Lanciano-Cittadella, Schenetti: “Il calvario è finito, da adesso la strada è in discesa”

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Un calvario che pareva senza fine. Infiammazione al tendine, anzi no, peggio: infiammazione all’osso del ginocchio, uno di quegli infortuni difficilissimi da individuare e, soprattutto, da curare. Alla fine Andrea Schenetti è uscito da un tunnel da incubo in cui si era infilato. Senza sapere come sarebbe finita, senza sapere che dopo tanti sforzi e tante ricadute, finalmente adesso la strada è in discesa. Per lui e probabilmente anche per il Cittadella: «Non mi era mai capitato di trovarmi in una situazione del genere – ammette l’esterno granata – è stato un calvario infinito, tante volte mi sono chiesto quando sarebbe finito, perché non si riusciva a capire come uscirne, in quale modo sarebbe stato possibile porre fine ai miei dolori. All’inizio pareva fosse un’infiammazione al tendine, ma il guaio non si risolveva in nessun modo, si cercava una soluzione e non si trovava. Il momento più brutto probabilmente è stato dopo la partita di Varese. Fui convocato e il peggio sembrava alle spalle, giocai mezzora, ma alla fine mi faceva un male cane. E da quel momento in poi è iniziata un’altra corsa a ostacoli». Schenetti ha lavorato duro, non si è mai arreso, poi sono spuntati due plantari, che lentamente gli hanno dato sollievo (in un primo momento), fino a quando il dolore non è scomparso del tutto: «E pensare che avevo iniziato molto bene il campionato – sospira – un paio di buone partite e poi questa situazione da incubo. Quello che conta, però, è che adesso il peggio sia alle spalle. Sono tornato ad allenarmi e sabato ho giocato contro il Bologna per la prima volta da titolare dopo quattro mesi». Il destino (l’influenza che ha colpito Kupisz) gli ha dato una mano e sul campo Schenetti ha offerto una prestazione più che discreta considerata la lunga assenza: «E’ andata abbastanza bene – sorride – anche se non giocavo da mesi e ovviamente non potevo essere al top. Adesso arriva la primavera e credo che la strada possa essere finalmente libera da ostacoli. Certo, c’è più concorrenza, ma quella è positiva. C’è da salvare il Cittadella, prima di tutto. Il resto viene dopo».




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