(red. – Il messaggio è arrivato ieri, poco dopo le 22. A mandarlo è stato Fabio: “Il nostro grandissimo amico Giuliano ora assiste alle sfide del Padova dall’alto dei cieli”. Ed è stato uno shock, nonostante ci fossimo preparati psicologicamente a tale evenienza. Nella tarda serata di ieri è venuto a mancare Giuliano Gobbo, 67 anni, storico tifoso biancoscudato e leader storico e carismatico del gruppo “Arrapaho”, nato esattamente trent’anni fa. Era malato da tempo, ma ha lottato fino all’ultimo. Perché Giuliano non solo affrontava le avversità senza paura, ma le combatteva con l’arma più potente che l’uomo possieda: il sorriso. Aveva sempre la battuta pronta, e scherzava su tutto. Padova compreso: memorabili le nostre chiacchierate agli allenamenti all’Appiani ed alla Guizza, durante la lunga trasferta di Fano per la Coppa Italia Dilettanti – se non è passione questa… – e negli intermezzi delle cene da lui organizzate con grande sapienza e precisione. L’ultima lo scorso novembre, a San Giorgio in Bosco dove, tra un coro goliardico e l’altro, ha premiato Giuseppe Bergamin e Fabrizio De Poli con una targa in marmo bianco.
Si potrebbe scrivere un libro su di lui, ma vogliamo omaggiarlo con la storia più celebre da lui vissuta quale protagonista. L’anno è il 1982, la partita è Venezia-Padova e Giuliano riesce a fare entrare allo stadio un leone… Ma preferiamo che sia lui a raccontarvelo, quindi prendetevi qualche minuto ed ascoltate come andò quel giorno. Noi intanto ti salutiamo, Giuliano. Con le lacrime agli occhi, ma col tuo ricordo sempre vivo nel cuore. Anche perché a portare avanti il tuo nome ci penserà tuo figlio Riccardo, cresciuto a tua immagine e somiglianza. Mi raccomando, continua a tifare Padova da lassù. Ciao Giuliano).