Live 24! Padova-Gubbio, il giorno dopo: una splendida doppia festa, di quelle da ricordare a vita…

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Ore 19.00 – (La Nuova Venezia) […] «Mi sembra di vivere dentro a un sogno» osserva il direttore generale Dante Scibilia, che visse in prima persona l’eclisse del progetto russo e successivamente l’avvio della trionfale cavalcata nel segno dell’America. «Nemmeno il più ottimista tra di noi poteva ipotizzare la scorsa estate di vivere emozioni così coinvolgenti. E le stiamo gustando tutti insieme: dirigenti, staff, giocatori, tifosi. Questa è stata la nostra forza in questi tre anni, una chimica perfetta. Ci possono essere stati momenti più o meno complicati, ma ne siamo sempre venuti fuori proprio per l’unione, la serenità e compattezza che ci guidano in questo percorso. Tutti stiamo remando in un’unica direzione, fondamentale alla base di questa risalita in tempi brevissimi». Scalata che il Venezia non sembra intenzionato a bloccare, cinque vittorie consecutive alle spalle con la prospettiva di mettere pressione anche a chi sta davanti. «Puntiamo a vincere anche le prossime due partite, poi vediamo dove siamo» osserva Scibilia, «siamo sempre stati abituati a compiere un passo alla volta: la salvezza conquistata a nove giornate dalla fine, poi il raggiungimento dei playoff con due turni d’anticipo, adesso pensiamo almeno al quarto posto, che ci permetterebbe di saltare il primo turno dei playoff e di avere il fattore campo a favore nella semifinale». […]

Ore 18.00 – (Mattino di Padova) […] Mai prima d’ora Schenetti aveva segnato 7 gol in una sola stagione. Merito – anche – della posizione più avanzata in campo, considerato che ormai viene quasi sempre schierato da trequartista. Ma merito pure della sua intelligenza tattica, che lo porta sempre a muoversi con profitto tra le linee avversarie. «Il gol, stavolta, è stato facile, perché sono stati bravi Kouamé e Vido a lavorare all’esterno, creando una grossa opportunità. Io mi sono limitato a crederci ed a seguire l’azione, ritrovandomi una palla che doveva essere solo spinta in rete», afferma l’ex centrocampista della Primavera del Milan. «Essere arrivato a quota 7 è una bella soddisfazione, certo sarei stato più contento se la rete avesse portato i 3 punti. Non posso essere del tutto soddisfatto, perché ho avuto un’occasione importante già all’inizio e avrei potuto segnare subito, cambiando il corso della partita. Ci ho riprovato anche nel secondo tempo, con quel tiro a giro che, se fosse entrato, sarebbe stato un gol decisamente più bello…». Con una vittoria avreste mantenuto accesa la speranza, per quanto esile, di agguantare il secondo posto.«Già, ed è un peccato, perché ci credevamo. L’amarezza c’è, inutile nasconderlo, ma c’è anche l’entusiasmo per aver raggiunto questi playoff. Ora l’obiettivo è comunque quello di portare a casa tutti e 6 i punti a disposizione, perché vogliamo presentarci agli spareggi nella migliore posizione possibile. E il quarto posto non sarà facile da ottenere, ma è comunque ancora a tiro». […]

Ore 17.30 – (Mattino di Padova) Filippo Scaglia tiene in ansia il Cittadella. L’entità dell’infortunio occorso al forte difensore centrale granata sarà valutata soltanto oggi, quando “Pippo” si sottoporrà alla risonanza magnetica. Solo dopo si potrà capire se dovrà fare i conti con una distorsione al ginocchio destro o con qualcosa di più serio, come una lesione al crociato. Uscito dal campo attorno al 20′ del primo tempo, dopo un intervento in scivolata su Furlan, Scaglia ieri è ovviamente rimasto a riposo. Agli amici ha fatto sapere di sentirsi «tutto sommato bene, anche se solo gli esami potranno chiarire cos’è successo». A spingere all’ottimismo il fatto che il ginocchio non si sia gonfiato più di tanto. Di sicuro, in ogni caso, il centrale salterà la trasferta di sabato a Carpi e l’impegno casalingo con la Pro Vercelli, che chiuderà la stagione regolare venerdì 18 maggio in notturna. Resta da valutare se sarà a disposizione per i playoff, che rischia di saltare per il secondo anno consecutivo, dopo la frattura alla tibia rimediata nel derby con il Vicenza alla penultima giornata dello scorso campionato. Oggi i suoi compagni riprenderanno regolarmente gli allenamenti nel primo pomeriggio al centro sportivo del Tombolato: davanti c’è una settimana-tipo, con una doppia seduta fissata per mercoledì e con quella di rifinitura in programma venerdì mattina, prima di partire per Carpi. […]

Ore 16.30 – (Il Piccolo) Malgrado le prestazioni sotto tono dell’ultimo mese, nonostante un girone di ritorno con pochi guizzi, dopo la sconfitta al Rocco con il Fano e il rovescio di Salò, al 29′ del secondo tempo la Triestina era nei play-off di questa strana serie C grazie all’1-0 sulla Samb e alla concomitante sconfitta del Mestre. E invece in quel minuto Boccanera confeziona un gol regalo a Miceli. Prima occasione sprecata, nella stagione delle occasioni sciupate. Ma non basta, passano 2′ e l’arbitro concede un rigore per mani de di Bellomo in barriera su punizione di Coletti. Bracaletti, bravo a segnare con il cucchiaio il gol del vantaggio nel primo tempo, calcia male a sinistra e stavolta viene punito da Perina che indovina la traiettoria.Poi la Samb rischia di vincere con una traversa e un gol annullato. Finisce 1-1 ma poco importa: ai rossoblù che finiscono terzi, ai giocatori alabardati che dovevano svegliarsi prima e alla Furlan che non li perdona nonostante la voglia ieri ci sia stata. Perché la Triestina doveva chiudere prima di ieri questa pratica play-off giocando con la grinta messa in campo proprio nell’ultima della stagione al Rocco. Contro il team guidato dal rientrante Moriero i ragazzi di Princivalli ci hanno messo l’anima e anche qualche giocata che non si vedeva da tempo. Merito della gagliardia di Coletti e Porcari, di alcune giocate di prestigio di Finazzi (peccato non averlo visto prima in campo con continuità) e Bracaletti, della mobilità di Mensah. Insomma non un match da leccarsi i baffi ma denso di emozioni a dimostrazione che, se mai ve ne fosse ancora bisogna, contro una big come la Samb la Triestina non ha marcato visita. […]

Ore 16.00 – (Il Piccolo) […] Filippo Porcari, giunto ad agosto dalla Cremonese di Tesser e confermatosi punto saldo nello scacchiere alabardato, ripercorre la stagione della compagine alabardata. «Il problema non è questa partita, abbiamo mancato l’opportunità di andare ai play-off nelle due partite precedenti, soprattutto in quella con il Fano. Su quest’ultima partita gli episodi hanno fatto la differenza, purtroppo a nostro sfavore come molte altre cose nel corso dell’anno riguardo la nostra squadra”. […] Come valuta la sua stagione? «Non avendo raggiunto un obiettivo che era alla nostra portata per me è un mezzo fallimento, sia a livello personale che a livello di ambizione societaria e per la gente». Al tempo stesso e’ un anno di rilancio verso ambizioni diverse per il futuro. «Sicuramente ci saranno ambizioni in più, questa è una società forte che ha un grande passato. La Triestina merita altri palcoscenici, Milanese sicuramente trarrà le indicazioni da questa annata per costruire un’ottima squadra. Ma ripeto, mi spiace per l’obiettivo play-off mancato». Le piacerebbe far parte di questo futuro? «Lo vorrei tanto. Purtroppo non dipende solo da me, ma mi piacerebbe moltissimo».

Ore 15.30 – (Il Piccolo) «Questa partita, con i suoi rimpianti e i suoi rimorsi, è stata lo specchio del nostro campionato»: Nicola Princivalli inquadra così il pareggio con la Sambenedettese. La soddisfazione di aver visto di nuovo una Triestina battagliera, non può compensare ovviamente la delusione per non aver acciuffato i play-off, anche se ce n’era la possibilità. E il tecnico chiarisce subito che non sta parlando di errori singoli commessi in questo match: «Quando finisce un campionato le cose a favore e contro si bilanciano, alla fine raccogli quello che meriti. E quando parlo di partita specchio della nostra stagione, non è per l’errore del portiere o per il rigore sbagliato, perché altre volte sono stati altri a sbagliare, quanto al fatto che dopo un’altra prova piena di volontà e qualità, tra l’altro contro la seconda in classifica, abbiamo portato a casa l’ennesimo pareggio: è il sedicesimo della stagione, figlio di tutti questi dieci mesi di lavoro che non ci hanno portato a un obiettivo che era alla nostra portata». […] Quantomeno, il tecnico può dire che sul piano dell’intensità, stavolta i tifosi hanno ottenuto quanto volevano: «In questa partita c’è stato quello che volevamo noi e che volevano anche i tifosi. Che alla fine l’hanno anche capito e riconosciuto: perché è dura applaudire alla fine di una prestazione che non ha portato ai play-off. Purtroppo altre volte non siamo riusciti ad avere questa intensità ed è stato un peccato. E siamo qua a mangiarci le mani. Perché alla luce di quanto abbiamo fatto con le grandi, avremmo potuto essere la mina vagante dei playoff. Ma prima di arrivarci, dovevamo vincere le altre partite». […]

Ore 15.00 – (La Nuova Venezia) Tutti a controllare la classifica. A fine gara giocatori e tecnici del Mestre rimangono sul terreno di gioco per accertarsi dell’ufficialità della conquista dell’agognato traguardo dei playoff. «E’ stata dura ma ce l’abbiamo fatta… anzi ce l’avevamo già fatta» dichiara mister Zironelli con un pizzico di ironia «sono veramente contento perché sarebbe stato un peccato non riuscire ad entrare nei playoff dopo tutto quello che siamo riusciti a fare nell’arco della stagione. Anche oggi abbiamo subito solo due occasioni su due traversoni, ma abbiamo avuto l’opportunità di fare anche noi un gol. Penso che se avessimo pareggiato la gara non avremmo rubato nulla. Siamo contenti perché siamo dentro nei playoff». […] Sono bastati pochi giorni per ricostruire il morale alla squadra dopo la batosta di Santarcangelo e la penalizzazione. «Come ho detto nei giorni scorsi, martedì abbiamo preso la tranvata sui denti. Sfido chiunque…quando mancano due partite alla fine è normale che cerchi di centellinare le risorse. La penalità aveva complicato tutto, ma siamo riusciti a venirne fuori. Penso che neanche Freud sarebbe stato capace di rialzare il morale del gruppo. Nonostante l’uno a zero abbiamo fatto una buona partita. Polemica con l’arbitro? Diciamo che non ci è andata giù la decisione del rigore ed il fatto che negli ultimi minuti mancavano i palloni per giocare la partita».

Ore 14.30 – (La Nuova Venezia) Una sconfitta dolcissima, forse la più bella della storia recente. Ha sofferto tanto il Mestre, ma alla fine è riuscito a staccare il pass per i playoff. Sembrava un obiettivo ampiamente alla portata solo un mese fa, dopo il clamoroso 4-0 in casa della Reggiana. Risultati altalenanti e la penalizzazione arrivata in settimana hanno messo in dubbio la presenza del Mestre negli spareggi promozione. Invece venerdì gli arancioneri saranno regolarmente in campo, all’Atleti Azzurri d’Italia contro l’Albinoleffe (per ora, in attesa del ricorso). La cosa importante è esserci, per la prima volta dal dopoguerra ad oggi, ad un solo anno dalla promozione dalla Serie D. Un traguardo impensabile 365 giorni fa, per non parlare di tre anni fa quando questa società era in piena crisi di identità, in attesa di ridiventare il “vero” Mestre, quello con le maglie arancionere.Basta anche la sconfitta al Mestre, perché Triestina e Ravenna non sono riusciti a scavalcare la squadra di Zironelli. Decisivo il calcio di rigore in avvio di gara realizzato da Candellone (concesso per fallo di mano di Beccaro) che ha regalato al Sudtirol il secondo posto. Una storica piazza d’onore per la formazione bolzanina, che subentrerà per ultima – come tutte le seconde classificate – nei playoff. […]

Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] «L’obiettivo che mi ero posto al mio arrivo ha affermato Rossitto è stato raggiunto. Certo, speravo di chiudere la stagione regolare con un altro successo dopo quelli con Fermana, Reggiana e Sambenedettese. Non ci siamo riusciti un po’ per il caldo, un po’ per il duro lavoro fatto in queste ultime due settimane, un po’ per la preoccupazione dei ragazzi di rovinare tutto in questi ultimi 90′, un po’ tanto per il valore dell’avversaria, che non si è disunita dopo il gol di Michele De Agostini. Abbiamo cominciato bene, poi siamo calati. Il match però è sempre stato in nostro controllo. Avevamo anche raddoppiato, ma il gol di Magnaghi è stato annullato e non abbiamo capito perché. Se fossimo andati sul 2-0 si rammarica il Crociato sarebbe stata un’altra gara». Fabio si rivolge poi ancora al popolo neroverde che lo stima e lo ama. «Ringrazio tutti dice -. Sono stati emozionanti, un tifo stratosferico. Mi dispiace per loro non essere riusciti a vincere. Promettiamo però il massimo impegno venerdì a Salò, dove sono certo che ci seguiranno in tanti». […]

Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Bastava un pareggio, ai ramarri, per avere la matematica certezza di poter accedere alla post season. E pari è stato, ma per 80′ (dal gol subitaneo di De Agostini fino all’1-1 di De Luca) il Pordenone ha covato l’illusione di poter chiudere la stagione regolare con un successo. Vittoria che, per altro, non sarebbe servita a disputare il primo turno dei playoff in casa. Il risultato maturato ieri pomeriggio al Bottecchia consegna così al Pordenone il nono posto e la prima sfida della post a Salò contro la Feralpi. Sempre che la giustizia sportiva non restituisca domani i due punti di penalizzazione tolti al Mestre. Nel qual caso i neroarancio scavalcherebbero i neroverdi, che scenderebbero al decimo posto, dovendo quindi andare a Bergamo a misurarsi con l’Albinoleffe. In ogni caso capitan Stefani e compagni avranno un solo risultato disponibile per passare al secondo turno: la vittoria. Non è stato lo stesso Pordenone che aveva affrontato e battuto Fermana, Reggiana e Sambenedettese. Il caldo afoso e la tensione palpabile hanno limitato notevolmente il rendimento dei ramarri. […]

Ore 13.20 – (Messaggero Veneto) […] De Agostini pensa già alla gara di venerdì. «Sfortunati per aver beccato la Feralpi? Io penso che non cambi molto tra una rivale e l’altra: dobbiamo comunque vincere – spiega il terzino, al terzo gol in campionato -. Non sarà facile, ma vogliamo provarci. Per quanto riguarda la partita col Renate, credo che abbiamo avuto delle occasioni per raddoppiare: stavamo controllando la gara, ma allo stesso tempo era nostra intenzione chiuderla, come dimostrato dai fatti. Siamo contenti di aver centrato i play-off: a un certo punto del campionato la nostra preoccupazione era guardarci alle spalle, non certo pensare a conquistare la post-season». […]

Ore 13.00 – (Messaggero Veneto) […] Il trainer dei neroverdi è onesto nell’analizzare la partita. «Pronti, via e abbiamo segnato – attacca -. Il gol forse è arrivato troppo presto, perché da lì in poi abbiamo pensato più a gestire la gara che a cercare la seconda rete, che comunque siamo stati in grado di fare (l’arbitro ha poi annullato la marcatura di Magnaghi, ndr). Devo ammettere che la paura di perdere ha condizionato la nostra prestazione: l’obiettivo primario era centrare i play-off, solo successivamente il piazzamento». A ogni modo, se il Pordenone avesse perso sarebbe entrato comunque nella post-season. Sicuramente salutare il Bottecchia con una sconfitta non era il miglior modo per chiudere la stagione regolare: «Anzi, soprattutto con uno stadio mai così pieno – continua Rossitto -. Non abbiamo avuto la “gamba” come con la Samb due settimane fa, questo è vero, ma pensiamo al fatto che abbiamo centrato l’obiettivo: tutto il resto, adesso, passa in secondo piano». Il tecnico ricorda l’inizio dell’avventura coi neroverdi: «Quando a Gubbio stavamo perdendo 2-1 mi sono chiesto chi me l’avesse fatto fare. Ho avuto paura – afferma -. Poi c’è stata una reazione e siamo riusciti a vincere la partita. A ogni modo avevo raccolto una squadra in difficoltà, a secco di vittorie in casa da quattro mesi. Non era semplice tirarsi su: per questo dico che ora bisogna pensare positivo ed essere felici». […]

Ore 12.40 – (Messaggero Veneto) Non basta un Bottecchia pieno, anche grazie alla presenza dei ragazzini della scuola calcio, per trascinare il Pordenone alla quarta vittoria consecutiva in casa. I ramarri “steccano” l’ultima di campionato giocando una buona partita solo nei primi venti minuti e consentendo al Renate di uscire imbattuto, pur senza strafare. Playoff conquistati, comunque, e venerdì nel primo turno i ramarri, che chiudono al nono posto, affronteranno a Salò la Feralpi, sesta dopo aver riposato ieri e in seguito alla vittoria sul Vicenza dell’Albinoleffe, che chiude quinto grazie alla classifica avulsa. Va detto che, proprio a causa del successo degli orobici, anche vincendo i neroverdi avrebbero giocato il primo turno fuori casa, non potendo raggiungere il settimo posto. E va aggiunto pure che, nel caso in cui dovessero essere restituiti i due punti di penalizzazione al Mestre (si attende oggi la pronuncia sul ricorso) il Pordenone finirebbe decimo e troverebbe dunque lo stesso Albinoleffe, quinto, ma l’eventualità pare alquanto improbabile. È certa, invece, l’involuzione della squadra rispetto alla rotonda affermazione sulla Sambenedettese: giocando così, difficilmente potrà sperare di andare molto avanti nella post-season.Partenza sprint. Formazione annunciata per Fabio Rossitto, che recupera in extremis capitan Stefani a far coppia con Bassoli al centro della difesa, Formiconi e De Agostini esterni, Misuraca, Burrai e Zammarini a centrocampo, Magnaghi con Berrettoni e Nocciolini in attacco. I neroverdi partono forte e dopo una bella azione sulla destra conquistano il primo calcio d’angolo. È passato appena un minuto e mezzo, dalla bandierina Burrai pesca l’inserimento di De Agostini che, tutto solo, insacca di testa. […]

Ore 12.10 – Padova-Gubbio, le pagelle Biancoscudate (Gazzettino): Bindi 6.5; Salviato 6, Cappelletti 6, Trevisan 6, Contessa 6.5 (Zambataro sv); Serena 6, Pinzi 6 (Zivkov sv), Belingheri 6 (Cisco sv); Pulzetti 6.5 (Bellemo sv), Candido 7 (Piovanello 6.5); Capello 7.

Ore 12.00 – (Gazzettino) Festa doveva essere e festa è stata. Per il Padova, che ha chiuso in bellezza il campionato e che poi ha celebrato con tutti gli onori la promozione, ma anche per il Gubbio che nonostante la sconfitta ha potuto ugualmente tagliare sul filo di lana il traguardo della salvezza (a disputare i play out saranno Teramo e Vicenza). Gubbio che è allenato dal figlio di Mauro Sandreani, il tecnico che ha guidato i biancoscudati fino alla serie A. Quasi un segno del destino.
Di calcio vero se n’è visto poco sul piano del ritmo e dell’intensità, ma era abbastanza facile prevederlo anche se la formazione umbra aveva bisogno almeno di un punto per mettersi matematicamente al sicuro senza attendere l’esito della sfida tra Teramo e Reggiana. Lo spettacolo, davvero coinvolgente, è stato però sugli spalti: quasi 7.500 spettatori, tante famiglie con bambini piccoli che esibivano con orgoglio la bandiera biancoscudata, una passione e un colore che non si respiravano da tempo. Dimostrazione tangibile del fatto che l’impresa del Padova non è passata inosservata, anzi. Il modulo ad albero di Natale scelto da Bisoli per l’occasione ha esaltato soprattutto la fantasia di Candido che fino a quando è rimasto in campo ha deliziato la platea con una serie di giocate davvero raffinate. A dargli man forte un ispirato Capello, che si è confermato ancora una volta bomber implacabile: suo è stato il gol che ha deciso la gara dopo una combinazione per palati fini proprio con Candido. Gol che è arrivato proprio nel momento in cui si è palesato in tribuna il nuovo socio Joseph Oughourlian, che è andato a sistemarsi tra il presidente Bonetto e il sindaco Giordani. Per il giovane attaccante di proprietà del Cagliari si tratta della rete numero tredici in campionato. E c’è da credere che il diggì Zamuner farà di tutto per fargli indossare la maglia biancoscudata anche in serie B. […]

Ore 11.50 – (Gazzettino) Si sono appena goduti il trionfo sul palco in mezzo al campo Joseph Oughourlian e il presidente Roberto Bonetto, quando uno a fianco all’altro si concedono ai cronisti. Apre l’intervista Oughourlian, al quale viene chiesto se adesso ci sono grandi programmi per il futuro. «Speriamo di sì, ma siamo persone ragionevoli. Faremo un passo alla volta e metteremo i mezzi per rimanere in serie B. Con Bonetto mi sento molto bene come investitore, e il lavoro l’ha fatto lui. Io centro poco e Padova deve ringraziare il presidente che ha fatto tanti sacrifici ed è stato anche molto coraggioso perché un anno fa non c’erano tante persone che scommettevano sul Padova». Che effetto le fa vedere questa festa e questi tifosi? «Fa impressione, veramente. Abbiamo un grande pubblico e adesso ricordiamo a tutti che Padova è una grande piazza». Sul futuro interviene anche Bonetto. «Sono un manager che programma, quest’anno abbiamo programmato le cose per bene e i risultati si sono visti. Adesso cerchiamo di programmare il nostro futuro. Tra un po’ ci troveremo con gli azionisti, faremo la conta e poi cominceremo la programmazione». Sui tifosi. «È meraviglioso vedere questo pubblico che si scalda, tifa e incita. Adesso il nostro impegno è fare sì che questo campionato sia l’inizio di una nuova era». Quindi punta a qualcosa in più della serie B? «Teniamo i piedi ben saldi a terra, e io li ho. Perché quando fai voli pindarici e cadi, ti fai male. Siamo persone serie, imprenditori abituati a guardare i numeri, per cui li vedremo con grande attenzione. Siamo comunque ambiziosi perchè Padova ha un blasone che va rispettato». Da padovano cosa prova? «Quando sono entrato in sede oggi (ieri, ndr) ho visto le Coppe del museo: sono davvero felice perchè un pezzo di storia l’ho scritta anch’io». […]

Ore 11.40 – (Gazzettino) Il primo atto, ed è giusto che sia così, la targa consegnata dal presidente Bonetto a Davide Mazzocco, unico giocatore del gruppo ripartito dalla serie D quattro anni fa, per le sue cento partite con il Padova. Stadio gremito all’ingresso delle squadre in campo con una splendida coreografia che coinvolge tutta il settore est, organizzata insieme da Aicb e tribuna Fattori, con il biancoscudo e la scritta B sullo sfondo della bandiera italiana. Poco dopo la metà del primo tempo arriva il socio franco armeno Joseph Oughourlian e proprio in quel momento, incredibile coincidenza, Capello segna e lo stadio s’infiamma. Poi dalla Fattori parte la serie dei cori contro: destinatari il Livorno, avversario sabato in supercoppa e l’anno prossimo in B, Penocchio, Valentini e Cestaro responsabili a vario titolo del crack del vecchio Padova, e l’ex sindaco Zanonato. Nell’intervallo il vicepresidente Edoardo Bonetto e il socio Moreno Beccaro premiano gli sponsor e gloria per i piccoli amici del Padova e per i ragazzi di Padova for Special, la squadra adottata dal club biancoscudato per il torneo Quarta Categorie riservato ai giovani con ritardi cognitivi è difficoltà relazionali. Nella ripresa si gioca ancora a briglie sciolte e dalla curva parte il coro Bisoli sindaco. Prima del triplice fischio la sciarpata degli ultras e poi l’apotesi finale. Giocatori, staff, dirigenti e soci, chiamati all’americana sul palco in campo, sono acclamatissimi e poi Pulzetti, con un coreografico lancio di coriandoli biancorossi in sottofondo, riceve dal segretario generale della Lega Pro Francesco Ghirelli la coppa riservata alla squadra vincitrice del girone. Segue il meritato giro d’onore dei protagonisti, accompagnati dai loro bambini, partoni i cori in chiave serie B e sono gli stessi giocatori a intonarli al microfono prima dei tifosi. Nessuno vorrebbe andarsene, ma la piazza attende i biancoscudati per un nuovo bagno di folla. […]

Ore 11.30 – (Gazzettino) L’urlo che riporta Padova fuori dall’incubo squarcia la dolce serata di piazza dei Frutti alle 21.20, quando il Padova, sul più classico dei pullman a due piani, imbocca via Oberdan, costeggia palazzo Moroni ed entra in piazza dei Frutti. Lì, il tripudio. Chi non salta vicentino è, Noi siamo in serie B, Tanto già lo so che l’anno prossimo gioco di sabato e l’inno Ma quando torno a Padova scritta dall’editore Guglielmino Travaglia Zanibon, morto nei giorni scorsi – cantati senza soluzione di continuità e all’unisono dagli oltre duemila tifosi e dalla squadra sul bus. Gli uni e gli altri a riprendersi e riprendere lo spettacolo di una piazza gremita e festante, con il palco all’ingresso del Salone, sotto lo sguardo attento e severo di un palazzo della Ragione che sembrava pure lui voler celebrare la gloria degli uomini di mister Bisoli, con l’alternarsi dei colori bianco e rosso sul marmo delle colonne del palazzo che, ieri sera, splendevano di più. In piazza tutto il resto della festa. Famiglie, ultras, sciarpe e magliette biancorosse indossate e mostrate con orgoglio da quelle facce che hanno sostenuto la squadra nei giorni infernali della Serie D, della Lega Pro- serie C, ma anche da chi sul volto ha qualche ruga in più come quelle di chi ha fatto parte della fossa dei leoni dell’Appiani. Incuriosita, tra i tifosi del biancoscudo, anche una coppia di turisti della Sud Korea che, giurano, loro il calcio lo amano. Senso di appartenenza, miracolo laico della dea Eupalla che in questa stagione ha baciato la squadra della città del Santo, tornata in Cadetteria dopo quattro anni di latitanza, iniziati con l’inferno della mancata iscrizione e una realtà da ricostruire dopo le macerie lasciate da Diego Penocchio, arrivato alla società di via Rocco con le stimmate di profeta, parlando di serie A nel giro di due anni, e cacciato dalla piazza con la condanna ad essere dimenticato. […]

Ore 11.20 – (Gazzettino) […] Prima di chiudere, le ultime parole le ha pronunciato il presidente Roberto Bonetto, chiamato dal palco a ripercorrere la storia del suo amore per il Padova. «È cominciato tutto da quando abbiamo preso la squadra assieme a Bergamin – ha esordito Bonetto -, l’anno scorso c’è stata la possibilità di fare qualcosa di grande e ci siamo riusciti. Non è stato facile, che nessuno lo pensi. Abbiamo lavorato in maniera dura. La cosa che più mi fa felice è vedere la gente di Padova felice. Spero che il prossimo campionato ci regali altre gioie importanti».
Bonetto, però, ha dovuto vestire anche i panni del pompiere, per cercare di far riappacificare la piazza con il primo cittadino, ed ex presidente Sergio Giordani. «Mi dispiace per le contestazioni – ha spiegato dal palco Bonetto, riprendendo i tifosi – e so quanto Giordani soffre per cercare di sbrogliare determinate situazioni che non si possono sbloccare in poco. Ma vi posso dire che cercherà di fare il possibile per darci una mano e risolvere la questione dello stadio. Che un applauso per lui per il Comune ha chiosato – sia lo stimolo per trovare una situazione a questo stadio che fa sempre più schifo».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Un vero e proprio bagno di folla in piazza dei Frutti che ha avuto però anche un suo importante e ammirevole momento dedicato alla solidarietà. Dopo la presentazione dei giocatori è così andata in scena l’asta di beneficenza a favore dell’associane Giorgia Libero Onlus con in palio alcune delle loro maglie, il tutto accompagnato spesso da situazioni e siparietti divertenti. La prima casacca, quella del portiere Bindi, è stata vinta per 200 euro dal compagno di squadra Pinzi che poi l’ha lanciata ai tifosi. È andata ancora meglio a Trevisan, la cui maglietta è stata aggiudicata a 300 euro. Stessa valutazione per quella di Pulzetti che ha messo a disposizione pure la sua fascia di capitano da cui sono stati ricavati 150 euro. Poi è stato il turno degli attaccanti, con un bel pareggio tra Guidone e Capello (250 euro per ciascuna casacca) e l’asta si è conclusa con gli analoghi cimeli messi a disposizione da Sarno (150) e dallo stesso Pinzi (250). […]

Ore 10.50 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Un grande assente e due partite decisive per il futuro”) Diventa bello persino l’Euganeo – il che è tutto dire… – nel giorno della festa, che si espande dallo stadio al cuore del centro cittadino, Piazza della Frutta. Il Padova aveva bisogno di uscire dall’incubo, dopo essere sprofondato nella… melma quattro anni fa, in un torrido luglio che ci lasciò esterrefatti e disorientati, l’incubo di vedersi cancellato dalla geografia del pallone che conta. Oggi che può legittimamente dire: “Ci sono di nuovo anch’io” al tavolo imbandito della prossima Serie B (dove la percentuale di venete potrebbe essere molto alta, fra le 5 e le 6), la voglia di fare festa è un diritto sacrosanto, perché a queste latitudini si è sofferto tanto, si è pianto di rabbia, ci si è visti togliere uno dei “patrimoni” più amati, il Biancoscudo. Peccato che sia mancato, e manchi tuttora, uno dei due (ri)fondatori della società, Bepi Bergamin, amato all’inizio tantissimo dal popolo dei tifosi e adesso finito in disparte (per volontà sua, non di altri…), al punto da non voler neppure presenziare all’ultimo atto del campionato, quello che si è celebrato ieri pomeriggio con il Gubbio. Dispiace, ma le scelte dell’imprenditore di Villafranca Padovana vanno rispettate. Quello che è certo, parlando del futuro, è che il club di viale Rocco ha le carte in regola per programmare al meglio il suo ritorno tra i cadetti, dato che Bonetto e soci non hanno perso tempo nel “blindare” direttore generale e allenatore. Si può lavorare con il giusto equilibrio, senza strafare, perché il primo anno dovrà essere di assestamento in B, per poi tentare magari di puntare ai playoff per la Serie A o comunque ad un torneo di livello. […]

Ore 10.40 – Padova-Gubbio, le pagelle Biancoscudate (Mattino di Padova): Bindi 7; Salviato 6.5, Cappelletti 7, Trevisan 6.5, Contessa 6.5 (Zambataro 6); Serena 6.5, Pinzi 6.5 (Zivkov sv), Belingheri 6.5 (Cisco 6.5); Pulzetti 6.5 (Bellemo 6), Candido 7 (Piovanello 6.5); Capello 7.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Bisoli e i suoi ragazzi hanno, dunque, concluso la stagione con una vittoria che mancava dal 31 marzo, 3-0 al Pordenone, per un bilancio finale da applausi: 17 successi, 12 pareggi e 5 sconfitte. Il tetto dei 63 punti, indicato dallo stesso allenatore dopo il blitz di Santarcangelo come quota-promozione, anche se ne sarebbero bastati 56, certifica una superiorità sugli avversari che non può essere messa in discussione: il Sudtirol, ottimo secondo, è a – 8, Sambenedettese e Reggiana addirittura a – 10. La continuità tanto invocata in tutte le categorie ha pagato alla distanza e questo è il principale merito di Pulzetti & C.Si è salvato il Gubbio, che, pur perdendo, ha evitato il playout (sarà Teramo-Vicenza), e la festa è stata completa anche per gli umbri, che avrebbero meritato il pareggio per quanto prodotto nel finale, quando il Padova, contagiato dall’atmosfera di festa che dagli spalti si propagava al terreno di gioco, ha un po’ “mollato”, rischiando di essere raggiunto e venendo salvato dal palo e da un paio di interventi decisivi di Bindi. […] Adesso c’è la Supercoppa. Sabato alle 18 con il Livorno, all’Euganeo, il primo atto. Sarà un Padova tosto, perché i biancoscudati ci tengono a vincerla.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Giornate così, allo stadio, sono impagabili. Peccato che si vivano una o due volte all’anno (quando va bene), senza i “veleni” degli insulti, delle offese e della violenza verbale che siamo costretti, purtroppo, a sciropparci spesso. Ma alle 19.50 di ieri, con il cielo ancora azzurro e pieno di colori sopra le nostre teste, il Padova ha chiuso nel migliore dei modi un’altra domenica storica del suo terzo campionatodi fila in C, dopo la rifondazione operata da quei due “benefattori” che rispondono al nome di Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, rimasto poi solo al vertice della società. In quel minuto la promessa fatta nel luglio 2014 dai due imprenditori si è concretizzata nel riconoscimento a lungo sognato, la consegna, da parte del segretario generale della Lega Pro, Francesco Ghirelli, al capitano Nico Pulzetti della coppa destinata alla squadra vincitrice del girone B di terza serie. Una standing ovation che ha ripagato di delusioni, amarezze, dubbi e smarrimenti seguiti a quel periodo, quando, con il nome di Biancoscudati Padova, si dovette ripartire dalla Serie D per evitare che la città e la sua provincia sparissero dal calcio professionistico.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Sistemati i rinnovi contrattuali di allenatore e direttore generale, il prossimo passo sarà quello di definire il futuro assetto societario.«A breve ci troveremo con gli azionisti, faremo la conta e inizieremo a programmare il futuro. Non voglio fare voli pindarici, siamo imprenditori seri, programmeremo con attenzione la prossima stagione, rispettando il blasone della piazza».Proprio al fianco del patron, per tutta la festa in campo, c’è il socio franco-armeno Joseph Oughourlian, arrivato a gara iniziata da Londra. Il nuovo azionista è rimasto estasiato dal tifo ma non vuole sbilanciare troppo sul futuro: «Siamo persone ragionevoli, faremo un passo alla volta e il primo sarà quello di rimanere in Serie B. Mi sono trovato da subito molto bene con Bonetto, il lavoro l’ha fatto lui e io c’entro poco. La città credo debba ringraziare questo presidente, che ha fatto grandi sacrifici ed è stato molto coraggioso perché un anno fa non c’erano molte persone che scommettevano sul Padova. Il pubblico mi ha impressionato e ha ricordato a tutti che Padova è una grande piazza». […]

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) “Pa-do-va, Pa-do-va, tu sei il mio grande amore”. È uno dei cori storici della Tribuna Fattori, ma a lanciarlo sono i giocatori del Padova, appena inizia la grande festa in campo. Pulzetti e compagni strappano il microfono dalle mani dello speaker e, senza smettere di saltare, danno il via alle celebrazioni sul terreno di gioco. Una premiazione in grande stile, che esalta i volti entusiasti di tutti i protagonisti, chiamati ad uno a uno sul palco. Ad ogni nome un’ovazione, la passerella per dare il “cinque” ai piccoli della Scuola calcio schierati in fila ai piedi del palco, prima della Coppa alzata tra gli applausi dei tifosi. Quella coppa che ha reso nuovamente orgoglioso il presidente Roberto Bonetto: «Quando sono entrato allo stadio nel pomeriggio e ho visto i trofei del museo, ho sorriso, pensando che alla fine un pezzo di storia l’ho scritto anche io. Sono molto felice della risposta del pubblico per questa partita, il nostro impegno sarà dare un seguito a questa cornice e far sì che il campionato appena concluso sia l’inizio di una nuova era».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Un fiume di oltre 2.000 tifosi ha inondato ieri sera Piazza della Frutta tingendola di bianco e rosso. Grande festa per il Calcio Padova, che dopo quattro anni torna trionfante in Serie B. Ad accoglierlo i suoi tifosi, la città intera. Prima la partita, disputata allo stadio Euganeo contro il Gubbio, chiusa con una vittoria, poi finalmente la festa. La squadra, lo staff tecnico e i dirigenti, nella magica cornice di Palazzo della Ragione, hanno celebrato la meritata promozione. Musica sul palco a partire dalle 20, stand di cibo e bibite ma soprattutto grandi sorrisi, cori ed esultanze. In cielo le bandiere biancoscudate sventolavano sul letto rosso dei fumogeni. Tutti ad attendere il momento catartico, in un clima giunto al suo apice con l’arrivo dei giocatori, prima in piazza e poi sul palco. Puntuale, alle 21.30, in un contesto presidiato da forze dell’ordine e polizia locale è arrivata la squadra. Il pullman scoperto, direttamente dallo stadio Euganeo, da via Oberdan è approdato in Piazza della Frutta, dove ad accoglierlo c’era un bagno di folla. I calciatori al piano alto del mezzo con la coppa in mano, tra baci al trofeo, selfie e magliette lanciate dall’alto. Sotto i padovani ad acclamare la squadra, fare video e foto. «Chi non salta vicentino è», «L’anno prossimo giochiamo di sabato» e ovviamente l’immancabile «Ma quando torno a Padova» di Guglielmino Travaglia Zanibon, mancato nei giorni scorsi. Poi finalmente i ragazzi di Bisoli sono scesi dal pullman: in un corridoio che attraversava la piazza, sono giunti al palco. Ad accoglierli, con discorsi di benvenuto e gratitudine, gli ultrà della Tribuna Fattori. […]

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il momento più significativo arriva in coda alla serata, quando viene simbolicamente consegnato alla società lo storico “Scudo”, che dall’anno prossimo tornerà sulle maglie del Padova. Lo stemma che, dopo la radiazione della vecchia società, è stato acquisito dal Comune.E proprio per questo il sindaco Sergio Giordani, fischiato dalla piazza ed ultimo a salire sul palco, ha consegnato lo stemma e regalato al Padova un altro dono particolare: «La scarpa che Alexi Lalas mi regalò prima di tornare in America. È un portafortuna e spero che continui ad esserlo».Prima di Giordani era salito sul palco Roberto Bonetto, a braccetto con il figlio Edoardo, alzando al cielo la coppa conquistata in questa stagione. «Abbiamo lavorato in maniera dura, onesta e con umiltà. Quello che mi rende felice è vedere questa gente entusiasta», le parole delk patron, prima di introdurre il nuovo socio Joseph Oughourlian. E proprio l’azionista franco-armeno si rivolge direttamente a Bonetto: «Voglio svelare che il mio nome in armeno significa “portafortuna”. Te lo dico solo ora, se te l’avessi detto prima e avessimo perso mi avresti mandato a quel paese», scherza Oughourlian che regala anche una battuta in dialetto al pubblico: «Siete dei grandi tifosi, forza tosi! ». Ancora una volta il più osannato, anche in piazza, è Pierpaolo Bisoli, con gli applausi che si sono trasformati in ovazioni quando è stato ribadito il suo fresco rinnovo contrattuale: «Avevamo gli occhi di tutti puntati addosso, ma io ero venuto per vincere», esulta il tecnico. «Novembre e dicembre sono stati i mesi decisivi e sono felicissimo di poter stare qui fino al 2020». […]

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Tanta beneficenza, ma anche una serie infinita di lanci, controrilanci e gag. L’asta delle magliette dei giocatori del Padova, «quelle ancora belle sudate dalla partita di oggi (ieri, ndr)», come ha ricordato dal palco Lady Helen, è un bel mix di solidarietà e divertimento. I soldi raccolti andranno infatti ad aiutare il reparto di Pediatria dell’Ospedale di Padova e i progetti di ricerca della Giorgia Libero Onlus per la prevenzione dalle patologie oncologiche. È proprio l’occasione di fare del bene a scatenare i tifosi biancoscudati, che si dimostrano subito belli carichi per aggiudicarsi la maglietta del portierone Giacomo Bindi, per la quale si passa in pochissimi secondi dai 50 ai 150 euro, superati al fotofinish dall’offerta di Giampiero Pinzi, 200 euro tondi tondi. La casacca arancione fluorescente del collega, però, viene lanciata fra il pubblico dall’esperto centrocampista. Per la numero 5 di Trevor Trevisan si va ben oltre. Da 150 euro si arriva sino alla cifra record di 300. Ci mancherebbe altro: aggiudicata! A motori ben caldi, si inizia a temporeggiare: ecco, dunque, che la maglietta di Nico Pulzetti decolla dai 100 euro e poi vede una serie di rilanci “corti”, dai 160 ai 220, anche se in chiusura arrivano i 300 e per il capitano è un tripudio. Nemmeno il bomber Alessandro Capello riesce a superare il compagno, riuscendo a piazzare la sua maglia numero 28 per 250 euro. […]




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