Padova-Bassano, Fabbro: “Voglio la B, la meritano i ragazzi e il pubblico che ci segue”

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Due vittorie e quattro pareggi nelle ultime sei giornate, il Bassano Virtus mantiene il terzo posto nel Girone A della Lega Pro: i veneti quest’anno puntano con forza alla promozione in Serie B e lo fanno grazie anche a Michael Fabbro, attaccante classe ’96 arrivato in estate dalla Primavera del Milan. L’impatto con il calcio dei professionisti, i trascorsi in rossonero e le curiosità della vita in spogliatoio: Fabbro racconta tutto in esclusiva a Calciomercato.com.

Un avvio in sordina, dovuto anche a qualche problema fisico, ora due gol nelle ultime due partite (contro Renate e Padova, ndr) che hanno portato 4 punti la Bassano. Com’è stato il passaggio in Lega Pro?

“All’inizio il salto di categoria si è fatto sentire, ci ho messo un po’ per abituarmi e capire i meccanismi. Il problema alla caviglia poi mi ha penalizzato ma ora ho trovato i ritmi, con il gruppo mi sono trovato sempre bene e i risultati stanno arrivando”.

Retroscena di mercato, come nasce l’idea di passare al Bassano?

“Io aspettavo la squadra da subito dopo la partita contro il Torino (quarti delle Final Eight Milan eliminato ai rigori, ndr), sono rimasto senza squadra fino al 20 agosto circa. Avevo delle opzioni ma un po’ rischiose, dato che avrei dovuto aspettare le ultime ore di mercato. Il Bassano invece era disposto a sedersi e parlare subito con me e il mio agente: abbiamo valutato la proposta, ho accettato e sono felice della mia scelta”.

Tra le altre opzioni c’erano anche alcune squadre di Serie B: c’è il rimpianto di non aver fatto subito quel passo o sei convinto di partire dalla Lega Pro?

“Sì c’è stata la possibilità, ma sono contento di essere venuto qui e ora penso solo a fare bene al Bassano: se farò il salto di qualità sarà perchè ho fatto bene qui”.

Il terzo posto e una difesa solida (solo due sconfitte come al pari del Cittadella capolista, ndr) permettono di sognare: cosa ti aspetti dalla stagione?

“L’obiettivo di tutti è arrivare in Serie B, è da due anni che fluttua nell’aria e speriamo che questo sia l’anno buono per farcela: lo meritano i ragazzi, il pubblico. I giocatori qui hanno voglia e hanno poco, non come in Primavera che eravamo viziati: a 17-18 anni avevamo già sponsor e stipendi alti, tanti qui magari giocano con le scarpe bucate, è tutta un’altra realtà rispetto alla Primavera e merita qualcosa in più della Lega Pro”.

Parliamo proprio di Primavera. Con Mastalli, Di Molfetta e Modic fai parte del gruppo che ha portato il Milan a vincere il Torneo di Viareggio nel 2014 e l’anno scorso alle Final Eight, quest’anno con l’addio dei senatori la Primavera di Brocchi ha avuto un avvio complicato: come ti spieghi le difficoltà dei rossoneri?

“Ho visto che sono partiti male, ma hanno battuto il Cagliari all’ultima giornata e si stanno riprendendo. Ci sono annate in cui il gruppo non riesce ad essere omogeneo come lo eravamo noi l’anno scorso e il gruppo è essenziale per fare bene. Spero risolvano tutto, so come lavora Brocchi, è bravissimo e sa cosa fare per sistemare le cose”.

Proprio Brocchi ha parlato di un iniziale scontro generazionale tra il gruppo dei ’97 e quello dei ’98, sui quali ci sono grandi aspettative: ti aspettavi questi problemi di integrazione?

“Il gruppo dei ’98 è un po’ presuntuoso, sanno di essere forti da un punto di vista individuale e peccano sotto questo aspetto. Devono essere bravi i ’97, che conosco bene e hanno grandi qualità, a far loro capire che si gioca tutti insieme, che la Primavera non è altro che l’inizio di un percorso e non un punto di arrivo e che si devono sudare il posto come hanno fatto tutti”.

Proprio tra i ’97 una delle sorprese della stagione, il difensore Ivan De Santis che ha già realizzato 5 reti in questa stagione: ti aspettavi questo score?

“Sinceramente no: non che non si meriti questi risultati, ma è strano vedere un difensore fare tutti questi gol. E’ diventato un bomber, gli chiederò di svelarmi i suoi segreti (ride, ndr)”.

Tra i ’98 c’è però chi è già promesso alla Prima squadra, il centrocampista Manuel Locatelli: credi sia pronto per il salto?

“Locatelli era già forte quando giocava con me, penso sia giusto che passi in Prima squadra ma non so dire se sia veramente pronto, non credo che lo sappia nemmeno lui: spero che possa reggere le pressioni e che possa fare bene”.

Da chi deve ancora arrivarci a chi vive già la realtà della Prima squadra: per te che stai facendo la gavetta, che effetto fa vedere i tuoi ex compagni Davide Calabria (classe ’96) e Gianluigi Donnarumma (’99) già con il Milan dei grandi?

“Calabria e Donnarumma sono stati bravi e fortunati a restare al Milan e sfruttare il momento, hanno colto l’occasione e non è niente di regalato. Gigio fa strano vederlo in Prima squadra, ma da come si allenava e parlava sembrava già un predestinato: certo, così tanto non me l’aspettavo, ma è stato molto bravo e si sta meritando tutto”.

In una recente intervista il responsabile del Settore Giovanile rossonero Filippo Galli ha ricordato come Filippo Inzaghi, allenatore della Primavera nel 2013/14 e della Prima squadra nel 2014/15, sia stato importante nella tua crescita: un commento sui suoi insegnamenti e sulle difficoltà vissute l’anno scorso con il Milan.

“E’ vero, Inzaghi mi ha aiutato tanto, è un attaccante come me e mi ha insegnato molto. L’anno scorso ha avuto molte difficoltà in Prima squadra ma non darei la colpa a lui: non è stato aiutato come doveva ed è stato abbandonato. Aveva poca esperienza, andava seguito di più e non lasciato da solo”.

Tornando a Fabbro: ora il Bassano, ma nel futuro sogni ancora di tornare al Milan?

“Ora penso solo a fare bene qui, al Milan ci penserò quando avrò fatto tutte le tappe che mi sono prefissato, voglio fare la gavetta. Se un giorno tornerò sarò ben contento”.

Non c’è solo la vita con il Bassano, Fabbro è da tempo nel giro delle Nazionali giovanili azzurre.

“Non ha niente a che vedere con il calcio professionistico, bella esperienza da vivere da giovane ma non ti deve far sentire già giocatore: sono cose più da vedere e che ti fanno crescere, ma penso che la Nazionale conti solo dall’Under 21 in poi”.

Per chiudere un curioso aneddoto. Ai tempi della Primavera Fabbro era il DJ dello spogliatoio, l’anima del gruppo: mantieni la tradizione anche al Bassano?

“Certo, lo faccio anche qui, anzi qui si fa ancora più spogliatoio! E’ un piacere fare gruppo e anche qui continuo con questa tradizione (ride, ndr)”.




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