Il termometro del tifo biancoscudato non è mai stato così caldo da tre anni a questa parte. Un febbrone da cavallo, alimentato da fischi e insulti allo stadio dopo il pari interno col Legnago, contestazione a fine partita , stilettate precise alla società dagli ultras in uno striscione diretto e inequivocabile in mattinata. Per gli standard di Padova, una tifoseria che, a dispetto di quel che si dice, di pazienza ne ha da vendere, basta e avanza. La doppia scossa di terremoto che ha sconvolto in un mese la stagione biancoscudata ha vissuto da lunedì il suo secondo atto. Ho atteso prima di stilare questo editoriale perché era giusto scandagliare e investigare sui motivi della scelta compiuta e mi incuriosiva molto il primo impatto di Massimo Oddo con la nuova realtà. Se gli ultras si sono espressi in modo inequivocabile per la prima volta contro la società guidata da Joseph Oughourlian (“Trenta giorni di follia”), è giusto considerare che la frustrazione dei tifosi sembra ai massimi livelli. La C non viene accettata, viene vissuta come una condizione umiliante e di frustrazione perenne che il popolo biancoscudato respinge con tutte le proprie forze. E lo si può comprendere, così come lo ha compreso la dirigenza.
Lo dico subito, a scanso di equivoci. Se sull’esonero di Sean Sogliano sono assolutamente dalla parte della società (col tempo, scavando dietro le quinte, si comprendono bene i veri motivi, che sono sacrosanti e il caso Moro è lì a offrire gli spunti che servono per capire), quello di Massimo Pavanel non mi trova d’accordo, soprattutto nei tempi in cui è stato fatto. I numeri, che pure non sono tutto, non mentono. 59 punti, 2,18 di media a partita, quattro mesi senza sconfitte, 21 risultati utili consecutivi fra campionato e Coppa Italia, la finale della seconda competizione stagionale conquistata dopo decenni di buio assoluto. Tanto, ma non abbastanza, evidentemente: questo ruolino di marcia non è bastato a Pavanel per conservare il posto. Gli eventi dimostrano che la sua posizione era sotto tiro già da tempo e che sono bastate sfumature e spigolature negative, prima dei risultati, per spingerlo giù dal ponte di comando. Aveva la squadra contro? Qualche giocatore sicuramente, com’è nella normalità delle cose all’interno di una rosa molto ampia, ma non certo tutto il gruppo. Chi ha giocato a calcio capisce se una squadra gioca contro a un tecnico e in tutta onestà non ho colto segnali di una rivolta intestina contro l’ex tecnico. I maligni sottolineano che, coincidenza chissà quanto, l’esonero è seguito alla sostituzione di Ronaldo a Trento. Sinceramente, però, le sue prestazioni non mi hanno mai suggerito che il vento contrario a Pavanel fosse alimentato proprio dal capitano. Come sta, allora, lo spogliatoio del Padova? Di sicuro ha subito una scossa forte, se parli dietro le quinte capisci che i giocatori hanno risentito di quanto accaduto. E non potrebbe essere altrimenti. Ma sono dei professionisti e come tali si devono comportare, finiti anche loro nel mirino degli ultras. Qualcuno si è nascosto troppo a lungo dietro ai leader del gruppo ed è ora che chi ha reso meno di quanto ci si potesse attendere, cambi marcia.
In definitiva si poteva aspettare una o due partite e magari l’occasione per un cambio sarebbe stata offerta su un piatto d’argento. Così i dubbi restano, così come sembra tutta in salita la strada per Oddo, che ha scelto Padova per rilanciarsi dopo una serie di esperienze negative e che, per fare meglio di Pavanel, dovrà vincere tutte e dieci le partite da qui a fine stagione. Poi, magari, ci saranno i playoff, ma questa è e sarà un’altra storia. Il suo predecessore era reduce da sei vittorie e due pareggi nelle ultime otto partite per cui l’equazione successiva è facile da fare (e da risolvere). Coraggioso, il tecnico, ad accettare una scommessa simile. Il modulo non cambierà, cambierà forse qualche interprete e cambierà sicuramente il modo di interpretare la fase offensiva. E magari così quella puntura di Mirabelli a Pavanel sulla qualità del gioco espresso troppo dipendente dai singoli potrà trovare una risposta convincente sul campo dalla nuova gestione. Ci si aspettano vittorie (tante) e bel gioco. Oddo ha chiarito di vedere nella squadra le caratteristiche giuste per proporre il suo calcio e merita quantomeno una chance. Auguri di cuore.
In tutto questo trovo davvero irritante minimizzare i meriti del Südtirol, 70 punti in 28 giornate, 2,5 di media a partita, 6 gol incassati, nessuna sconfitta. Una marcia da record, migliore addirittura di quella della Ternana del 2021-2022. Ah, ma il girone A è di livello infimo. Ma davvero? Eppure la finale di Coppa Italia sarà fra due squadre di questo girone. Eppure lo scorso anno si diceva lo stesso. Eppure in B passando attraverso i playoff ci andò l’Alessandria, il Renate rischiò di eliminare il Padova ai quarti e l’Albinoleffe conquistò la semifinale, arrivando a un passo dall’impresa. Come la mettiamo?