Padova-Rimini, l’analisi de “Il Mattino di Padova”

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“Un sorriso a metà. E’ quello che il Padova regala agli 800 irriducibili che preferiscono l’amichevole dell’amato Biancoscudo con il Rimini, neopromosso in C e inserito nel girone B, alla domenica vissuta al mare, in montagna o ai laghi. Gara risolta grazie ad un rigore ineccepibile, fischiato a dieci minuti dal 90′ dal bravo Lovison per un netto fallo di Pasa sul guizzante Piovanello, e trasformato con un tiro angolato da Dezi. Ma se ai fini del morale e della convinzione il risultato è positivo, non altrettanto si può dire del gioco espresso dagli uomini di Caneo. Il processo di crescita auspicato dall’allenatore sardo procede lentamente, si percepiscono solo pallide tracce del pressing e dei cambi di ritmo promessi al momento dell’insediamento in panchina e davanti la squadra fa troppa fatica a trovare lo spiraglio giusto per colpire. Dopo quasi un mese di lavoro – i biancoscudati si sono ritrovati il 10 luglio – il mister presenta contro i romagnoli una formazione composta per otto/undicesimi da giocatori del passato campionato, aggiungendovi i “nuovi” Radrezza, al debutto stagionale all’Euganeo, Gagliano e Russini. Senza Franchini e De Marchi, infortunati, gli altri acquisti siedono in panchina, da Cretella a Zanchi, da Belli a Calabrese, più i vari Piovanello, Ghirardello, Vasic, Ilie, Bacci e Miccoli, insieme al veterano Valentini. Il risultato di tali scelte è che la manovra non decolla, e manca la velocità promessa, un punto fermo della “filosofia” di Caneo. L’unico a convincere è proprio Radrezza, il padovano “doc” del gruppo, con aperture e cambi di gioco precisi. Ma è in attacco che i padroni di casa lasciano a desiderare, non mettendo mai un giocatore davanti a Galeotti, anche per la buona organizzazione romagnola”: questo l’incipit dell’analisi di Padova-Rimini apparsa sulle colonne de “Il Mattino di Padova”.




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