Live 24! Union Pro-Padova, -3: termina 16-0 l’amichevole col Carpanedo, mattatori Ferretti e Amirante

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Ore 22.20 – (Trentino) Oggi incontrerà il presidente Alberto Grassi al quale chiederà garanzie. Altrimenti saluterà definitivamente la compagnia. Marco Zentil, difensore centrale del Mezzocorona, al momento è, di fatto, un “separato in casa”: la settimana scorsa non ha preso parte agli allenamenti e domenica non ha partecipato alla trasferta di Tamai. Il motivo? Zentil, al pari dei compagni di squadra e dei componenti dello staff tecnico, non percepisce i rimborsi spese (in serie D si chiamano così) da un paio di mesi. «Ad oggi abbiamo preso gli stipendi di agosto e settembre – spiega il giocatore – e poi basta. Per uno che vive principalmente di calcio è un grosso problema». Venticinque anni, trevigiano di Motta di Livenza, Zentil ha alle spalle una discreta carriera tra professionismo e serie D: metà stagione ad Alghero, poi San Benedetto del Trento, Rodengo Saiano e Pizzighettone, prima dell’approdo, nell’estate 2013, al Mezzcorona dove è arrivato per volere di Loris Bodo. Nella scorsa stagione disputa 11 partite a metà campionato torna a casa. A luglio la società gialloverde, alla ricerca di un difensore centrale d’esperienza, lo contatta nuovamente e lui accetta di vestire nuovamente la maglia del sodalizio rotaliano, ma rispetto ad un anno fa la situazione non è cambiata. «Tante promesse disattese – racconta il calciatore veneto – e continui rinvii. Lo scorso anno io, personalmente, non ho mai parlato con il presidente, quest’anno una volta sola. Avevamo stretto un accordo fatto di diversi punti: uno è stato rispettato (quale non lo dice, ndr), gli altri no. Io sono venuto qui con la prospettiva di giocare a calcio, ma se non percepisco lo stipendio diventa dura. Anzi, impossibile». Lei dove vive adesso? «A Salorno, da solo. Ho preso un appartamento e mi pago l’affitto, senza dunque gravare sulla società per quelle che sono le spese di vitto e alloggio». E come si mantiene? «Ho trovato un lavoro: faccio il barista al “Centrale” di Mezzocorona, tutti i giorni dal lunedì al venerdì dopo l’allenamento. E fortuna che ho questo impiego». Incontrerà tante persone, tanti tifosi: cosa le dicono. «Tutti, sia a me che agli altri ragazzi che arrivano da fuori regione, chiedono come facciamo ad andare avanti e come possiamo accettare una tale situazione. Sino ad ora abbiamo stretto i denti, io per primo, ma questa situazione non è più sostenibile. Insomma: ho 25 anni, le mie spese e vorrei guardare al futuro con un po’ di serenità». Gli altri, quasi tutti, tengono duro. «Ognuno fa le proprie scelte. Io sono lontano da casa e non posso pensare di essere qui a giocare a calcio “in perdita”». E adesso? «Parlerò con il presidente e valuterò la situazione. La mia disponibilità a rientrare c’è tutta, ma lo farò esclusivamente a fronte di garanzie ben precise. In caso contrario me ne tornerò a casa e resterò a guardare sino al termine della stagione (i trasferimenti per i calciatori dilettanti sono chiusi, ndr), sempre che qualche “pazzo” dalla Lega Pro non mi chiami».

Ore 21.50 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Il 2015 è iniziato nel migliore per l’ArzignanoChiampo che in terra trevigiana ha centrato la settima vittoria stagionale che gli permette di virare alla boa di fine andata al nono posto solitario a quota 25 punti andando dunque al di là delle più rosee aspettative di inizio stagione, con otto lunghezze di margine sulla zona play out. Quello contro l’Union Pro è stato anche il quarto risultato utile consecutivo, con i giallocelesti capaci di mettere in cascina 10 punti nelle ultime quattro uscite: un ruolino di marcia da promozione, niente male per una compagine che mira alla salvezza. Una vittoria firmata dalla doppietta di Trinchieri, che così sale a quota dieci nella speciale classifica cannonieri ad una sola rete dalla coppia regina formata da Peluso (Altovicentino) e Corbanese (Belluno), e dal sigillo al debutto dell’ultimo arrivato Draghetti. Il tutto in una giornata in cui l’allenatore Paolo Beggio ha dovuto reiventare il centrocampo e con un Carlotto non al top della condizione, entrato a gara in corsa, ma protagonista nell’azione del momentaneo 3 a 1 gialloceleste. Ora fari puntati sulla prima di ritorno che vedrà Vanzo e soci di scena domenica prossima in casa del Fontanafredda (1 a 1 all’andata) coi recuperi sicuri di Simonato e Tecchio reduci dallo stop di ieri per squalifica.

Ore 21.20 – (Il Piccolo) Mentre gli alabardati continuano la preparazione in vista della partita di domenica al Rocco contro il Mezzocorona e ieri hanno disputato una doppia seduta (lavoro aerobico per Aquilani e Manzo, assenti l’influenzato Cociani e gli infortunati Giordano e Pontrelli), il gruppo della curva Furlan ha diramato un lungo comunicato intitolato «O la ami o te ne vai», piuttosto duro con quella parte dei tifosi alabardati che hanno ormai abbandonato lo stadio Rocco e non seguono la Triestina. Lo slogan del titolo, infatti, è quello che il gruppo della curva Furlan ritiene sia stato gridato spesso a dirigenze e giocatori, ma che ora secondo i supporters più caldi dell’Unione va indirizzato proprio a chi ha abbandonato gli spalti e, secondo loro, la Triestina. E che sia una disputa tutta interna alla tifoseria alabardata, è piuttosto chiaro da alcuni passo del comunicato: «Basta parlare di Pontrelli, della sfortuna, dei giocatori non all’altezza e cominciate ad esserlo voi – dice la nota – guardate quel manipolo di disperati che ogni domenica si raggruppa dietro la porta e tifa, gioisce, urla, è vivo! Lo sapete tutti, ultras e tifosi, che il fondamento unico e improrogabile si riassume in un solo vocabolo: presenza! Un Rocco deserto, una curva vuota, non ha giustificazioni, se non il menefreghismo e il poco attaccamento a quella che è la storia di una città. Non si va allo stadio per vedere uno spettacolo ma perché ci si ritiene parte di questa casacca, della sua storia e non dei suoi risultati. Basta discorsi da bar o peggio da internet, ritornate a fare il vostro dovere. Basta lamentarti, riprendi in mano la tua bandiera e vieni allo stadio, anche all’ultimo gradino dell’ultima categoria ma con la fierezza d’esser sostenitore della Triestina». Inutile dire che il comunicato ha scatenato discussioni sul web tra favorevoli e contrari.

Ore 20.50 – (Messaggero Veneto) Che la Sacilese sarebbe stata bastonata dal giudice sportivo si sapeva: ben 4 gli squalificati. La novità è però un’altra. A causa dell’emergenza (tanti anche gli infortunati), i liventini potrebbero cambiare modulo. E’ una notizia di rilievo, visto che Zironelli è un integralista del 3-4-3: dopo 55 gare di campionato con quel modulo, starebbe pensando a un 4-3-3 oppure a un 4-4-2. Schemi più coperti per dare modo ai tanti giovani di non “perdersi” in un sistema nuovo e dispendioso e, inoltre, per affrontare una gara delicata, vale a dire quella di Monrupino con un Kras affamato di punti salvezza. Le decisioni. Il giudice sportivo ha azionato la mannaia nei confronti dei liventini: fermato per due turni Boscolo Papo («per avere protestato avverso una decisione del Direttore di gara e proferito espressione blasfema», la motivazione); una giornata a Manucci, Baggio e Beccia. Se a queste perdite, importanti, si aggiungono quelle per infortunio di Grion e Biasi Manolache (oltre a Grazzolo), i recenti addii di Cima, Bolzan e Sakajeva, e l’impossibilità di schierare Giacomini, si capisce come Zironelli sia in grandissima difficoltà. Ben otto gli indisponibili, infatti; un’emorragia che costringe il tecnico a lanciare qualche giovane e a cambiare modulo. Svolta. La Sacilese ha costruito le sue fortune col 3-4-3: uno schema praticamente mai cambiato. Al massimo, il tecnico ha operato qualche variazione sul tema, passando al 3-4-1-2 in alcuni momenti. Mai, però, ha optato per la difesa a 4, possibilità invece che si starebbe aprendo ora per affrontare il Kras. Così, dopo quasi 60 match tra lo scorso campionato e quello attuale, ci sarebbe questa svolta epocale: un cambio di rotta dovuto alla congiuntura, ma che comunque fa parlare. Come quando – ad altri livelli – Zeman col suo Cagliari ha affrontato la Juventus lo scorso dicembre col 4-4-2. Un “guru” di un modulo (il 4-3-3 nel suo casa) che si snatura fa sempre notizia, seppur lo faccia per una volta sola. Intanto, è ufficiale alla Sacilese l’arrivo di Marco Piscopo, centrocampista classe ’94. E’ reduce da due brutti infortuni ed è indietro di condizione: quasi impossibile la sua partenza dal 1’ col Kras. Tornando ai provvedimenti del giudice sportivo, fermato per un turno Alcantara del Fontanafredda (diffida per Tonizzo e Ortolan).

Ore 20.20 – (Corriere delle Alpi) Frangu scalpita. Ha tanta voglia di giocare il terzino macedone di scuola Bassano Virtus, che ha disputato l’ultima stagione con la Triestina ed è stato preso quest’estate, ma non ha ancora potuto esordire per il brutto infortunio al ginocchio che lo ha tenuto fermo tanti mesi. Adesso però è pronto, il ragazzo è andato in panchina domenica contro il Giorgione e si candida per una maglia per la prossima partita contro il Dro, in casa per la prima del girone di ritorno. «Sto lavorando da mesi e non vedo l’ora di poter giocare, anche per ringraziare presidente e mister che hanno creduto in me. Fisicamente sto bene, mi manca la condizione atletica che posso recuperare giocando la domenica. Ho fatto qualche partita con la Juniores, ma non è certamente il livello della serie D. Ora sono al 70-75 per cento. Ho disputato qualche gara con la Juniores aumentando gradualmente il minutaggio e nelle ultime ho fatto 90’». Voglia di giocare. «Spero di giocare domenica, ma decide il mister: sono a disposizione», precisa l’esterno difensivo. «Sto dando il meglio in allenamento e aspetto la mia possibilità. Siamo una grandissima squadra, molto unita e possiamo arrivare nei primi 4 posti». Soluzioni tattiche. Frangu è un terzino fuoriquota del ’96, che restituisce al mister Parteli più soluzioni. Dopo la partenza del laterale sinistro Salvadori passato al Padova, su quella fascia nelle ultime due giornate è stato spostato con buoni risultati De Checchi, mentre al centro della difesa è arrivato Slongo. Il recupero di Frangu insieme a quello (vicino) di Tomasi a centrocampo danno più alternative all’allenatore. Ieri intanto la squadra ha riposato, dopo aver disputato un’amichevole lunedì con i giocatori che non erano scesi in campo domenica insieme a qualche Juniores contro la Beretti del Bassano Virtus (che ha battuto i neroverdi 3-1, per l’Union gol di Solagna). Frangu ha fatto un po’ il terzino e un po’ il centrale. Processo di adattamento. «Il lavoro che svolge il mister in settimana è un po’ diverso da quello a cui ero abituato. Qui al Ripa Fenadora si fa più tattica», racconta Ilir Frangu. «Mi trovo bene, l’allenatore è bravo e da quanto ho visto crede in me. Non vedo l’ora di cominciare a giocare, l’obiettivo è tornare in forma il prima possibile e fare bene negli ultimi mesi della stagione per giocarmi le carte magari per trovare una squadra in Lega Pro». Ora sotto con il Dro. «Domenica sarà molto difficile, bisognerà stare attenti e non prendere gol, cercando i tre punti», commenta il terzino macedone. «Durante le vacanze abbiamo lavorato benissimo e siamo ripartiti bene battendo il Giorgione, adesso speriamo di continuare centrando la seconda vittoria consecutiva per poi affrontare la Clodiense e la Sacilese per giocarci le carte per il quarto posto».

Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) I più bravi e pure i più buoni. Il Belluno che macina classifiche e numeri da targa celebrativa da ieri ne ha uno in più. In coppa disciplina, la classifica che premia le squadre più corrette, la truppa di Roberto Vecchiato è prima per quanto riguarda il girone C e addirittura seconda a livello nazionale. Su 167 squadre di serie D insomma una sola (il Ciserano, girone B) è più disciplinata del Belluno. Con pochi gialli, pochissimi rossi e via dicendo i gialloblu hanno collezionato appena 5,40 punti (vince chi ne fa meno, ovviamente), aggiungendo una nuova medaglia al petto di un’annata che nella sua prima metà si è rivelata davvero eccezionale. A maggior ragione perché i gialloblu oltre ad essere i più buoni là dietro, in difesa, sono anche i più bravi. E anche in questo caso non solo del girone C. Quella del Belluno infatti, con appena 12 reti subite in 17 partite, è la miglior difesa del girone di andata di tutta la serie D, al pari di Poggibonsi, Maceratese e Castelli Romani. Le quali, in coppa disciplina, stanno tutte abbondantemente dietro Ivan Merli Sala e compagni. Insomma, il Belluno fa le cose per bene. Non contento di quanto conquistato fino al giro di boa dalla propria retroguardia però, lo staff e il gruppo gialloblu ieri hanno accolto per il suo primo allenamento «in prova» il nuovo difensore Andrea Di Bari, classe ’95 proveniente dall’Este. Mister Vecchiato vuole testarlo per capire se può essere utile o meno alla causa e al momento, con una sola seduta all’attivo, l’unica cosa certa è che per la partita di domenica, contro il Mori Santo Stefano fanalino di coda del girone, lui non sarà disponibile.

Ore 19.30 – (Corriere delle Alpi) Julian Prunstner ritrova il Belluno. Il difensore centrale ha lasciato i gialloblù nella finestra di mercato di dicembre e si è accasato al Mori, prossimo avversario di Corbanese e compagni. Il giocatore altoatesino a dicembre aveva chiesto di lasciare la compagnia per avere più spazio, con il Belluno ha collezionato due presenze nei pareggi contro il Dro e il Giorgione, ma il suo inizio di stagione era stato caratterizzato da un infortunio muscolare che non gli aveva permesso di allenarsi per diverse settimane. «Tra una cosa e l’altra sono rimasto fermo praticamente sei mesi – racconta Julian – mi ero fatto male ad aprile, in estate ho saltato la preparazione e quando ho cominciato con il Belluno ad agosto, una settimana dopo mi sono fatto male di nuovo. Per recuperare il più possibile ho chiesto alla società gialloblù di poter andare via, nonostante a Belluno stessi bene. Ho scelto la stessa categoria, ovviamente però la squadra è molto diversa. Fino ad ora sono contento perchè ho giocato tutte le partite, ma purtroppo ci sono mancati i risultati. Sotto alcuni aspetti ci manca ancora un po’ di grinta ma la squadra c’è e sono convinto che impegnandoci riusciremo ad uscire da questa situazione. Quando si perdono quattro o cinque partite di fila non è facile riprendersi. Il mio futuro? A maggio ritornerò a Belluno e vedremo cosa fare, per ora il mio passaggio al Mori è un prestito, a giugno in ogni caso mi svincolo». Domenica Pruestner si troverà davanti la sua ex squadra, sarà suo il compito di fermare bomber Corbanese. «Come si ferma il “Cobra”? Bella domanda – sorride il difensore altoatesino – bisogna lavorare di squadra. Il problema non è solo lui, ci sono anche Posocco, D’Incà e Duravia da frenare. Ci proveremo». Il Mori si può salvare, il Belluno può giocarsela con le due big. Non ha dubbi Pruenstner sulla situazione in questo momento del campionato. «I gialloblù possono arrivare più avanti del terzo posto, la rosa titolare è a livello di Altovicentino e Padova, la vera differenza tra con il Belluno è l’organico di queste due. In Piazzale della Resistenza la qualità non manca, ma le due lì davanti hanno panchine a livello dei titolari. Mi auguro che il Belluno possa arrivare almeno secondo. Per il Mori possiamo salvarci, bisogna solo superare alcuni limiti che abbiamo ancora». Andrea Di Bari in prova. Ieri pomeriggio il difensore centrale, arrivato per prendere il posto proprio di Prunstner, ha svolto il primo allenamento con la maglia gialloblù. Entro un paio di giorni mister Vecchiato insieme allo staff tecnico e alla dirigenza deciderà se tesserare il ragazzo che nella prima parte di stagione ha giocato tra le fila dell’Este collezionando solamente una presenza.

Ore 19.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Un ritorno agli allenamenti amaro per l’Unione Venezia che ieri ha ritrovato il campo di allenamento del «Taliercio» dopo la pesante sconfitta interna per 3-0 incassata due giorni fa con l’Alessandria. La squadra di mister Michele Serena è ora decima in classifica con 25 punti, nel mezzo tra il sogno playoff e l’incubo playout in Lega Pro. Ieri gli arancioneroverdi sono tornati subito ad allenarsi con una seduta defaticante per chi è sceso in campo martedì e giocando una partitella in famiglia con la formazione Berretti per i «panchinari». Solo Andrea Raimondi a riposo in via precauzionale dopo il duro colpo alla schiena ricevuto nella sfida con i piemontesi. «Il 3-0 è pesante da digerire – ha ammesso Stefano Fortunato, numero 1 dei lagunari – Purtroppo in alcune circostante siamo stati troppo disattenti e l’abbiamo pagata con gli interessi». La gara al «Penzo» di martedì scorso ha fatto emergere in maniera lampante i problemi di concentrazione della squadra lagunare, ampliati da un Alessandria incontenibile e premiato col raggiungimento del primo posto in classifica al fianco del Virtus Bassano. «Nei nostri momenti di disattenzione – continua il portiere dell’Unione – ci hanno puniti. I tre gol erano evitabili, è un peccato perdere così. Venivamo da due vittorie consecutive e il clima in gruppo era positivo». Da ieri il Venezia pensa al prossimo avversario: il Renate. Il match, per la prima giornata di ritorno, si giocherà nell’anticipo di sabato dalle 16 (arbitro Vincenzo Fiorini di Frosinone, coadiuvato da Margini e Graziano). «Arriviamo con una rosa molto corta – ha spiegato il tecnico Serena – tra infortuni e squalifiche giocheremo in emergenza». Contro il Renate, 11° in classifica a un solo punto dai lagunari, alla squadra di Serena mancheranno i lungodegenti Giuliatto, Carcuro, Espinal e Hottor. E ieri anche le decisioni del giudice sportivo che ha sancito la squalifica per un turno a Elia Legati per «atto di violenza – si legge nella nota – verso un avversario in azione di gioco» e quella per ben due turni a Simone Sales per «atto di violenza – si legge – verso un avversario con il gioco in svolgimento in altra parte del campo». Contro il Renate mister Serena dovrà ricostruire la difesa, in attesa di eventuali sviluppi nel mercato in entrata. «Sarà una gara importante – ha concluso il tecnico del Venezia – che potrà darci tante risposte». A proposito di mercato, ieri il ds dell’Unione Ivone De Franceschi e il dg Dante Scibilia sono volati a Mosca per il confronto atteso con il presidente Yuri Korablin. Molte le questioni sul tavolo, a cominciare dal budget che i due avranno a disposizione nella finestra di gennaio. Nel colloquio odierno i tre affronteranno anche la situazione finanziaria dell’intero club e l’impegno di Korablin nei confronti del Venezia per il presente e il futuro.

Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) La continuità resta un miraggio, infortuni e cartellini piovono invece puntuali come le sconfitte con le «grandi» in un Penzo sempre più terreno di conquista (5 ko in 10 uscite). In avvio di 2015 il Venezia si è ripresentato con tutti i suoi difetti, messi in risalto e sfruttati con autorità dalla neo capolista Alessandria. «Il 3-0 fa male, volevamo fortemente chiudere il girone di andata e iniziare il nuovo anno con una vittoria casalinga, di spessore, quindi potenzialmente molto importante – ha ammesso il ds Ivone De Franceschi prima di salire con il dg Dante Scibilia sull’aereo per Mosca, dove oggi farà il punto col presidente Yury Korablin -. La prima cosa che mi sento di dire è “non piangiamoci addosso” perché manca metà campionato e non tutto è da buttare». Il match con i grigi piemontesi, trascinati da un Marconi a dir poco motivato e trasformato rispetto a quello impalpabile conosciuto in arancioneroverde, si è messo subito male per Esposito e compagni. «Concordo con mister Serena, non c’è stato un problema di approccio alla gara, il piglio iniziale era quello giusto e lo si è visto anche per come siamo ripartiti dopo aver subito lo svantaggio già al 4′. La svolta è stata l’espulsione di Sales a metà primo tempo: il rigore è inesistente ma, pur ammettendo che il fallo su Marconi ci sia stato, rimane comunque inspiegabile il rosso. In undici contro undici avremmo giocato e assistito a una partita ben diversa». Sales ovviamente non ci sarà dopodomani a Meda nella tana del Renate (ore 16, arbitro Fiorini di Frosinone), come Legati, pure lui espulso nel finale per un fallo sul solito Marconi: il primo è stato punito con due giornate per il fallo da rigore su Marconi “per atto di violenza su avversario con gioco in svolgimento in altra parte del campo”, mentre Legati ne ha rimediata solo una. «L’Alessandria è la squadra più forte incontrata finora, anche più del Novara – sottolinea De Franceschi – ma ciò non toglie che negli episodi potevamo fare meglio. Il calciomercato? Tutte le prospettive presenti e future del Venezia dipendono dal presidente Korablin: a me dispiace che non abbia ancora visto la squadra dal vivo allo stadio, ma tutto dipende da cosa vuole fare lui e il nostro viaggio a Mosca dovrà chiarire la situazione».

Ore 18.20 – (La Nuova Venezia) Occhi al Taliercio, orecchie a Mosca, Sales e Legati squalificati. Ieri Michele Serena ha riportato i suoi giocatori in campo, visto che sabato (inizio ore 16) il Venezia sarà impegnato a Meda contro il Renate (arbitro Vincenzo Fiorini di Frosinone), un paio d’ore prima il direttore generale Dante Scibilia e il direttore sportivo Ivone De Franceschi si erano imbarcati sul volo dell’Aeroflot in partenza da Tessera alle 12.45 e decollato alle 12.59, verso Mosca, dove avrebbe dovuto a atterrare alle 18.55 ora locale. L’incontro tra i due dirigenti arancioneroverdi e il presidente Yuri Korablin avverrà oggi e in tarda serata Scibilia e De Franceschi faranno ritorno in Italia. La speranza è che ritornino con notizie positive sia per quanto riguarda il futuro della società sia per quanto concerne il progetto del nuovo stadio. Venezia che chiude il girone d’andata con un bilancio deficitario (8 vittorie, 1 pareggio, 10 sconfitte), appesantito dai 5 passi falsi al Penzo e una zona playout più vicina della zona playoff. Partitella con la Berretti per chi non ha giocato contro l’Alessandria, defatigante per tutti gli altri: non si è allenato Andrea Raimondi, costretto a chiedere il cambio per la ginocchiata presa alla schiena poco dopo la mezzora. Difesa a pezzi. Sales (2 giornate) e Legati (1) dietro alla lavagna: espulsione e squalifica. Mano pesante del giudice sportivo per il terzino che oltre al Renate salterà anche il Pordenone, mentre l’ex padovano è stato fermato solo per una giornata, mentre Marino (6) e Greco (5) aumentano solo il numero delle loro ammonizioni. Niente trasferta a Meda per i due difensori arancioneroverdi (nel Renate fermato Melgrati) con Serena obbligato a schierare Panzeri e Cernuto, ma senza altre alternative in panchina, al massimo ritornerà Giuliatto dopo un’eternità, quindi spazio ai giovani della Berretti di Maurizio Rossi. Zero-tre. L’ultimo 0-3 casalingo del Venezia risale al 23 ottobre del 2013 quando la Cremonese espugnò il Mecchia nel secondo turno a eliminazione diretta della Coppa Italia di Lega Pro con doppietta di Abbruscato e rete di Bergamelli nel primo tempo. L’11 settembre 2005 il Venezia di Andrea Manzo, ricostruito dalle ceneri dopo il primo fallimento, esordì con uno 0-3 al Penzo contro il Pergocrema in serie C/2 (reti di Sgrò, Crocetti e Sambugaro nei primi 45’). Nella stagione precedente, in serie B, fu il turno del Torino passare a Sant’Elena con doppietta dell’ex Pippo Maniero e gol iniziale di Marazzina, qualche mese prima toccò al Genoa, ultima giornata d’andata, infilare il tris con Milito, Rimondi e Caccia: débacle che costò la panchina a Julio Cesar Ribas. Anche nella stagione della prima promozione in serie A (1997-1998) il Venezia perse 0-3 al Penzo contro la Salernitana (doppietta di Di Vaio e gol di Greco).

Ore 17.50 – (Giornale di Vicenza) Ci siamo per Francesco Quintavalla. Anche dalla riviera ligure di Ponente danno per certo e imminente il passaggio del difensore-centrocampista al Real Vicenza. Il giocatore, che gradirebbe parecchio approdare in biancorosso, dovrebbe aver disputato martedì l´ultima partita da capitano del Savona: la gara ha visto prevalere i liguri sulla Pistoiese per 2-0. Sul fronte offensivo nel mirino del Real c´è sempre l´attaccante del Monza scuola Juventus Francesco Margiotta, che potrebbe partire anche per la disperata situazione in cui sta versando il club brianzolo. La crisi è finanziaria e societaria. Il tecnico Fulvio Pea si è sfogato così dopo la partita con la Pro Patria: «Anche oggi abbiamo dovuto prepararci la pasta e abbiamo mangiato una fetta di carne comprata con i nostri soldi. Siamo uomini, non possiamo essere trattati così». Il ds e il dt del Monza, Gianni Califano e Alfredo Pasini, hanno informato i media e gli organi federali di quanto succede a Monza, dove praticamente nessun calciatore ha ancora ricevuto un euro. Cosa ancora più grave è che da settimane i dirigenti non riescono a contattare l´inglese Dennis Bingham che ha rilevato la proprietà del club. Proprio per questo motivo la società non può firmare al momento alcun atto ufficiale, quindi nessun trasferimento. Al Real Vicenza, dove la situazione è ben diversa fortunatamente, ci si prepara ad accogliere un paio di innesti. Il mercato in uscita invece è al momento bloccato e forse da Vicenza non partirà proprio nessuno. Il centrocampista Riccardo Chiarello, protagonista nel finale di Real Vicenza-Pavia, ha commentato così il possibile arrivo di nuovi giocatori: «Chi verrà sarà benvenuto. Da parte nostra dimostreremo che la squadra e il gruppo ci sono e vogliono raggiungere determinati obiettivi». Come sempre, quando qualcuno arriva, chi già è in rosa rischia di trovare meno spazio. «Io sono molto sereno – dice l´ex TrisVal – perché mi sono sempre impegnato dal primo giorno e continuerò a farlo per ritagliarmi i miei spazi. Sono felice di aver avuto la fiducia del mister sia contro il Bassano, per esempio, sia nelle battute finali di un´altra gara importante come quella giocata martedì. La squadra in quel momento aveva bisogno di freschezza». Chiarello ha provato anche a segnare al termine di una bella azione personale. Purtroppo il suo tiro è finito lontano dallo specchio. «Avevo tantissima voglia e mi sono detto: se segno spacco lo stadio dalla gioia. Peccato sia andata male, forse anche il campo non mi ha aiutato, dopo aver saltato l´uomo». Subito a segno Danilo Alessandro, ex bomber del Real Vicenza che era in predicato di tornare prima di accasarsi in prestito alla Pro Piacenza. Proprio con la formazione emiliana Alessandro ha segnato una doppietta nel match perso 3-2 contro la Lucchese.

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Non è mai facile riprendere da dove si è lasciato. Il Bassano Virtus porta a casa un punto importante nella prima fase del tour che porterà i giallorossi sabato sera a giocarsi il big match contro il Pavia, due trasferte ravvicinate con la squadra di Asta che avrà solo tre giorni per preparare la nuova sfida. «Le partite dopo la sosta invernale sono sempre difficili – spiega mister Asta – ma lo considero un punto importante. Nella sfida con la Feralpi Salò ha vinto lo spettacolo, entrambe le squadre hanno cercato di vincere e ne hanno avuto l’occasione, alla fine credo che il pari sia giusto». Anche se un pò di rammarico, per errori che si potevano evitare. «Avevo detto in conferenza stampa, prima di questa partita, che ci trovavamo davanti una squadra fortissima nei calci piazzati. Abbiamo fatto dimenticato solo Ranellucci che ci ha punito, dobbiamo evitate certe sbavature. Dall’altra parta un grande Branduani ha salvato in tre occasioni il risultato e Nolè ha preso il palo su punizione, magari con un pizzico di fortuna in più potevamo portare a casa i tre punti». Bassano campione di inverno con l’Alessandria, anche se i grigi hanno la differenza reti a favore, i giallorossi si coccolano nel frattempo il ritorno di Nolè che, con il suo ottavo gol stagionale, ha trovato il pareggio finale. «Anche io credo che dopo la sosta sia dura ricominciare, bisogna smaltire i carichi di lavoro fatti durante la pausa, tutta la benzina messa in serbatoio per continuare al massimo il campionato. Il pareggio? Risultato secondo me alla fine giusto, se analizziamo le occasioni probabilmente abbiamo creato più noi, soprattutto visto la super partita di Branduani». Si è parlato di grande spettacolo al Turina. «Credo anch’io che abbiamo visto una bella partita, soprattutto nel secondo tempo: molte ripartenze, abbiamo giocato contro una Feralpi che è squadra vive e che produce bel calcio. Non era facile ma abbiamo portato a casa un buon punto». Adesso però il Bassano deve pensare già a sabato nella sfida serale contro il Pavia: all’andata fu la prima sconfitta del campionato, anche se per i giallorossi fu una grande prova in inferiorità numerica. La vetta è ancora del Bassano, la squadra di Asta vuole tornare al Mercante ancora in cima.

Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) Un punto di indubbio peso specifico e guai a inorridire un solo attimo sul pari e patta di Salò contro una formazione che in particolare nell´ultimo mese e mezzo le stava suonando a tutte, senza contare che il punto esterno fa media inglese e con quella si va su sparati sempre. D´accordo, il portiere della Feralpi Branduani nella ripresa ha stornato da drago tre palloni indirizzati nel sacco mentre in una circostanza è stato graziato dal palo interno, altrimenti qui celebrerebbero un bottino che per volume di gioco fatturato nella seconda parte e numero di opportunità non sarebbe stato peregrino. Tuttavia, tenuto conto che al minuto 77 Bassano era ancora sotto, si accetta di buon grado il puntaccio che peraltro la trentina di irriducibili presenti in Lombardia ha dimostrato di apprezzare poiché conquistato da una formazione mai doma. E chi mugugna dinanzi all´1-1 nel bunkerino della Feralpi, evidentemente ha perso il senso e la misura della realtà giallorossa, che resta quella della matricola e non certo del dominus o della prima della classe, come il titolo d´inverno in comproprietà con l´Alessandria è lì ad attestare. Del resto tanto Asta che Nolè temevano le incognite dopo la pausa e loro per primi si tengono stretti il pari. E tanto per essere chiari, un risultato analogo sabato sera nello scontro diretto di Pavia sarebbe da sottoscrivere in toto fin d´ora. A proposito di Pavia, a fischiare l´incontro di dopodomani è stato designato Edoardo Paolini di Ascoli, coadiuvato da Matteo Benedettino di Bologna e da Fabrizio Tamburini di Faenza. Proietti e… Mattia Proietti, che ha firmato per un altro biennio, è il primo effettivo colpo di mercato di Bassano che in questa maniera si mette al sicuro da qualunque evenienza. Sia garantendosi il domani con un prospetto di qualità, sia nel caso che a giugno arrivasse per il ragazzo un´offerta irrinunciabile: in quella circostanza in via Piave riuscirebbero a monetizzare una possibile cessione senza rischiare di perderlo a zero euro come sarebbe accaduto se fosse approdato all´estate in scadenza. Ora l´intenzione di Seeber è di rinnovare i contratti anche con tutti gli altri pezzi pregiati: il primo della lista è Federico Furlan, mentre Nolè è vincolato al Soccer Team sino al 2016 e quindi chi lo vuole ora deve scucire. Pavia su di giri. In attesa del faccia a faccia tra 48 ore, il Pavia che vuole assolutissimamente salire in B non perde tempo nel circuito delle trattative e punta dichiaratamente Gigi Della Rocca, smaliziato centrattacco trentunenne in forza al Lecce, ma capace di segnare a ogni latitudine, dal Bologna in A, alla Triestina e al Portogruaro in B, sino alla C con Carpi e via discorrendo. Detto che l´ex biancorosso Bucchi sarà il nuovo tecnico della Torres, il Monza è in pieno caos: i giocatori senza stipendio da mesi hanno chiesto di essere svincolati, nessuno gli fa più credito.

Ore 16.30 – Fabrizio De Poli parla della situazione dei portieri: “Petkovic? È in via di cicatrizzazione ma ha una lesione che non si è ridimensionata in maniera importante e quindi credo che ci sarà da aspettare un’altra settimana. Vanzato invece sta bene”.

Ore 16.20 – Un flash di Carmine Parlato al termine dell’amichevole di Carpanedo: “Niccolini? Ha avuto questo inconveniente col cane, ma domani torna a disposizione. Pittarello? Mentre si riscaldava ha sentito mal di schiena. Degrassi e Zubin? Hanno lavorato a parte, alla vigilia faremo un test più probante per valutare le loro condizioni e capire se potranno essere della partita”.

Ore 16.10 – Qui Carpanedo: fischio finale, Padova-Carpanedo 16-0. Alla partita non hanno partecipato Degrassi e Zubin (allenatisi a parte) nonché Petkovic, assente. Niccolini non ha giocato a scopo precauzionale (due cerotti all’altezza dell’occhio per il centrale difensivo a causa della troppa foga del suo labrador), mentre Pittarello è rimasto in panchina per tutta la partita.

Ore 16.08 – Qui Carpanedo: gol di Petrilli, 16-0.

Ore 16.05 – Qui Carpanedo: eurogol dalla distanza di Thomassen, 15-0.

Ore 16.00 – Qui Carpanedo: quinto gol personale di Ferretti. 14-0.

Ore 15.57 – Qui Carpanedo: il giovane Eladj subentra a Mattin.

Ore 15.55 – Qui Carpanedo: ancora a segno Ferretti. 13-0.

Ore 15.49 – Qui Carpanedo: entra nel tabellino dei marcatori anche Mattin. 12-0.

Ore 15.48 – Qui Carpanedo: tripletta per Ferretti, che di testa anticipa tutti e beffa il portiere. 11-0.

Ore 15.45 – Qui Carpanedo: Dené subentra a Busetto, che lascia il campo zoppicando dopo uno scontro di gioco.

Ore 15.43 – Qui Carpanedo: il Padova va in doppia cifra, in rete ancora Ferretti con un’azione personale. 10-0.

Ore 15.40 – Qui Carpanedo: arriva il gol del 9-0, a siglarlo è Thomassen. Nel Padova Faggin subentra a Mazzocco.

Ore 15.38 – Qui Carpanedo: a segno Ferretti, ben imbeccato da Cunico. 8-0.

Ore 15.35 – Qui Carpanedo: Mazzocco apre le marcature nella ripresa. 7-0.

Ore 15.25 – Qui Carpanedo: inizia la ripresa. Questo l’undici biancoscudato in campo: Sanabria; Busetto, Dionisi, Thomassen, Salvadori; Nichele, Mattin; Mazzocco, Cunico, Petrilli; Ferretti.

Ore 15.15 – Qui Carpanedo: fine primo tempo, Padova-Carpanedo 6-0.

Ore 15.05 – Qui Carpanedo: a segno anche Aperi.

Ore 15.04 – Qui Carpanedo: Ilari firma il 5-0 con un destro a giro.

Ore 14.54 – Qui Carpanedo: poker per Amirante, che sfrutta la corta respinta del portiere pe insaccare da pochi passi. 4-0.

Ore 14.47 – Qui Carpanedo: tripletta per Amirante, che corregge sulla linea di porta il diagonale di Mazzocco. 3-0.

Ore 14.37 – Qui Carpanedo: raddoppio del Padova e doppietta personale per Amirante. 2-0.

Ore 14.33 – Qui Carpanedo: Padova in vantaggio, a segno Amirante di testa su assist di Aperi. 1-0.

Ore 14.30 – Qui Carpanedo: inizia l’amichevole. Padova schierato col 4-2-3-1.

Ore 14.10 – Qui Carpanedo: Biancoscudati in campo per il riscaldamento. Questo l’undici che giocherà nel primo tempo: Cicioni, Busetto, Salvadori, Segato, Thomassen, Sentinelli, Ilari, Mattin, Amirante, Aperi, Mazzocco.

Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Vicenza, è Andrea Petagna il ricambio per Andrea Cocco. Per accelerare i tempi, il responsabile del mercato, Paolo Cristallini, sta trattando direttamente con il Milan per superare le resistenze della società laziale, che ha proposto in alternativa l’ex Ferdinando Sforzini, il quale però non rientra nei piani del tecnico Pasquale Marino. Il tecnico di Marsala ritiene infatti Petagna più adatto alle caratteristiche della squadra. Andrea Petagna, classe 1995, triestino di nascita, dopo aver esordito in serie A con la maglia rossonera, è stato prestato alla Sampdoria. L’arrivo di Petagna comporterà la cessione di Maritato, che proprio ieri ha avuto dai medici l’ok per riaggregarsi al gruppo dopo il grave infortunio al ginocchio subito in avvio di campionato a Perugia (oggi ci sarà invece la visita che stabilirà i tempi di recupero per Antonino Ragusa). Per quanto riguarda invece l’esterno offensivo, le attenzioni sono sempre rivolte sul genoano in prestito al Bologna Riccardo Improta e sul giovane atalantino di scuola juventina Leonardo Spinazzola, ai quali si è aggiunto l’interista Luca Garritano, in comproprietà con il Cesena. Capitolo cessioni: il centrocampista Francesco Urso è stato ceduto in prestito al Prato, in Lega Pro, mentre l’attaccante Nico Bianconi è passato con la stessa formula al Savona. In stand by il difensore Giuseppe Figliomeni, per il quale resta viva la pista di un possibile ritorno al Latina. La campagna trasferimenti invernale è appena iniziata e chiuderà alle ore 23 del prossimo 2 febbraio.

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) In questi primi gironi di calcio-mercato la priorità in casa Vicenza è acquistare un attaccante che possa essere l’alternativa a Cocco che finora è stato costretto a giocare sempre, anche quando non era in condizioni fisiche ottimali. La società berica ha scelto di puntare sul giovane attaccante Andrea Petagna che il Milan, proprietario del cartellino, sta dirottando lontano da Latina dove finora ha trovato poco spazio. Il problema è che la società laziale sta provando a prendere tempo perché vuole valutare se è possibile cedere gli ex biancorossi Ferdinando Sforzini e Michele Paolucci, nel qual caso andrebbe a bloccare la partenza di Petagna. Il Latina ha provato a mettere sul piatto della trattativa con il Vicenza Sforzini (già in biancorosso nella stagione 2007/2008, Ndr ), ma la dirigenza berica ha deciso di puntare su Petagna e ha fretta di chiudere. Per riuscirci conta sull’appoggio del Milan, proprietario del cartellino del giovane attaccante triestino, per definire l’operazione al massimo entro la settimana. Nell’intesa, con la supervisione del Milan, tra Vicenza e Latina potrebbe entrare il difensore biancorosso Giuseppe Figliomeni che però è richiesto anche dal Novara e dal Matera in Lega Pro e dal Crotone in Serie B. Non appena avrà perfezionata la cessione di Figliomeni, il Vicenza andrà a irrobustire anche la linea difensiva e al riguardo sta risalendo la candidatura di Thomas Manfredini che a Sassuolo, in Serie A, non sta trovando spazio. Per quanto riguarda il mercato in uscita, definiti i passaggi in prestito di Niko Bianconi al Savona e di Francesco Urso al Prato. Il prossimo a cambiare casacca potrebbe essere Matteo Gerbaudo che è conteso da Spal ed Alessandria, con i piemontesi – appena saliti intesta alla classifica del loro girone di Lega Pro- favoriti.

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Può essere un giorno di svolta per le operazioni di mercato del club biancorosso, impegnato in prima battuta a rinforzare l´attacco. Oggi infatti il Milan potrebbe definire con il Latina il rientro dal prestito di Andrea Petagna, il diciannovenne centravanti individuato dal Vicenza come l´elemento in grado di coprire il ruolo di punta centrale in un organico in cui Marino ha il solo Cocco a disposizione. È evidente che è il Milan a dover convincere il Latina a lasciare il giocatore, peraltro fin qui poco utilizzato nella squadra laziale. Ed è anche chiaro che sarà sempre il Milan a scegliere dove sistemare Petagna nella seconda parte della stagione, considerando che sul giovane attaccante hanno puntato gli occhi anche altri club, tra i quali il Varese. Il Vicenza ci spera e attende fin da oggi segnali incoraggianti dal club rossonero. Ma oggi sarà una giornata importante anche per un altro motivo. A Milano il diesse biancorosso Paolo Cristallini ha infatti in agenda un appuntamento sia con il Genoa che con il Bologna per parlare di Riccardo Improta, l´attaccante esterno del club ligure, in prestito a quello emiliano dall´inizio della stagione. Si tratta di ottenere un via libera da entrambe le società e si sa che in questi casi può non essere un compito semplice, ma il Vicenza confida di poter arrivare all´obiettivo: nella lista degli attaccanti esterni seguiti dal club di via Schio Improta è certamente ai primi posti. Per quanto riguarda invece le uscite, dopo quelle di Niko Bianconi e di Francesco Urso, ceduti in prestito rispettivamente al Savona e al Prato in Lega Pro, ce ne saranno altre. Per esempio quella di Matteo Gerbaudo che la Juventus sistemerà in un club in cui possa avere spazio. In lista d´uscita c´è anche il difensore centrale Giuseppe Figliomeni e se pure lui cambierà maglia a quel punto il Vicenza potrebbe prendere un difensore centrale. In ogni caso sarà un´operazione eventuale e che sarà affrontata solo dopo aver concluso l´acquisto dei due attaccanti che resta evidentemente la priorità. Nel caso, chi potrebbe arrivare per il reparto arretrato biancorosso? I nomi che circolano sono spesso gli stessi che già erano emersi in estate, quando poi arrivò, appunto, Figliomeni. E sono i nomi ad esempio del giovane Milan Milanovic del Palermo, ma anche del più esperto Thomas Manfredini che pare si muova dal Sassuolo durante questa sessione di mercato e per il quale sembrano pronte a mettersi in corsa anche altre società della serie cadetta.

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) La lunga attesa è finita. Proprio ieri a Roma Piergiuseppe Maritato ha ottenuto il via libera dal professor Mariani, lo specialista che lo ha operato al crociato a fine settembre, per la ripresa dell´attività agonistica. Già oggi, quindi, l´attaccante biancorosso raggiungerà i compagni per riprendere gli allenamenti ad Isola Vicentina, con la speranza di tornare il prima possibile ad assaggiare il clima del campionato. Maritato, finalmente ci siamo. Dopo l´infortunio del 20 settembre a Perugia, il rientro sembra ormai vicino. «Facendo tutti gli scongiuri del caso, pare proprio di sì. Tutto sta procedendo come e meglio del previsto: già da più di un mese ho cominciato ad allenarmi ad Isola Vicentina e non ho mai avvertito alcun dolore. Anche in questi giorni di festa, che ho trascorso con la famiglia in Calabria, ho proseguito il mio programma di allenamenti personalizzati. Gli ultimi test effettuati dal professor Mariani sono andati alla grande, quindi adesso non vedo l´ora di riprendere ad allenarmi con i compagni». C´è qualcuno che vuole ringraziare particolarmente per il sostegno ricevuto in questi mesi difficili? «Prima di tutto la mia ragazza e i miei genitori, ma anche tanti tifosi vicentini, i miei compagni e Sergio Cassingena che si sono sempre interessati alle mie condizioni. Sentirmi sempre parte del gruppo è stato importantissimo per affrettare i tempi del recupero. E poi è stato utile condividere il percorso con Tutino e Ragusa, incoraggiandoci a vicenda: Gennaro ormai è pronto e mi precederà di qualche settimana, spero che anche Tonino al più presto ci raggiunga». Nel frattempo, però, la società si sta muovendo sul mercato per cercare altri due attaccanti. Lo vede come un segno di sfiducia nei suoi confronti? «Ma no. Credo sia una scelta giusta, visto che finora Cocco ha dovuto reggere da solo l´intero peso del reparto, in un campionato lungo e duro come quello cadetto. Chiunque potrà venire a rafforzare il Vicenza sarà il benvenuto, perché tutti noi vogliamo a tutti i costi raggiungere l´obiettivo della salvezza». Usa il tono di chi è certo di rimanere in biancorosso. Nessuna prospettiva di cessione, magari per riprendere a giocare con più continuità? «La società non mi ha ancora dato alcun segnale in questo senso, quindi non credo proprio. Da parte mia, io non ho intenzione di muovermi: so che la concorrenza interna sarà importante, ma sono molto legato a questa maglia e a questa città e ci terrei a dare il mio contributo per mantenere la categoria che tutti noi abbiamo così tanto desiderato. Poi naturalmente spetterà alla dirigenza e al tecnico fare le loro valutazioni». Ha già parlato con Marino? «Mi ha chiesto come procedeva il recupero, augurandomi di tornare in campo al più presto. Ma non vedo l´ora di poterlo conoscere meglio e di farmi conoscere negli allenamenti quotidiani: i compagni mi hanno confermato che è un tecnico preparato, sereno e di poche parole, molto concentrato sul lavoro in campo». Il cambio del tecnico ha portato a un deciso cambio di passo. «Marino è intervenuto molto bene, ma credo che sia stato decisivo lo scatto d´orgoglio del gruppo: con Lopez probabilmente si era raccolto meno di quanto meritato, tutti hanno dato ancora qualcosa in più per dimostrare che questa squadra aveva dei buoni valori e poteva stare in serie B. Un esempio per tutti viene da Laverone, che si è dimostrato con i fatti una persona e un giocatore di grandissimo spessore. E poi alcuni compagni come Giacomelli hanno sicuramente beneficiato del cambio di modulo, potendo esprimersi nella posizione a loro più congeniale». Come si immagina il 2015 del Vicenza e di Maritato? «La squadra secondo me ha il potenziale per disputare un buon girone di ritorno: daremo tutti del nostro meglio per conquistare la salvezza assieme ai nostri tifosi. Per quanto mi riguarda, io spero di essere tra gli artefici di questo risultato. Da mesi ormai mi immagino il mio rientro in campo. Come sarà? Per ora me lo tengo scaramanticamente per me, ma spero tanto di potervelo raccontare quando diverrà realtà».

Ore 13.00 – (Gazzettino) Tomasz Kupisz e Francesco Stanco sono i primi due acquisti del Cittadella nel mercato di riparazione: entrambi vanno a rinforzare il reparto offensivo. Il primo, nazionale polacco, nato a Radom il 2 gennaio 1990, è un esterno d’attacco e si sta già allenando agli ordini di Claudio Foscarini. «Sono arrivato al Chievo un anno e mezzo fa – racconta Kupisz – A Verona mi sono ambientato molto bene, mi piace tutto dell’Italia. L’unico rammarico è stato quello che ho giocato poco». Una sola partita con il club clivense, vinta 2-1 con l’Inter nel campionato scorso, per cui la possibilità di venire a Cittadella è stata colta al volo. «L’interessamento della società granata l’ho saputo dal mio procuratore una settimana fa – riprende il venticinquenne polacco – Ne abbiamo parlato con il direttore sportivo del Chievo e lunedì scorso ci siamo trovati per decidere il mio trasferimento. Sono contento che tutto si sia concluso in tempi brevi perché voglio conoscere i miei nuovi compagni e soprattutto avere la possibilità di dimostrare quello che valgo. Voglio convincere tutti che sono un buon giocatore». I precedenti di Kupisz con la nazionale polacca sono lusinghieri avendo debuttato nell’Under 17 e seguito la trafila fino alla nazionale maggiore, dove conta finora quattro presenze. A livello di club si è messo in luce nel 2008 al Wigan Athletic passando nel 2010 allo Jagiellonia Bialystok e giocando anche in Europe League. Sul suo ruolo, spiega: «Nelle giovanili ho ricoperto tutte le posizioni d’attacco, mentre in questi ultimi anni ho sempre giocato da esterno sia a destra che a sinistra». Su di lui così si esprime il direttore generale Stefano Marchetti: «Kupisz ha le caratteristiche che cercavo in un esterno d’attacco ambidestro. È il giocatore ideale per il 4-4-2 e ho voluto chiudere in fretta la trattativa con il Chievo perché possa essere pronto fin dalla prossima partita con il Modena». Il diggì granata ieri sera ha annunciato anche l’arrivo del ventisettenne Francesco Stanco, attaccante del Modena, prelevato dal Pisa. Centravanti vero, possente fisicamente (191 centimetri per 80 chilogrammi), è così descritto dallo stesso Marchetti: «È un giocatore esperto della categoria, avendo militato diverse stagioni nel Modena. Può fare anche la seconda punta perché si sa muovere su tutto il fronte offensivo, e credo si possa integrare bene con gli altri tre attaccanti che abbiamo in rosa. Va a completare il nostro reparto avanzato». Il dirigente granata si è mosso subito sul mercato: «Nella nostra situazione di classifica non potevo aspettare gli ultimi giorni per chiudere le trattative. In questa maniera entrambi i giocatori possono essere disponibili per la ripresa del campionato il 17 gennaio. Il Cittadella non vuole lasciare niente di intentato per raggiungere la salvezza. Prendendo Stanco e Kupisz la società ha voluto dare un segnale ben preciso».

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Un uno-due che neanche nella boxe. Nel giro di poche ore il Cittadella ha messo a segno i primi due colpi del mercato di gennaio. In tarda mattinata l’annuncio dell’ingaggio di Tomasz Kupisz, esterno d’attacco che arriva in prestito dal Chievo sino al termine della stagione. In serata è invece arrivato l’accordo con la punta centrale Francesco Stanco, prelevato dal Pisa ma di proprietà del Modena: in questo caso la formula è quella del prestito con diritto di riscatto. Ma andiamo con ordine. Per Kupisz la trattativa si è conclusa nella tarda serata di martedì e ieri pomeriggio, dopo le visite mediche di rito, per il nuovo arrivato c’è già stato il primo allenamento al Tombolato. È lui stesso, nato a Radom il 2 gennaio 1990, a presentarsi ai tifosi granata: «Sono contento di essere qui, dove potrò far vedere il mio valore, dato che a Verona ho trovato poco spazio». Sin qui parole di prassi. Più interessante la descrizione che fa di se stesso: «Che giocatore sono? Una classica ala: posso giocare sia a destra che a sinistra, anche se preferisco stare a destra. Sono veloce, mi piace dribblare e crossare e ho giocato anche da punta». Insomma, a volersi fidare, è l’uomo che serviva in questo momento, vista la necessità di portare a casa un esterno in grado di creare superiorità numerica e di inserirsi subito nel 4-4-2 che ha in mente Foscarini. Kupisz ha giocato per tre stagioni nella serie A polacca prima di trasferirsi al Chievo. Vanta una certa esperienza internazionale, avendo giocato anche in Europa League, debuttando nella competizione il 29 luglio 2010 con la maglia dello Jagiellonia Bialystok nella gara persa per 2-1 contro l’Aris Salonicco. Alto un metro e 80, ha debuttato nella nazionale under 17 polacca nel 2006 rimanendo sempre nel giro e vestendo in quattro occasioni la maglia della selezione maggiore. In Italia è approdato nel 2013, con esordio in serie A il 18 maggio 2014, sua unica presenza, nella partita vinta per 2-1 dal Chievo sul’Inter, all’ultima giornata di campionato. Con Stanco, (14 presenze in Lega Pro quest’anno, per complessivi 591 minuti, senza reti) invece, tutto si è concretizzato ieri sera. «Si tratta» come spiega il direttore generale Stefano Marchetti, «di una prima punta che però può giocare anche da seconda. Un giocatore di un metro e novanta che, a dispetto della stazza, ha buone qualità tecniche. Avevamo l’obiettivo di rimpolpare la rosa prima della ripresa del campionato del 17 gennaio e ci siamo riusciti. Non escludo altri arrivi, ma ora ci prenderemo più tempo». I tifosi potranno probabilmente vederli all’opera già nell’amichevole che il Cittadella giocherà sabato alle 15, proprio contro la Primavera del Chievo, mentre un secondo test è stato programmato per mercoledì prossimo contro i trevigiani del Giorgione, in girone assieme ai Biancoscudati Padova nel campionato di serie D.

Ore 12.40 – (Corriere del Veneto) Giornata scoppiettante, quella di ieri, per il mercato del Cittadella, che comincia a muovere i primi passi dopo i pessimi risultati della squadra nel girone di andata. I granata sono ultimi in classifica e il campionato ha dimostrato in maniera inequivocabile che sono necessari rinforzi in tutti i reparti. Il direttore generale Stefano Marchetti ha piazzato ieri due colpi, andando a pescare un giovane promettente in Serie A e un attaccante in cerca di riscatto in Lega Pro. Con il Chievo da tempo non si concludeva un affare, si dice per qualche screzio fra l’ex ds Giovanni Sartori e Marchetti. Sta di fatto che le due società sono tornate a collaborare proprio dopo l’addio di Sartori, nel frattempo passato all’Atalanta e così in maglia granata arriva l’esterno Tomasz Kupisz. Nato a Radom (Polonia) il 2 gennaio 1990 Kupisz ha giocato per 3 stagioni nella Serie A polacca prima di trasferirsi al Chievo Verona e dal 2006 è in pianta stabile nella sua Nazionale. L’accordo è stato concluso nella tarda serata di domenica ed è stato seguito poche ore dopo da un’altra accelerazione decisiva per Francesco Stanco, di proprietà del Modena, ma in prestito al Pisa. L’attaccante emiliano arriva a rinforzare un reparto che ha molto sofferto in questa prima parte di stagione, anche se l’esperienza a Pisa è stata fallimentare sotto tutti i punti di vista e in pochi nella città toscana lo rimpiangeranno. Il mercato granata non finisce qui. In arrivo altri due rinforzi, uno a centrocampo e l’altro in difesa, ma bisognerà attendere qualche giorno prima di scoprire le prossime mosse di Marchetti, determinato a consegnare a Foscarini una squadra in grado di centrare una salvezza molto più complicata di quanto si potesse immaginare a inizio stagione.

Ore 12.20 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Una partita che valeva una stagione. Con il Padova l’Altovicentino aveva un solo risultato a disposizione, la vittoria. Un pareggio avrebbe voluto dire rimanere a -5, una sconfitta addirittura sprofondare a -8. Diego Zanin, appena una settimana di allenamenti a disposizione, perlopiù guastati dal maltempo, e nonostante alcune defezioni pesanti, è riuscito a fare il miracolo. Adesso sono solo 2 i punti che separano Padova e Altovicentino. Rino Dalle Rive può fregarsi le mani: la scelta sembra essere caduta sul tecnico giusto («Cerco sempre – ha dichiarato il presidente – di prendere il migliore sulla piazza»). In casa Altovicentino il 2015 lo attendevano con ansia: il 2014 aveva riservato troppa amarezza. Quegli 83 punti conquistati al termine dello scorso campionato, quota che in qualsiasi altro girone avrebbero voluto dire Lega Pro ma che invece non erano serviti a nulla, continuavano a riecheggiare come una beffa. Il nuovo anno è invece iniziato con tutt’altra musica, merito anche dell’inserimenti di nuovi elementi nell’orchestra che Zanin è stato chiamato a dirigere. Una gara da disputarsi a porte chiuse e 2mila euro di multa al Padova per le 3 bombe carta fatte scoppiare domenica dietro la panchina dell’Altovicentino

Ore 12.10 – (Giornale di Vicenza) Una gara a porte chiuse all´Euganeo, probabilmente quella con il Montebelluna, e 2.000 euro di multa. La Biancoscudati Padova paga dazio alle intemperanze dei suoi tifosi, che allo Stadio Dei Fiori di Valdagno, durante il big match contro l´Altovicentino, hanno fatto esplodere tre bombe carta sul campo e acceso due fumogeni all´interno del proprio settore. E alla fine è andata anche bene alla società biancorossa, già diffidata – ad ottobre un´analoga sanzione del giudice era stata sospesa prima di affrontare il pari classifica Belluno – visto che gli scoppi si sono verificati proprio sopra e davanti la panchina di casa. E qui davvero la Biancoscudati dovrebbe forse mandare un piccolo grazie ai meno blasonati cugini. «Al primo botto, assordante – spiega il tecnico vicentino Diego Zanin -ci siamo alzati tutti di scatto. Io mi sono limitato a guardare Parlato e quando il guardalinee mi ha chiesto se volevo richiamare l´attenzione dell´arbitro gli ho risposto di no. Anche il secondo botto è stato un tuono, ma abbiamo mantenuto la stessa linea, provando anzi a spiegare ai tifosi quello che la loro squadra rischiava». Volendo ci sarebbe stato spazio per una sceneggiata, ma signori e uomini di sport si nasce. «Per questo – chiude il presidente Rino Dalle Rive – le dichiarazioni del loro capitano (il vicentino Marco Cunico) non mi sono piaciute, noi siamo stati responsabili».

Ore 11.50 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Il tempo della tolleranza è scaduto”) È andata come si temeva, con una partita a porte chiuse e un danno economico, tecnico e d’immagine che brucia maledettamente nel cuore e nella testa di tutti coloro che si stanno adoperando per restituire al Biancoscudato quella dignità perduta sotto la gestione Penocchio. Oltre, però, non si può più andare. Da oggi in poi, basta tolleranza, basta compromessi, basta ambiguità: chi ama veramente il Padova, ultras compresi, dovrà essere inflessibile con quegli imbecilli che tra petardi, sputi e offese stanno arrecando uno sfregio all’inimitabile passione del popolo biancoscudato, capace di esprimere un tifo sano, caloroso, coinvolgente. Guai a coprirli, guai a giustificarli, guai ad emularli. Per loro non ci dovrà essere più posto allo stadio. E se proveranno a tornarci, la parola d’ordine sarà isolarli e metterli definitivamente alla porta. Le curve, lo ripetiamo da tempo, vanno ripulite da questi scempi. Senza fughe di responsabilità.

Ore 11.40 – (Gazzettino) A questo punto Bonetto si sofferma su un altro concetto. «Purtroppo sono cose che succedono anche perché giochiamo in campi non adeguati a ospitare migliaia di tifosi. Se andiamo a vedere le multe prese, sono state su campetti piccoli, dove il controllo è molto limitato ed è facile portare determinati oggetti, e quando i tifosi sono a contatto con il campo può succedere di tutto». Arrabbiato e deluso? «C’è amarezza, ma non delusione: lo sarei se fossero state 500 persone a comportarsi male, ma qui stiamo parlando di tre mascalzoni in mezzo a duemila tifosi. Sono contento della nostra tifoseria, ma dobbiamo lavorare con il massimo impegno perché questi tre, quattro si sentano alla gogna. Hanno creato un problema non da poco». Come vi comporterete con i 3.500 abbonati che non potranno andare allo stadio con il Montebelluna? «Vedremo di fare qualcosa in un secondo momento. Ora c’è da pensare alla chiusura dello stadio e a trovare la soluzione per isolare i mascalzoni». Così il diesse De Poli: «Dispiace, so cosa si prova a giocare davanti ai tifosi e a porte chiuse, è una giornata senza spettacolo. Girano le scatole, ma il giudice ha fatto la cosa giusta».

Ore 11.30 – (Gazzettino) «Purtroppo dobbiamo prenderne atto – esordisce il presidente Giuseppe Bergamin – Non ci sono scusanti o reclami da fare. Ce l’aspettavamo un po’ tutti, eravamo anche più pessimisti dato che ci si poteva aspettare di peggio, è una penalizzazione anche abbastanza sopportabile. Adesso la nostra posizione è quella di riunire tutti i rappresentanti dei tifosi e fare un corpo unico per trovare una soluzione e dare un segnale di dissociazione da questi fatti, sperando che possa avere effetto. Mi auguro che già questa settimana ci si possa incontrare per trovare una soluzione che chiuda un capitolo che è la cosa più negativa dell’attuale stagione». Alle parole del presidente, fanno eco quelle dell’amministratore delegato Roberto Bonetto: «Ero insieme a Bergamin e a De Poli quando abbiamo appreso la notizia. Cercheremo di organizzare a breve un incontro con tutta la tifoseria organizzata per fare in modo che questi maleducati o imbecilli, chiamiamoli così, vengano isolati. Ci vuole una posizione ferma da parte di tutti i tifosi: queste tre, quattro, cinque persone devono sentirsi messe alla gogna. Poi vediamo di fare anche una conferenza stampa per lanciare questo messaggio forte che deve venire da tutti».

Ore 11.20 – (Gazzettino) Una partita a porte chiuse e duemila euro di ammenda. Questo il provvedimento del giudice sportivo per i tre potenti petardi che sono esplosi domenica vicino alla panchina dell’Altovicentino e che sono stati lanciati dal settore dello stadio Dei Fiori di Valdagno riservato ai tifosi biancoscudati. Nel suo provvedimento il giudice ha tenuto conto della recidiva reiterata, ossia i fatti avvenuti nelle gare in trasferta con Montebelluna (esplosione di petardi e fumogeni, nonchè lancio di tre bottigliette piene d’acqua, una delle quali aveva colpito al polpaccio un guardalinee), Fontanafredda (un fumogeno e cori di discriminazione razziale) e Kras Repen (lancio in campo di una lattina di birra e alcuni bicchieri di plastica vuoti, nonché uno sputo che aveva colpito alla testa un guardalinee). Da inizio campionato il club biancoscudato ha preso in totale 6.900 euro di multe. Sempre riguardo alla sfida di domenica, il giudice ha sanzionato l’Altovicentino con un’ammenda di 700 euro perché i suoi tifosi hanno utilizzato due fumogeni, lanciandone uno in campo. Il Padova dovrà scontare la sanzione domenica 18 in occasione della partita con il Montebelluna all’Euganeo, che sarà appunto vietato al popolo biancoscudato.

Ore 11.10 – (Gazzettino) «Preferisco non commentare, dirò il mio pensiero la prossima settimana. Intanto per questa domenica mi godo ancora i nostri tifosi». Parlato non vuole entrare nel merito del provvedimento disciplinare, e si limita a ribadire: «Ovviamente è una situazione che dispiace, ma non voglio andare oltre. Ho la testa a Mogliano», e cioè alla trasferta di domenica con l’Union Pro. Se l’aspettava? «Sono stati coerenti con quello che avevano detto in precedenza». Dispiaciuto anche capitan Cunico. «Non entro nell’ambito della morale, resto alla pratica: a me giocare senza tifosi pesa. Giocare all’Euganeo a porte chiuse e farlo con cinquemila persona è ben diverso. Andare in campo senza i tifosi che ti spingono e che mettono un po’ di tremarella agli avversari è un vantaggio proprio per quest’ultimi».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Tra le varie repliche a questo intervento, molte nel segno dell’ironia, quella di Marco: «Qui non si tratta di giornalisti, o di tre petardi. Ci sono regole chiare, giuste o sbagliate, ed eravamo stati avvertiti. Stupido chi si ne è fregato; si sentirà superiore, ma intanto ha creato un bel danno economico alla società e tolto la possibilità di tifare per i colori biancoscudati nella prossima partita casalinga a 5.000 tifosi». In silenzio per ora gli ultras, usa toni pacati, ma fermi Giorgio Ferretti, presidente Aicb. «Questi comportamenti – esordisce – vanno condannati in tutti i sensi. Chi sa o ha visto deve denunciare e fare i nomi, altrimenti è lui stesso complice. Sto ricevendo molte telefonate e tutti si sentono penalizzati e beffati perché pagano per colpe che non hanno a causa di pochi imbecilli. È la prima volta che ricordo un provvedimento del genere». Poi lancia un appello: «Spero che la società e soprattutto le istituzioni, che tanto hanno fatto per la rinascita del calcio cittadino, si muovano in qualche modo perché, oltre a quello economico, per il Padova c’è pure un grosso danno d’immagine per la città e la piazza». Questo infine il commento del sindaco Bitonci: «Chi ha tirato quei petardi ha messo a repentaglio la passione pulita di un’intera città e gli sforzi di una società sana che sta cercando di riportare la portacolori cittadina ai livelli che si merita».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Non c’è cosa più fastidiosa che dovere pagare per colpe altrui. E così il verdetto del giudice sportivo ha immediatamente acceso la rabbia dei tifosi che sul web se la prendono, spesso con parole pesanti, con chi ha provocato la sanzione. «Non abbiamo bisogno di delinquenti – scrive Mauro – ma di tifosi che amano il Padova, sempre e in ogni categoria come faccio io dal 1978. Grazie a chi per la prima volta non mi fa assistere alla partita. Vergognatevi!». Senza mezzi termini Denis: «Per colpa dei soliti falliti! I petardi sparateveli tra di voi». Idem Filippo: «Io farei un bell’applauso ai m… che hanno fatto questo bel gesto». Fabio se la prende con i capi ultras: «Omertà! Questi sono i capi della Fattori! Falliti, se avessero gli attributi avrebbero già provveduto a fare il nome alla società ancora domenica sera». Da Alessio una proposta condivisa da molti: «Gli abbonati potrebbero costituirsi in una bella class action con il il Padova per i danni, azione senza precedenti in Italia che farebbe epoca». Controcorrente Andrea: «Prendetevela con chi squalifica il campo per tre petardi, vi meritereste una curva triste silenziosa e grigia». Alessandro se la prende con i giornalisti: «Ora siete tutti contenti voi della carta stampata».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Amichevole in programma oggi alle 14.30 sul campo del Carpanedo, squadra che milita nel campionato di Terza categoria, che servirà ai biancoscudati per affinare la preparazione in vista della trasferta con l’Union Pro. Al test dovrebbe partecipare Degrassi dopo che anche ieri non si è allenato per una botta al ginocchio; non invece Zubin che ha proseguito nel lavoro differenziato. «Sta aumentando il lavoro – afferma Parlato – ma non credo che scenderà in campo». Nel tardo pomeriggio di ieri Petkovic ha effettuato un’ecografia per vedere a che punto è il recupero dalla lesione all’adduttore: oggi se ne saprà di più. Corsa a parte anche per il terzo portiere Vanzato. Busetto invece si è allenato regolarmente con i compagni partecipando alla seduta nella quale Parlato ha provato più soluzioni tattiche. Il tutto si è concluso con una partitella “libera”, nel senso che i giocatori non hanno ricoperto il consueto ruolo, tanto che il sigillo che ha chiuso la contesa è stato firmato da Sentinelli, stabile in attacco. Con il gruppo si è allenato anche il portiere Giulio Gjonaj, classe 1997, del settore giovanile biancoscudato.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Immediati i commenti furiosi, sul web, dei tifosi biancoscudati, costretti per colpa di qualche esagitato ad abbandonare le tribune. ««C’è molta amarezza, anche se ce l’aspettavamo», ammette l’a.d. biancoscudato Roberto Bonetto, «Ma forse siamo stati anche fortunati, vista la gravità della situazione. Non siamo stati in grado di isolare questo virus, ma ho già chiesto che sia fatta al più presto una riunione con i rappresentanti dei vari gruppi del tifo organizzato, ultras e non, per mettere alla gogna certi mascalzoni». I precedenti. Ed è una decisione, per così dire, storica: mai, nel corso della sua storia, il Padova ( persino il Calcio Padova 1910) era stato costretto a disputare una partita ufficiale a porte chiuse. Solo due volte, negli anni Novanta, l’Appiani venne squalificato: prima a seguito dei gravi incidenti avvenuti nel derby col Vicenza, quindi la stagione successiva, quando si giocò sul neutro di Bologna la prima partita di serie A con la Sampdoria.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Alla fine, a ben guardare, la giustizia sportiva è stata persino clemente. Il rischio, serio, era che arrivasse una doppia giornata a porte chiuse o la squalifica del campo. Un sospetto più che legittimo, visto che quanto avvenuto a Valdagno non è stato una novità: lo scorso 15 ottobre, infatti, il giudice aveva già inflitto la chiusura dei settori locali al Padova dopo i fumogeni e i petardi esplosi a Fontanafredda, sospendendo però la pena e dando l’ok alla disputa di Padova-Belluno davanti a seimila spettatori. Qualcuno, evidentemente, non aveva capito l’antifona: sia l’arbitro, nel suo referto, che il commissario di campo della Lega Dilettanti hanno annotato quanto piovuto dalla tribuna biancoscudata domenica scorsa, e il giudice stavolta non si è limitato ad una pacca sulla spalla. Il 18 gennaio l’Euganeo sarà blindato: gli unici autorizzati ad accedervi saranno gli addetti ai lavori e i tifosi del Montebelluna.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Biancoscudati Padova-Montebelluna si giocherà in uno stadio Euganeo senza spettatori. La decisione del Giudice Sportivo della Lega Nazionale Dilettanti, ampiamente attesa dopo che tre petardi, domenica scorsa, erano esplosi a ridosso della panchina dell’Altovicentino, allo stadio di Valdagno, ieri è arrivata puntuale «Una gara da disputarsi a porte chiuse ed ammenda di 2.000 euro», ha scritto il giudice nel dispositivo. «Per avere i propri sostenitori, in campo avverso, introdotto nel settore loro riservato e fatto esplodere nel corso della gara tre bombe carta sul campo per destinazione, e 2 fumogeni all’interno del proprio settore. Sanzione così determinata in considerazione della oggettiva idoneità del materiale pirotecnico utilizzato a cagionare danni alla integrità fisica dei presenti, nonché della recidiva specifica reiterata per i fatti di cui ai comunicati ufficiali 23, 34 e 64».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Poche ore dopo la pubblicazione della sentenza, anche il sindaco di Padova Massimo Bitonci ha preso posizione contro chi ha provocato la punizione del giudice sportivo: «Chi ha lanciato i petardi ha messo a repentaglio la passione di migliaia di sportivi padovani e il tentativo di una società nuova e sana di riportare i colori della città ai livelli sportivi che merita. Questi cosiddetti tifosi prendano esempio dai supporter di altri sport, il confronto sportivo non può mai trasformarsi in violenza». Intanto domenica comincia il girone di ritorno, a Mogliano contro l’Union Pro che all’esordio cadde per 3-0 all’Euganeo. Oggi, dopo due giorni di allenamenti all’Appiani, i biancoscudati alle 14.30 saranno di scena a Carpanedo di Albignasego (Terza categoria campo di via Cimarosa). Parlato comincerà a testare il nuovo undici, anche se gran parte delle sue scelte dipenderanno dalla presenza di Lazar Petkovic. Il portiere serbo nel tardo pomeriggio di ieri ha effettuato un’ecografia per verificare il decorso del suo infortunio all’adduttore: se l’esito confermerà la buona guarigione, l’estremo difensore potrebbe riprendere il proprio posto. Degrassi oggi dovrebbe riprendere ad allenarsi con i compagni, mentre Zubin sta accelerando il passo ma oggi non dovrebbe essere dell’amichevole di Carpanedo. Tifosi. Il club Fossa dei Leoni organizza la trasferta a Mogliano in pullman: il costo è di 22 euro, comprensivi di viaggio, biglietto e pranzo al sacco. La partenza è alle 10.30 dal parcheggio dello stadio Euganeo con sosta alle 11.10 alla Castagnara: per informazioni e prenotazioni 3386818524 oppure 3475049707.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Una squadra completamente abbandonata a sé stessa. «Ovviamente non potevamo fare il ritiro pre-partita e il pranzo prima della gara le ultime volte ce l’ha offerto un ristoratore nostro amico. I soldi per le ultime due trasferte, invece, sono riusciti a tirarli fuori i tifosi del Monza Club. Il materiale d’allenamento non è mai arrivato e meno male che il Comune ha deciso di tenere aperto lo stadio nonostante non fossero state pagate le bollette. Eravamo considerati quasi degli eroi, visto che siamo tutti professionisti ma non siamo mai stati pagati». Eppure qualcosa si è rotto anche nel rapporto con i tifosi, che lunedì scorso hanno contestato pesantemente alcuni giocatori che avevano minacciato lo sciopero. Ma a quel punto Radrezza se ne era già andato: «A dicembre è subentrato un nuovo presidente, l’inglese Dennis Bingham , ma non è cambiato nulla. Appena l’ho visto ho chiesto la rescissione del contratto. Il club è stato messo in mora e credo che la maggior parte dei giocatori se ne andrà. Sono stati sei mesi da incubo». Ora Radrezza sta valutando alcune offerte in Lega Pro: «Mi piacerebbe tornare a Padova ma avrei dovuto svincolarmi entro il 15 dicembre. Adesso spero di trovare la squadra giusta. Ma la prossima estate mi piacerebbe molto tornare a vestire il biancoscudo. La società mi sembra seria ed è anche padovana, domenica ero a Valdagno e ho percepito un entusiasmo pazzesco».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il 2014 vissuto da Igor Radrezza, fantasista padovano classe 1993, resterà etichettato per sempre alla voci incubi. «Prima o poi scriverò un libro sulle disavventure che mi sono capitate, soprattutto negli ultimi sei mesi», confessa l’ex prodotto delle giovanili biancoscudate, che da una settimana ha rescisso il contratto con il Monza e adesso sta cercando una nuova sistemazione in Lega Pro. Dopo aver vissuto due esperienze fallimentari, nel vero senso della parola. «In confronto a quello che mi è successo dopo, quello del Padova non lo considero nemmeno un fallimento sportivo», spiega Radrezza, che in tutto il 2014 ha giocato, venendo pagato soltanto due mesi. A inizio anno con il Padova e a luglio con il Monza. «Appena arrivato in Brianza avevo grande entusiasmo, la squadra era forte, il mister preparato e ci hanno parlato di un progetto ambizioso. Tutto è andato bene fino a ottobre, il mese di luglio eravamo stati pagati, poi si è spenta la luce». Ma la squadra ha deciso di dar credito alla proprietà, accettando di rinunciare allo stipendio di agosto per evitare il fallimento. Ma a ottobre iniziano i guai giudiziari del presidente anglo-brasiliano Emery Armstrong, che sparisce dalla circolazione. «La società era assente e non aveva pagato nulla, il presidente era irrintracciabile. L’affitto del mio appartamento l’ho dovuto pagare di tasca mia, perché non era stato saldato».

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Bergamin usa toni pacati, ma la sua presa di posizione è ferma e decisa. E c’è la voglia di chiedere un incontro alla tifoseria per cercare di trovare una soluzione a quello che sta diventando un problema in una stagione in cui tutto pareva filare per il verso giusto. «Come me, credo sia amareggiata la quasi totalità della tifoseria – sottolinea Bergamin – e leggendo i commenti in giro vedo tanta rabbia e indignazione che capisco benissimo. È un peccato che una trasferta storica con 3.000 nostri sostenitori a Valdagno sia stata rovinata da un gesto come quello a cui abbiamo assistito e che per fortuna non ha provocato conseguenza. Ci siamo già mossi per chiedere un incontro a tutte le varie componenti della tifoseria, vogliamo cercare di risolvere in qualche modo questa questione». Aggiunge il presidente: «Cercate di capire il mio stato d’animo, sono deluso e amareggiato per quello che è accaduto. Abbiamo fatto tanti sforzi per ripartire e per costruire quella che al momento è la prima in classifica, ma non abbiamo disponibilità illimitate, per cui anche multe come quelle che stanno arrivando sono mazzate. Vorremo che chi tira i petardi lo capisse, visto che sono certo che la tifoseria organizzata lo ha già compreso». Duro il sindaco Massimo Bitonci. «Chi ha tirato i petardi – tuona il primo cittadino – mette a repentaglio la passione di una città e lo sforzo di una società sana che cerca di riportare il calcio padovano ai livelli che si merita».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Biancoscudati-Montebelluna domenica 18 gennaio allo stadio «Euganeo» verrà disputata a porte chiuse. Attesa, la mannaia del giudice sportivo si è abbattuta sulla società di viale Nereo Rocco, punita perché già in diffida «per avere propri sostenitori in campo avverso, introdotto nel settore loro riservato e fatto esplodere nel corso della gara tre bombe-carta sul campo per destinazione e 2 fumogeni all’interno del proprio settore. Sanzione così determinata in considerazione della oggettiva idoneità del materiale pirotecnico utilizzato a cagionare danni all’integrità fisica dei presenti». Una punizione – in aggiunta a 2.000 euro di multa – che al quartier generale biancoscudato temevano sarebbe stata anche più pesante, con la squalifica dell’«Euganeo» e l’obbligo di giocare la prossima partita casalinga in campo neutro. Così il Padova non presenterà ricorso. «Ci aspettavamo purtroppo questa sentenza – conferma il presidente Giuseppe Bergamin – e siamo molto amareggiati perché per il comportamento sconsiderato di 3-4 persone ci va di mezzo un’intera tifoseria. Non presenteremo ricorso, non riteniamo ci siano le condizioni per farlo. Accettiamo questo provvedimento e, se devo dire la verità, temevo che la punizione potesse essere più pesante, visto che eravamo già in diffida e che quello che è successo a Valdagno purtroppo lo abbiamo visto tutti».

Ore 08.38 – Serie D girone C, prossimo turno (diciottesima giornata, domenica 11 gennaio ore 14.30): AltoVicentino-Legnago, Montebelluna-Clodiense, Fontanafredda-ArziChiampo, Union Pro-Padova, Mori S.Stefano-Belluno, Kras Repen-Sacilese, Tamai-Giorgione, Ripa La Fenadora-Dro, Triestina-Mezzocorona

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica al termine del girone di andata: Padova 41, AltoVicentino 39, Belluno 36, Sacilese 32, La Fenadora 29, Montebelluna 27, Tamai e Clodiense 26, ArziChiampo 25, Fontanafredda 24, Union Pro 22, Giorgione 19, Legnago 17, Dro 16, Triestina e Kras Repen 11, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 7.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati dell’ultima giornata di andata: Altovicentino-Padova 1-0, Kras Repen-Clodiense 1-1, Montebelluna-Belluno 0-1, Mori Santo Stefano-Fontanafredda 3-4, Sacilese-Dro 1-1, Tamai-Mezzocorona 2-0, Triestina-Legnago 4-4, Union Pro-ArziChiampo 2-3, Union Ripa La Fenadora-Giorgione 3-1

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 7 gennaio: multa di 2.000 euro ed obbligo di disputare una partita a porte chiuse per i Biancoscudati.




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