Cittadella-Pordenone, Coralli: “Volevo lasciare il mio marchio su questa promozione!”

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La prima volta fu allo stadio Bentegodi contro il Brescello, la seconda allo Zini di Cremona con una rimonta d’altri tempi, la terza è quella più «semplice», senza troppi affanni, con tre giornate d’anticipo. Due promozioni su tre portano la sua firma. Era l’8 giugno 2008 e Claudio Coralli marchiò col pennarello indelebile un successo «pazzesco», in rimonta dopo il ko dell’andata. Sirigu gli parò un rigore, non si arrese e siglò una rete decisiva, in coppia con Riccardo Meggiorini, che ieri non ha voluto far mancare il suo saluto affettuoso dalla vicina Verona: «Complimenti al Cittadella tornato in serie B. Società e tifosi che porterò sempre nel cuore». Otto anni dopo, «Ciccio» Coralli, che sulla carta di identità come data di nascita porta scritto 1 marzo 1983, ha qualche acciacco in più, ma evidentemente era scritto nel libro del destino che il gol che chiude il sipario lo avrebbe segnato lui. Minuto numero 92’, un dribbling in progressione, poi la rete del 3-1 al Pordenone che fa impazzire il Tombolato e la corsa sotto la gradinata Est, da quella che lui, toscano di Borgo San Lorenzo, chiama «la mia gente». Poi la festa, la gioia incontenibile, tanta felicità per quel gol che aveva sognato a lungo. «Ero ossessionato da quel pensiero – sorride Coralli – volevo solo segnare, volevo lasciare il mio marchio su questa promozione. Dopo il gol non ho capito più nulla ma otto anni fa, lo confesso, sentivo di più la partita. Quella promozione fu tirata per i capelli, soffertissima, questa era diversa. Sapevamo che prima o poi sarebbe arrivata, era solo questione di tempo. Certo, è stato bellissimo segnare il gol finale, una gioia immensa di fronte al mio pubblico. Quando gioco in casa io mi esalto, sento il calore della gente e mi carico. È bello essere andato in rete ancora una volta nella gara decisiva. Avevo realizzato un gol simile a questo l’anno scorso contro il Pescara, il dribbling e il tiro a rientrare non è una novità, l’ho fatto ancora e sono contento». E così, l’urlo dello speaker Stefano Albertin, ormai senza voce dopo una partita vissuta con una tensione incommensurabile, «Gol!, Gol, gol, gol gol: ha segnato, con il numero 20, proprio lui, Ciccioooooo Coralliiii…». Senza più voce, come quando capisci che il tuo nome è scritto nel libro del destino. E non può essere un caso che un’alchimia come quella che lega Coralli e il Cittadella abbia di nuovo prodotto un brivido da ricordare.

(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello)




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