Live 24! Pordenone-Padova, la vigilia: Sbraga finisce a letto con l’influenza, si tenta il recupero lampo

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Ore 21.20 – (Il Piccolo) Quella di domenica contro la Sacilese, sarà per la Triestina la prima tappa del piano salvezza. E visto che si gioca contro il fanalino di coda già retrocesso, una vittoria è assolutamente d’obbligo. Ma attenzione, un successo è necessario ma per nulla sufficiente. Intanto perché poi mancheranno ancora sei partite, ma anche perché la Sacilese sarà prossima avversaria di gran parte delle dirette concorrenti per la salvezza, per cui, almeno secondo pronostico, bisognerà mettere in conto che anche Union Ripa, Montebelluna, Giorgione, Dro e Ufm potranno quasi certamente contare su tre punti sulla carta più agevoli. La verità, come giustamente sottolineato da Milanese, è che le partite chiave per il traguardo sono in tutto quattro, ovvero dopo la Sacilese quelle degli scontri diretti con Giorgione, Dro e Ufm. Certo, vincendo anche queste oltre a quella con la Sacilese, la Triestina sarebbe quasi certamente salva: non solo perché raggiungerebbe quota 44 (un’asticella che come vedremo potrebbe essere sufficiente), ma anche perché toglierebbe punti alle dirette rivali. La matassa comunque è ancora molto intricata perché in lizza ci sono ben 9 squadre: di queste 4 si salveranno direttamente, 4 andranno ai play-out e una farà subito compagnia alla Sacilese nell’inferno dell’Eccellenza. Cominciamo con il calcolare la quota salvezza: negli ultimi tornei a 18 squadre, ci si salvava con 39-40 punti. Tenendo la stessa media punti rapportata alle 4 partite in più (il campionato quest’anno è a 20 squadre), si arriva a una quota salvezza di 44 punti. Corrisponde a quello che sta accadendo? Più o meno sì, anzi attualmente le prime salve sarebbero Montebelluna e Levico Terme a 34 punti, che viaggiano con una media leggermente inferiore a quella teorica per la salvezza: insomma, se mantenessero tutti lo stesso ritmo, potrebbero bastare anche 42 punti per salvarsi. Ma si sa, con tante squadre che nel finale mollano perché non hanno più nulla di dire, capita sovente che chi ha davvero fame nelle ultime giornate acceleri il ritmo, per cui oggettivamente la quota 44 è la più probabile. La Triestina, pertanto, dovrebbe innanzitutto vincere i due scontri diretti in casa con Sacilese e Ufm e quantomeno pareggiare in trasferta con Dro e Giorgione. Con due vittorie e due pareggi l’Unione arriverebbe a 40 punti e quindi ne dovrebbe scavare altri 4 nelle tre partite restanti, ovvero le due interne con Virtus Vecomp e Venezia e la trasferta con la Luparense. Quindi due squadre ormai tranquille e il Venezia che all’ultima giornata potrebbe aver già da tempo festeggiato la promozione. La salvezza, quindi, è ampiamente a portata di mano della squadra di Bordin, a patto che i nuovi innesti (si spera presto disponibili) si integrino alla perfezione in un meccanismo che, pur con tante lacune, ha già dimostrato di poter ottenere qualcosa di buono.

Ore 20.50 – (Corriere delle Alpi) «Simone Quarzago al 99% andrà via». Il ds del Belluno Augusto Fardin non ha certezze sul futuro del giovane classe 1999, ma è convinto che cambierà casacca. Impossibile sapere ancora la destinazione, ma gli estimatori non mancano. Quarzago è esploso ad inizio stagione, sotto la guida di Roberto Vecchiato che, nonostante la giovane età, lo ha lanciato più di una volta dal primo minuto valorizzandolo. Lo scorso anno il ragazzo era di proprietà della Feltrese. «Non lo so se partirà, al 99 per cento per me si – commenta Fardin – spero possa andare a fare un’esperienza importante. Vogliamo trovare una squadra che abbia un progetto serio per lui, ma è presto per fare trattative, anche se molti lo hanno cercato». Alla ricerca di fuoriquota. Il prossimo anno la squadra di Piazzale della Resistenza dovrà rinnovare il parco giovani. Paolo Pellicanò non sarà più fuoriquota e serviranno due ragazzi classe 1997 e un 1998 fisso in campo. «Dovremo cercare in giro, ce ne servono almeno due o tre, non sarà semplice trovarli. Franchetto? Stiamo ancora decidendo cosa fare, lo stiamo ancora valutando». La scorsa settimana è arrivato l’annuncio della società del tuo rinnovo per un’altra stagione. Ci ha dovuto pensare? «Non ho mai avuto dubbi di volere restare , sono però preoccupato, non sarà facile fare meglio di questi tre anni. La prossima sarà la quarta stagione insieme, fare uguale o addirittura meglio non è assolutamente scontato». Crede ancora nel terzo posto? «Ci penso, ma va bene arrivare anche quinti. All’ 80% andremo ancora ai play off, che è un grande traguardo. Il campionato? Vincerà il Venezia con dieci punti di vantaggio, non avevo dubbi di questo neanche mesi fa». Antonio Acampora vi ha soddisfatto? È possibile il ritorno di Andrea Radrezza? «Acampora ci ha convinto per il 70%, il restante trenta dovrà farlo nelle prossime sette partite. Su Radrezza dico che nel calcio nulla è impossibile». Tre anni fa hai convinto Vecchiato a cominciare ad allenare, mossa azzeccata. «Il tecnico gialloblù ha veramente ancora tanto potenziale da mostrare – conclude Fardin – bisogna ringraziarlo per aver deciso di restare. Ha rinunciato a chiamate importanti». Amichevole il 23 marzo. Il Belluno scenderà in campo mercoledì alle 15 contro la formazione trentina di prima categoria, prima del turno di riposo di Pasqua. Duravia fermo ai box. Il centrocampista di Montebelluna non si è allenato questi giorni, le sue condizioni saranno valutate dallo staff sanitario giorno per giorno. La speranza è di rivederlo dopo la sosta per la trasferta contro la Virtus Vecomp.

Ore 20.20 – (La Provincia Pavese) Il procuratore federale, Stefano Palazzi, ha aperto un’inchiesta nei confronti del direttore generale del Pavia, Nicola Bignotti, per le sue dichiarazioni choc rilasciate lunedì scorso in televisione («I giocatori si dividono in generali, soldati e m…. Identificate le m…, farebbe piacere a tutti poterle sciogliere nell’acido….». L’avvio del procedimento è la conseguenza della denuncia contro il dg Bignotti da parte dell’Associazione italiana calciatori. Anche il presidente del Cus Pavia, Cesare Dacarro, interviene sul caso Pavia. «Il dg Bignotti con alato pensiero e chiarezza cristallina ha enunciato la sua classificazione dei calciatori. Ha adottato la metafora militare: in fondo la partita di calcio è paragonabile ad una battaglia. ». Spiega Dacarro: « Le dichiarazioni non finiscono qui. Bignotti continua e aggiunge che certi calciatori dovrebbero essere sciolti nell’acido. Che coraggio direttore Bignotti: dire quello che si pensa non è sempre conveniente, si rischia di essere fraintesi. M…, sciolti nell’acido, Bignotti pare parli di rifiuti. Il tema è di attualità visto che a Pavia a giorni sarà estesa a tutti i quartieri – anche dove il Pavia calcio si allena – la raccolta differenziata dei rifiuti. I giocatori del Pavia calcio portano sulla maglia lo stemma della nostra prestigiosa Università. Anche gli atleti del Cus portano lo stemma dell’Università sulle maglie. Non ho mai pensato a classificarli: sono i gioielli del Cus. Li espongo nella vetrina migliore, mi piace guardarli e abbracciarli».

Ore 20.00 – (La Provincia Pavese) «In tanti anni passati al Pavia calcio non ho mai trovato una disponibilità economica e una correttezza gestionale come accade in quest’ultimo anno e mezzo sotto la guida del presidente Zhu e della proprietà cinese». Massimo Marchetti, da pochi mesi ex segretario della società azzurra (ha passato il timone al figlio Marco), ne ha viste tante in quasi quarant’anni di storia del club di via Alzaia e può far chiarezza in giornate di polemiche come quelle di questa settimana. «Sono arrivato nel campionato 1979-80 nell’allora C2 quando presidente era Mario Migliorini con direttore sportivo il geometra Boni. Ricordo tanti ex dirigenti, Riboni, Busca, Casorati, Licardi, Tilocca, Valeriani, Rampini, una dirigenza pavese che fece di tutto per portare il calcio nel professionismo della serie C ai tempi dell’allora nascita della divisione tra C1 e C2». Lei è rimasto anche con la gestione degli Achilli… «Sono rimasto anche con la gestione di Claudio Achilli lasciando dopo il passaggio di testimone alla moglie Giusy. Ho sempre lavorato all’Opera Universitaria, l’Edisu di oggi. Gli impegni erano molti e a quell’epoca lasciai». Rientrando con la famiglia Calisti… «Sì, era l’anno del ritorno in C2. “c’era bisogno di una persona che gestisse la segreteria conoscendo i complessi regolamenti federali e mi chiamò Secondino Calisti. Per me è stata una bellissima esperienza». Ci ricorda qualche aneddoto? «Il signor Dino (che chiamavano “il Papa”) ogni mese, affiancato dai figli Armando e Roberto, consegnava a mano le buste degli stipendi ai calciatori, come faceva con i suoi dipendenti. Proprio un gesto da signore vecchio stampo». Poi c’è stata l’era Zanchi. «Sono rimasto anche con la nuova dirigenza milanese, tra alti e bassi. Soprattutto alla fine, quando la proprietà chiedeva a giocatori e dirigenti di tagliarsi gli stipendi. Vorrei ricordare il comportamento esemplare di Aldo Preite». In questi giorni alcuni tifosi lo contestano… «Sono critiche ingiuste, fatte da chi non sa come sono andate le cose. Aldo aveva un contratto che scadeva nel giugno 2015 nel momento del passaggio di proprietà ed era disposto a lavorare ancora per il Pavia. Purtroppo, dico io, non rientrava nei piani e hanno voluto chiudere un contratto esistente. Ma Preite ha sempre dimostrato grande attaccamento a questi colori, prima da calciatore e poi da dirigente, ruolo che interpreta con grande passione e seguendo tantissime partite in giro per l’Italia». Quali sono i giocatori migliori che ha visto in maglia azzurra ? «Sono tanti. Ma sicuramente Santino Pozzi, Omar Nordi, Paolo Sciaccaluga. Ma forse sopra tutti c’è Benny Carbone». C’è qualche giocatore che ha fatto carriera diciamo un po’ a sorpresa? «Non avrei pensato che diventasse quello che è diventato Giaccherini». E i tecnici a cui è più legato? «Torresani e Roselli. Posso anche dire, oggi, che la scorsa estate Roselli è stato un passo dal tornare a Pavia, ma era in parola per il rinnovo con il Cosenza. Mi dispiace poi siano finite prima del tempo le stagioni di Maspero e Marcolini, che sicuramente sono buoni allenatori». E’ vero che quando è arrivata la proprietà cinese c’era una situazione disastrosa? «Il campo era in una condizione incredibile, c’era anche una tana di conigli tanto l’erba era alta. Abbiamo messo anche una rete per catturarli, ma invece di infilarsi i conigli è rimasto impigliato un nostro dirigente della Berretti».

Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) Pazienza è out dunque si avvicina il debutto di Danza dal primo minuto. A meno di clamorose sorprese, domani sarà il giovane mantovano a guidare il centrocampo granata. Anche l’esperto pugliese, infatti, si è aggiunto alla lunga lista degli infortunati per un problema agli adduttori, un fastidio che rischia di tenerlo fermo anche nella partita di mercoledì contro la Pro Patria. Questo è emerso ieri in via Agosti durante l’ultimo allenamento settimanale in preparazione della trasferta di Cuneo (ore 15). Adesso tocca al talentuoso ragazzo di Ostiglia guadagnarsi quella maglia da titolare che sogna da inizio stagione e l’occasione arriva proprio in quella terra di Piemonte a lui tanto cara: l’anno scorso, infatti, si laureò campione d’Italia Primavera nelle file del Torino e, non va dimenticato, la società che ne detiene il cartellino è la Pro Vercelli di Massimo Varini. Per il resto non ci sono particolari novità nel 3-5-2 di mister Colombo: è tornato a disposizione Spanò che farà linea difensiva con Sabotic e Parola; poche le scelte sul centrocampo dove Danza sarà affiancato da Mogos, Bruccini, Maltese e Mignanelli (unica alternativa centrale Ceccarelli e sulla fascia Rampi); nel reparto avanzato è possibile la riconferma di Arma al fianco di Siega, con Letizia e Nolè pronti a subentrare dalla panchina. Ancora una volta il tecnico ha dovuto chiedere rinforzi alla Berretti perché la situazione dell’infermeria è tornata a farsi pesante: detto di Pazienza, si è fermato anche il giovane Zucchini ai quali vanno aggiunti i quattro atleti fuori da tempo ovvero Frascatore, Bartolomei, De Biasi e Loi. Stamattina, sempre in via Agosti alle 11.30, la squadra effettuerà la rifinitura dove verranno sciolte le ultime riserve poi, nel primo pomeriggio, il gruppo partirà alla volta di Cuneo.

Ore 19.10 – (Gazzetta di Reggio) È un fiume in piena mister Lamberto Zauli nel ricordare quel Cuneo-Reggiana del 2 giugno 2013 che ha visto i granata salvarsi, da squadra sfavorita col fattore campo, nei play out retrocessione. Ci pensò Beppe Alessi a siglare su rigore l’1-0 finale al 45’ del primo tempo. Per il tecnico romano, allora al timone dei granata, quella gara segnò la fine della sua era a Reggio ma coi colori granata era sbocciato un amore che dura ancora. «Quando ripenso a quello spareggio e più in generale al periodo passato a Reggio – ricorda con piacere l’attuale tecnico del Santarcangelo – mi tornano alla mente mille emozioni. È chiaro che tutti vorrebbero sempre vedere una piazza come questa al top, ma la mia non era una squadra da vertice e dovevamo sempre lottare. In quell’anno e mezzo passato a Reggio ci salvammo una prima volta in maniera “soft”, mentre la seconda volta abbiamo rischiato davvero il ruzzolone in serie C2. Lo scoppio generale di lacrime al termine della gara di Cuneo – ricorda l’ex mister – anche di chi era già sicuro che non sarebbe stato confermato, la dice lunga sul tipo di gruppo che si era creato: penso a Massimiliano Mei, con cui tra l’altro ho cenato la settimana scorsa a Lucca, che addirittura fu espulso e ci costrinse a giocare in dieci il secondo tempo. Fu una partita incredibile dalle cui basi è potuto partire quel progetto che l’anno scorso ha portato la Reggiana a un passo dalla B». Fu però la partita d’addio per lei… «I tifosi avevano voglia di gente nuova dopo un anno di contestazioni e anche se avevo un ottimo rapporto con Barili è stato giusto così. Ma quando dicevo che per me la Reggiana era il Real Madrid ero sincero». È vero che la segue ancora? «Visto l’affetto che mi lega alla piazza non dico di essere al corrente di tutto ma la seguo». Domani c’è di nuovo Cuneo-Reggiana con due squadre che sono all’ultimo treno per provare a raggiungere il proprio obiettivo. «Sono tutte partite difficili ad otto giornate dal termine, perché anche il Cuneo non può più sbagliare se vuole salvarsi. Da diverse domeniche leggo e sento che la Reggiana è all’ultima spiaggia ma vedo che quelle davanti non stanno scappando. Però adesso non può più permettersi di non vincere. E il problema è che sarà lei ad aver maggior pressione perché in una piazza così è logico essere più esigenti». Secondo lei che cosa non ha funzionato quest’anno? «Ci sono tante componenti: sfortuna, tensioni e cambio di girone. Nel girone A ci sono 6-7 squadre che investono come la Reggiana, mentre l’anno scorso era stata lei una di quelle che più l’aveva fatto. Il B è un campionato più livellato verso la zona retrocessione ed è normale arrivare tra le prime con una buona squadra». Come si trova ad allenare il giovane ’95 granata Alessandro Castellana? «Qua gioca sempre perché in una società con obiettivi inferiori ci sta benissimo. È un terzino destro molto umile e siamo molto contenti di lui perché ha grande fame di risultati. So che era nel settore giovanile granata e dice di avere un ricordo positivo della società e dell’ambiente, però sapeva anche di avere giocatori importanti davanti». Cosa si augura per questo finale di stagione? «A Santarcangelo almeno la salvezza, visto quei 6 punti di penalizzazione arrivati. Per la Reggiana recentemente ho sentito Parola e gli ho detto di crederci ancora. Capisco la delusione e le contestazioni, ma ha ancora tutte le potenzialità per entrare in zona play off». Si sente con Parola? «Era stato messo da parte con l’arrivo di Apolloni ma io lo rimisi in gruppo e ho mantenuto con lui ottimi rapporti».

Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Luca Prina non è affatto giunto in biancorosso con l’obiettivo di tirare a campare per tre mesi e portare a casa uno straccio di contratto. Piaccia oppure no, e gli interessati dovranno comportarsi di conseguenza, il nuovo allenatore biancorosso ha scelto di curare alla perfezione ogni singolo aspetto del suo lavoro in viale Te e per questo non ha esitato ieri pomeriggio a far di conto, prima dell’amichevole che i biancorossi hanno disputato con la Berretti: alla fine del conteggio il “totalizzatore” segnava 203 presenze in tribuna. «Un dato da pelle d’oca» ha puntualizzato il mister «per una normale partita di allenamento». Forte di un rispetto sacrale per la dirigenza che lo ha contattato («La migliore possibile, con uno staff pienamente all’altezza del compito») Prina ha già le idee chiare sulla formazione da opporre al Bassano, nella quale non entrerà dall’inizio Falou Samb: «È un ragazzo del 1997, che già conoscevo – dice – ha bisogno di crescere, credo che il Mantova visto nel primo tempo contro la Berretti sia quello che sfiderà il Bassano, a meno di eventi improbabili ora». Bonato appare il favorito fra i pali mentre il 4-3-3 (pronto a diventare un 4-5-1 in fase di fensiva) prevede Lo Bue sulla corsia di destra («Uno dei perni del Trapani in Lega Pro, non si può essere imbrocchito»), con Trainotti e Carini centrali mentre Sereni dovrebbe muoversi a sinistra. A metà campo spazio per Di Santantonio, Perpetuini e Raggio Garibaldi mentre in avanti, dopo avere constatato l’ottimo recupero di Gonzi, il tecnico dovrebbe schierare l’ex Siena e Caridi sulle fasce, con Marchi punta centrale. Ieri il test si è concluso con la vittoria della squadra in maglia rossa, andata a segno al 2’ con un diagonale di Gonzi, al 26’ e al 30’ con Marchi e al 12’ della ripresa con il baby Azzali, passato nella squadra “titolare” nella ripresa. Falou ha giocato il primo tempo con la Berretti e la ripresa nel tridente con Tripoli e Maggio, apparsi lontani dalla migliore condizione. Stamane e domattina il Mantova completerà la preparazione.

Ore 18.20 – (Gazzetta di Mantova) Il presidente del Mantova Sandro Musso è convinto, molto probabilmente a ragione, di avere trovato in Luca Prina l’allenatore capace di riportare la fiducia, la combattività e le motivazioni indispensabili da qui alla fine per centrare l’obiettivo salvezza. E ieri, al cospetto dello stesso tecnico, ha voluto sottolineare la sua considerazione oltre a lanciare alcuni segnali particolarmente importanti alla piazza: «Venendo qui il mister ha fatto una scelta coraggiosa, di cui lo ringraziamo – ha detto – ci attendono sfide difficilissime, al termine delle quali sono certo che il Mantova riuscirà a conquistare la salvezza. Ho già detto più volte che sono disposto all’autocritica e ho riconosciuto che da quando Sdl, su mia sollecitazione, ha acquisito il Mantova sono stati commessi degli errori, che non rifarei a cominciare dalla scelta istintiva del tecnico. Di Luca Prina so tutto, ho scelto lui perchè mi piace la grinta che mette e perchè ha cominciato subito con il piede giusto, con la scelta dell’amichevole contro la Berretti, un appuntamento utilissimo per vedere all’opera i nostri ragazzi. Prima non accadeva, speriamo diventi una piacevole abitudine». Sulla salvezza Musso ribadisce la sua sicurezza, errori strategici a parte, e anzi getta uno sguardo verso il futuro con dei paletti molto ben piantati: «Si è parlato in questo periodo di possibili compratori ma tengo a sottolineare che a partire da quella cordata russa di cui si era vociferato non ci sono nuovi ingressi in società. L’Acm vedrà anche l’anno prossimo Sdl ben presente nel consiglio societario, compatibilmente con le disponibilità ed il fair play finanziario puntiamo ad allestire una squadra che sappia essere competitiva in Lega Pro e che sia imperniata su elementi giovani e particolarmente motivati, guidati da alcuni giocatori esperti della categoria e trascinata da un allenatore carismatico, che sappia dare al gruppo la sua impronta». L’identikit di Luca Prina si staglia chiaro nella figura chiamata a rivestire il ruolo di timoniere, ma la cabala ha ancora un peso e dare per fatto un accordo che valichi la scadenza di giugno non è onesto. Quel che conta è che Prina sia messo nelle migliori condizioni di operare in questo finale di stagione: «Siamo costantemente attenti all’ingresso di nuove forze – sottolinea Musso – agli Enti che più volte ci hanno manifestato la loro disponibilità ad aiutarci, ai privati che in queste zone potrebbero avere un ruolo fondamentale nel progetto Mantova chiediamo un appoggio che vada al di là della parole perchè da parte nostra ci sarà la massima volontà di andare avanti per il bene del Mantova, questo è sicuro, anche per la prossima stagione. Faremo l’impossibile per dare realizzazione al progetto di far crescere il calcio mantovano». Musso non nasconde che a suo parere il Mantova avrebbe bisogno di più calma attorno ma la stessa presenza di Prina potrebbe fungere da “estintore” delle, mai insopportabili, critiche della gente: «Con umiltà e compattezza andremo avanti per il bene del Mantova».

Ore 17.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) C’è un problema in più per il Bassano in vista della trasferta in programma domenica a Mantova. Il club virgiliano, infatti, ha sostituito proprio in questi giorni l’allenatore Ivan Javorcic, il cui rendimento in panchina è stato semplicemente disastroso, con Luca Prina. E si sa che spesso i cambi in panchina producono anche un’immediata reazione a livello di risultato. Di sicuro a Bassano avrebbero preferito che l’esonero di Javorcic fosse slittato almeno di una settimana: «Sto lavorando in queste ore sul piano psicologico più che tattico – spiega Prina – ci troviamo in una posizione di classifica difficile, ma abbiamo tutto per salvarci. Il calendario, questo è vero, non ci dà una mano. Peggio di così non sarebbe potuto capitarci, ma non dobbiamo spaventarci». Il successo di domenica scorsa nello scontro diretto contro il Pordenone ha scatenato l’entusiasmo a Bassano. I tifosi sono pronti a seguire la squadra nella vicina Mantova. La partenza del pullman organizzato dai Fedelissimi e che ormai sta esaurendo i posti disponibili è fissata per le 10 di domenica. Quanto alla formazione, Sottili sembra intenzionato a confermare l’undici che ha battuto il Pordenone al Mercante. Oggi in conferenza stampa è atteso il centrocampista Giacomo Cenetti.

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Chi la spunterà tra un attacco «esploso» nel girone di ritorno (33 reti in 12 uscite per il Mestre) e una difesa che proprio quando contava (soli 7 gol subiti dal Venezia nel 2016) non ha sbagliato più nulla propiziando la fuga a più 5 sul Campodarsego? Si avvicina il momento del verdetto del campo, visto che dopodomani a Mogliano (ore 15) gli arancioneroverdi lanciati verso la Lega Pro faranno visita ai «cugini» che sognano la rimonta-playoff. Intanto i numeri danno spessore all’inedito derby, in primis i 342’di imbattibilità (all’andata si era fermato a 311′) del portiere Guglielmo Vicario. «Con il miglior attacco e la seconda miglior difesa – sottolinea il 19enne ex Udinese – abbiamo vinto 22 partite su 31, l’unico obiettivo è continuare così fino all’8 maggio. Il derby credo sia sentito più da parte mestrina, per noi sarà solo la prima delle 7 finali che ci separano dalla Lega Pro». Il Venezia è reduce da un pareggio e 6 vittorie, quattro di fila con la porta inviolata dal derby di Noale del 21 febbraio. «Abbiamo trovato equilibrio in termini di concretezza, tanto in attacco quanto in difesa. Il grande lavoro di squadra ha consentito di eliminare quelle poche sbavature che ci avevano costretto a lasciare per strada qualche punto prezioso. La predisposizione al sacrificio ci ha permesso di non concedere a Campodarsego e Tamai, oltre al Levico, di tirarci in porta. Ora c’è più tranquillità e confermarlo contro un Mestre che rispettiamo sarà un altro segnale di forza. Firmerei subito per sette 1-0 da qui alla fine». Ieri niente da fare nella seconda giornata della Viareggio Cup per la Rappresentativa Serie D del veneziano Acquadro, sconfitta per 1-0 dall’Helsingor: per passare agli ottavi serve battere domenica a La Spezia (ore 11, arbitro Perissinotto di San Donà) il Torino già qualificato e sperare che il Livorno non superi i danesi. CURVA SUD – La «Curva Sud VeneziaMestre» invita gli appassionati arancioneroverdi a colorare il derby con bandiere, sciarpe, stendardi e dà appuntamento alle ore 13.30 di domenica in Piazza dei Caduti a Mogliano per poi raggiungere lo stadio a piedi in corteo.

Ore 17.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Divisi nella stessa città, dai colori e dalla fede calcistica opposta. Uniti in una convinzione: e cioè che quello di domenica a Mogliano (ore 15) non sia un vero e proprio derby. Il tutto esaurito allo stadio è però il segno che l’evento, comunque lo si voglia chiamare, è più che sentito dai tifosi arancioneri del Mestre e da quelli arancioneroverdi del Venezia. «Per me giochiamo contro il Mogliano», è la provocazione di Franco Scappin, del club Nuovi Leoni Curva Sud che si riferisce all’acquisizione del titolo sportivo moglianese da parte del Mestre. Lo snodo per tutti, in realtà, è la fusione fatta da Maurizio Zamparini tra il Venezia e il Mestre del 1987. «Io sono stato fin da subito a favore della fusione, sono unionista. Non è un problema mio se loro non hanno l’accettata. Non sento neanche la rivalità, sono nati l’anno scorso». Dalla parte del Mestre il discorso è simile: «Sono tifoso del Mestre da prima della fusione — spiega Rudi Trevisan degli Orange Insanity — per me il vero derby sarebbe contro il Venezia neroverde, non contro questo». E lo stesso vale per Franco Vianello Moro, del direttivo di VeneziaUnited, il trust che riunisce varie anime del tifo arancioneroverde: «Diciamo che anche questo è un derby veneto, come ce ne sono stati tanti altri». Chiarito il fatto che di derby in senso stretto non si può parlare, la sfida scatena comunque le emozioni. «E’ sicuramente una partita delicata per il Venezia, proprio perché ha queste componenti emotive», riconosce Franco Vianello Moro. «La vittoria del campionato passa per questa partita e poi per quella con l’Este». I tifosi arancioneroverdi sono certamente felici dell’arrivo di Joe Tacopina e non vedono l’ora di ritornare in LegaPro. Ma ancora non gli hanno accordato piena fiducia: «Ne abbiamo viste tante in questi anni. Meglio rimanere cauti», dice Scappin. Mentre VeneziaUnited ha incontrato il presidente di recente prospettandogli una serie di proposte e alcune sono state accettate, non quella dell’ingresso dei tifosi in società. Anche i tifosi del Mestre guardano con un misto di fiducia e cautela alla gestione del presidente Stefano Serena, che ieri ha presentato il top sponsor anche della prossima stagione: la banca altoatesina Volksbank il cui logo comparirà sulle maglie già domenica. «Presidenti come lui se ne trovano pochi, è un imprenditore e sta investendo nel progetto», osserva Rudi Trevisan. «La sede Casa Mestre è un qualcosa di unico, che si trova solo in serie A. Ma rimane il problema dello stadio, perché senza il Baracca è difficile andare avanti». Sulla partita di domenica l’ultima stilettata: «Il Venezia vorrà legittimare il fatto di essere l’unica squadra della città. Ma c’è una bella fetta di mestrini che tifa Mestre». Ieri intanto si è svolta la riunione presso la Questura di Treviso per predisporre le misure di sicurezza: prevista una massiccia presenza di forze dell’ordine, che scorteranno i tifosi arancioneroverdi all’ingresso separato dello stadio, sia che arrivino in auto sia in treno.

Ore 16.40 – (La Nuova Venezia) Verso la sfida con il Mestre, Favarin non dovrebbe modificare molto l’assetto del Venezia reduce da quattro vittorie consecutive, se non con la sostituzione forzata di Alberto Acquadro e l’ingresso di Matteo Callegaro a centrocampo. Poi ci saranno da valutare le condizioni di Ferrante, anche se Luciani oltre a dare ottime garanzie si è riscoperto uomo-gol sui calci piazzati. «Sto bene, sono pronto nel caso in cui il tecnico mi chiamasse dal primo minuto» parole di Matteo Callegaro, lanciato nella passata stagione da Serena, «ci sarà da ritrovare il ritmo partita, in gare come quella contro il Mestre le motivazioni non mancano e ho giocato anche il derby d’andata al Penzo. Emozioni che non ho mai dimenticato». In mezzo al campo toccherà a Evans Soligo dettare i ritmi e arginare gli avversari con Callegaro. Marcolini si è ristabilito, ma difficilmente Favarin si priverà di una punta senior per giocare con due “vecchi” a centrocampo. Ultima partita da titolare (72′) nell’infrasettimanale a Motta di Livenza, poi una manciata di minuti (20′) a Sacile a inizio gennaio, Callegaro ha assistito alla crescita esponenziale di Acquadro nel girone di ritorno dopo aver collezionato 11 presenze, di cui sette dal primo minuto, fino a Natale. «Ripartiamo con cinque punti di vantaggio sul Campodarsego, un buon margine a sette gare dalla fine del campionato, ma consapevoli che non possiamo rallentare proprio in questo momento». Calzi e Lattanzio hanno lavorato a parte, sono gli unici due punti interrogativi di Favarin in vista del derby. Oggi e domani allenamento al pomeriggio al Taliercio.

Ore 16.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Nell’ambiente biancorosso c’è molta attesa per comprendere se e quanto l’arrivo di Franco Lerda sulla panchina dei berici potrà portare benefici ad una squadra che non vince dal 19 gennaio scorso quando il Vicenza espugnò il «Renato Curi» di Perugia con un gol segnato da Giacomelli nei minuti finali del match. Da allora la compagine vicentina ha inanellato solo pareggi e sconfitte, anche se è giusto sottolineare che quando, come a Pescara, la vittoria sembrava ormai meritatamente conquistata, ci ha pensato il direttore di gara con alcune decisioni tanto incomprensibili quanto sbagliate, a togliere i tre punti ai biancorossi. Da gennaio, quando il Vicenza stazionava attorno al decimo posto in classifica, la posizione in graduatoria è via via peggiorata fino a far scivolare i biancorossi al terz’ultimo posto e portare il consiglio di amministrazione del Vicenza calcio alla decisione di sostituire il tecnico Marino e il direttore Cristallini che aveva portato a Vicenza il tecnico siciliano e che si è opposto alla decisione di esonerarlo. Dopo la sconfitta subita domenica scorsa al «Menti» contro il Trapani, la parte tecnica della società berica è quindi stata cambiata con Lerda che guiderà il Vicenza nelle restanti ultime undici partite, e con l’ex direttore sportivo del Lecce Antonio Tesoro che nei primi giorni della prossima settimana deciderà se accettare o meno l’incarico propostogli dal Vicenza calcio. Tesoro, che sabato sarà al «Menti» per assistere a Vicenza – Cagliari, si è preso qualche giorno per meditare al meglio sulla decisione da prendere, anche considerando la situazione assai precaria della squadra e della società vicentina e le evidenti difficoltà, create da altri, a cui dovrebbe far fronte. In attesa della decisione di Tesoro, Lerda ha continuato ieri a preparare la difficile gara contro il Cagliari, andando a provare ancora il modulo 5-3-2, con diverse novità rispetto al Vicenza di Marino. La prima potrebbe riguardare il ruolo di estremo difensore che con Marino era occupato da Vigorito, e che con Lerda potrebbe invece essere affidato a Benussi. La linea difensiva con Brighenti squalificato e D’Elia non ancora del tutto recuperato, vedrà Adejo, Ligi e Sampirisi comporre il trio di difensori centrali, con Laverone a destra e il giovane Pinato a sinistra. In mediana sicuri di una maglia sembrano Moretti e Bellomo, con Signori e Vita che si contendono quella di interno di destra; Lerda cambierà anche in attacco dove Galano, sempre impiegato da esterno offensivo da Marino, giocherà da seconda punta dietro ad Ebagua che dovrebbe essere preferito a Raicevic. Magari non una rivoluzione, ma senza dubbio un Vicenza molto diverso da quello di Marino, una squadra che dovrebbe anche mettere in campo meno geometrie e più furore agonistico. Quello che è certo è che per fare punti contro il Cagliari servirà una squadra tosta e determinata, anche se i sardi vengono da quattro partite in cui hanno ottenuto solo un punto. Per questo il presidente Giulini ha deciso di mandare la squadra in ritiro ad Asseminello dove la compagine allenata da mister Rastelli sta preparando la gara contro il Vicenza; al «Menti» il tecnico dei sardi dovrebbe recuperare Munari, Capuano, Giannetti e Di Gennaro che, con Cinelli, sarà l’atteso ex della partita.

Ore 15.40 – (Gazzettino) Da una settimana Andrea Paolucci si sta allenando in gruppo, per cui il suo rientro in campionato è prossimo. Il centrocampista pescarese si era infortunato con lesione tendinea all’adduttore destro il 10 gennaio u.s. durante la partita con il Sudtirol. «Due mesi era il tempo previsto di forzata assenza dal campo -precisa Paolucci- per cui stiamo rispettando il decorso riabilitativo che avevamo programmato. In questi giorni sto ultimando il lavoro di reintegro in gruppo. Mi sento bene e tutto procede regolarmente, conto di essere a disposizione per la trasferta a Mantova, meno probabile esserlo già per domenica con il Lumezzane». Lucas Chiaretti aveva dedicato il suo bellissimo gol messo a segno a Alessandria proprio a Paolucci. Riprende l’interessato: «Ringrazio il compagno di squadra, che sa molto bene cosa significhi stare fuori per infortunio. Anche questo suo pensiero è una dimostrazione della compattezza del nostro gruppo. L’amicizia e la collaborazione, che nascono nello spogliatoio e durante gli allenamenti, sono il punto di forza del Cittadella». La classifica lo conferma e i risultati non vengono per caso. L’imperativo categorico è quello di non mollare. Conclude Paolucci: «Ogni partita va affrontata con il massimo impegno nel rispetto di ogni avversario. Domenica con il Lumezzane sarà molto dura perchè con il nuovo tecnico Filippini i bresciani stanno ottenendo ottimi risultati: tre vittorie e un pareggio a Pordenone. Sarà una partita molto insidiosa, che noi vogliamo vincere». Tifosi. Il Club Granata Cittadellese sta organizzando in collaborazione con il Centro di Coordinamento dei Club granata un pullman per la partita di andata delle finali di Coppa Italia allo stadio Zaccaria di Foggia giovedì 31marzo. Informazioni presso Ortofrutta da Lena e Roberto Zanon (347.2380283).

Ore 15.20 – (Mattino di Padova) Il pendolino granata è pronto a fermarsi in una stazione che conosce bene: quella del Lumezzane, prossimo avversario del Cittadella domenica, alle 17.30, al Tombolato. «Mi sono appena sentito con Monticone, che, anche se non sta giocando molto in questo periodo, mi racconta di come l’atmosfera sia cambiata con l’arrivo in panchina di Filippini. Un altro con il quale continuo a mantenere rapporti è Belotti, però, lo sapete com’è, in genere quando ti senti con i vecchi compagni finisce che si parla poco di calcio», confessa Amedeo Benedetti, 24enne terzino sinistro di Rovereto, cresciuto ispirandosi a Javier Zanetti e oggi alla corte di Venturato in prestito dal Chievo. Che ricordi ha del Lumezzane? «Me ne sono andato a gennaio dell’anno passato, trasferendomi alla Reggina nel corso del mercato di riparazione, dopo una stagione e mezza trascorsa lì. È stato un periodo abbastanza tribolato sul piano dei risultati, facevamo molta fatica a trovare continuità. Peraltro, non sono stato l’unico a cambiare società: dallo scorso campionato non sono rimasti più di sette-otto giocatori». Forse sarebbe stato più semplici riabbracciarli qualche settimana fa, quando la squadra lombarda arrancava. «Probabilmente sì. Ho anche visto alcune sue partite, e credo che la qualità non le manchi, soprattutto nel reparto offensivo: elementi come Bacio Terracino, Barbuti e Russini nell’uno contro uno sono pericolosi, e Sarao è una prima punta molto forte fisicamente, difficile da controllare». Tuttavia il 4-3-3 imposto dal nuovo allenatore Antonio Filippini (che dal suo arrivo, un mese fa, ha raccolto 10 punti in quattro partite), in un certo senso potrebbe agevolarvi. «Vero anche questo, nel senso che noi abbiamo spesso fatto fatica contro le avversarie chiuse, mentre loro, ultimamente, cercano sempre la vittoria per allontanarsi dalla zona retrocessione. Non credo si presenteranno al Tombolato alzando barricate». E in ogni caso questo Cittadella non si deve spaventare. Lo sa che nove vittorie di fila sono un record per la società granata? «E ora puntiamo ad arrivare a dieci. I punti che abbiamo di vantaggio sono tanti, ma non cambieremo mentalità e, lo dico ai tifosi, non credo ci siano pericoli di rilassamento». Merito di tutti, ma qual è il compagno che più l’ha sorpresa dal punto di vista tecnico? «Se devo indicarne soltanto uno, dico Chiaretti. Non lo conoscevo prima di trovarlo qui al Citta: ha nel suo bagaglio tecnico giocate che pochi altri possono vantare. E poi è anche molto utile tatticamente con i suoi ripiegamenti in fase difensiva». E quello che “fa più gruppo”? «Sicuramente Pascali. È uno che “senti” molto, sia in campo che in spogliatoio. Anche nel periodo in cui non ha giocato per via dell’infortunio è stato comunque molto presente». Ma di gruppi come questo ne aveva trovati prima? «No. Sarà che i risultati aiutano, ma sto vivendo davvero una bella esperienza. E mi farebbe molto piacere fermarmi qui anche nella prossima stagione, sempre se il Chievo, da cui sono arrivato in prestito, sarà d’accordo». Intanto, all’allenamento di ieri pomeriggio soltanto Jallow e De Leidi hanno lavorato a parte. Il gambiano sta recuperando dall’affaticamento muscolare che l’ha fatto abbandonare anzitempo la scena ad Alessandria: non è escluso il recupero per domenica, anche se Bizzotto è pronto a sostituirlo. Pure il difensore, fuori causa dalla gara con il Renate del 30 gennaio, è vicino al rientro in gruppo.

Ore 14.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Bepi Pillon ha mescolato le carte in amichevole, provando la difesa a tre, salvo poi allenarsi ancora con il 4-4-2. Per l’allenatore che molti davano come “bollito”, e che invece ha conferito nuova sostanza al Padova, il ritorno al Bottecchia non ha solo il sapore dell’amarcord. È piuttosto quello di un rilancio, con il suo attuale club, verso piazzamenti da playoff. QUATTRO MEGLIO DI TRE – Nell’amichevole infrasettimanale dei bianscoscudati contro il Campetra (Prima categoria), Pillon ha provato anche la difesa a tre. Per la compagine biancoscudata non è una novità, avendola già impostata in gare di campionato, come a Piacenza nel finale. Pur mescolando molto le situazioni, quanto a giocatori utilizzati e ruoli scelti, hanno realizzato 8 reti. Una l’ha firmata un altro ex neroverde, Enrico Bearzotti. «La difesa a tre è stata una questione dettata dal numero di elementi a disposizione – commenta l’allenatore -, anche se in qualche frangente potrebbe tornarci utile. I ragazzi comunque hanno dimostrato di stare bene e questo ci dà fiducia in vista di Pordenone». Per quanto mostrato negli altri allenamenti, il Padova dovrebbe comunque ripartire dal 4-4-2. Quella ospite a quota 19 è la seconda miglior difesa in assoluto nel girone A di LegaPro, dietro la Reggiana che ha patito 16 gol. Per il Pordenone sono due più dei veneti. DIONISI SOTTO ESAME – Matteo Dionisi non sarà un altro ex di turno al Bottecchia, domani pomeriggio alle 17.30. Il difensore, già con ramarri (stagione 2013-14) e Sacilese (da dicembre 2011 a giugno 2013), ha subito un infortunio in allenamento che lo terrà per un po’ di tempo lontano dai campi. I primi accertamenti, che ipotizzano una lesione muscolare al soleo, saranno ripetuti oggi con l’ecografia. Da una prima stima potrebbero servire almeno tre settimane per il recupero del laterale, che a Padova dalla scorsa stagione hanno soprannominato Frecciarossa. Per lui, intanto, ci sono le stampelle.

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Stefano Beltrame corre verso un posto da titolare. L’ex juventino punta la gara di domani per centrare il suo personalissimo triplete: esordio, gol e primi tre punti su cui mettere la firma da neroverde. Lo aspettavano da tanto, al De Marchi, il talento di Biella. Appena arrivato, nel mercato di gennaio, tutti parlarono di lui. D’altronde il suo curriculum era chiaro: l’esordio in A con la maglia della Signora, le stagioni a Bari, Modena e Vercelli in B. Insomma, un profilo quasi più interessante di quello di Emanuele Berrettoni, considerata soprattutto l’età (Beltrame è un ’93). Ma l’attaccante piemontese ha sofferto subito i carichi di lavoro imposti dallo staff di Bruno Tedino. Pochi allenamenti, poi il primo stop, che gli ha impedito di vivere il clou del filotto neroverde. Beltrame, allora, ha lavorato. Corsa, potenziamento, recupero della forma, fino al rientro in gruppo della scorsa settimana. E il talento scuola Juve giorno dopo giorno si è mosso sempre meglio. Ha fatto vedere l’uno contro uno, la giocata, il ritmo che cerca il Pordenone per evitare le secche della stanchezza. Ora Beltrame si gioca un posto nella supersfida del Bottecchia contro il Padova. Anzi, al momento è il favorito, complici le prestazioni non proprio brillantissime offerte negli ultimi 180′ da Berrettoni. I ramarri contano su di lui per scardinare la difesa biancoscudata e il 23enne scalda i motori per «sgasare» già all’esordio assoluto con la maglia neroverde.

Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Sì, sarà la partita più importante dell’annata». Mauro Lovisa non ha alcun dubbio. Pordenone-Padova, domani alle 17.30 al Bottecchia, diventerà la gara che segnerà indelebilmente la stagione neroverde. Re Mauro si spiega: «Se vinciamo (Pordenone terzo con 47 punti), tagliamo fuori il Padova (41) dalla lotta-playoff. Se dovessimo perdere lo galvanizzeremmo e probabilmente vedremmo pericolosamente avvicinarsi Pavia (42, domenica ospiterà il Renate) e FeralpiSalò (42, che riceverà domani l’Albinoleffe)». EMOZIONI – Sarà dunque una gara ad altissimo impatto emotivo. «Sorrido sempre – risponde il presidente – quando sento parlare di “tensione” per una partita. Sto spendendo tanto per il Pordenone, ma ci metterei sopra ancora qualcosa, per essere uno degli undici in neroverde. Mi ricordo ancora le emozioni dello spareggio del ’96 al Bottecchia con il Rovigo, davanti a duemila persone. Ed eravamo in Eccellenza! Chi sarà in campo con il Padova avrà il privilegio di vivere due ore indimenticabili». INSEGNAMENTI – Sarà un Bottecchia tutto esaurito, con 800 tifosi patavini (il Gos ha limitato la capienza per motivi di sicurezza) e 1600 supporter neroverdi. «Finalmente – annuisce con soddisfazione Lovisa – un’atmosfera da grande calcio. Deve diventare un’abitudine: oggi in C, domani in B. Se avessimo uno stadio più grande e moderno – è il suo leit motiv – avremmo fatto anche 4 o 5 mila spettatori. Mi chiedo poi quale sarà la situazione di viabilità e parcheggi. Chi di dovere deve pensarci». PREVISIONI – Che partita sarà? «Prevedo – afferma re Mauro – una gara molto dura e tattica. Pillon è uomo di sostanza. Sarà una di quelle partite decise da un episodio. Se dovessi scommettere punterei sul pari. Noi però vogliamo fortissimamente vincere. Conto sull’aiuto dei nostri fan per riuscirci». RACCOMANDAZIONI – Sarà confronto anche fra tifoserie. I padovani hanno conosciuto il grande calcio e sono organizzatissimi. «Sì, ma – confida il presidente – anche i nostri stanno crescendo. Importante – raccomanda – sarà tifare positivo e correttamente. Niente insulti e, soprattutto, non cadere in eventuali provocazioni. Per Pordenone, in campo e sugli spalti, sarà l’esame di maturità».

Ore 13.50 – (Messaggero Veneto) E’ caccia agli ultimi biglietti: cresce l’attesa per la gara di domani tra Pordenone e Padova. La società neroverde informa che sono rimasti soltanto 150 biglietti per la gradinata ospiti, mentre sono ancora disponibili alcune centinaia di ticket per i settori locali. Il club raccomanda di acquistare il tagliando in prevendita (bar Libertà e caffè Nogaredo), in modo tale da evitare code alla biglietteria, che alzerà le serrande rispettivamente alle 10.30 in via Stadio e alle 15 (settore ospiti) in via San Vito. I cancelli invece saranno aperti alle 15.30, due ore prima della partita, come stabilito ieri dal Gos. I residenti nelle province di Venezia e Treviso potranno entrare allo stadio pur privi della Supporter card. Sarà una partitissima, comunque vada: il campionato entra in una fase cruciale e i punti pesano come mai prima d’ora. La FeralpiSalò, scivolata fuori della zona play-off dopo 4 gare senza vittorie, è da ieri in ritiro. Preparerà la sfida di domani con l’Albinoleffe a Garda (Verona). Una scelta presa dalla società assieme al tecnico, Aimo Diana, evidentemente per compattare il gruppo in vista di due gare fondamentali (c’è il derby col Lumezzane dopo l’Albinoleffe) e del rush finale.

Ore 13.30 – (Messaggero Veneto) Sono ancora numerosi i dubbi che, a 24 ore dal match, affollano la testa di Bruno Tedino, tecnico del Pordenone. La sfida col Padova è molto importante in chiave play-off e il trainer si riserva ancora tempo per prendere le scelte più importanti. I ballottaggi principali sono due e riguardano la posizione di Simone Pasa e la composizione del reparto offensivo. L’allenatore neroverde non sa ancora se impiegare il suo jolly a centrocampo – nella sua posizione naturale – oppure in difesa, dove ha disputato la maggior parte delle sue partite tra i “ramarri”. In mezzo può dare più qualità alla manovra, mentre dietro garantisce comunque grande solidità. Se dovesse giocare in terza linea, al suo posto in mezzo giocherebbe Buratto. Viceversa, in difesa sarebbe impiegato Ingegneri. In attacco invece la situazione è ancora in alto mare. Tedino ancora non sa se impiegare il tridente (4-3-3) oppure il “rombo” (4-3-1-2). Inoltre, “balla” anche uno dei componenti, dati per certi Strizzolo (al rientro dalla squalifica) e Cattaneo: Berrettoni, Martignago oppure Beltrame, con quest’ultimo che farebbe così il suo esordio? Il tecnico, ieri, in fase offensiva, ha soprattutto insistito sulla velocità della trasmissione della palla e sull’attacco allo spazio delle mezzali. I ballottaggi li scioglierà verosimilmente oggi, dopo la rifinitura mattutina, che si terrà a porte chiuse. Il Padova, forte da tre vittorie consecutive, a quanto pare dovrebbe sostituire Dionisi – ex, infortunato – con Diniz, facendo così l’unico cambio rispetto alla formazione di sabato scorso, capace di vincere 3-0 col Pavia. Anche ieri Pillon, ex di turno, ha provato quindi il 4-4-2 con l’ex Finocchio ala sinistra e la coppia Neto-Altinier davanti.

Ore 13.10 – (Messaggero Veneto) Adesso è al Grosseto e sta lottando per conquistare la terza promozione di fila in Lega Pro. Le ultime due, Matteo Nichele, le ha ottenute prima a Pordenone, poi a Padova: la gara di domani del Bottecchia, dunque, tra tutti i doppi ex, non può che essere del centrocampista classe ’81, allenato a San Donà da Tedino e che ha lasciato un ricordo indelebile nella città del Santo e, soprattutto, in riva al Noncello. «E Pordenone l’ha lasciato a me – attacca dalla Maremma –. Quella 2013-2014 è stata la mia stagione più bella. Per questo tiferò per i neroverdi: è una gara cruciale per i play-off, la più difficile sinora. Non devono sbagliarla». Nichele, andiamo dritti al dunque: perché ritiene sia il match più tosto per i “ramarri”? «Per il valore del Padova, in primis. Squadra molto forte e che sta bene. Poi perché vivono un momento delicato: è facile giocare quando si arriva da tante vittorie di fila, difficile adesso, quando lo score parla di 1 punto negli ultimi due match. I 90’ del Bottecchia diranno tanto su questo Pordenone, se è un gruppo vero e che sa reagire». Ecco: per lei lo è? «A mio parere sì. Tedino, che mi ha allenato, è un maestro a costruire spogliatoi e squadre da zero. Com’è capitato quest’anno al De Marchi. E’ bravo, preparato, conosce i giocatori, ha idee. La serie D gli stava stretta: adesso raccoglie i frutti di quanto ha seminato. Se lo merita». Quindi “ramarri” favoriti domani? «No: per me, adesso, il Padova ha qualcosa in più. Perché sta bene e per l’entusiasmo della piazza. Io l’ho toccato con mano la scorsa stagione: il pubblico ti trascina alla vittoria. Sarà dura per i neroverdi». Ma lei da che parte starà? «Non c’è dubbio: tiferò per il Pordenone. E’ una società, una maglia che ho sentito mia più di tante altre. Quando sono arrivato, nel 2012, la squadra aveva un seguito relativo. In due anni io e gli altri compagni abbiamo costruito tanto. Cercavamo, facendoci vedere in città, di creare attaccamento ai colori. I risultati poi ci hanno dato una mano». E’ infatti diventato un idolo: è stato ed è tuttora uno dei giocatori più amati. «L’annata in cui abbiamo vinto campionato e scudetto non la dimenticherò mai. Il nostro era uno spogliatoio di amici. Anche a Padova sono stato bene, ma a Pordenone è stato favoloso, anche perché siamo saliti in Lega Pro all’ultima giornata. La pressione era forte, ogni gara dovevamo vincerla, visto che il Marano non sbagliava un colpo: soltanto un gruppo vero, come lo era il nostro, poteva centrare quella promozione». Quanto darebbe per essere del match, lei che avrebbe potuto far parte di questi gruppi? «Tanto. Purtroppo i dirigenti, nella costruzione delle squadre, valutano di più i giocatori retrocessi dalla Lega Pro rispetto a quelli che salgono dalla D. Ormai sono cose che accetto. Sarei rimasto più volentieri a Pordenone che a Padova. E’ andata così. Ora tifo per i “ramarri”: spero che vadano ai play-off».

Ore 12.50 – (Gazzettino) «Il Pordenone è una squadra che solitamente parte molto forte e fa dell’intensità una delle sue caratteristiche principali anche perché le dimensioni del campo sono quasi al limite del regolamento, ma noi abbiamo la fortuna di avere al nostro seguito tantissimi tifosi: non dico che giocheremo in casa, però si faranno sentire alla grande e ci daranno una mano». Tornando sul piano personale, sta attraversando un ottimo momento di forma. È partito titolare nelle ultime due sfide vinte con Mantova e Pavia, con tanto di doppietta nella trasferta con i virgiliani. «Dopo un periodo iniziale di ambientamento per capire gli schemi della squadra, mi è stata data l’opportunità di giocare e sono stato bravo e fortunato a sfruttarla nel migliore dei modi. Adesso serve dare continuità a prestazioni e risultati sapendo che ogni partita è fondamentale».  Con il Pavia quando è stato sostituito ha ricevuto una marea di applausi dal popolo dell’Euganeo. «Sono davvero felice, è stata un’emozione molto bella ed è uno stimolo a fare ancora meglio».

Ore 12.40 – (Gazzettino) Naturalmente al “Bottecchia” non mancherà un filo di emozione in più. «È senz’altro una partita più importante delle altre avendo giocato sei mesi con loro. Oltre all’aspetto personale, è anche una sfida importantissima dato che vincere o fare punti ci consentirebbe di restare agganciati al treno play off che nelle ultime giornate è diventato un obiettivo alla nostra portata, e dobbiamo crederci e provarci». Sei sono le lunghezze di ritardo in classifica dai friulani, e domani è un’occasione d’oro per dimezzare il distacco dal terzo posto che garantisce sicuramente l’accesso agli spareggi promozione. Che sfida si aspetta? «Siamo due squadre bene organizzate, e in partite del genere l’episodio può rivelarsi decisivo. È fondamentale mantenere alta la concentrazione e restare sul pezzo per tutto l’incontro».

Ore 12.30 – (Gazzettino) «Ci tengo tantissimo a fare bene e se segno esulto perchè non farlo sarebbe una mancanza di rispetto per i nostri tifosi». Per Francesco Finocchio non può essere una partita come le altre quella con il Pordenone, club che è proprietario del suo cartellino (scadenza giugno 2017) e con il quale ha disputato la prima parte di stagione siglando due sigilli, uno nel successo 1-0 con la Pro Piacenza e l’altro nel pareggio 2-2 con il Sudtirol. Nonostante il legame contrattuale con i neroverdi, testa e cuore sono rivolti ai biancoscudati nei quali è approdato nell’ultimo giorno del mercato invernale. «In questo momento penso solo al Padova e voglio fare del mio meglio fino al termine della stagione, poi vediamo cosa succederà. Qui mi trovo benissimo e l’ipotesi di restare anche l’anno prossimo sarebbe bellissima, ma quando si ha un contratto pluriennale non dipende solo dal giocatore. Adesso, comunque, sono concentrato sul presente».

Ore 12.20 – (Gazzettino) Sono 650 i biglietti acquistati dai tifosi padovani in vista della trasferta di domani alle 17.30 a Pordenone. Ieri il Gos ha ridotto per motivi di sicurezza da mille a 800 posti la capienza del settore ospiti, il che significa che sono ancora disponibili 150 tagliandi. Per agevolare la tifoseria è stato deciso di prolungare la prevendita (Tabacchi Drago in via Buonarroti 89 e sul sito Ticketland) fino a domani alle 12 con la quale cesserà l’iniziativa “Invita due amici allo stadio”, e di permettere di acquistare gli eventuali tagliandi restanti alla biglietteria ospiti del «Bottecchia» (via San Vito) domani dalle 15. SQUADRA. Seduta tattica alla Guizza nel corso della quale è stato provato l’undici titolare, vale a dire lo stesso schierato con il Pavia. Petkovic si è allenato con gli altri portieri, Corti ha proseguito il lavoro differenziato. Questa mattina la rifinitura. Intanto, è ufficiale che la partita casalinga con la Cremonese si giocherà mercoledì alle 20.30. CDA. È stato approvato all’unanimità il bilancio semestrale al 31 dicembre 2015 alla presenza dei consiglieri Giuseppe e Marco Bergamin, Roberto ed Edoardo Bonetto, Massimo Poliero, Giampaolo Salot, Sandro Vecchiato, Roberto Vitulo e del collegio sindacale. Assenti per impegni lavorativi i consiglieri Moreno Beccaro e Walter Tosetto.

Ore 11.55 – Su Petrilli: “Ha sempre giocato e rimane un giocatore importante, e con le sue qualità può riconquistare il posto senza problemi”. Termina la conferenza stampa.

Ore 11.51 – Sui tifosi: “Entusiasmo alle stelle? Noi dobbiamo solo pensare alla partita e a fare il nostro dovere. Ci sono sempre stati vicini, e se ci sarà un seguito ancor maggiore dipende solo da noi”.

Ore 11.48 – Sul Pordenone: “Faccio loro i complimenti perché giocano davvero benissimo, e non a caso sono terzi. Tedino ha dato la sua impronta, ed offensivamente sono pericolosi… Sappiamo che ci saranno delle difficoltà, ma ne avranno anche loro. Sarà una partita di grande intensità, poi col campo stretto ancor di più… I ragazzi sono pronti mentalmente e fisicamente, e questo mi dà grande serenità. Mi auguro che la mia squadra giochi bene, poi con la prestazione il risultato arriva!”.

Ore 11.45 – Arriva Pillon. Su Sbraga: “Vediamo domani se riusciamo a recuperarlo, ha preso un virus che l’ha fatto stare male stanotte. Se c’è febbre è un problema, altrimenti potrebbe anche esserci. Diniz? Ha sempre un problema alla cartilagine, ma dovrebbe esserci”.

Ore 11.40 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 11.20 – Qui Guizza: si ferma anche Diniz, che rientra però dopo due minuti di cure.

Ore 11.00 – Qui Guizza: assente Sbraga, da capire il motivo.

Ore 10.40 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento mattutino.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) «La terza fase è l’attuale. Questa è la vera squadra che auspicavamo: a parte la qualità dell’insieme, vedo una condizione fisica determinante, e che con la primavera e i campi asciutti potrebbe rivelarsi ancora più importante per le nostre potenzialità». Era un processo di crescita inevitabile? «Uno si aspetta sempre il meglio in avvio di campionato. A parte le prime quattro partite, quel processo poi si è bloccato. Adesso le cose positive sono tante e, sommate l’una all’altra, trasmettono la sensazione che il Padova vero sia proprio questo». Si lotta per un posto nei playoff. La sfida del “Bottecchia” diventa un vero e proprio spartiacque. «È un passaggio-chiave, perché, più che al quarto posto, distante solo 2 punti, bisogna puntare al terzo, e i neroverdi sono a 6 lunghezze da noi. Poi, è chiaro, si può sperare, strada facendo, sul capitombolo di qualcun altro, dato che sono molti gli scontri diretti in calendario, ma credo che le nostre fortune dipendano unicamente da noi. Ha ragione Pillon quando afferma che serve un filotto di vittorie». Lunedì è stato a Firenze, dove il presidente della Lega Pro Gravina ha riunito lei e tutti i suoi colleghi per discutere del futuro della categoria. Soddisfatto? «Ho constatato un impegno e una volontà di trasformare un sistema “bacato”, con troppi lati oscuri, in uno che dia garanzie, restituendo alle società il ruolo di protagoniste. Il progetto ci piace e lo sosterremo».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) «Queste cose (l’ipotesi, poi smentita, di un presunto accordo verbale con la famiglia Bonetto per un’uscita di scena di quest’ultima, rappresentata da Roberto e dal figlio Edoardo, dalla compagine societaria a fine giugno) fanno parte dell’ambiente, bisogna metterle nel conto. Ciò che conta, alla fine, è reagire nel modo giusto». Non le vogliamo guastare il compleanno, ma ci può sintetizzare, una volta per tutte, il tipo di rapporto con il socio storico? «Le difficoltà ci sono, ci sono state e ci saranno. Normale, le visioni tra di noi possono essere diverse. Io ragiono con il buonsenso e il buonsenso, alla fine, riporta le cose sui piani paralleli, che vanno percorsi congiuntamente. Ciò che interessa è il futuro del Calcio Padova, non i propri particolarismi. E noi dobbiamo provare a suscitare una maggiore affezione nei confronti di questo club». Siamo ad un punto cruciale della stagione. Che bilancio traccia sin qui? «Parlerei di tre fasi. La prima la definirei “perimetrale-conoscitiva”: i problemi sono saltati fuori, sia a livello di squadra che di società. La seconda è quella che chiamerei del “guardare la realtà”: c’è un momento in cui non puoi più prescindere da quanto ti scorre davanti agli occhi, e allora bisogna ricorrere ai rinforzi. Il gruppo è stato irrobustito e i buoni risultati ne sono stati la conseguenza».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Presidente Bepi Bergamin, quanti sono? «Sessantaquattro anni. Ce li ho tutti, ma mi sembra di essere ancora un giovanotto. Conta lo spirito, che poi è voglia di fare, avere entusiasmo e fisico. Oltre al cervello che funziona, naturalmente…». Come vive questa giornata speciale? «Come le altre. Quando arrivi a tanti compleanni, un po’ ti abitui. Se farò festa a casa? Sì, ma meglio se sposteremo l’evento a domenica. Oggi si lavora, domani c’è la partita a Pordenone…». Tutti presenti in famiglia? «No, mia figlia Maddalena è a Parigi. Spero si ricordi di farmi gli auguri, basta una telefonata (e ride, ndr)». Che regalo si aspetta dal “suo” Padova? «Sono stato a trovare la squadra alla Guizza. Ho detto ai ragazzi: a Pordenone “dovete fare uno… spolveron!”. Come dire: vorrei assistere ad una grande partita da parte loro. Un bel risultato sarebbe il modo migliore per vivere il mio compleanno. Ci sono le condizioni per provare a vincere. Sono ottimista». Torniamo per un attimo a qualche giorno fa: non è stato un inizio di settimana facile… «No, affatto, e un po’ di fastidio in tutta sincerità l’ho provato. Ma sono comunque sereno, non mi porto dietro turbamenti particolari e neppure tensioni. In realtà, come ho già ho avuto modo di dichiarare martedì, non è successo niente».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Nei giorni scorsi, i messaggini con i vecchi compagni non sono mancati. «Alberto Filippini è l’amico più caro che ho lasciato lì, e in settimana ci siamo mandati a vicenda i classici sfottò. Lui ha giocato in passato con il Padova, ma contro di noi non ci sarà, dal momento che è squalificato. Forse è un bene, visto che finora è stato l’attaccante che da loro ha segnato di più: lui mi ha fatto scherzosamente gli auguri, io l’ho preso in giro, anche se so che teneva molto ad esserci per questa gara». Superata l’emozione iniziale, Finocchio cercherà di dare una mano al Padova per tentare l’impresa. A maggior ragione visto che nessuno, meglio di lui, conosce il modo di giocare dei neroverdi e di Bruno Tedino. «Il Pordenone è una squadra veloce ed intensa, che fa dell’intensità e dell’aggressività le sue armi migliori. E poi ha un vantaggio: quello di conoscere il terreno di gioco, che è molto piccolo e stretto. Nonostante siano due squadre propositive, Padova e Pordenone hanno comunque delle diverse peculiarità: i neroverdi fanno più possesso palla, hanno una struttura fisica diversa dalla nostra, visto che sono più piccoli e rapidi. Ma il Padova ha bisogno di fare risultato se vuole rimanere agganciato al treno playoff: sarà difficile, ma dobbiamo crederci». Oggi alle 10 la rifinitura alla Guizza: ultime prove generali per Pillon, che dovrebbe confermare lo stesso undici che ha battuto il Pavia.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) C’è un giocatore che attende Pordenone-Padova con trepidazione, più di chiunque altro. Perché la sfida in casa dei neroverdi è la “sua” partita: può permettergli di dimostrare, proprio davanti a chi due mesi fa ha deciso di “scaricarlo”, di aver commesso un errore. Francesco Finocchio oggi è diventato uno degli elementi portanti del Padova spumeggiante delle ultime apparizioni. E tornare al “Bottecchia” da avversario, per lui che fino a gennaio vestiva la maglia dei “ramarri” (che ne detengono ancora il cartellino) porterà grandi emozioni. «Penso di essere andato via da Pordenone perché qualcuno ha pensato che non fossi adatto al modulo di Tedino», si rammarica l’esterno italo-brasiliano. «Sono state prese altre decisioni, le nostre strade si sono separate, e a me un po’ è dispiaciuto, perché lì avevo un bel rapporto con tutti, e non è mai facile lasciare un posto in cui si sta bene. Ma sono arrivato in una società importantissima e in un gruppo ambizioso, quindi non potevo chiedere di meglio: Padova è una piazza prestigiosissima, forse la più importante della categoria, e con questa maglia adesso voglio giocarmela». Per la terza settimana di fila, domani Finocchio sarà in campo dal primo minuto. E proverà in tutti i modi a prendersi la sua piccola rivalsa. «Non c’è alcun rancore, però ho tanta voglia di far bene, anche se non devo dimostrare niente a nessuno. Se la partita dovesse andare bene, sarei doppiamente felice: sarebbe una piccola rivincita per me, e un grande passo in avanti per la squadra. Io sono in un momento positivo, e sono davvero carico in vista di questa gara».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La “febbre” per Pordenone-Padova sta raggiungendo i livelli di guardia: siamo ormai alla vigilia di una sfida che si preannuncia tesa e ricca di spettacolo, ed è pronto a scattare l’esodo dei tifosi padovani in Friuli. Per il settore ospiti dello stadio “Bottecchia”, vicino a sfondare quota 700, rimangono a disposizione ormai poco più di un centinaio di biglietti: il Gruppo Operativo di Sicurezza della Questura friulana, riunitosi ieri mattina, ha deciso di ridurre a 800 unità la capienza del settore riservato ai supporter biancoscudati, per i quali rimangono quindi pochi biglietti ancora a disposizione. I tifosi potranno acquistare gli ultimi tagliandi entro le 12 di domani nell’unico punto-vendita abilitato, la tabaccheria “Drago” di via Buonarroti in zona Arcella, o su internet: se rimarranno disponibili altri tagliandi, gli invenduti saranno messi a disposizione domani, fuori dallo stadio, presso la biglietteria ospiti di via San Vito, che aprirà alle 15, mezz’ora prima dell’apertura dei cancelli dello stadio (la partita si gioca alle 17.30). In biglietteria (anche nel caso in cui un padovano volesse acquistare un tagliando per un diverso settore) ci si dovrà presentare muniti di un documento di identità in corso di validità e della Tessera del Tifoso: l’opzione “Porta due amici allo stadio”, con cui un tesserato può acquistare due tagliandi per due amici sprovvisti di Supporter Card, sarà valida fino alle 12 e non sarà applicata alle biglietterie fuori dal “Bottecchia”.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Padova-Cremonese, partita valevole per il turno di Pasqua nel girone A di Lega Pro, si giocherà, come da programma, mercoledì 23 marzo, ma non più alle 15, bensì alle 20.30. L’ufficialità è arrivata ieri da Firenze: accolta, dunque, la richiesta della società biancoscudata di spostare alla sera l’incontro, questo per soddisfare le numerose richieste dei tifosi, che avevano manifestato il loro malumore quando era stato comunicato l’orario iniziale della gara. Sempre ieri, in viale Nereo Rocco, si è riunito alle 13 il Cda della società. «Alla presenza dei consiglieri Giuseppe Bergamin, Marco Bergamin, Roberto Bonetto, Edoardo Bonetto, Massimo Poliero, Giampaolo Salot, Sandro Vecchiato, Roberto Vitulo e dell’intero collegio sindacale», si legge nel comunicato diffuso al termine della riunione, «il Consiglio d’amministrazione ha approvato all’unanimità il bilancio semestrale al 31 dicembre 2015». Per la cronaca, erano assenti i consiglieri Moreno Beccaro e Walter Tosetto, giustificati per impegni lavorativi. Un Consiglio molto breve – è durato poco più di mezz’ora – il cui clima è stato contrassegnato da estrema serenità e fiducia nei confronti della squadra.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Un segnale tangibile dell’entusiasmo che si è impadronito della tifoseria, con la squadra a soli due punti dalla zona playoff e con la possibilità concreta di dimezzare il distacco in classifica dal Pordenone, che occupa la terza posizione a quota 47, contro i 41 dei biancoscudati guidati da Giuseppe Pillon. Ieri, nelle prove di formazione effettuati alla Guizza, l’allenatore trevigiano ha confermato in blocco gli undici che hanno battuto 3-0 il Pavia. Pillon vuole confermare anche domani l’andamento più che positivo della sua stagione battendo un’altra diretta concorrente alla promozione. Durante la sua gestione, il Padova ha perso in una sola occasione, contro il Cittadella all’Euganeo, tenendo una media di oltre due punti a partita. È di ieri la comunicazione ufficiale dello spostamento in serale di Padova-Cremonese.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Dopo gli scossoni dei giorni scorsi, adesso la situazione societaria del Padova sembra essere tornata tranquilla. Ieri si è riunito il Consiglio di Amministrazione della del club di viale Nereo Rocco, alla presenza dei consiglieri Giuseppe Bergamin, Marco Bergamin, Roberto Bonetto, Edoardo Bonetto, Massimo Poliero, Giampaolo Salot, Sandro Vecchiato, Roberto Vitulo e dell’intero collegio sindacale, il Consiglio ha approvato all’unanimità il bilancio semestrale al 31 dicembre 2015. Erano assenti per impegni lavorativi i consiglieri Moreno Beccaro e Walter Tosetto. Nessuna sorpresa sul bilancio. Insomma, acque tranquille e squadra che si prepara alla trasferta di Pordenone in programma domani. Restano ancora poco più di un centinaio di biglietti riservati ai tifosi biancoscudati, con lo stadio «Bottecchia» che dovrebbe registrare il tutto esaurito e con almeno 800 sostenitori provenienti dalla città del Santo.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 59, Bassano 49, Pordenone 47, Alessandria 43, FeralpiSalò e Pavia 42, Padova 41, Reggiana e SudTirol 38, Cremonese 37, Lumezzane 30, Cuneo, Giana Erminio e Renate 28, Pro Piacenza 27, Mantova 23, AlbinoLeffe 18, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventiseiesima giornata: Padova-Pavia 3-0 (Altinier (Pd) al 26′ pt, Neto Pereira (Pd) al 41′ pt, Altinier (Pd) al 47′ st), AlbinoLeffe-Cuneo 2-0 (Girardi (Al) al 5′ st e al 45′ st), Renate-FeralpiSalò 1-0 (Pavan (Re) al 34′ st), Pro Piacenza-Pro Patria 1-1 (Alessandro (Ppi) al 29′ pt, Montini (Ppa) al 41′ pt), Giana Erminio-Mantova 0-0, Reggiana-SudTirol 0-0, Lumezzane-Cremonese 2-1 (Sansovini (Cr) al 11′ pt, autogol di Zullo (Cr) al 24′ st, Bacio Terraciano (Lu) al 49′ st) Bassano Virtus-Pordenone 1-0 (Misuraca (Ba) su rigore al 28′ st), Alessandria-Cittadella 1-2.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 17 marzo: allenamento pomeridiano per i Biancoscudati, a parte Corti e Petkovic ed assente Dionisi.




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