Live 24! Triestina-Padova, -5: primo allenamento settimanale alla Guizza, si prepara la sfida del “Rocco”

Condividi

Clicca qui per aggiornare la diretta

Ore 22.30 – (Triestina Calcio/Comune di Trieste) Si è svolto oggi in Municipio un incontro tra il Sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, e i vertici dell’Unione Triestina 2012 (erano presenti il Presidente Marco Pontrelli e l’Amministratore Delegato Pangrazio Di Piero) durante il quale il Presidente Pontrelli ha illustrato al Primo Cittadino la situazione societaria e in cui si è discusso del positivo andamento della squadra nella seconda parte del campionato. La formazione alabardata pare aver trovato maggior stabilità e i risultati delle ultime partite sembrano rilanciare la compagine di Ferazzoli verso l’obiettivo salvezza. Il Presidente, inoltre, ha avuto modo di aggiornare il Sindaco anche in merito ai pagamenti ai quali sta facendo fronte la società, sia per quanto riguarda le pendenze ereditate sia per gli impegni contratti nella stagione in corso. Ascoltando con attenzione, il Sindaco ha voluto ribadire al Presidente Pontrelli la necessità di una stabilità dell’assetto societario che consenta di fare un progetto sportivo pluriennale capace di dare serenità alla tifoseria e a tutta la città, che negli ultimi anni sono state parecchio bistrattate dalle precedenti gestioni. In presenza di questo impegno e alla conclamata stabilità il Comune potrà fare la sua parte, nelle forme e nei limiti consentiti, per supportare il progetto dell’UnioneTriestina 2012.

Ore 21.40 – (Il Piccolo) Un passo indietro che però non deve destare preoccupazione. Il Kras Repen visto domenica contro l’Union Pro ha incontrato una squadra davvero ben attrezzata. Certo, sembrava davvero che a dover fare punti salvezza fossero i veneti, molto di più dei carsolini. E forse questa è una delle considerazioni più evidenti da fare: anche se il Kras, sino alla partita di domenica, era la terza squadra ad aver totalizzato il maggior numero di punti nel girone di ritorno, la salvezza è tutt’altro che scontata. Paradossalmente poi, contro l’Union Pro è sembrato che ci fosse una sola squadra messa in difficoltà dal forte vento che ha soffiato per tutto l’arco dell’incontro sul terreno di gioco di Repen. E quella squadra era proprio il Kras. Emblematico su tutti l’errore compiuto da Miroslav Cvijanovic in occasione dell’azione che ha propiziato il raddoppio degli avversari: da un giocatore di esperienza come il difensore centrale non era lecito attendersi un simile svarione a causa del vento. Che a Mogliano Veneto la bora sia di casa? Un’ultima considerazione riguarda la mancanza di mordente al momento della finalizzazione di gioco. Se è vero che il portiere Noè ha salvato i suoi sui due calci di punizione scoccati da Rondinelli nel primo tempo e da Knezevic nella ripresa, è mancata cattiveria sotto porta. Grujic e Spetic hanno avuto sui propri piedi due ottime occasioni, ma le conclusioni hanno favorito l’intervento da parte del portiere avversario. A parte Corvaglia, che è stata una spina costante nel fianco della difesa ospite, l’unico a metterci la giusta dose di aggressività lì davanti è stato Luciano Rabbeni, che con furbizia e caparbietà è andato a segno accorciando le distanze a tempo oramai scaduto. Dopotutto, comunque, una giornata storta può anche starci. Quella di domenica è la seconda sconfitta del girone di ritorno. In otto incontri il Kras ha totalizzato 14 punti, più di quelli messi in cassaforte in tutto il girone di andata. Ma non è specchiandosi e facendosi belli di questo “bottino” che la salvezza rimarrà a Repen. Ci sono nove incontri da disputare ancora. E il calendario parla chiaro: in un mese il Kras affronterà cinque formazioni ampiamente alla portata dei carsolini. Ad iniziare da domenica prossima con il Fontanafredda dove c’è un imbarazzante 4-1 casalingo incassato all’andata da vendicare.

Ore 21.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) È crisi rossonerorossa. Un solo punto per il Fontanafredda nelle ultime 5 partite; 4 in 8 gare per il Tamai. Cammino da retrocessione per le cugine appaiate a quota 31. Sino a gennaio si ipotizzava un clamoroso accesso per entrambe ai playoff. Oggi la zona playout (Legnago sest’ultimo a quota 29) è appena 2 punti sotto. Cosa è successo ai team di De Pieri e De Agostini? DERBY AMARO – La differenza tra le furie dell’andata e quelle del ritorno è tutta condensata nel derby con la Sacilese. All’andata il Tamai arrivò al confronto con i biancorossi con 4 vittorie, un pari e la sola sconfitta con il Padova. Soffrì ma vinse (2-1), pur con un gol contestato di Zambon. Al ritorno, domenica, in piena difficoltà, si è beccato 3 sberle. «Ci siamo persi – ha ammesso Stefano de Agostini -. Non c’è più la voglia di portare a casa il risultato a tutti i costi. La strada intrapresa dopo la trasferta a Dro non è quella giusta. Dobbiamo cambiare in fretta, voglio una squadra cattiva e determinata. In settimana ci guarderemo in faccia per capire come possiamo tornare quelli dell’andata». Il modo in cui soffre la tensione di domenica Stefano non aiuta di certo. Durante la settimana lavora benissimo e ha tutto l’appoggio di gruppo e società. Ma anche a Sacile ha dovuto “ritirarsi” negli spogliatoi a metà del primo tempo, per riapparire solo in sala stampa. Domenica nel borgo arriverà l’Union Ripa, che ha un solo punto più dei rossi. Sarà spareggio per evitare la “zona arancione”. SQUADRA ESAURITA – Scivolano a braccetto Tamai e Fontanafredda. «I ragazzi – esordisce Maurizio De Pieri – accusano la stanchezza accumulata durante lo splendido girone d’andata. La rosa non è ampia e stanno più o meno tirando la carretta sempre gli stessi. È ovvio – sottolinea il tecnico rossonero – che il mio Fontanafredda non sia brillante come nello scorso autunno ed è inutile negare – concorda – che la classifica si sia complicata. La cosa peggiore sarebbe farsi prendere dall’ansia. Dobbiamo riordinare le idee e convincerci che siamo in grado di lottare anche sino all’ultima giornata per raggiungere l’obiettivo salvezza». La sfida di domenica al Tognon con il Kras (25) sarà fondamentale. CHIAMATEMI CARLO – Zirolandia ha chiuso con le dimissioni di Zironelli, ma al XXV Aprile lo spettacolo continua. Chiamarla Marchettilandia non farebbe lo stesso effetto. «Noi siamo la Sacilese e io – Marchetto è un antipersonaggio per eccellenza – sono Carlo». Carlo ha raccolto 2 successi in 2 gare, vinto il derby, conquistato e difeso il terzo posto. «Anche con il Tamai – afferma – la squadra ha dimostrato di avere a cuore questo campionato. Il terzo posto? Ci teniamo – conclude – ma senza farne un obbligo». Domenica trasferta a Mezzocorona.

Ore 21.00 – (Messaggero Veneto) Play-off più vicini per la Sacilese, play-out meno lontani per Tamai e Fontanafredda. E’ la contraddizione, in chiave provinciale, emersa dall’ultima giornata di serie D. Quasi stupisce l’autorevolezza con cui i liventini hanno assorbito l’inatteso cambio di allenatore, mentre comincia a preoccupare l’involuzione di mobilieri e rossoneri, incappati rispettivamente nella seconda e terza sconfitta consecutiva, e ora a 2 punti soltanto dalla zona spareggi-salvezza. Che impatto. Due partite, 6 punti, 5 gol fatti, nessuno subito. Niente male l’impatto di Carlo Marchetto sulla panchina della Sacilese. C’era un po’ di diffidenza sul suo ruolo di “supplente” dopo l’addio di Zironelli, ma i numeri stanno spazzando ogni dubbio. Favret e compagni stanno marciando a pieno regime verso i play-off: ora il vantaggio sulla sesta (Arzignano) è salito a 8 lunghezze. Un buon margine da gestire nelle prossime 9 gare. «Attenzione – avverte il ds biancorosso Denis Fiorin –, perché ci attende ancora un trittico terribile, a cavallo di Pasqua, in cui affronteremo Belluno, Arzignano e Padova. Solo dopo la trasferta all’Euganeo potremo davvero fare ipotesi sul nostro futuro». Stanchi. Il Fontanafredda, come detto, a Dro ha incassato il terzo ko di fila, quarto nelle ultime 5 giornate. I ragazzi di mister De Pieri sembrano in debito d’ossigeno dopo la magnifica corsa condotta sino alla fine di gennaio. «Non abbiamo una rosa così ampia – ha commentato il tecnico rossonero – come altre rivali. Pertanto era fisiologico attendersi un calo. Ora l’importante è non farsi prendere dall’ansia. Abbiamo tutte le possibilità per rimetterci in careggiata». Magari a partire dal prossimo match casalingo col Kras, divenuto d’un tratto delicato e importante. Scarichi. Sembra più una questione caratteriale quella che attanaglia il Tamai, ancora a secco di vittorie nel girone di ritorno. Nel derby del Livenza troppo molle l’atteggiamento della squadra di De Agostini, che ha strigliato i suoi, pur prendendosi le proprie responsabilità. «D’ora in poi – ha dichiarato il tecnico mobiliere – voglio uno spirito diverso. Dobbiamo ritrovare la fame di qualche tempo fa. Capisco che anche la mia assenza durante le gare non aiuta, ma non ci sono alibi che tengano quando si gioca senza il fuoco dentro, come con Kras e Sacilese».

Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) L’Union Ripa La Fenadora sorride. Con il pareggio (1-1) maturato nella sfida interna con la Triestina, i neroverdi sembrano aver messo alle spalle i freddi fantasmi dell’inverno. «Ci siamo trovati di fronte una squadra che nel 2015 non ha mai perso e ha un attacco molto forte – commenta il direttore sportivo Alberto Faoro -. Siamo stati bravi a indirizzarla sui binari che volevamo, peccato solo per il gol subìto. Per il resto non abbiamo corso altri rischi. Alla luce di tutto è un punto che ci fa guadagnare due posti in classifica staccando Tamai e Fontanafredda». Queste due formazioni erano appaiate all’Union a 31 punti, ma la loro sconfitta ha permesso ai neroverdi di guadagnare le due posizioni citate dal direttore sportivo. Dando uno sguardo appena sotto però emerge un altro particolare: i pareggi dell’Union, con le vittorie delle inseguitrici, hanno accorciato la classifica e i playout sono a soli 3 punti di distanza (29) e hanno il nome del Giorgione. Urge quindi una vittoria, ma per vincere è necessario segnare: «Sappiamo di avere qualche difficoltà in fase realizzativa – continua il direttore -, ma siamo compatti e questo è un bel punto a nostro favore a cui si aggiungerà il rientro dello squalificato Brotto. Abbiamo trovato una quadratura che ci permette di non rischiare e adesso butteremo altri mattoncini per raggiungere l’obiettivo finale».

Ore 20.20 – (Corriere delle Alpi) Alex Pellizzer saluta il Ripa Fenadora. Non è un vero e proprio addio, ma il terzino classe 1995 ha ricevuto un offerta di lavoro lontano da Feltre e di questi tempi è difficile pensare di poter rifiutare un contratto. Pellizzer andrà a lavorare a Bassano, ma rimarrà nella rosa neroverde e in caso di necessità sarà disponibile per scendere in campo, anche se vederlo partire dal primo minuto sarà veramente difficile. «Alex si allenerà con i suoi compagni solo il venerdì sera – spiega il mister del Ripa Fenadora Massimiliano Parteli – stiamo cercando una squadra in Promozione a Bassano con cui possa lavorare il martedì, mentre il mercoledì andrà in palestra. Il ragazzo ci ha spiegato di avere avuto questa opportunità, ha fatto le sue valutazioni e ha fatto bene ad accettare. Continuerò a portarlo in panchina e, nonostante lo avrò solamente a mezzo servizio, sono convinto che potrà esserci utile visto che non abbiamo terzini destri avendo spostato Gjoshi più avanti. Nei prossimi giorni vedrò il da farsi». Contro la Triestina è arrivato un buon punto. Nonostante il Ripa Fenadora non vinca ormai da otto partite, il pareggio di domenica è comunque positivo, perché conquistato contro una squadra che in classifica si trova alle spalle dei neroverdi. «L’importante era non perdere – continua Max Parteli – la Triestina è una squadra molto forte davanti ed è ancora imbattuta nel 2015. Il fatto di avergli concesso solamente due mezze occasioni vuol dire che i ragazzi hanno giocato una buona partita. Dispiace aver preso gol su calcio d’angolo, ma sapevamo la loro forza sulle palle inattive. Sono contento della prestazione della squadra, è vero che non vinciamo da otto partite, ma di queste almeno tre meritavamo di portare a casa l’intera posta. La medicina migliore in questo momento è continuare a lavorare, senza abbattersi». Un attacco in crisi. Il Ripa Fenadora nel girone di ritorno ha segnato sei reti in otto partite, un bottino povero e sicuramente sotto le aspettative. «Facciamo fatica a segnare nonostante il buon volume di gioco che sviluppiamo – continua il mister neroverde – una volta creavamo sei o sette occasioni ogni partita, adesso meno e se ne va bene ne realizziamo una. Contro la Triestina per segnare abbiamo avuto bisogno di un calcio di rigore. Domenica prossima contro il Tamai recuperiamo dalla squalifica Gianmarco Brotto e questa sicuramente è una buona notizia». Vietato sbagliare. Contro il Tamai il Ripa Fenadora non può permettersi passi falsi. La squadra di Pordenone si trova alle spalle dei neroverdi, ma il margine è di un solo punto e in caso di sconfitta scatterebbe il sorpasso. «Non è ancora un match decisivo, visto che mancano nove partite, ma bisogna cercare di non sbagliare e di non perdere – conclude Parteli – siamo sempre alla ricerca della vittoria che ci sblocchi, il nostro è un problema psicologico, quando giochi con l’ansia non è mai semplice».

Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Andrea Pagan, allenatore della Clodiense, si gode il quinto posto in classifica con la concretissima possibilità di disputare (inaspettatamente) i playoff. «Ad inizio campionato nessuno avrebbe immaginato che la salvezza l’avremmo già raggiunta a marzo – ci dice soddisfatto il tecnico chioggiotto. E questo è merito dei ragazzi che hanno lavorato sodo. La dimostrazione l’abbiamo avuta anche domenica contro il Mezzocorona. I ragazzi sono scesi in campo concentratissimi ed anche dopo il pareggio avversario non si sono innervositi ed hanno continuato a macinare gioco e gol». Il tecnico granata è particolarmente soddisfatto della prova fornita da alcuni giocatori come Carlucci, Casagrande e Okroglic poco impegnati negli ultimi tempi e della truppa dei giovani (Cigna, Chiozzotto, Siega). «Per Carlucci ed Okroglic era importante riassaporare il clima partita mentre per Casagrande la sua esclusione nelle due partite precedenti era solo tecnica, legata a certe partite, ma lui è importante perché ci dà geometrie e tempi. Sono particolarmente contento per i giovani, che stanno crescendo, specialmente per Chiozzotto che ha fatto miglioramenti notevoli allenandosi con serietà ed umiltà». Ora l’appetito vien mangiando, che campionato chiede ai suoi? «Ho dei ragazzi molto motivati – continua Pagan – e tutti sono consapevoli che possono dare ancora di più. L’ingresso ai playoff sarebbe un grande successo anche per loro stessi, per valorizzarsi».

Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Ora sono io. Francesco Posocco era cosciente di non essere al meglio, di rendere meno quanto lui stesso e i tifosi si aspettassero. Bene la partenza a inizio stagione, poi un calo. Fino a domenica, a Castelfranco, dove il biondo di Vittorio Veneto è tornato al gol, spalancando al suo Belluno la via della vittoria. «Una vittoria fondamentale – conferma 24 ore più tardi l’attaccante di Roberto Vecchiato – perché eravamo consapevoli che da troppo tempo facevamo troppi pochi punti. Ne servivano tre, subito, e sono arrivati. Quello portato a casa con il Giorgione è un risultato che ci dà forza e morale». Concordi che dopo l’ottimo avvio hai avuto un periodo grigio? «Sì, certo, ne ero consapevole. Non me ne sono mai preoccupato perché era già accaduto in passato e sapevo che prima o poi sarebbe passato, ma sapevo che tutti si aspettavano qualcosa in più da me. Da qualche settimana però sto meglio, sento che le cose sono cambiate, sto riprendendo confidenza e fiducia». Con quello di Castelfranco fanno 2 gol in campionato. Obiettivo minimo? «Vorrei superare i cinque dell’anno scorso. Segnando domenica mi sono tolto un peso, mi mancava quella sensazione e riuscire a segnare è stata una soddisfazione enorme». Anche il Belluno ha passato un momento meno brillante. «Sì, ma è alle spalle. Ora siamo nella condizione per tornare quelli di inizio stagione. Ci siamo, la strada è quella giusta». La Sacilese intanto vi ha raggiunto. «Se oggi siamo al fianco della Sacilese in classifica è perché abbiamo fatto un grande campionato, visti i loro obiettivi iniziali. Quella è una squadra da primissimi posti, ora però spero di rilasciarceli presto alle spalle. Vorrei finire l’anno vedendo sopra di noi soltanto le due corazzate Padova e Altovicentino. Ci sono ancora 27 punti in palio, farne 20 non sarebbe male». Cosa ruberesti ai tuoi maestri Corbanese e Radrezza? «Il fiuto del gol di Simone e la tecnica eccezionale di Andrea. Ma mi basta già avere il privilegio di lavorare ogni giorno con loro». Il prossimo anno cosa farà Francesco Posocco? «Il fuoriquota (è del 1996, ndr) al Belluno, spero. Ma ora è presto per parlarne, non ne so niente e quando sarà il momento ne parlerò con la società».

Ore 19.20 – (Corriere delle Alpi) Vittoria meritata. Dopo due pareggi e una sconfitta il Belluno è tornato a raccogliere i tre punti in trasferta contro il Giorgione. La squadra gialloblù nonostante i numerosi infortuni è riuscita ad imporsi grazie ad una prestazione solida e autoritaria contro la squadra di Castelfranco. Era da sette partite che il Belluno subiva costantemente almeno un gol e finalmente Sommacal e compagni sono riusciti a tenere la porta inviolata. «Sono contento della prestazione della squadra – commenta soddisfatto mister Roberto Vecchiato – abbiamo qualche difficoltà in questo momento, visto che ci sono meno soluzioni, ma ieri siamo riusciti a condurre la partita dall’inizio alla fine concedendo una sola grossa occasione al Giorgione che ha colpito il palo. L’espulsione del loro portiere sicuramente ci ha dato una mano, ma senza il fallo avremmo segnato il vantaggio. Il Belluno si è dimostrato pericoloso durante tutta la partita facendo bene le giocate che doveva fare». Visti gli infortuni, credi nella sfortuna? «Non saprei definire cosa ci sta succedendo, quello che è certo è che non ci gira bene – continua l’allenatore del Belluno – gli infortuni che ci stanno capitando vanno analizzati. Ruben D’Incà e Yari Masoch si sono fatti male mentre correvano, Paolo Pellicanò in uno scontro di gioco in allenamento. Sono infortuni casuali, non ci sono responsabilità da parte di nessuno. Tempi di recupero per Masoch e Pellicanò? Bisognerebbe chiederlo ai dottori, io per essere realista dico 20 giorni». Esordio dal primo minuto per Davide Canova, classe 1998. Il ragazzo si allena con la prima squadra da quest’estate e a volte gioca di sabato con la juniores nazionale. Quest’anno aveva giocato già alcuni spezzoni di partita ma non era mai partito da titolare e il mister domenica lo ha premiato. «Ha giocato una buona partita, facendo i movimenti nello spazio che gli avevo chiesto – spiega Vecchiato – è un ragazzo di diciassette anni, poche squadre giocano con giocatori del 1998 dall’inizio, mi viene in mente solo il Mori Santo Stefano in questo momento». Davide Solagna più di Damiano Schincariol. Negli ultimi mesi il portiere bellunese ha giocato decisamente di più rispetto al compagno di reparto, ma Vecchiato spiega che anche “Schinca” avrà il suo momento. «Per ora continua Solagna, il finale di stagione lo farà Damiano». Mosca squalificato. L’unica ammonizione per il Belluno, arrivata contro il Giorgione, è proprio quella di Stefano Mosca che era in diffida e quindi sarà costretto a saltare la sfida al Polisportivo contro il Dro. «Dobbiamo tenere duro – conclude il tecnico – nelle prossime tre settimane non tornerà nessuno». Al posto di Mosca dovrebbe giocare uno tra Giovanni Pescosta o Danny Paganin. Più difficile pensare che il tecnico del Belluno metta Andrea Di Bari sulla sinistra, che è a tutti gli effetti un centrale.

Ore 19.00 – Triestina-Padova: primo allenamento settimanale anche per gli alabardati, nessun assente.

Ore 18.40 – (Il Piccolo) Dopo le ultime performance dell’Unione qualcuno si aspettava di più dalla trasferta di Pedavena. Sul piano del gioco non si può non sottolineare come gli alabardati abbiano fatto un mezzo passo indietro. Ma una flessione ci può stare in una squadra che ha sempre tenuto duro negli ultimi due mesi. Nonostante l’enpasse di gran parte del primo tempo c’è da dire però che la squadra ha saputo restare viva in campo con la consueta reazione nella ripresa. Sul piano del risultato è arrivato un altro punto (e sono quattordici nel ritorno) e per di più in rimonta, che è ormai una caratteristica dell’Unione di Ferazzoli. Un punto che, in virtù dei risultati maturati sugli altri campi, consente alla Triestina di avvicinarsi ulteriormente alla zona salvezza. Questo è uno stimolo per il prosieguo della stagione ma non basta. Il rapporto tra i supporter e la squadra si sta rinsaldando. Sugli spalti della micro-struttura di Pedavena si sono rivisti tifosi alabardati che quasi mai in questa stagione avevano comprensibilmente deciso di spendere una domenica del loro tempo. Qualche centinaio di anime in più rispetto alla media si era mossa anche in occasione del match con il Giorgione. I risultati in primis, la trasparenza di Ferazzoli, la tenacia mai venuta meno, anche nei momenti più delicati, del gruppo stanno riconvincendo anche i più scettici. Anche perché il clima attorno alla società, nonostante il saggio low profile degli ultimi mesi, è tutt’altro che rassicurante. E a Trieste negli anni scorsi, in circostanze simili o quasi, squadra e pubblico si sono compattati. Domenica si gioca al Rocco una partita suggestiva oltre che importante per la classifica soprattutto dell’Unione. Nel derby delle due nobili decadute, la Triestina ha poco da perdere e anche il Padova ha un buon margine sull’Alto Vicentino. Può essere l’occasione per assistere a un match di calcio godibile dal punto di vista tecnico ma soprattutto suggestivo. Superato questo evento resteranno otto partite che rappresentano lo sprint finale per l’Unione. Servirà raccogliere 15-16 punti per evitare le forche caudine dei play-out. Non è per nulla scontato che la squadra riesca a raggiungere questo obiettivo. Anzi. Ma Ferazzoli da mesi riesce a mettere in campo una squadra competitiva che magari vince poco ma non perde quasi mai (solo due sconfitte in diciassette gare). Ecco perché il popolo alabardato è stato riconquistato. Ora spetta alla società di Pontrelli assecondare questo feeling e non creare black-out che sono più pericolosi della pur precaria classifica nella quale è ancora invischiata la Triestina.

Ore 18.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Reduce dal ko di Novara (3-0), il Venezia tira un sospiro di sollievo per quanto riguarda le condizioni di Stefano Fortunato. Il portiere arancioneroverde si era fermato durante il riscaldamento, avvertendo un fastidio alla coscia destra: al suo posto era stato schierato il giovane Marco D’Arsié. Al di là dell’esordio e dei tre gol subiti (non imputabili a precise responsabilità del subentrato), il timore era di dover tornare sul mercato alla ricerca di un portiere svincolato. Ma così non sarà, visto che ieri l’esame ecografico al quale Fortunato è stato sottoposto, ha dato esito negativo. Il dottor Renato Villaminar, medico sociale del Venezia, ha diagnosticato una contrattura muscolare che sarà gestita dallo staff medico nel corso di questa settimana. Non dovrebbero dunque esserci problemi per il suo recupero per il match di sabato al Penzo contro la Cremonese, appuntamento fondamentale per aggiungere punti a una classifica sempre troppo avara (decimo posto con 38 punti, più 7 sulla zona playout). Intanto è stato ufficializzato l’orario del match della settimana successiva contro la Giana Erminio: si giocherà sabato 21 marzo alle ore 19,30 al Brianteo di Monza.

Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia ha chiuso con la conquista di 4 dei 9 punti disponibili il ciclo di tre partite (due in trasferta) in soli nove giorni. Un bottino più magro rispetto alle aspettative – al 2-1 di Monza hanno fatto seguito lo 0-0 con l’Arezzo e lo 0-3 di due giorni fa a Novara – ma comunque sufficiente per far salire da 4 a 7 le lunghezze di margine sui playout. Gli sguardi sono sempre puntati sul quart’ultimo posto della Giana Erminio (31 punti contro 38), cui gli arancioneroverdi faranno visita sabato 21 marzo (ore 19.30) al Brianteo di Monza e non a Gorgonzola. Prima però il Venezia proverà a rialzarsi sabato prossimo, 14 marzo (ore 17), quando al Penzo arriverà una Cremonese risalita a -3 dai lagunari grazie al 3-2 sulla FeralpiSalò. La preparazione della squadra riprende oggi con una doppia seduta al Taliercio: fin d’ora in dubbio per il match con i grigiorossi il portiere Fortunato, vittima a Novara nel riscaldamento di una contrattura muscolare che ha fatto esordire tra i pali D’Arsiè. Da monitorare anche Peccarisi, Giuliatto e Scialpi.

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) La serie A è il grande sogno e ha i colori blucerchiati della Sampdoria, che da tre anni lo gira in prestito in Lega Pro ma cui è legato fino al 30 giugno 2016. Il pensiero di Simone Corazza sul suo futuro è un semplice «magari» che il 24enne portogruarese sta legittimando a suon di gol. Ne sa qualcosa il Venezia, trafitto due volte dal suo ex attaccante nel 3-0 incassato due giorni fa a Novara. «È stato un pomeriggio particolare per me – lo rivive Corazza – perché, proprio alla squadra che mi ha lanciato, ho segnato la mia seconda doppietta e raggiunto il mio record di gol in Lega Pro. Il secondo è stato più bello in anticipo, il primo però è stato più pesante perché ci ha tolto il peso di sbloccarci. Ora sono a quota 11 e non voglio fermarmi, riuscire a conquistare la serie B sul campo col Novara sarebbe davvero un grande traguardo». Con 5 reti nelle ultime sei uscite l’ex arancioneroverde si sta facendo largo in un attacco a cinque stelle com’è quello del team azzurro. «Evacuo, Gonzalez e Della Rocca li conoscono tutti, sapevo che a Novara avrei trovato tanta concorrenza ma gli stimoli sono enormi. Farsi largo tra attaccanti con una carriera così è una grande sfida, devo imparare il più possibile e far vedere che ci posso stare. Sto facendo un buon percorso pur essendo il più giovane». Già a Venezia l’attaccante originario di Alvisopoli, frazione di Fossalta di Portogruaro, aveva fatto intravedere le sue qualità. «Avevo esordito pochi mesi prima in Lega Pro1 col Portogruaro, ma la serie D 2009/10 in arancioneroverde è stata decisiva soprattutto perché era la mia primissima occasione. Avevo 18 anni, giocai tanto realizzando 11 reti più due nei playoff, il tutto in una piazza che non aveva niente a che vedere con quella categoria anche per la passione e il seguito dei tifosi». E per di più, lo ricorda volentieri, il gol più bello della sua carriera risale proprio al periodo trascorso a casa. «Una prodezza in rovesciata come quella contro l’Union Quinto non mi è più riuscita – ammette col sorriso – anche se quest’anno, alla seconda giornata contro la FeralpiSalò, ho segnato di potenza e precisione calciando da 30-35 metri. Sono ancora all’inizio, prima voglio la B col Novara, poi chissà, se la Samp mi volesse dare una chance».

Ore 17.10 – (La Nuova Venezia) Allarme rientrato per Stefano Fortunato, così il diesse De Franceschi non dovrà rituffarsi nel mercato alla ricerca di un portiere. Fortunato era stato costretto a dare forfait all’ultimo secondo per un fastidio muscolare, tanto che compariva ancora nella distinta ufficiale, mentre in porta si sistemava D’Arsié. Ieri mattina il portiere del Venezia si è sottoposto a ecografia per valutare l’entità del malanno, ma l’esame ha dato esito negativo: si tratta solo di una contrattura alla coscia destra che verrà gestita nel corso della settimana dallo staff medico del Venezia, guidato dal dottor Renato Villaminar, con l’obiettivo di presentare Stefano Fortunato tra i pali sabato pomeriggio contro la Cremonese, gara che all’andata segnò il suo rientro da titolare causa l’infortunio alla mano di Lukas Zima. Oggi doppia seduta al Taliercio, dovranno essere verificate le condizioni di Giuliatto e di Peccarisi costretti a dare forfait alla vigilia della trasferta di Novara. Intanto è partita la prevendita per la partita contro i grigiorossi lombardi dell’ex Kirilov. Per il momento i biglietti potranno essere acquistati solo recandosi in sede, in via Torino, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18, oppure on line, in quanto i punti vendita Vela non sono ancora “agibili” dopo l’attacco informatico subìto la scorsa settimana. Nella Cremonese mancherà per squalifica il centrocampista Alessandro Marchi, autore del gol dell’1-0 nel match vittorioso (3-2) sulla Feralpisalò, entrano in diffida Espinal e Raimondi nel Venezia. Non è stato omologato il risultato (1-1) di Arezzo-Pavia in attesa del reclamo della società lombarda. La Lega Pro ha ufficializzato date e orari del programma della giornata di ritorno nel girone A che vedrà il Venezia impegnato in trasferta contro la Giana Erminio: si giocherà di sabato (21 marzo), ancora in notturna (ore 19.30), ancora allo stadio Brianteo di Monza, che ha finora ospitato le gare interne della neopromossa lombarda. C’è ancora la possibilità che la Giana possa ritornare per la partita con il Venezia nel suo stadio a Gorgonzola, impianto finalmente messo a norma per la Lega Pro che attende solo il via libera da parte della Commissione provinciale di Vigilanza della Prefettura di Milano, dopo il rinvio a data da destinarsi del sopralluogo previsto inizialmente per venerdì scorso. Sabato sarà osservato un minuto di silenzio per ricordare Luca Colosimo, il trentenne arbitro di Torino morto l’altro ieri in un incidente stradale mentre rincasava dopo aver arbitrato Spal-Prato. Luca Colosimo in questa stagione aveva diretto il Venezia un mese fa (7 febbraio) nella partita contro il Como.

Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) È il Real Vicenza la squadra più “buona” della Lega Pro, a dirlo è la classifica della Coppa Disciplina. Questa speciale graduatoria tiene conto di tutti i provvedimenti disciplinari verso i giocatori, gli allenatori, i dirigenti e la società stessa nell´arco della stagione sportiva. Ogni provvedimento ha un peso ed un punteggio diverso e a fine anno verrà stilata la classifica definitiva e a vincere questa particolare coppa sarà la squadra che ha ottenuto il punteggio più basso. Per il momento è quindi un risultato parziale che conteggia tutti i cartellini o le varie sanzioni ai danni di calciatori e società fino al 25 febbraio, ma per il presidente Lino Diquigiovanni è già un grande traguardo: «Per me questo è davvero un grosso risultato, è una classifica che riguarda tutti e tre i gironi di Lega Pro, quindi ha una copertura nazionale. Io ho voluto ringraziare i giocatori, innanzitutto è merito loro, poi anche al di fuori del calcio giocato, in cui è normale che qualche cartellino possa essere preso, la società non ha mai preso neanche una multa. È una soddisfazione per me». A nove partite dal termine del campionato di Lega Pro, il Real Vicenza è a quota 9,75, inseguito da Santarcangelo (9,85) e dall´Alto Adige (11,85) contro i 96,85 punti del Teramo, fanalino di coda di questa graduatoria. Dai numeri pubblicati risulta chiaro come il girone A sia il raggruppamento più corretto della categoria con ben sette squadre tra le prime dieci, mentre il girone C è il più “cattivo”: ne fanno parte le ultime dodici classificate nella coppa disciplina, tranne il fanalino di coda (Teramo, girone B). Lo scorso anno la Coppa è stata vinta da una delle attuali avversarie del Real, l´Alto Adige, contro cui i vicentini si sono sfidati sabato, con un coefficiente di 13,70, punteggio ancora alla portata del Real. «Per me che amo lo sport, lo sport vero non quello litigioso – continua il presidente Diquigiovanni – queste sono le cose belle, importanti e motivo d´orgoglio. Poi in campo che vinca il migliore…». Un motivo per sorridere per la società vicentina che va ad aggiungersi a quell´entusiasmo che sembra si sia riacquistato tra le file del Real dopo le ultime tormentate settimane. «È tornato tutto come prima – dice il presidente biancorosso – probabilmente è servito anche questo scossone, qualcosa è sicuramente cambiato». Ai “buoni” del Real sembra quindi che le cose ultimamente vadano per il verso giusto, il sorriso tornato, la coppa disciplina… chissà che sia di buon auspicio per il raggiungimento, dei playoff.

Ore 16.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.00 – Qui Guizza: lavoro atletico finale. Ad assistere all’allenamento anche Claudio Ottoni.

Ore 15.40 – Qui Guizza: intenso lavoro per i Biancoscudati. Busetto torna a lavorare col pallone.

Ore 15.20 – Qui Guizza: partitella a campo ridotto.

Ore 15.00 – Qui Guizza: lavoro col pallone. Assenti Lanzotti e Ferretti, mentre Nichele e Busetto lavorano a parte.

Ore 14.40 – Qui Guizza: termina il colloquio Parlato-giocatori, inizia l’allenamento.

Ore 14.30 – Qui Guizza: squadra a colloquio con mister Parlato.

Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) «Pensare al primo posto forse è troppo, andiamo avanti giorno per giorno e vediamo cosa succederà». Parola di Simone Iocolano, uno dei punti di forza del Bassano rilanciatosi alla grande nelle zone nobili della classifica dopo le due vittorie ottenute in rapida sequenza contro Mantova e Lumezzane. Iocolano, intervenuto ieri pomeriggio a «Focus Lega Pro» su Sportitalia, ha poi parlato in termini entusiastici della stagione in corso: «A inizio anno non pensavamo di essere in questa posizione di classifica – evidenzia – ma ormai che siamo in ballo, balleremo fino alla fine. Il merito è di tutto il gruppo, che lavora duro per lo stesso obiettivo: arrivare più in alto possibile». Nel frattempo la Lega Pro ha comunicato i cambi di orario relativi al palinesesto della trentunesima giornata. Bassano-Pro Patria verrà disputata sabato 21 marzo, alle ore 17 allo stadio Mercante, mentre alla stessa ora si giocherà anche Cremonese-Real Vicenza. Torres-Bassano di domenica 15 marzo, verrà invece disputata alle ore 14.30, mentre il Real Vicenza anticiperà la partita casalinga contro la Giana Erminio a venerdì 13 marzo alle ore 19.30.

Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Il risorgimento giallorosso matura in 4 giorni: il doppio saccheggio lombardo tra Mantova e Lumezzane ha come primo effetto il consolidamento della quarta piazza playoff: sì perchè alla postseason accedono le migliori due quarte dei tre gironi e in questo momento il raggruppamento nord e quello sud sono quelli che stanno marciando più velocemente. Ecco perché Bassano farà bene a tutelare il proprio piazzamento senza smettere di andare a caccia di punti. La vena piratesca virtussina potrà eventualmente essere soddisfatta di nuovo domenica a Sassari con la Torres, terzo viaggio di fila: un´anomalia sancita dal calendario e soprattutto dall´anticipo del turno infrasettimanale inizialmente programmato per il 25 marzo.
Per rivedere la Virtus nel catino amico bisognerà attendere sabato 21 marzo alle 17: data e orario comunicati ieri dalla Lega per la sfida tra Bassano e Pro Patria che anche all´andata a Busto Arsizio venne disputata di sabato alle cinque del pomeriggio e finì 2-2. Intanto in Sardegna nel prossimo week-end mancherà Priola espulso l´altroieri e fermato per un turno dal giudice sportivo, mentre tra gli isolani salterà il match per lo stesso motivo il centrocampista offensivo Fabio Foglia. Asta dovrà rinunciare ancora ai lungodegenti Nolè e Maistrello e anche Bizzotto sarebbe tra i teorici indisponibili, ma il forfait di Priola ha disossato le soluzioni di retrovia, sicché il precettore ex Toro confiderà sullo straordinario attaccamento alla maglia di Bizzo per testarlo in settimana e affiancarlo a Zanella nel cuore della retroguardia: lui e Zanellone sentinelle davanti a Rossi, due ragazzi cresciuti nel vivaio e amiconi da sempre accentuano il senso di appartenenza e accendono la passione degli aficionados. Intanto oggi il centrocampista Proietti sarà impegnato in un´amichevole internazionale con l´Under 21 di Lega Pro a Coverciano, nella partita contro un team nordcoreano. GIUDICE SPORTIVO. Non c´è solo il difensore giallorosso Priola nella lista degli squalificati. Dopo l´ultima giornata, per quanto riguarda il girone A, dovranno fermarsi per un turno anche Cassetti (Como), Marchi (Cremonese), Recino (Giana Erminio), Baldassin (Lumezzane), Paro (Mantova), Freddi (Vovara), Pederzoli (Pavia), Simoncelli (Pordenone), Baclet e Guglielmotti (Pro Patria) e Foglia (Torres). Tra gli allenatori, due turni di stop per Bozzini del Pavia.

Ore 13.40 – Triestina-Padova, anche gli alabardati riprenderanno ad allenarsi nel pomeriggio, presso il campo in sintetico di Prosecco. Tegola per mister Ferazzoli: domenica dovrà fare a meno di capitan Piscopo, che verrà appiedato per un turno dal Giudice Sportivo.

Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Archiviata la trasferta di Pescara con un pareggio acciuffato nel finale con un gol del «solito» Andrea Cocco, il Vicenza riprenderà oggi la preparazione in vista della prossima gara che si disputerà lunedì sera in posticipo al Menti contro il Catania.
Da inizio anno i biancorossi di Pasquale Marino sono ancora imbattuti, con un ruolino di marcia composto da sei vittorie e tre pareggi che ha portato il Vicenza al quarto posto solitario con 48 punti. Una quota che di fatto vale la permanenza in serie B e che permette al Vicenza di cambiare l’obiettivo di inizio stagione e di puntare almeno a giocare i playoff. Non chiedetelo però a staff tecnico e a giocatori della compagine berica, perché nessuno, almeno al momento, vuole parlare di traguardi che non siano quello della salvezza. «Dobbiamo ancora arrivare a quota 50 — precisa Alessandro Camisa — e adesso la nostra attenzione è tutta rivolta a rivedere gli errori commessi a Pescara. Quella disputata in Abruzzo non è stata una buona partita perché abbiamo commesso tanti sbagli, anche banali, che potevamo e dovevamo evitare. C’è senza dubbio anche il lato positivo — continua Camisa — perché abbiamo portato a casa un punto d’oro pur avendo sbagliato tanto sotto l’aspetto del gioco, del ritmo e del possesso palla. Nonostante tutto abbiamo avuto il merito di crederci fino alla fine e questo è un grande merito che ci prendiamo». Un calo, forse più mentale che fisico, dopo aver centrato sei vittorie di fila ed essere ancora imbattuti nel 2015, che si può anche ritenere quasi normale, così come c’è da credere che il Vicenza potrà ricaricare le batterie e finire il torneo partecipando alla volata per centrare almeno i playoff. Sì, perché ormai non c’è dubbio che la pratica salvezza sia archiviata e che quindi per i biancorossi di Marino inizi un nuovo campionato con una meta diversa rispetto a quella iniziale. Alla fine del campionato di serie B mancano dodici giornate, che vedranno il Vicenza impegnato sei volte al Menti e altrettante in trasferta. Il calendario sembra dare una mano ai biancorossi che davanti al proprio pubblico, sempre più numeroso e caloroso, affronteranno nell’ordine Catania, Carpi, Avellino, Varese, Virtus Entella e Frosinone all’ultima giornata. Un cammino che consente ai berici di poter sfidare al Menti le rivali nella corsa ai playoff Avellino e Frosinone, dando ormai per irraggiungibile il Carpi che sta facendo un campionato a sé e che sembra aver ormai mezza serie A in tasca. In questo contesto Marino direbbe che bisogna pensare ad una partita alla volta, ed in quest’ottica sarà molto importante tornare alla vittoria lunedì sera contro il Catania, senza dubbio la grande delusione del campionato di serie B, in quanto la squadra siciliana dispone di un organico da primissimi posti ed invece si trova in zona retrocessione diretta. In trasferta il Vicenza sarà impegnato a Modena, Vercelli, Cittadella, Brescia, La Spezia e Livorno, con le ultime due gare che potrebbero anche essere veri e propri anticipi dei play off. Un Vicenza che nelle ultime tre partite affronterà nell’ordine Spezia e Livorno in trasferta e Frosinone al Menti, match che probabilmente saranno decisivi per il piazzamento finale della squadra di Marino. Il tecnico di Marsala tra circa un mese potrà contare anche su Antonino Ragusa, che sabato scorso ha giocato, e segnato, con la squadra Primavera. Un rinforzo importante che potrebbe rappresentare l’arma in più se il Vicenza riuscirà ad arrivare a maggio con la classifica attuale. E se il Bologna inciampasse? Sognare, in fin dei conti, costa nulla.

Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Sognare si può, anzi si deve. Se qualcuno nutrisse ancora qualche minimo dubbio, anche la matematica di fatto certifica che l´obiettivo primario della stagione biancorossa, quello della salvezza, è sostanzialmente già acquisito. Volata promozione. Ecco allora che il Vicenza sarà impegnato in uno sprint ben più entusiasmante di quanto previsto a inizio campionato: invece di evitare i playout, la squadra biancorossa potrà correre per provare ad… evitare i playoff. Sia chiaro: già la conquista dell´ottavo posto, l´ultimo utile per fare un bel giro di giostra agli spareggi che valgono la serie A, sarebbe un traguardo meraviglioso, il giusto premio per una stagione straordinaria. Ma una squadra che nel girone di ritorno ha raccolto più punti di tutti (21), proponendo per lunghi tratti il gioco più bello e al tempo stesso redditizio del campionato, dimostrando anche di saper soffrire caparbiamente nelle giornate meno felici (vedi le doppie rimonte contro Lanciano e Pescara), può legittimamente aspirare alle primissime posizioni della classifica. Perché è vero che il Carpi, salvo crolli clamorosi e al momento improbabili, pare obiettivamente irraggiungibile (11 punti di vantaggio sul Vicenza); ma è altrettanto vero che Pescara e Spezia, le ultime formazioni attualmente in zona playoff, devono rincorrere la squadra di Marino partendo da 5 lunghezze di ritardo, mentre tra i biancorossi e la promozione diretta in serie A attualmente ci sono appena 3 punti, con due lepri nel mirino: l´Avellino a +1 e il Bologna +3. La realtà dei numeri dice quindi che il secondo posto e il biglietto “vip” per saltare la fila e tornare subito nel paradiso del calcio rappresentano sogni arditi ma non impossibili. E anche risvegliarsi il 22 maggio alla terza o quarta posizione finale della classifica, potendo quindi saltare il turno preliminare dei playoff, sarebbe una consolazione tutt´altro che magra. Fattore Menti. Risulta evidente che in una volata così serrata avranno un peso specifico enorme i confronti diretti. Il Vicenza è già in vantaggio sul Bologna, avendo espugnato per 0-2 il Dall´Ara dopo l´ottimo pareggio 0-0 conquistato al Menti ancora sotto la guida di Giovanni Lopez. I conti sono ancora aperti, invece, con le altre formazioni di testa. Il Vicenza avrà il vantaggio non da poco di provare a chiuderli prevalentemente al Menti, fortino dove sin qui ha colto 8 vittorie, 5 pareggi e solo 2 sconfitte, peraltro entrambe nella prima parte del girone d´andata (contro Ternana e Modena il 14 settembre e il 28 ottobre); dopo il ko con gli emiliani, il Vicenza in casa ha inanellato 6 successi e 3 pareggi che certificano il miglior rendimento interno del campionato negli ultimi 9 incontri casalinghi. Ecco perché sarà sicuramente positivo poter ospitare al Menti il Carpi (29 marzo), provando a vendicare la sconfitta che il primo novembre segnò l´inizio dell´avventura di Marino, mentre l´11 aprile arriverà a Vicenza l´Avellino, già steso all´andata grazie ad un eurogol di bomber Cocco. La trasferta di Livorno alla penultima giornata (0-0 all´andata) sarà il preludio dell´ultima sfida, con il Vicenza che chiuderà la stagione regolare ospitando al Menti il Frosinone il 22 maggio. E a quel punto, ribaltare la sconfitta di misura subita il 28 dicembre (l´ultima fin qui per i biancorossi, imbattuti nel 2015), potrebbe essere solo il meno importante degli obiettivi raggiungibili in questo duello decisivo, davanti ad un pubblico da tutto esaurito.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Serata storta per il Cittadella che ce l’ha messa tutta nel posticipo con l’Entella. Sfortunata nel risultato, ma generosa e comunque apprezzabile la prova della truppa di Foscarini. «Ogni sconfitta merita una riflessione – sottolinea a fine gara il tecnico granata – Se guardo alla prestazione della squadra, alle occasioni avute, posso affermare che il Cittadella avrebbe meritato qualcosa in più. Devo però pensare anche a quello che è mancato, perché siamo stati sotto 2-0 contro un avversario che ha fatto meno di noi. Abbiamo trovato un Entella molto determinato in tutti i suoi giocatori, che hanno disputato una gara generosa, con tanto cuore e con lo spirito che a qualche mio elemento, forse, è mancato». Cittadella senza un punto tra andata e ritorno. «È una sconfitta che pesa molto, i liguri ci hanno scavalcato in classifica e siamo in svantaggio negli scontri diretti. Ero invece convinto di poter fare bene a Chiavari. Ci è mancato qualcosa, è una carenza nostra». Su Coralli entrato soltanto nel finale: «È stata una scelta doverosa, ha giocato chi era più riposato».

Ore 12.10 – (Gazzettino) L’Entella resta indigesto alla squadra di Foscarini che dopo la gara d’andata perde pure il ritorno a Chiavari. Anche in questa occasione il Cittadella non merita la sconfitta, ma spreca troppo in fase realizzativa, e quando centra la porta si trova davanti un Paroni (quasi) paratutto. Si interrompe così anche l’imbattibilità esterna dei granata nel 2015. Tutto confermato nelle formazioni ipotizzate alla vigilia, con il Cittadella che presenta la coppia Stanco-Sgrigna in attacco, Camigliano in difesa al posto di Pellizzer, non convocato per guarire al meglio dalla contrattura. Si parte con il piede schiacciato sull’acceleratore: grande pressing a tutto campo sul portatore di palla e veloci ripartenze, da una parte e dall’altra. Il primo sussulto lo regala l’ex biancoscudato Cutolo, grande conclusione dal limite e altrettanto spettacolare volo di Pierobon a deviare in angolo. La risposta del Cittadella non si fa attendere (13’): servizio perfetto di Sgrigna per lo scatto di Minesso che si invola verso la porta di Paroni, all’ingresso dell’area è pure strattonato da Cesar, ma resta in piedi e calcia di sinistro. Il portiere devia in angolo. L’1-0 lo sigla invece l’Entella al 20′. Sforzini libera Masucci in area, il cross rasoterra è deviato da Camigliano e finisce proprio sul destro di Staiti, facile il tocco a superare Pierobon. Scaglia in ritardo nell’occasione. Prova a rimettere a posto le cose Sgrigna su punizione, il pallone sorvola di poco l’incrocio dei pali, quindi l’attaccante calcia dal limite dell’area, semplice la parata di Paroni. Sgrigna ancora protagonista al 34′, si accentra bene ma il destro è troppo centrale. Molto attivo il fantasista, nuovamente capitano del Cittadella, in ombra invece Stanco. Cittadella vicinissimo al pareggio allo scadere del primo tempo, sempre Sgrigna in evidenza su punizione: destro basso nell’angolino e mezzo miracolo di Paroni che si distende deviando in angolo. La squadra di Foscarini comincia bene pure la ripresa. Kupisz, ben imbeccato da Barreca, conclude alto di testa. Foscarini manda in campo Gerardi per Minesso, Stanco sfiora il gol al 14′, il tocco d’esterno sinistro è respinto dal portiere. Ci prova anche Scaglia sugli sviluppi dell’ennesimo angolo, il pallone sorvola la traversa. Aumentano la pressione i giocatori granata, l’Entella è tutto rannicchiato a ridosso della propria area, è difficile in questa maniera trovare lo spazio buono per cercare la conclusione. Ci prova così dal limite Rigoni, buono il controllo e bello il tiro, ma nemmeno questa volta si centra lo specchio della porta. Dentro anche Coralli per Stanco, Foscarini le prova tutte per rimettere in sesto una partita sfortunata. Proprio nel momento di maggiore pressione l’Entella raddoppia con Costa Ferreira: il diagonale del nuovo entrato supera un incolpevole Pierobon. Che sia una serata storta lo si capisce nuovamente al 37′ quando la girata di sinistro di Gerardi è deviata da Paroni. Il Cittadella accorcia le distanze al 43′: angolo di Schenetti e stacco di Cappelletti, il pallone carabola davanti a Paroni che non riesce ad intervenire, forse tratto in inganno dall’accorrente Coralli. Ci sono altri due minuti più i quattro di recupero per cercare il pareggio. Troppo pochi. Ora bisogna rialzarsi in fretta: sabato al Tombolato arriverà il Crotone per uno spareggio-salvezza da non fallire.

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Il Cittadella si è imborghesito di colpo? Forse sì. La considerazione viene condivisa nel dopo gara anche da Claudio Foscarini, lucido nella sua disamina. «Dopo ogni sconfitta occorre riflettere su quanto è accaduto. Se guardiamo le occasioni create, i tiri in porta e il gioco espresso posso dire che il Cittadella non solo c’era, ma ha anche fatto qualcosa in più rispetto all’avversario. Un allenatore deve però considerare cos’è mancato dopo una partita come questa e allora devo dire che sul piano tecnico abbiamo fatto vedere qualcosa di più dell’Entella, ma l’Entella ha avuto più cuore di noi. Non meritavamo la sconfitta, nel complesso, ma abbiamo trovato una squadra che aveva più “spirito”. La differenza è tutta lì: oggi abbiamo fatto vedere di essere probabilmente superiori ai liguri, ma in questa categoria non basta». La mente ritorna alla sconfitta beffarda del match d’andata, perso pure quello di misura (0-1, decise Botta). «Non siamo stati per niente fortunati contro i liguri, quest’anno: abbiamo perso 6 punti su 6 rimediando due sconfitte che potrebbero pesare nell’ottica un arrivo a pari punti. Ci aspettavamo un risultato diverso, stavolta». Gli viene chiesto come mai Coralli abbia iniziato la gara dalla panchina, dopo la buona prestazione offerta contro il Varese. «Coralli non l’ho messo dall’inizio perché ha giocato tutta l’ultima partita e non era al top: soffre gli incontri ravvicinati e anche il manto sintetico, e io conosco le caratteristiche dei miei giocatori».

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Seconda sconfitta del girone di ritorno, dopo quella interna con il Bologna, decima complessiva della stagione, e il Cittadella ripiomba nella zona a rischio, dopo esserne rimasto fuori un paio di settimane. Oggi ci sarà il recupero fra Modena e Catania, e bisogna sperare che i gialloblù emiliani impongano lo stop agli etnei, per evitare guai peggiori. Lo scontro diretto con l’Entella finisce male, e c’è ben poco da recriminare. Il passo indietro è evidente, sia nella mentalità che nella voglia di lottare. A tratti, pur essendo a lungo padrone del campo, il Citta è parso “imborghesito”, giocando con superficialità alcuni palloni che andavano sfruttati meglio, soprattutto all’inizio. Al contrario, i liguri ci hanno messo proprio ciò che chiedevano i loro tifosi alla vigilia: determinazione, grinta e “fame”. Tanta “fame”. Bisogna ritornare in fretta quelli di prima oppure si rischia grosso. Un errore pagato caro. Foscarini dà fiducia all’ex Camigliano in difesa, propone Busellato a centrocampo (Paolucci finisce addirittura in tribuna) e, come a Vercelli, affianca Sgrigna a Stanco, con Coralli dirottato in panchina. Il trio d’attacco dell’Entella fa paura, e, dovendo per forza di cose vincere, i biancocelesti cercano proprio di sfruttare le ripartenze per esaltare i loro attaccanti. Eppure chi fa la partita è il Cittadella, che parte bene, ma non affonda. E quando la difesa di casa si perde in un bicchier d’acqua – passaggio difensivo in orizzontale – Minesso si trova un pallone d’oro, che appoggia male a Sgrigna, con il risultato di far inviperire l’allenatore (7’). Cutolo sente odore di derby, lui che con la maglia del Padova si è sempre esaltato contro i granata, e al 9’ esplode il sinistro da fuori, costringendo Pierobon ad un paratone, con volo d’angelo sulla sua sinistra. La risposta degli ospiti è una palla-gol che Minesso, per ingenuità e perché sbilanciato da Cesar mentre s’incunea in area sul perfetto lancio di Sgrigna, si divora a tu per tu con Paroni, bravo a deviare in angolo sul primo palo (14’). È una partita aperta, dove nessuna delle due contendenti rinuncia ad offendere, sebbene il Citta debba guardarsi dai tre là davanti. E difatti, al primo errore dietro, l’Entella passa, spostando l’asse della bilancia dalla sua parte: cross da destra per Sforzini, che devia di prima per Masucci, palla nell’area piccola e Staiti approfitta dell’immobilismo delle belle statuine granata (soprattutto Scaglia) per trafiggere Pierobon (20’). Le punizioni di Sgrigna. La reazione del Citta è nelle conclusioni del capitano, alcune tutt’altro che irresistibili, altre pericolose. In particolare, due piazzati dal limite fanno correre i brividi ai tifosi di casa: uno sfiora l’incrocio (27’), l’altro è bene angolato, ma Paroni in tuffo ci arriva con la punta delle dita ed evita il pari (44’). Tanta spinta, ma… Dopo l’intervallo è ancora la squadra di Foscarini a comandare le operazioni, con l’Entella che si chiude nella sua metà campo , affidandosi a Cutolo (soprattutto) e Sforzini per allentare la pressione avversaria. Non è serata, tuttavia, per i granata, che peccano di incisività e concretezza negli ultimi 20 metri. E quando inquadrano il bersaglio o trovano un Paroni attentissimo (come al 14’, superbo nel respingere d’istinto un tiro a colpo sicuro di Stanco in mischia), o peccano di precisione (Scaglia alto da buona posizione, 19’; Cappelletti sinistro sballato da dentro l’area, 22’; Rigoni destro dal limite a sfiorare l’incrocio, 28’). Altra dormita ed ecco il 2 a 0. Foscarini toglie Stanco, anonimo, e inserisce Coralli, dopo essersi giocato prima la carta Gerardi per Minesso. E proprio quando il pressing di Sgrigna & C. si fa insistente, l’undici di Prina colpisce per la seconda volta, trovando una prateria davanti a sè. Cross da destra e Costa Ferreira, con Cappelletti e Scaglia sorpresi, ha il tempo di controllare, prendere la mira e battere Pierobon con un preciso diagonale (36’). Coralli non basta. La reazione arriva, ma tardiva, e in mischia il “cinghiale” con un tocco astuto, sotto misura, supera Paroni (43’). Il finale, con lo stadio che è una bolgia, è tutto dei biancocelesti, che arpionano tre punti fondamentali, come all’andata, scavalcando i rivali e ricacciandoli dentro la zona playout. Adesso nuovo spareggio, sabato, al Tombolato contro il Crotone. Da non fallire.

Ore 11.10 – (Corriere del Veneto) Stavolta la stecca è di quelle che fanno male. Non decisiva, certo, ma quando perdi uno scontro diretto contro una rivale, è chiaro che non si possa essere contenti. Il Cittadella scivola a Chiavari, lascia via libera all’Entella per 2-1 nonostante un finale generoso e deve nuovamente rimboccarsi le maniche. Non che nessuno si fosse illuso che la strada potesse essere in discesa (la classifica è cortissima), ma certo le premesse lasciavano sperare in un esito diverso rispetto a quello maturato al Comunale. Alla lettura delle formazioni qualche sorpresa rispetto alle indicazioni della vigilia: Paolucci non al meglio va in tribuna, al suo posto gioca Busellato mentre in difesa c’è l’ex Camigliano e non De Leidi. Davanti Foscarini sceglie la velocità e la tecnica di Sgrigna sul sintetico di Chiavari. L’Entella presenta in difesa Cesar, per il resto Prina si affida al tridente Cutolo – Sforzini – Masucci. L’inizio è promettente, le due squadre giocano e lasciano giocare, per il resto si fa un po’ a fiammate. Il più ispirato è Sgrigna, che non a caso sarà il più presente sul taccuino nei primi quarantacinque minuti: al 9’ Cutolo trova sulla sua strada un super Pierobon, mentre al 13’ Sgrigna innesca Minesso che costringe Paroni a un salvataggio clamoroso in extremis a evitare lo 0-1. Quasi all’improvviso, al 20’ passa l’Entella. Ottima sponda di Sforzini per Masucci, che pesca Staiti, bravo nell’inserimento e a superare Pierobon. Lo svantaggio scuote i granata, che al 25’ sfiorano il pari con una bella punizione del solito Sgrigna, che si ripete nel finale di frazione (44’), costringendo così Paroni alla parata più difficile di tutta la serata. Nella ripresa il leit-motif non cambia: Cittadella in attacco, Entella a tentare di sfruttare le fasce e di colpire in contropiede. Sul taccuino tre chance nitide: la prima con Sgrigna di testa (alto al 6’), la seconda con Stanco (14’) su cui è bravissimo Paroni, la terza con Scaglia che di testa manda alto da pochi passi. Prina azzecca il cambio risolutore, Costa Ferreira entra e segna il 2-0. Sembra finita, ma il Citta lotta fino all’ultimo: sbaglia Gerardi, segna Coralli al 43’, il finale è palpitante ma il 2-1 è la sentenza finale.

Ore 10.40 – (Giornale di Vicenza) «Scusate, voi siete tutti dirigenti?». D´altronde, se non si vedono pullman all´orizzonte vuoi mica che siano i giocatori. E invece… È così che è stato accolto domenica l´Arzignanochiampo, nell´incredulità generale degli steward dell´Euganeo. Niente pullman, la Banda Beggio è arrivata a Padova in carovana con una decina di macchine. La trasferta era vicina. Conveniva. E poi è una questione di spirito. Il marchio di fabbrica di questo Arzichiampo non sbiadisce neppure al cospetto della capolista, di uno stadio in cui fino allo scorso anno si giocava la Serie B e a un pubblico che domenica – secondo il responso ordinatamente distribuito dagli steward all´intervallo – ha contato 4794 persone. «No, siamo i giocatori e siamo venuti con le nostre macchine». Piccolo primato. «Non dimentichiamoci che 700 giorni fa noi eravamo ultimi in Promozione, e loro stavano in Serie B». La filastrocca ritmata da Paolo Beggio è la colonna sonora di un´intera giornata. Ma guai a vederla come la favola del topolino di campagna che arriva in città. Più di tutto l´ha dimostrato il campo. Con i guantoni di Dall´Amico e una difesa impeccabile l´Arzichiampo ha portato a casa un punto-salvezza che fa orgoglio. Mai, prima d´ora, i Biancoscudati erano usciti dall´Euganeo senza segnare almeno un gol. Anzi, vincevano da sei gare di fila (e con 19 gol fatti). La Banda Beggio si è tolta anche questo sfizio, quello d´imbavagliare i vari Cunico, Zubin e Amirante. Gente che s´allena alla mattina e al pomeriggio, all´Appiani. Non alla sera nel parcheggio dietro il campo da gioco. Differenze. A dirla come uno spot, questa squadra è differente. Non sfila fuori dagli spogliatoi con beauty case griffati sotto braccio e in testa il ciuffo spalmato al gel. Piuttosto addenta panini al formaggio in corridoio. Accappatoio, infradito, una lattina di birra e te lo do io il defaticante. Le partite si vincono anche così. E si preparano (anche) il venerdì sera, tutti giù in taverna a casa del mister. Colletta per mettere assieme la cena e poi dai di calciobalilla fino alle due di notte. L´aveva detto il presidente Lino Chilese a inizio stagione: «Vogliamo mantenere lo spirito di una squadra dilettantistica». E così è stato. Ma nemmeno lui, forse, nei suoi sogni più belli si sarebbe immaginato una simile primavera. Con il braccio fuori dal finestrino, 38 punti nella sacca e tanta voglia di divertirsi ancora.

Ore 10.20 – (Gazzettino) I complimenti a fine gara si sono sprecati. «Me li hanno fatto Cicioni e un po’ tutti i biancoscudati, e mi hanno fatto piacere le parole in sala stampa di Parlato perché è un allenatore importante. Poi ovviamente li ho ricevuti anche dai miei compagni di squadra, dal mio allenatore e dal presidente Chilese». Giusto il pareggio? «Sinceramente meritava il Padova, ma anche noi abbiamo disputato una grande partita dato che nessuno aveva finora imposto lo 0-0 in casa ai biancoscudati». A proposito di Cunico e compagni, come li ha visti? «All’andata ero rimasto in panchina (vittoria 1-0 per i biancoscudati, ndr) e forse meritavamo il pareggio. Ma il Padova visto domenica mi ha impressionato di più, ho visto proprio una squadra forte in tutte le zone del campo. Credo che per l’Altovicentino sia dura rientrare». E se un giorno, anche alla luce della sua prova, dovesse arrivarle una chiamata dal Padova? «Mi piacerebbe, è una piazza importante. E un pubblico così entusiasta e caloroso non so quante altre volte si trova in giro».

Ore 10.10 – (Gazzettino) «Avevo già giocato al Rocco di Trieste e al Tenni di Treviso, ma mai davanti a cinquemila spettatori. Ti dà uno stimolo in più: naturalmente vale soprattutto per i giocatori del Padova, ma anche gli avversari ci tengono a fare bella figura». E l’otto in pagella è stato più che meritato. «La parata più difficile? Quella sul colpo di tacco di Amirante, mi sono salvato d’istinto. Durante la partita proprio Amirante mi ha fatto i complimenti dicendomi di smetterla di fare il fenomeno, ma non gli ho risposto per rimanere concentrato sulla gara». Dall’Amico ne menziona anche un altro paio. «Quella su Cunico è stata importante perché fatta a freddo. Entrare in uno stadio come l’Euganeo ti dà un po’ di disorientamento, quell’intervento mi ha permesso di entrare subito in partita. E poi è stata difficile quella sul tiro di Ilari deviato di testa da un mio compagno».

Ore 10.00 – (Gazzettino) Se domenica il Padova non è riuscito a conquistare la vittoria, incappando nel primo 0-0 all’Euganeo, la spiegazione sta nel “muro” di 198 centimetri d’altezza per 100 chili che porta il nome di Alex Dall’Amico. Un ragazzone classe 1995 che da questa stagione difende la porta dell’Arzignano Chiampo, dopo avere vinto l’anno scorso il campionato di Promozione con il Sarcedo, e che domenica ha indossato i panni di Superman sventando almeno sei palle gol biancoscudate. Proprio a Padova, tra l’altro, da qualche mese Dall’Amico (vicentino di Marano) ha iniziato l’università di Psicologia. «Ma non conosco Padova, sono venuto solo per dare un paio di esami dato che studio a casa». Alla sua prima esibizione all’Euganeo si è invece meritato la palma di migliore in campo. «È stata la mia prestazione migliore della carriera, per di più in un palcoscenico così».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Personalmente non sono mai riuscito ad andare all’uno contro uno, avevo sempre un raddoppio di marcatura. L’arbitro? Non voglio dargli colpe, anche se in certe circostanze ha esagerato a non fischiarci alcuni falli». A inizio stagione si segnava di più da fermo. Come mai? «All’inizio le squadre ti conoscono meno, ora ci studiano e sanno come coprirsi». Come mai lei è sempre il primo ad essere sostituito? «Giocando con il 4-2-3-1 e avendo in panchina tante prime punte, ci sta questo cambio. A volte anche la mia condizione fisica non è ottimale, visto che non ho fatto la preparazione. Non ci sono problemi». La tifoseria sembra avervi contagiato l’attesa febbrile per la gara di Trieste. «Ci teniamo molto. A parte lo stadio che è bellissimo, abbiamo captato già la settimana scorsa quanto sia importante questa gara per la piazza. Sarebbe da stupidi deludere i tifosi, vogliamo fare la nostra partita e tornare a Padova felici e vittoriosi». Otto punti di vantaggio si amministrano o si cerca di incrementarli? «Non va bene fare calcoli, non bisogna gestire il vantaggio. Dobbiamo pedalare e provare a chiudere il campionato il prima possibile». Oggi ripresa degli allenamenti alla Guizza, da valutare le condizioni di Ferretti e Nichele.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Nessun allarme in casa biancoscudata. Il giorno dopo il pareggio casalingo contro l’Arzignanochiampo che ha interrotto la striscia di sei vittorie consecutive, il morale resta alto. Più che preoccupare, fanno notizia le polveri bagnate dell’attacco più forte del campionato, che nelle ultime sei partite aveva viaggiato alla media di tre gol a gara. Domenica il Padova è rimasto all’asciutto per la prima volta in stagione in casa, per il disappunto dell’unico attaccante in rosa che finora non è ancora riuscito a timbrare il cartellino all’Euganeo. Nicola Petrilli, tra i protagonisti di questo campionato, ha segnato quattro gol tutti in trasferta. «È da inizio campionato che sogno una corsa sotto la Fattori per esultare», il rammarico dell’esterno piemontese. «Il nostro stadio mette i brividi. Sentire l’inno cantato dai tifosi quando si è sotto il tunnel è una sensazione unica. Spero di sbloccarmi anche in casa, l’avrei voluto fare contro l’Arzignano per dedicare il gol alla mia cuginetta Chloe appena nata. Sarà per la prossima volta, l’importante è tornare subito alla vittoria». Cos’è mancato al Padova rispetto alle ultime uscite? «Niente, perché le occasioni sono state create. Non è facile giocare contro squadre che stanno sempre dietro la linea della palla».

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) E preferisce concentrarsi sul calcio giocato evitando sterili polemiche: un taglio netto rispetto a certe abitudini del passato biancoscudato. «È mancato solo il gol — chiude il presidente — nel secondo tempo potevamo portare a casa la partita perché abbiamo fatto un’ambrosiana, ma oggi anche la fortuna ci ha voltato le spalle. Non prendere gol però vuol dire far comunque punti… Abbiamo fatto la partita che andava fatta, non facciamo un dramma per questo 0-0 perché vorrà dire che torneremo a segnare domenica prossima. Capitano anche queste partite come quella odierna». Il calendario propone adesso la trasferta di Trieste, ma i problemi finanziari della società giuliana sembrerebbero mettere addirittura in forse lo svolgimento della partita. Ieri, a questo proposito, sono piovute smentite, ma il club triestino è da tempo in difficoltà e si dice possa accadere qualcosa di clamoroso prima del fine settimana. Non resta che attendere per capire se si tratti solo di rumors o, peggio, di un nuovo caso Parma in serie D. Intanto il Padova aspetta, si gode il suo primato e resta sereno: la rincorsa alla Lega Pro continua.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) E quindi, anche se adesso il vantaggio è di otto punti, è bene comunque tenere la guardia alta. Partita bruttina, giocata senza la necessaria fluidità dai biancoscudati e con qualche nervosismo di troppo per un arbitraggio ritenuto dai più irritante, portiere vicentino in giornata di grazia e attaccanti non esattamente ispirati come in tempi recenti. Con grande eleganza, però, è stato proprio Bergamin, intervenuto pure a Sportitalia nel pomeriggio di ieri in uno speciale focus sulla Serie D e sulla rinascita di Padova e Siena, a spegnere la rabbia di un suo collaboratore che si era scagliato contro il direttore di gara: «Non ho visto nulla di particolarmente grave — spiega il numero uno padovano — se non siamo riusciti a segnare non è stato certo per colpa dell’arbitro». Ieri più di qualche tifoso si è affannato nei vari blog a riesumare vecchi precedenti non proprio edificanti sul signor Colinucci di Cesena (fu accusato in diversi momenti di aver apostrofato un presidente con l’epiteto «terrone» durante una partita e di aver rivolto apprezzamenti poco simpatici ad alcune giocatrici per i colori della loro maglia prima di un match da lui arbitrato), ma Bergamin non ha alcuna intenzione di seguire questo filone.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Vietato sedersi ma vietato anche fare drammi. Giuseppe Bergamin accoglie con grande serenità il primo pareggio del suo Padova dopo sei vittorie consecutive. Un pareggio tutt’altro che inatteso, dato che alla vigilia si sapeva che l’impegno con l’ArziChiampo sarebbe stato molto complicato. Se poi si aggiunge che di fronte c’era un avversario che si è chiuso a riccio concedendo pochissimi spazi, ecco che il pari senza gol sembra una logica conseguenza. «La squadra non mi è dispiaciuta – evidenzia il presidente del Padova – i ragazzi hanno tentato di segnare e non ci sono riusciti ma non mi preoccuperei più di tanto. Abbiamo tutti fiducia in Parlato e nel suo lavoro, inoltre vincerle tutte non è possibile. Ma stiamo tranquilli, è vero che l’AltoVicentino ci ha recuperato due punti, ma è altrettanto vero che ne abbiamo ancora otto di vantaggio». Da Valdagno, dopo il successo sul Montebelluna per 4-1, non arrivano segnali di guerra ma neppure segnali di resa. Mister Diego Zanin ragiona sempre immaginando di potersi giocare tutto all’ultima giornata nell scontro diretto dell’Euganeo, per questo i punti da gestire in realtà per mettersi al riparo da qualsiasi sorpresa sono quattro.

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventiseiesima giornata, domenica 15 marzo ore 14.30): ArziChiampo-Legnago, Belluno-Dro, Fontanafredda-Kras Repen, Giorgione-Clodiense, Mezzocorona-Sacilese, Mori S. Stefano-AltoVicentino, Tamai-Union Ripa La Fenadora, Triestina-Padova, Union Pro-Montebelluna.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 60, AltoVicentino 52, Belluno e Sacilese 46, Clodiense 44, ArziChiampo 38, Montebelluna e Union Pro 36, Union Ripa La Fenadora 32, Fontanafredda e Tamai 31, Giorgione e Legnago 29, Dro, Kras Repen e Triestina 25, Mezzocorona 12, Mori Santo Stefano 11.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della venticinquesima giornata: AltoVicentino-Montebelluna 4-1, Clodiense-Mezzocorona 5-1, Dro-Fontanafredda 1-0, Giorgione-Belluno 0-2, Kras Repen-Union Pro 1-2, Legnago-Mori Santo Stefano 1-0, Padova-ArziChiampo 0-0, Sacilese-Tamai 3-0, Union Ripa La Fenadora-Triestina 1-1.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 9 marzo: giorno di riposo per i Biancoscudati.




Commenti

commenti

About Gabriele Fusar Poli


WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com