Si chiude (finalmente) il mercato invernale. Come ogni sessione caratterizzata da una tempistica assurda ed extralarge e con trattative che di fatto vanno avanti due mesi senza che si arrivi a qualcosa di tangibile, per poi improvvisamente decollare l’ultimo giorno. Anzi, nelle ultime cinque ore, in perfetto stile italico. Qua e là si raccolgono i giudizi più disparati e Padova si dimostra ancora una volta una piazza insofferente al medio cabotaggio e sempre pretenziosa del salto di qualità. Quel salto di qualità di cui parlavo nell’ultimo editoriale e che, nonostante i buonissimi risultati ottenuti da Giuseppe Pillon, mai sconfitto dal suo arrivo nella città del Santo, non c’è stato. Sarebbero servite, ad esempio, due vittorie fra Piacenza e Lumezzane, oppure meglio ancora un successo con la Reggiana per dare la spinta definitiva alla società convincendola a investire ancora. Invece la squadra per svariati motivi è rimasta in acque tranquille, prendendo punti ovunque, ma senza compiere un deciso passo verso la zona playoff. A ben guardare, niente di diverso rispetto a quanto immaginavo in estate, anche se guardando la classifica l’impressione è che non servirebbe molto per puntare dritti al quarto posto. Ad esempio sarebbe servito un altro attaccante oltre a Sparacello, ma la società (non credendo molto alla possibilità di accedere agli spareggi promozione) ha deciso di non aprire ulteriormente i cordoni della borsa. Così com’è la squadra è buona, ma ancora inferiore a Cittadella, Alessandria e Feralpisalò, prossima avversaria all’Euganeo. Il Bassano, perdendo Iocolano, si è indebolito molto e il mancato arrivo last-minute di Minesso è stata un’ulteriore mazzata per il dg Werner Seeber che, fosse stato per lui, non avrebbe mai ceduto il capitano. La Reggiana è più o meno ai livelli del Padova, ma occhio anche alla Cremonese del post-Pea, perché le potenzialità ci sono.
Ed eccoci alle operazioni di mercato condotte da De Poli. Con un budget risicato, ha preso Sbraga dalla Carrarese, un affare intelligente e un acquisto di prospettiva. Così come De Risio, quella giusta via di mezzo fra testa, geometrie e polmoni per aggiungere qualità al centrocampo. Indolore la perdita di Giandonato, che continua a collezionare insuccessi ovunque vada a giocare, molto pesante quella di Bucolo, per il quale non sembrano esserci margini di ricomposizione della frattura con Pillon. In questo caso sospendo il giudizio, perché bisognerebbe sapere con esattezza cosa è accaduto e per ora ho raccolto soltanto frammenti di verità o presunte tali. Mi auguro che prima o dopo i diretti interessati decidano di rendere pubbliche le proprie versioni, perché arrivati a questo punto e visto che non esistono margini di ricucitura, sarebbe giusto capire esattamente cosa è accaduto. Che il giocatore abbia sbagliato pesantemente è lapalissiano, ma trasformarlo in una sorta di “reprobo” non mi sembra giusto, anche perché la sua carriera dice altro. Sparacello è un prospetto interessante e va studiato con interesse, anche se personalmente avrei fatto carte false per prendere Panico anche per sei mesi. Baldassin è un buon prospetto, il Lumezzane è da sempre in orbita Chievo e, se si vorrà tenerlo anche dopo giugno, bisognerà parlare con il club di Luca Campedelli. Lo scambio Finocchio-Ramadani, mi sbilancio, è la miglior mossa di De Poli di questo mercato di gennaio. Un affare in cui il Padova ci ha guadagnato senza alcun dubbio. Finocchio è un buonissimo giocatore e sono convinto che farà bene. In definitiva: si poteva fare di più? Probabilmente sì, ma attenzione a non scaricare tutte le frustrazioni sul diesse. Perché il budget non lo decide certo lui.