decima sconfitta consecutiva contro una squadra, il Cjarlins Muzane, che aveva bisogno di punti pesanti per chiudere il discorso salvezza. In un certo senso, proprio come l’Abano che, eppure, al Nuovo Stadio, fa vedere subito un buon piglio: al 6′ infatti, è Mattia Cecconello a sfiorare la rete cercando di colpire dalla sinistra, con Guzzo costretto ai voli pindarici per salvare sulla linea. All’8′ c’è spazio per un altro break dei termali, attivato dal contropiede di Franceschini che, entrato in area, spreca calciando alto da buona posizione. Il Cjarlins è guardingo – forse troppo -, ma appena due minuti più tardi, si fa vedere dalle parti di Bettin con Moras, abile ad imbastire un’azione personale conclusa con un tiro impreciso. Ma è soltanto il preludio del vantaggio ospite che arriva al 18′, quando Smrtnik insiste con l’azione personale e, fra un rimpallo e l’altro, riesce a beffare Bettin. […] Nella ripresa l’Abano non ingrana e incassa in avvio la rete che chiude la pratica, propiziato dall’ imbeccata di Smrtnik per Moras che libera il gran destro respinto da Bettin sui piedi di Dussi, pronto per il tap-in. […]

Ore 13.50 – (Mattino di Padova) A guardare il risultato verrebbe da dire che per la Calvi Noale si mette davvero male questo fine campionato. A guardare la classifica, invece, si scopre che la zona playout è ancora lì, a un punto e nelle prossime quattro giornate la sfida con la Liventina si vivrà sul filo dei nervi e, soprattutto, con la testa.L’Este ha vinto con merito, perché non solo ha iniziato meglio, con piglio aggressivo e la voglia di mettere la gara sui binari più congeniali, ma ha sempre avuto la partita in controllo, soffrendo il minimo sindacale. Anzi, con più cinismo, in contropiede avrebbe potuto segnare di più ma sarebbe stato ingiusto verso la Calvi.È stata una gara in salita per i noalesi, già alle prese con defezioni al fischio d’inizio, nel corso del primo tempo hanno perso pure Franciosi (sospetto stiramento ndr) e, a quel punto, la rincorsa si è fatta davvero dura senza uno degli uomini migliori. Per non retrocedere servirà qualcosa che da settembre non c’è mai stata: la continuità. In settimana era arrivato un buon punto a Campodarsego ma stavolta, contro un’altra squadra padovana, si è tornati a punto e a capo, come spesso è avvenuto sinora. Di contro, aveva davanti un avversario ben messo in campo, forte, che dava la sensazione di fare la scelta giusta al momento giusto. Non a caso ha messo in cassaforte il risultato in mezz’ora; dapprima è Florian a sfruttare un’azione da calcio d’angolo e mettere dentro, poi Viviani approfitta di un errore di Griggio e raddoppia. […]

Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Chi si aspettava un big-match con occasioni da gol da una parte e dall’altra, è rimasto certamente deluso. Tra Mantova e Campodarsego è andata in scena una gara che si potrebbe definire da fine stagione, se non fosse per la posta in palio, molto alta per entrambe. Meglio allora buttarla sul tatticismo e dire che le due squadre sono state attente a non commettere errori, creando poco o nulla in fase offensiva ed andando verso un pareggio in bianco che alla fine non accontenta nessuno. Il Campodarsego ha perso la leadership del girone a vantaggio della Virtus Vecomp, che ha vinto a Montebelluna allungando in vetta, ma anche i locali con questo pareggio scivolano al quinto posto e sentono sul collo il fiato dell’Adriese, ora a -3, che guarda caso ospiterà domenica prossima i virgiliani per una sfida molto importante in chiave playoff. La formazione di Fonti, reduce dal pareggio casalingo nel recupero con la Calvi Noale, ha confermato di non stare attraversando il suo periodo migliore: dopo una discreta partenza, a poco a poco pur mantenendo spesso il pallino del gioco in mano, ha progressivamente faticato a trovare spazi sulle fasce per esprimere la sua manovra efficace in fase offensiva. Certamente il Mantova aveva preparato questa sfida proprio cercando di chiudere e raddoppiare sugli esterni, provando poi a ripartire in contropiede: operazione riuscita a metà, dato che se la fase difensiva ha retto, non altrettanto si può dire per l’attacco che ha creato poche opportunità. […]

Ore 13.00 – (Il Piccolo) Al terzo derby la Triestina riesce a fare centro. L’Unione fa gioire i suoi 3.300 tifosi giunti al Rocco e ammutolire il migliaio di supporter biancoscudati. Dopo le delusioni con Vicenza e Pordenone arrivano i tre punti nel match sulla carta più difficile.E l’Unione lo ha fatto con una prestazione figlia di concentrazione, agonismo, equilibrio ed esaltata dalla prova impeccabile dei suoi tre uomini di maggior spessore: Lambrughi dietro, Coletti nella zona nevralgica e Mensah a destra. E la dominatrice del campionato? La Triestina ha irretito il Padova con la sua presenza in campo senza cali di tensione ma la prima della classe ha fatto poco o nulla per far vedere di che pasta è fatta. Mai un tiro nello specchio della porta (a parte due uscite di Boccanera), mai una reazione da far inchiodare l’Unione nella sua metà campo (solo un timido forcing nel finale di prima frazione). E così la Triestina ha potuto e saputo capitalizzare al massimo una punizione eseguita in modo magistrale da Coletti, cercando anche il raddoppio con una certa insistenza ma senza creare preoccupazioni a Bindi. Il Padova si ferma per la seconda volta nel girone di ritorno, la Triestina vince per la terza volta. Due record agli antipodi che comunque la dicono lunga sul fatto che comunque quella ottenuta dagli alabardati al Rocco è stata un’impresa di quelle che nobilitano un campionato. Ancora una volta l’Unione ha dimostrato di saper tenere testa alle avversarie più quotate e questa è una virtù che accentua i rammarichi per i tanti punti persi per strada. Ma ci sono ancora quattro gare di regular season e con un paio di guizzi della squadra Princivalli potrà dedicarsi a preparare i play-off. […]

Ore 12.40 – (Il Piccolo) Vedere la propria squadra battere con merito la capolista, concedendo poco o nulla alla prima della classe in un derby così sentito dalla tifoseria, per un allenatore rappresenta la giornata perfetta. Tanto più se alleni la squadra della tua città. Ma Nicola Princivalli, che ha preparato la sfida con grande cura, rende innanzitutto merito ai giocatori che hanno messo in pratica il lavoro settimanale: «Serviva la partita perfetta – dice il tecnico – e così è stato. È stata fatta una grande partita sul piano caratteriale: il Padova è primo, è una squadra forte, se non l’affronti con grinta e cattiveria ne esci con le ossa rotte. Ma l’abbiamo interpretata benissimo, con un primo tempo fatto alla grande e concedendo loro pochissimo, quasi niente, ricordo un’uscita di Boccanera e poco altro. Non potevo chiedere di più ai ragazzi contro la prima della classe. Forse nel primo tempo in qualche occasione potevamo essere più cinici, ma poi è stato bravo Coletti a buttarla dentro. Una vittoria meritata, costruita con cuore e grinta». L’aspetto da sottolineare, è che il Padova in pratica non ha mai messo davvero paura alla Triestina: «Sai che quando affronti i più bravi devi metterci ancora più attenzione -spiega Princivalli – perché devi bloccare le loro qualità. E se è venuta fuori la partita che volevamo, è perché i ragazzi l’hanno interpretata benissimo. Certo, non si vince solo col cuore, ma in questa categoria aiuta tanto. Ci abbiamo messo tanta attenzione, chiudendo le loro linee di gioco: onore ai ragazzi per una partita perfetta». […]

Ore 12.20 – (Il Piccolo) «Me lo sentivo questo gol. Lo avevo detto a Beppe D’Aniello entrando in campo, sentivo che avrei fatto gol. Lo avevo detto anche a qualche compagno di squadra, sabato in rifinitura avevo provato qualche punizione e avevo il piede abbastanza caldo. E’ andata bene». Tommaso Coletti è stato dunque buon profeta con se stesso. Il primo gol con la maglia della Triestina, regala all’Unione tre punti fondamentali nella corsa ai play-off. «E’ l’aspetto più importante, sono felice per questa vittoria visto che non arrivava da tanto tempo, e sono contento per i miei compagni, l’hanno meritata tutti per l’impegno messo in campo, come sempre del resto. Questa volta c’è stata una applicazione più importante, ho visto tutti lottare su ogni pallone e questo è un grande segnale. Naturalmente c’è tanto da migliorare, non sono uno che si adagia sugli allori, per cui questo sia un punto di partenza in vista delle prossime quattro partite e di eventuali altri».Sente la responsabilità di avere un ruolo fondamentale all’interno di questa squadra e dei suoi equilibri? «Assolutamente sì, mi sento responsabile in senso generale, come atleta, come calciatore, come uomo. Verso i miei compagni, la società, la città con i suoi tifosi. Cerco di onorare al meglio questo fantastico mestiere che faccio». […]

Ore 12.00 – Le pagelle del Padova (Gazzettino): Bindi 6.5; Cappelletti 6, Russo 6, Trevisan 5.5; Zambataro 5.5 (Sarno 5.5), Mazzocco 6 (Belingheri 5), Pinzi 5.5 (Cisco sv), Pulzetti 6, Contessa 5.5; Guidone 5 (Gliozzi sv, Marcandella sv), Capello 5.

Ore 11.50 – (Gazzettino) La squadra che tiene il baricentro un po’ troppo basso, lasciando i due attaccanti piuttosto isolati davanti e soffrendo al tempo stesso l’aggressività degli avversari soprattutto sulle corsie esterne. A complicare la situazione, le pessime condizione del campo che non esaltano i valori tecnici dei biancoscudati. […] Il tecnico gioca anche la carta Gliozzi, richiamando in panchina uno spentoi Guidone, e inserisce Belingheri per Mazzocco. Quest’ultimo si fa vedere assai poco, mentre la punta è sfortunatissima perché costretta a uscire dopo cinque minuti a causa di un infortunio alla spalla destra. Entrano anche Marcandella e Cisco, ma la squadra, forse pagando i primi caldi, dà l’impressione di crederci poco e fatica a rendersi pericolosa anche perché, senza punte di peso, ha meno soluzioni offensive a disposizione e il muro della Triestina regge. Questa volta, dunque, niente festa per i milleduecento tifosi padovani, ma l’applauso finale ai giocatori sotto il loro settore comunque non manca.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Ci sarà ancora da lottare e soffrire prima di tagliare l’atteso traguardo. Questo il verdetto più rilevante del derby a Trieste, perso di misura al termine di una prova piuttosto deludente del Padova, compassato e poco reattivo, incapace di trovare il guizzo vincente dopo essere stato colpito su punizione nel primo tempo. Un passo indietro rispetto al recente passato che, sul piano dei risultati, la Sambenedettese, sconfitta a Bassano, non ha saputo sfruttare, ma ora più che mai ci sarà da tenere d’occhio la Reggiana, vittoriosa sul Ravenna, ora distanziata di sette lunghezze e che mercoledì giocherà il recupero con il Mestre. Di qui a fine stagione, per confermare quanto di bono finora fatto, serviranno nervi saldi e un adeguato sostegno della piazza, già dimostrato ieri con un seguito dai numeri importanti. Salvo il ritorno dietro di Trevisan al posto dell’indisponibile Ravanelli, Bisoli conferma gli undici protagonisti dell’ottima prova con il Pordenone e ripropone il modulo 3-5-2 che però in questa occasione non permette di trovare la giusta compattezza.

Ore 11.30 – (Gazzettino) I due portieri sono stati inoperosi, noi non abbiamo sfruttato due occasioni, mentre la Triestina è stata abile a finalizzare quella a disposizione e a mettere più cattiveria nelle seconde palle e nei contrasti». E così Bisoli replica a chi dichiara di avere visto un derby nervoso e con scarse trame. «Giocare su un terreno di gioco del genere è veramente difficile e nessuno voleva rischiare visto che i rimbalzi non erano regolari. Noi quando troviamo questi campi andiamo un po’ in difficoltà e ci era capitato pure a Gubbio, ma se nel girone di ritorno perdiamo due sole volte mi sta bene». Quindi aggiunge: «Nessuno ha detto che dobbiamo vincere con tante giornate di anticipo. Noi dobbiamo solo pensare a proseguire il nostro lavoro con grande tranquillità e con un pizzico di cattiveria che questa volta è mancata; l’ho già detto alla squadra che comunque ha fatto la sua prestazione. Siamo lì sul traguardo e porteremo le due ruote avanti a tutti, magari soffriremo un po’, ma il 6 maggio saremo avanti». […]

Ore 11.20 – (Gazzettino) «Ci è mancato un pizzico di cattiveria e dobbiamo riprendere quanto fatto la volta precedente, ma non ho nulla da imputare ai ragazzi dopo una prova così». A fine partita Pierpaolo Bisoli difende i suoi giocatori, anche se protagonisti di una prova non particolarmente brillante. «La squadra ha onorato la gara e dato tutto sottolinea il tecnico biancoscudato ma forse per il primo caldo, forse per il fatto che loro volevano battere la capolista o perché si trattava di un derby, questo non è bastato e allora cercheremo di metterci ancora qualcosa in più».
Il tecnico prosegue la sua analisi: «Una partita determinata dagli episodi, con la Triestina che ha segnato su calcio di punizione mentre noi ne abbiamo battute tre ma senza fare gol.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Una domenica decisamente sfortunata per Ettore Gliozzi che proprio nella precedente sfida con il Pordenone aveva realizzato il suo primo gol con il Padova. La partita dell’ex Sudtirol al Nereo Rocco è durata solo cinque minuti per un brutto infortunio alla spalla a seguito di un contrasto di gioco con un avversario dopo che aveva sostituito Guidone. Oggi verrà sottoposto ad accertamenti, ma l’impressione è che il problema accusato non sia di lieve entità. Analogo infortunio, questa volta alla spalla sinistra, per Trevisan che comunque è riuscito a terminare l’incontro. Un derby, nelle parole di Nico Pulzetti, tutt’altro che brillante per quanto riguarda i colori biancoscudati. «Ci è mancata cattiveria esordisce il centrocampista – e abbiamo fatto una partita non bella. Questo ha il suo peso quando si perde in questa maniera in una gara giocata solo sugli episodi. Forse con il senno di poi, avremmo dovuto aspettarli e provare a ripartire perché su quel campo non si poteva giocare. Un terreno veramente disastroso che non ci permetteva di sviluppare le trame palla a terra e accorciare sulle seconde palle». Poi aggiunge: «Abbiamo creato veramente poco sia nel primo tempo che nella ripresa. Nel secondo tempo siamo riusciti a stare quasi sempre nella metà campo della Triestina, ma subivamo al tempo stesso le sue ripartenze». […]

Ore 11.00 – (Gazzettino) L’invasione di massa del popolo biancoscudato a Trieste è stata pacifica, ma non accompagnata dal risultato che tutti speravano. In circa 1.200, con sette pullman, in auto e in treno, hanno seguito la squadra con grande calore e sulle ali dell’entusiasmo per il convincente successo sul Pordenone, arrivando alla spicciolata e, in molti casi, non disdegnando una visita del capoluogo giuliano. Prima e dopo la gara tutto è filato liscio, con una buona gestione dell’ordine pubblico e senza momenti di tensione. Sugli spalti uno spettacolo niente male, con la curva del Padova gremita e quella locale che a sua volta ha offerto uno spettacolo niente male. A livello di decibel è finita in parità, ma qualche petardo di troppo partito dai due settori rischia di provocare un’altra multa. […]

Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Pessimo weekend, ma sarebbe da folli vedere ora tutto nero”) Calma e gesso. Il week end appena lasciatoci alle spalle è stato fra i più negativi di quest’anno. Due sconfitte su due, per Cittadella e Padova, ed entrambe pesanti, in un caso arrivata contro l’ultima in classifica della Serie B, e con un punteggio larghissimo, nell’altro in un derby – e ce ne sono stati tanti, in Serie C – che è sempre molto sentito dalla tifoseria, vinto meritatamente dalla Triestina, ottava. Come dire: due prestazioni da dimenticare in fretta, anche se diverse nel contesto in cui sono maturate. Quando capitano queste situazioni, all’amarezza e alla delusione dei rispettivi ambienti di solito si cerca di opporre un autocontrollo dei nervi e delle reazioni fondamentale per individuare l’anticorpo capace di debellare qualsiasi accenno di crisi. Siamo in una fase cruciale della stagione, i punti contano tantissimo e sbagliare adesso rischia di rovinare l’ottimo lavoro svolto sin qui da granata e biancoscudati. […] Quanto al Padova, la quota promozione ora come ora, considerando la Reggiana l’unico vero avversario nella corsa alla B, è fissata matematicamente a quota 66 punti, ma potrebbe anche abbassarsi. A Trieste non c’è stata la giusta cattiveria, a sentire Bisoli. Noi ci aggiungiamo: non solo. Qualcuno ha proprio giocato male. Sinora, però, Pulzetti & C. si sono sempre risollevati dopo ogni caduta. Lo faranno pure stavolta, ne siamo certi. A dispetto di chi ha sempre da ridire su una stagione che rimane comunque grandiosa.

Ore 10.30 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova): Bindi 6; Cappelletti 6, Russo 6, Trevisan 5.5; Zambataro 5.5 (Sarno 5.5), Mazzocco 5.5 (Belingheri 5), Pinzi 5 (Cisco sv), Pulzetti 5.5, Contessa 5.5; Guidone 5.5 (Gliozzi sv, Marcandella 5), Capello 5.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Unica nota negativa lo scoppio di quattro petardoni nella curva ospiti, che costeranno una pesante multa alla società biancoscudata. Superfluo ogni commento.La Triestina, che aveva già fatto un figurone all’andata con Sannino in panchina (ora c’è Princivalli), pur uscendo sconfitta 2-1 dall’Euganeo (reti di Tabanelli e Capello, in mezzo l’1-1 di Meduri), ci teneva a mettere le mani sull’intera posta e ha disputato un’ottima gara. Pur priva di Porcari, squalificato, ha attaccato subito il nobile avversario, costringendolo a fare quello che non ci si sarebbe aspettato: difendersi e rinviare lungo per le punte. E qui il Padova ha mostrato i “limiti” della sua giornata-no: poco ritmo, scarsa propensione alla soluzione della manovra lungo le fasce (ci ha provato più Contessa a sinistra, a dire il vero, della coppia Zambataro-Mazzocco a destra, giustamente confermata dal tecnico dopo l’ottima prova pre-pasquale, ma apparsa stavolta meno fluida e pimpante), mancanza di incisività e determinazione negli ultimi 20-25 metri. […] Da domani si riparte, pensando all’Albinoleffe di domenica prossima. Nessun dramma, ma è bene riflettere su quanto accaduto a Trieste: solo una giornata-no oppure c’è qualche piccola crepa che sta affiorando?

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Non si può sempre vincere, e quando si cade bisogna fare buon viso a cattiva sorte. Al “Nereo Rocco”, in uno stadio che gli aveva portato bene sin qui, il Padova scivola inaspettatamente, ma sui tre punti finiti in tasca alla Triestina non c’è proprio nulla da dire. Ha vinto con merito la squadra migliore nella circostanza, che ci ha messo più voglia, più cattiveria, più ferocia agonistica nell’arrivare prima sui palloni, al cospetto di un avversario apparso sotto tono e decisamente di spessore inferiore rispetto all’undici brillante, determinato e capace di un pressing a tutto campo ammirato contro il Pordenone, annichilito con tre gol nella ripresa.Per i biancoscudati è la quinta sconfitta in campionato, la seconda del girone di ritorno (dopo quella all’Euganeo con il Teramo). Le conseguenze sulla classifica si misurano così: + 7 sulla Reggiana, passata a Ravenna 1-2 (con firma determinante di Altinier) e che mercoledì sera recupererà la gara casalinga con il Mestre e + 8 sulla Sambenedettese, finita ko a Bassano. Poteva andare decisamente peggio.Cornice splendida. In uno stadio costruito per il calcio e che regala sempre un effetto speciale, le due tifoserie si sono contrapposte con il solito corollario di sfottò, cori e urla che appartengono di diritto ai derby.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Non è stata una partita eccelsa dal punto di vista tecnico, si è combattuto molto a centrocampo e alla fine gli episodi sono stati decisivi. Loro hanno trovato un gran gol su punizione, noi ne abbiamo avute quattro dalla stessa posizione, ma non le abbiamo sfruttate. Le occasioni per pareggiare ci sono state, non siamo riusciti a concretizzarle in rete».Detta così, sembrerebbe soltanto un incidente di percorso, dovuto più che altro a sfortuna ed episodi sfavorevoli, ma anche lo stesso tecnico sa che non è stato un Padova brillante e ammette che qualcosa non ha funzionato a dovere dal punto di vista dell’approccio: «Siamo arrivati un po’ in ritardo sulle seconde palle, abbiamo sbagliato qualche contrasto di troppo ed è mancata un po’ di cattiveria. Questo ha fatto sì che l’ago della bilancia pendesse maggiormente dalla parte avversaria. Ma non dimentichiamoci che la Triestina è una squadra costruita per vincere, teneva molto a batterci e ha giocato con grande furore. Sono stati bravi a sfruttare la punizione decisiva, ma per il resto, a parte una parata in avvio, Bindi non ha dovuto compiere grandi interventi». […]

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Finisce con Pierpaolo Bisoli che, non è una novità, litiga in maniera accesa con un giocatore avversario prima di imboccare rabbiosamente il tunnel degli spogliatoi. «Bracaletti ce l’aveva con me senza motivo, ma io mi stavo rivolgendo a Pulzetti, mica a lui!», si affretta a spiegare il tecnico in sala-stampa, non solo con i giornalisti ma anche con qualche alabardato, mentre i toni pian piano si stemperano e prevale anche un certo ottimismo. Sì, nonostante la sconfitta, una prova opaca e un traguardo che ancora non è stato tagliato, l’allenatore del Padova non ha nessun timore ad ammettere: «Vinceremo questo campionato, ne sono convinto anche dopo questa sconfitta. Potrà anche essere all’ultima giornata, ma allo striscione d’arrivo passeremo per primi».Almeno a parole la sconfitta sembra essere stata assorbita nel modo migliore a livello morale e, nonostante una prova che rappresenta un passo indietro dal punto di vista del gioco, il mister difende a spada tratta i suoi ragazzi: «A livello di prestazione non posso imputare nulla ai giocatori.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Giacomo Bindi, uno degli uomini di maggior peso nello spogliatoio, lancia un messaggio chiaro a tutto l’ambiente, ma soprattutto alla squadra: «Questa sconfitta deve servirci da monito e suonare come un piccolo campanello d’allarme», sottolinea il portiere. «In vita mia non ho mai raggiunto nessun traguardo facilmente e, se c’è qualcuno che pensa a festeggiare in anticipo, sbaglia di grosso. Si deve essere convinti di vincere questo campionato, ma allo stesso tempo dobbiamo pensare di potercelo conquistare solamente all’ultima giornata. Ed è in questa maniera che dovremo approcciare il prossimo incontro. Pensare che si possa trionfare prima dell’ultima partita può essere dannoso mentalmente e creare ansia e stress inutili».Insomma, basta calcoli, tabelle e risultati incrociati. Avanti una gara alla volta, provando a riscattare subito la sconfitta nel derby: «Non è stata una delle nostre miglior partite, siamo stati sfortunati ma è un po’ mancato l’atteggiamento», continua Bindi. «In ogni caso non bisogna credere che il Padova debba sempre distruggere gli avversari. Se tutti pensano che siamo la squadra più forte è perché ce lo siamo conquistati con le nostre prestazioni, ma se non giochiamo ogni partita al mille per mille diventiamo come le altre». […]

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La Triestina se l’era studiata proprio bene la gara, ci teneva da matti a vincere questo derby ed alla fine ha usato tutti i mezzi leciti (e meno leciti) per riuscire a strappare i tre punti. Grandi polemiche sono fioccate già a partita in corso per qualche “trucchetto” messo in atto dagli alabardati per provare a sfavorire e bloccare il gioco biancoscudato. Innanzitutto la pressione dei palloni. Nei primi 10 minuti il Padova ha chiesto due volte di cambiare la palla perché eccessivamente sgonfia. Un caso? Non proprio. Più di qualcuno ha notato dagli spalti un membro dello staff della Triestina vicino alla panchina prendere i palloni dalla sacca e sgonfiarli leggermente con un ago, prima di consegnarli ai raccattapalle. Un espediente voluto per cercare di rallentare la manovra del Padova, che spesso si basa su veloci cambi di gioco.Ma non è tutto. Già il terreno di gioco si è presentato in pessime condizioni, con diverse buche ed alcune zone in cui l’erba era molto più rada che nel resto del campo. In più prima dell’inizio della ripresa è stata bagnata con gli irrigatori soltanto la metà campo nella quale avrebbe attaccato il Padova. Un altro caso? Difficile pensarlo, viste le difficoltà di manovra incontrate dai biancoscudati anche nel secondo tempo, fermo restando la prestazione poco brillante e incisiva di Pulzetti e compagni. […]




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