Foggia-Padova, l’analisi del “Corriere del Veneto”

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Come con la Cremonese. Le partite durano 90 minuti e, se rinunci a giocare, alla fine vieni punito. La morale a ben guardare è sempre la stessa: il Padova sforna un ottimo primo tempo, poi lentamente arretra, fra cambi conservativi e una papera di Davide Merelli che fa male e che cambia il senso della partita. Alla fine il Foggia strappa il 2-1, una vittoria molto pesante perché lo riporta a -2 in classifica e rilancia le quotazioni di una diretta concorrente per la salvezza.

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Il problema è che nella ripresa il Padova rinuncia proprio a giocare e non può essere una giustificazione la clamorosa topica di Merelli, che si fa sfilare il pallone da sotto le mani sulla punizione tutt’altro che irresistibile di Kragl. Perché comunque aveva tenuto a galla la squadra nel primo tempo e pure a inizio ripresa con parate da fuoriclasse e perché tutti e tre i cambi (Broh per Sarno, Clemenza per Bonazzoli e Pulzetti per Belingheri) indicano chiaramente la direzione presa: difendersi e conservare, con il risultato che il baricentro della squadra arretra troppo e finisce per condizionare in negativo i giocatori. Insomma, se la mossa Mazzocco, schierato a sorpresa a destra da Bisoli, è a tutti gli effetti un colpo di genio dell’allenatore (suo il gran gol dell’1-0 su splendido cross di Contessa), la tattica troppo rinunciataria della ripresa si rivela un boomerang.

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(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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