Padova, Aperi: “Tornerò più forte di prima, e spero con tutto il cuore di farlo con questa maglia!”

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Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia

Com’è crudele, a volte, il destino! Esattamente una settimana fa, dirigendoci verso gli spogliatoi del centro “Geremia”, alla Guizza, avevamo incontrato Sebastiano Aperi. Tranquillo, felice, nonostante il campo, da un po’ di tempo a questa parte, non l’avesse visto più di tanto. «Mi sto preparando mentalmente al Kras Repen, è quello il mio obiettivo», ci aveva confidato con il sorriso. Quasi fosse sicuro che già contro il Legnago il Padova avrebbe festeggiato la promozione, e speranzoso che nelle ultime tre gare, a giochi ormai fatti, ci sarebbe stato un po’ di spazio per lui, che aveva sin lì giocato con il contagocce. Meno di un’ora più tardi, in barba ad ogni bella speranza, il destino gli avrebbe giocato un brutto scherzo. Lo scontro in campo con Segato, banale come in allenamento ce ne sono a decine, il legamento crociato del ginocchio destro che cede, le brutte sensazioni.

Poi, lunedì, la diagnosi impietosa: rottura e imminente operazione. Negli ultimi giorni, nonostante la sua stagione sia già finita, l’attaccante catanese è riuscito a ritrovare il sorriso: merito della società, dei compagni che non l’hanno lasciato solo, degli amici. Segato gli ha dedicato il suo primo gol stagionale, quasi per scusarsi, Nicola Petrilli l’ha preso sottobraccio domenica per portarlo sotto la curva a festeggiare: «E mi sono anche un po’ emozionato», ammette Aperi. «Purtroppo è andata così, questi sono i pericoli del mestiere. Quando avevo 18 anni, e giocavo nell’Eccellenza siciliana, ebbi lo stesso infortunio all’altro ginocchio: rimasi fuori sei mesi, mi operai per mia scelta e feci la riabilitazione grazie ad un amico. Oggi è tutto diverso: ho alle spalle una grande società, il direttore De Poli mi sta trattando come fosse il mio secondo padre e si sta occupando di tutto dicendomi di stare tranquillo. Sono sicuro che questo infortunio non sarà duro come il primo. E poi c’è Petrilli, che mi è stato fisicamente vicinissimo».

Martedì prossimo una nuova risonanza di controllo: in attesa dell’intervento, Aperi sta già sottoponendosi alle terapie del caso. «È presto per parlare di futuro, ma tornerò più forte di prima e spero con tutto il cuore di farlo con questa maglia. Domenica sarò a Legnago a sostenere la squadra, sono convinto che ci sarà da festeggiare. Ne sono sempre stato sicuro: il nostro obiettivo non era solo vincere, era non lasciare nemmeno le briciole dietro di noi». Per lui, purtroppo, il torneo è finito anzitempo in archivio. Ma seppur con poche presenze (12, di cui 3 da titolare), porterà con sé ben 6 gol, e i ricordi più belli del campo: «La rete alla Triestina all’Euganeo e l’assist per Ilari al 94’ nella gara con il Mezzocorona», rivela. «Ma tutto il campionato è stato bello: con un gruppo così è impossibile non essere felici».




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