Live 24! Bassano-Padova, la vigilia: mister Pillon opta per il classico 4-4-2 o vira sul 4-3-3?

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Ore 22.30 – (Il Piccolo) Qualche anno fa, con la Triestina in serie B, c’era un altro Michael fra i pali della porta alabardata che ha fatto faville tanto da guadagnarsi poi la massima serie. Vezzani, attuale portiere dell’Unione, non nega di aver pensato proprio ad Agazzi quando è arrivato a Trieste: «Sì, questa dello stesso nome è stata la prima cosa che mi è venuta in mente – afferma – che dire? Non posso che sperare di ripeterne le gesta». Nel frattempo Vezzani, romano, classe 1992, che da inizio 2016 difende la porta della Triestina, sta disputando una grande stagione, come dimostra quel miracoloso salvataggio allo scadere del derby con l’Ufm. Vezzani, cosa ha pensato su quel contropiede dell’Ufm all’ultimo minuto? «In quel momento c’è tanta adrenalina, cerchi di essere pronto come del resto per tutta la partita. Quando ho visto il tocco finale per il loro giocatore, sono riuscito a prendere il tempo giusto: lì bisogna metterci la faccia e andare giù da vita o morte, è andata bene e sono riuscito a salvare almeno il pari. Per il resto peccato, era una partita complicata per la sua importanza e per raccogliere punti fondamentali, purtroppo ci siamo fatti beffare verso il finale per una disattenzione generale». Credete ancora nella salvezza diretta? «Sappiamo che è difficile, anche se personalmente ci credo ancora molto e anche la società. Siamo un buon gruppo, c’è un ottimo allenatore e la società ci è vicina. Poi naturalmente la salvezza diretta ormai dipende anche dalle altre, ma noi faremo di tutto. Siamo consapevoli che intanto dobbiamo fare più punti possibili per far pendere dalla nostra parte le possibilità, quantomeno per posizionarci meglio nella griglia play-out e poterli giocare in casa col nostro pubblico che ci può dare una grande mano». A proposito di pubblico, bello ritrovare così tanti tifosi? «Assolutamente sì: una piazza come Trieste non merita l’Interregionale ma dovrebbe stare molto più su. Nemmeno in serie B c’è un pubblico del genere che ti dà la spinta e la forza in più per fare bene». Luparense e Venezia sono molto forti: sperate di trovarle almeno demotivate? «Si spera, ma questo dipende anche dalle società. In molte preferiscono chiudere in bellezza, quindi io credo che saranno due partite in cui non ci regaleranno niente. Noi dobbiamo lottare con tutto il cuore». A livello personale sta disputando un’ottima stagione: il bilancio è positivo? «Sì, in effetti sono molto soddisfatto del mio rendimento: soprattutto in una realtà importante come Trieste, fare bene è una cosa importante per me e per la mia carriera. Naturalmente spero di continuare così fino alla fine». Eppure negli ultimi anni non ha giocato molto: come mai? «Purtroppo in serie D emergono sempre problemi per la regola degli under: molte squadre giocano con giovani in porta e per noi portieri, quando superi l’età, è complicato trovare spazio. È una regola penalizzante soprattutto per portieri e terzini, ruoli dove vengono utilizzati soprattutto under: non la condivido molto, ma purtroppo c’è e bisogna farci i conti. L’importante è non mollare mai e lottare per guadagnarsi il posto».

Ore 22.10 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno prepara le prime mosse di mercato. In estate la rosa gialloblù subirà inevitabilmente dei cambiamenti, soprattutto tra giovani. Paolo Pellicanò non sarà più un fuoriquota, Giovanni Pescosta probabilmente andrà all’università e ci sarà bisogno di almeno due fuoriquota del 1997, che arriveranno molto probabilmente da fuori provincia. Il futuro di Simone Quarzago sarà l’ago della bilancia per la ricerca dei giovani. Cominciamo però con ordine. In porta. Sembra certa la partenza di Gabriele Brino, che nella seconda parte di stagione ha trovato poco spazio. Il numero uno gialloblù il prossimo anno sarà quindi Davide Solagna, che si giocherà il posto con un 1997, meglio 1998. Da valutare anche le condizioni di Giulio Righes, portiere della juniores e terzo della prima squadra, prima che si infortunasse al crociato in inverno. Difesa. Il Belluno dovrebbe tenere tre centrali “vecchi” che saranno Nicola Calcagnotto, Sebastiano Sommacal e Paolo Pellicanò, mentre è alla ricerca di due esterni classe 1997, per sostituire Giovanni Pescosta che potrebbe scegliere di andare via per l’università. Stefano Mosca è ovviamente confermato, mentre bisognerà capire anche il futuro di Andrea Franchetto (1997), il ragazzo ha a disposizione ancora due partite più i play off per convincere l’ambiente. Nelle ultime settimane sembra che la società abbia anche fatto un colpo di telefono a Ivan Merli Sala, per provare a convincerlo a tornare, ma per ora la strada non sembra percorribile. Centrocampo. La triade dei senatori Simone Bertagno, Yari Masoch e Mike Miniati non si tocca, tutti e tre dovrebbero rimanere senza intoppi in Piazzale della Resistenza. La strategia del mercato è legata al futuro di Simone Quarzago: se dovesse rimanere sarebbe una pedina fondamentale visto la carta d’identità (1999) che gli farebbe ricoprire tutte e tre le annate di fuoriquota. Se dovesse restare, il Belluno cercherà un solo giovane per il centrocampo, in caso partisse allora saranno due. Attacco. Gli addii certi sembrano essere quelli di Antonio Acampora e Ruben D’Incà. Il primo non avrebbe convinto in pieno e potrebbe tornare verso Monfalcone mentre il secondo, dopo l’infortunio al ginocchio di un anno fa, ha trovato veramente poco spazio durante questa stagione. Per quest’ultimo gli estimatori non dovrebbero mancare, uno tra questi il Tamai che sarebbe già pronto ad offrirgli un posto. Davanti bomber Corbanese è ovviamente confermato, insieme a lui lo sarà anche Marco Duravia, Marco Farinazzo e Alessandro Marta Bettina, 1998, che sarà un fuoriquota a disposizione di mister Vecchiato. Per quanto riguarda Madiotto, il suo arrivo a Belluno non si può dire che sia certo, ma la trattativa c’è e andrà avanti.

Ore 21.50 – (La Provincia Pavese) Il Pordenone se lo vorrebbe tenere stretto dopo l’ottimo campionato disputato da gennaio in avanti. Ma prima Marco Martin dovrà sentire il Pavia, con il quale è ancora sotto contratto. Quel Pavia che con l’avvento di Antonio Imborgia gli aveva fatto capire che sarebbe stato meglio trovarsi un’altra squadra, nonostante che anche in azzurro avesse offerto sempre prestazioni convincenti, risultando spesso tra i migliori. «No, con il Pavia non ho ancora parlato, se ne occuperà il mio agente a fine stagione», dice Martin, che al Pordenone è in prestito fino a giugno. Intanto domani pomeriggio giocherà da avversario del Pavia nella squadra che, sovvertendo ogni pronostico di inizio campionato, ha già festeggiato l’accesso ai play off: alla fine la scelta in qualche modo obbligata di andare via s’è dimostrata assolutamente azzeccata. «In effetti è così. Con l’arrivo di mister Brini e della nuova dirigenza del Pavia ho capito che non rientravo più nei piani – spiega Martin – c’erano alcune squadre che mi volevano e ho scelto il Pordenone». La sua città, tra l’altro: «Ma prima non ci avevo mai giocato, nemmeno nelle giovanili. Ho visto che c’era l’ambiente giusto, un gruppo buono e tra l’altro me ne aveva parlato bene anche Alex Pederzoli, con cui avevo giocato all’Alto Adige». Lo stesso Pederzoli che era finito fuori rosa a Pavia – ma questo a inizio stagione – con l’arrivo di Giovanni La Camera. E che assieme a Matteo Mandorlini e De Toni forma il nutrito gruppetto di ex azzurri del Pordenone. I ramarri, ripescati dopo la retrocessione dello scorso anno, sono stati l’autentica sorpresa del girone A di Lega Pro: «Avevo visto alcune partite prima di venire qui, si vedeva che giocava un buon calcio, ma onestamente nessuno si sarebbe aspettato una cavalcata del genere», conferma il ventottenne terzino. Che era stato «tagliato» da Imborgia con la motivazione che aveva ricoperto troppi ruoli in passato, e che era stato preso per giocare nel 3-5-2: «Io per la verità avevo sempre fatto il terzino sinistro nella difesa a quattro, e tra l’altro mi trovo anche meglio che come quinto di centrocampo». Ma ormai è acqua passata, e se il Pordenone è stata la rivelazione del campionato il Pavia ha rappresentato la più grande delusione. «Il campionato non è stato certo esaltante, assieme alla Reggiana il Pavia è stata probabilmente la delusione del girone – dice Martin – i problemi non sono mancati ma la rosa resta di alto livello e credo che vorranno fare bella figura nell’ultima di campionato in casa. Noi però ci teniamo a proseguire la striscia positiva, anche perché c’è da conquistare la migliore posizione ai play off: giocare in casa sarebbe già un bel vantaggio».

Ore 21.20 – (Gazzetta di Reggio) E’ un Angelo Gregucci che misura le parole, quello che si appresta a sfidare la Reggiana sabato allo stadio “Moccagatta”. L’Alessandria è nel momento cruciale della stagione e per avere la certezza matematica di disputare i play off ha bisogno di un punto. I grigi sono quarti ma il Bassano è terzo a una sola lunghezza e il Pordenone secondo a due punti. Tra l’altro i veneti giocheranno l’ultima partita proprio a Reggio. Mister, i play off dell’Alessandria passano anche dalla Reggiana. Cosa chiede alla sua ex squadra, di perdere e poi battere il Bassano? «Per carità, sono sicuro che la Reggiana scenderà in campo per fare bene in tutte e due le partite». Momento clou della stagione. Che aria si respira da voi? «C’è grande consapevolezza dell’importanza di questo passaggio. Vogliamo fare bene e sappiamo che mancano solo due gare alla fine, dunque…». Non potete sbagliare. Eppure in questi mesi voi, come le altre di testa, avete lasciato qualche punto di troppo per strada, anche se va ricordata la storica semifinale di Coppa Italia contro il Milan. «Questo è un campionato difficile, bello e combattuto. Credo che questo faccia bene a tutto il nostro movimento». Gregucci sarà il mister anche il prossimo anno? «Il mio futuro? Tutto da stabilire in funzione degli obiettivi che raggiungeremo. Il mio contratto scade alla fine della stagione ma non è il momento di parlarne. Manca molto alla fine e non siamo nelle condizioni di poter e voler fare dei progetti. Siamo concentrati per il raggiungimento dell’obiettivo». La Reggiana è stata una tappa importante della sua carriera… «Inutile ricordare quanto sia importante per me. A Reggio lo sanno tutti che appena posso passa. Ho ricordi legati a gente come Ancellotti e Lucescu…». Reggiana che non ha fatto benissimo quest’anno… «Quando l’ho incontrata e vista ha sempre espresso un buon calcio». Il futuro potrebbe regalare l’ingresso di un americano, Mike Piazza, alla Reggiana… «Sono un pragmatico. Di voci nel calcio ce ne sono tante. Se entrerà un nuovo socio ne prenderò atto». La Reggiana vuole far giocare l’ex capitano Beppe Alessi con il Bassano. Cosa ne pensa? «Una scelta romantica».

Ore 21.00 – (Gazzetta di Reggio) Oggi rifinitura in via Agosti (ore 11.30) per la Reggiana, al temine della quale Colombo diramerà la lista dei convocati per Alessandria. Ieri si sono iniziate ad intuire le disposizioni tecnico-tattiche in vista della gara e la prima novità sembra essere il ritorno al 3-5-2. Domenica scorsa contro l’Albinoleffe i granata avevano mostrato buone intese col 4-3-3 ma i piemontesi saranno avversari di ben altro spessore perciò il trainer ha deciso di affidarsi ad una difesa più coperta con tre centrali come Spanò, Sabotic e Panizzi, coadiuvati all’occorrenza dai due fluidificanti di fascia Mogos e Mignanelli che tuttavia avranno anche licenza d’offendere. Nel centrocampo ha fatto ritorno Bruccini, pronto a riprendersi il posto dello squalificato Bartolomei sulla destra, Maltese tornerà in cabina di regia mentre alla sua sinistra si muoverà Siega, un ruolo per lui atipico ma già interpretato nella sfida interna col Cittadella. In attacco, complice il forfait di Nolè, arriverà una nuova chance per Arma al fianco di Letizia, costui autore di quattro reti nelle ultime tre gare e parso ultimamente più integrato nei meccanismi di squadra. Oltre allo squalificato lucchese ed al lucano infortunato resta folto il gruppo dei giocatori quasi certamente indisponibili: Frascatore, Parola, Rampi, De Biasi e Pazienza. Amichevole. Nel frattempo la società ha ufficializzato l’amichevole col Carpineti che si disputerà mercoledì 4 maggio alle ore 17.30 sul prato del “Galeotti”, nel comune appenninico. Il Carpineti festeggerà la promozione in Eccellenza e c’è una curiosità: ha vinto proprio il girone B di Promozione, lo stesso delle avversarie affrontate in amichevole dai granata questo mese: Fabbrico ed Arcetana.

Ore 20.40 – (Gazzetta di Reggio) «Mi sono innamorato dell’Italia e ci torno spesso». Parola di Mike Piazza, la stella del baseball che la scorsa settimana ha visitato la nostra città e ha incontrato il presidente della Reggiana Stefano Compagni per intavolare una trattativa, che secondo indiscrezioni prevede l’acquisto del 60% della società granata per 3 milioni di euro. Intervistato dal magazine statunitense “Haute Living”, dedicato al lusso e ai personaggi influenti, Piazza ha parlato anche dei suoi affari in Italia. «Sto valutando un progetto, ma sto davvero tentando di tenere un profilo basso, dato che sto considerando molte cose». Il riferimento è alla trattativa con la Reggiana. Quella di Piazza è la storia di copertina del bimestrale, che è distribuito a New York, Los Angeles, San Francisco e Miami, oltre che sui jet privati e negli hotel di lusso, e lo spunto principale dell’articolo è la notizia che a luglio ci sarà la cerimonia per il suo ingresso nella Hall of Fame del baseball (un evento che gli darà una grande visibilità mediatica). Nel corso dell’intervista, realizzata dalla moglie Alicia, con la quale vive a Miami Beach con i tre figli, l’italo-americano parla anche del suo rapporto con l’Italia e della collaborazione con la nazionale azzurra di baseball. In questo passaggio rivela: «Sto cercando opportunità di business nello sport in Italia». Il campione spiega che in un primo momento pensava a un investimento nel mondo dei media, poi il suo obiettivo è diventato possedere un club sportivo. «Così ho guardato alcuni grandi club e a una squadra di calcio che stava andando in bancarotta, che si chiama Parma». Ma appena si è avvicinato ai crociati i suoi consulenti gli hanno fatto capire che «non era un grande affare». E così si è spostato sulla Reggiana, che nell’articolo non cita per nome ma indica solo come l’altro progetto che sta valutando. La trattativa con Piazza è in fase avanzata ma ovviamente le parti mantengono il più stretto riserbo e del resto lo stesso Piazza spiega che sta considerando molte cose. Il campione vive In Florida, ma se l’affare andasse in porto le sue apparizioni in Italia sarebbero ancora più frequenti di quelle attuali, anche perché l’ex stella del baseball ha un buon motivo per venire nel Bepaese. «Mi piace il vino e un giorno vorrei avere un vigneto, in Italia probabilmente». Che sia, ci chiediamo noi, un amante del Lambrusco? «Mi chiedono spesso quale sia il vino migliore e rispondo quello che sto bevendo». Sui sigari invece ha le idee più chiare: ne fuma un paio alla settimana, specie quando gioca a golf, e i suoi preferiti sono il cubano Hoyo de Monterrey Double Corona del 1994 e il Montecristo numero 2. Lo sportivo parla poi della sua famiglia, immaginiamo pesando bene le parole, visto che ad intervistarlo è proprio la moglie Alicia. «Essere un marito e il padre di tre bambini mi ha segnato ad essere un giocatore diverso. Mi ha insegnato anche l’umiltà, la pazienza a un amore così profondo che non pensavo esistesse. Ho anche realizzato che il matrimonio può essere un sacco divertente. Chi lo avrebbe mai detto?». Piazza è anche un uomo d’affari e non ha intenzione di buttare i suoi soldi dalla finestra. Con la sua famiglia possiede 17 concessionarie di auto, un business nel quale è coinvolto in prima persona, ed ha vari investimenti. «Quando sei un atleta professionista e ti ritiri devi investire bene», perché, spiega devi avere qualcosa su cui ripiegare. L’italo-americano parla di “politica dei piccoli passi” , provare qualche business e poi se le cose vanno bene investire in altri affari. Il tutto pensando alla famiglia e all’educazione dei figli, che come noto negli Stati Uniti costa parecchio. Dunque, se verrà alla Reggiana, la scelta sarà molto ponderata e non certo per un capriccio da milionario.

Ore 20.10 – (Gazzetta di Mantova) Ripescata quasi “per forza” ad inizio stagione, quando scarseggiavano le squadre per dare vita a dei gironi di Lega Pro, la Pro Patria fin dall’inizio ha evidenziato grossi problemi tecnici e anche societari. Lasciando da parte questi ultimi, basti pensare che i bustocchi hanno perso le prime 10 gare di campionato, sostituendo l’allenatore Oliva con Alessio Pala. Il quale a sua volta, all’inizio del mese di aprile 2016, è stato esonerato e ora al suo posto c’è Angelo Mastropasqua, privo di patentino, che dirige la squadra insieme a Luigi Alvardi. La Pro Patria è già retrocessa in serie D e del resto i numeri parlano chiaro: soli 7 punti conquistati (sarebbero 10 ma ci sono anche 3 punti di penalizzazione), una sola vittoria in stagione il 12 dicembre in casa contro la Cremonese (1-0), peggior attacco con 14 reti realizzate e peggior difesa con 55 gol subiti. Basti dire che su 32 gare giocate la Pro Patria ne ha perse 24 e che l’ultimo punto ottenuto allo “Speroni” di casa fu lo scorso 6 febbraio contro l’Albinoleffe (2-2): da allora cinque ko di fila tra le mura amiche. Proseguendo nel trend negativo, i bustocchi provengono da sei sconfitte di fila, anche se tante sono state di misura, a dimostrazione che l’orgoglio e la dignità, al di là della classifica, tengono ancora in piedi i tigrotti. La coppia tecnica dal punto di vista tattico si affida a un 4-3-3 dove, come attaccante esterno, trova posto da gennaio il 34enne Santana (ex Fiorentina). E in rosa, comunque, ci sono anche altri elementi di categoria, come il centrocampista Degeri, ex talentno della Cremonese, l’esperto difensore Ferri (ex Cagliari in serie A) e l’attaccante Montini, autore di 4 gol. Nella gara di andata giocò anche l’ex Christian Jidayi mentre in rosa figura ancora l’altro ex della scorsa stagione Alberto Marchiori.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Mantova) È quasi pronto il Mantova che domani (ore 14.30) scenderà in campo a Busto Arsizio, contro il fanalino di coda Pro Patria, con l’obiettivo di conquistare tre punti che potrebbero avvicinarlo all’obiettivo quartultimo posto. Mister Luca Prina ha dovuto gestire una settimana tutt’altro che semplice sotto il profilo dell’infermeria. Fuori causa sono infatti Trainotti (lesione del legamento crociato del ginocchio e stagione finita), Di Santantonio (lesione a un legamento della caviglia, rientrerà forse ai playout), Ungaro (pubalgia) e Masiello, che ieri ha provato a forzare ma si è di nuovo fermato a causa del riacutizzarsi del dolore dovuto a una sindrome pubalgica. A tutto ciò si aggiunge il fatto che Cristini è al rientro dopo settimane di stop per uno stiramento al retto femorale e che Scrosta non si è mai allenato con la squadra in questa settimana a causa di una forte contusione al collo del piede. Anche per questi motivi Prina conserva sulla formazione un paio di dubbi, che verranno sciolti al termine della rifinitura odierna, in programma dalle 11 al Martelli. La prima decisione da prendere è sulla difesa: ieri il tecnico ha provato come centrali Scalise, Carini e Cristini, ma stamani Scrosta proverà a forzare e, se tutto andasse per il meglio, potrebbe riprendersi una maglia da titolare. In tal caso a fargli spazio sarebbe uno fra Scalise e Cristini: il primo adattato al ruolo di centrale, il secondo reduce da un infortunio che potrebbe sconsigliarne l’utilizzo per 90 minuti. Per lo stesso motivo – ovvero non rischiare ricadute dopo un infortunio muscolare – Prina potrebbe tenere ancora in panchina Caridi, preferendogli Tripoli in attacco per far coppia con Marchi. Don Tano potrebbe entrare nella ripresa, se ci fosse bisogno di tentare il tutto per tutto per vincere. L’altro dubbio della vigilia riguarda il centrocampo. L’allenatore biancorosso a inizio settimana ha provato nel ruolo di regista Perpetuini, ma ieri ha rimesso davanti alla difesa Raggio Garibaldi, affiancandogli Gonzi e Zammarini. È probabile che sia questo il terzetto titolare, ma non è da escludere a priori che Prina dia fiducia all’ex Cremonese. Per il resto, non ci saranno sorprese e dunque il consueto 5-3-2 non sarà snaturato (ieri è stato però provato anche un 3-4-3 da utilizzare in caso di assalto finale) e sarà schierato con questa probabile formazione: Bonato fra i pali; Lo Bue e Sereni sulle fasce; Scalise, Carini e Scrosta difensori centrali; Gonzi, Raggio Garibaldi e Zammarini in mediana; Tripoli e Marchi in attacco. La squadra partirà poi alle 15 in pullman per Busto Arsizio. E domani, oltre a dover vincere a tutti i costi, spererà in un passo falso del Cuneo, ora avanti di 3 punti e impegnato in casa contro il Renate. In teoria potrebbe rientrare nel mirino anche il Pro Piacenza (a -5), che però sembra strafavorito in casa contro un Sudtirol che non ha più nulla da chiedere al campionato.

Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Adesso è ufficiale: la Lega Pro torna a 60 squadre e la fidejussione peserà meno. Non più 600, bensì 350 mila euro potrà essere la garanzia da allegare alla prossima domanda di iscrizione. Quel che si vociferava da tempo ha trovato l’imprimatur dal Consiglio federale, con altre novità. RIPESCAGGI? NON GRATIS – Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio sostiene come nel passato un percorso di natura onerosa: il fondo perduto. In opposizione ai programmi del collega di Lega Pro, Gabriele Gravina. Chi vorrà, dunque, dovrà ripetere quanto fatto dal Pordenone l’estate scorsa: 500 mila euro sul tavolo e via andare. Riecco dunque le divergenze dal sapore “lotitiano”, che potrebbero condizionare il completamento dell’organico da 54 a 60 squadre. 350, NON PER TUTTI – La riduzione dell’importo della fidejussione varrà solo per i club più virtuosi. In pratica, quelli che riusciranno a contenere il foglio paga lordo di tutti i tesserati (tecnici, giocatori, addetti alla segreteria, eccetera) al di sotto di 1,5 milioni. Chi raggiungerà i 2 milioni dovrà, invece, onorare la fidejussione da 500 mila euro. A scalare fino ai 3 milioni, in cui la fidejussione dovrà essere di 1 milione. Oltre, sarà richiesta la copertura totale della parte eccedente. TETTO CONTRATTUALE – Per i singoli contratti è stabilito un massimo lordo di 70 mila euro, più 20 mila per eventuali premi. Surplus tutti da coprire. Starebbe per tornare anche il conto dei minutaggi e delle valorizzazioni dei giovani, per la prossima stagione. Utile soprattutto alle molte compagini che non hanno budget faraonici. ASPETTANDO LA JUVENTUS B – In Consiglio federale, Tavecchio ha argomentato favorevolmente sul progetto delle seconde squadre dei club di A da far giocare in serie C (come tornerà a chiamarsi la Lega Pro). Un’apertura che sarà ritenuta valida dopo le votazioni nelle assemblee di tutte le Leghe. Così facendo, l’applicazione potrà entrare in vigore dalla stagione 2017-18.

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Lotterà per sè, per il suo Padova, perché non tutto è stato ancora scritto. Certo, servirebbe un miracolo (i biancoscudati devono vincere due partite e sperare in altrettante sconfitte di chi precede), ma l’aritmetica non condanna ancora. Ma inconsciamente potrà lottare anche per la squadra – il Pordenone – che detiene ancora il suo cartellino. In sette giorni, infatti, Francesco Finocchio avrà due occasioni: provare ad aiutare il suo Padova a compiere il miracolo e dare una mano al ramarro a conquistare il secondo posto e quindi il vantaggio del campo nel primo turno dei playoff. «Voglio vincere prima di tutto per il Padova – dice Finocchio -, ma so bene che se dovessi sconfiggere Bassano e Alessandria, o anche una delle due, il Pordenone sarebbe contento. E lo sarei anch’io, visti i sei mesi di bei ricordi che ho passato in città». In qualche modo, quindi, anche il grande ex può influire nella corsa al secondo posto. «Credo – aggiunge Finocchio – che il Pordenone abbia un calendario tutto sommato agevole e che non faccia grande fatica a conquistare la seconda piazza. Noi faremo il massimo, sia contro il Bassano (sabato pomeriggio) che contro l’Alessandria all’ultima giornata». Poi, se ai playoff non dovesse (come probabile) arrivarci il suo Padova, Finocchio tornerà a vestire la sciarpa neroverde: «Senza la mia squadra coinvolta – ammette – tiferei per i miei ex compagni, che hanno le carte in regola. Il Pordenone sarà la squadra meno accreditata dei playoff. Ma ricordatevi che aveva lo stesso ruolo in campionato».

Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Una pallida ombra cinese. È quello che è rimasto del Pavia di Xiadong Zhu, presidente degli azzurri, rappresentante del fondo d’investimento Pingy Shangai, che nell’estate del 2014 rilevò il sodalizio pavese dalla famiglia Zanchi. CRISI TOTALE – Società in forte imbarazzo economico (già il bilancio della stagione ’14-15, la prima dell’era cinese, si era chiusa con un disavanzo di 7,2 milioni). Squadra in prolungata crisi tecnica (prima Marcolini, poi Brini, ora Rossini, ma il vicepresidente David Wang per la prossima stagione avrebbe già sentito Carbone, Maspero e Pea). Nel mirino della Covisoc e della Guardia di finanza (per la provenienza dei fondi esteri usati per la gestione in corso). Contestata dai tifosi e al centro dell’attenzione mediatica per le esternazioni del suo dg Nicola Bignotti. Al Pavia non resta ora che un obiettivo: chiudere fra le prime nove squadre per accedere nuovamente alla Tim Cup, unico “regalo” da offrire al presidente Xiaodong il cui arrivo da Shangai è atteso per il 13 maggio in occasione dell’inaugurazione in Piazza della Vittoria del Pavia Store. Ferretti (capocannoniere del Pavia con 14 centri) e compagni domani non faranno sicuramente sconti al Pordenone che punta a conservare il secondo posto in classifica per disputare in casa il primo scontro playoff in gara unica. SOLUZIONE ACIDA – È finito sotto inchiesta da parte della procura federale Nicola Bignotti per le dichiarazioni pesanti fatte, dopo lo 0-3 subito a opera del Padova, a Tele Pavia. «I giocatori – ha detto – si dividono in generali, soldati e m…. Identificate le m…, farebbe piacere a tutti poterle sciogliere nell’acido. Purtroppo, gli accordi in essere, anche quelli con l’Aic, sono molto tutelanti nei confronti dei calciatori». Nei giorni successivi il gm pavese ha aggiustato il tiro: «Mi assumo le mie responsabilità – ha affermato Bignotti – per aver pronunciato la frase incriminata. Penso però che per giudicarla nella maniera più corretta sia necessario contestualizzarla e ascoltare il tono con cui l’ho detta. La mia era un’iperbole, una provocazione. Oltre a tutto – ha voluto specificare – non mi riferivo assolutamente ai miei giocatori e al mio gruppo del quale ho grande stima. Chiedo scusa – ha concluso – al mio presidente mister Zhu e alla società tutta». Resta lo shock di un caso che testimonia tutto il disagio e la frustrazione per una stagione nata fra grandi ambizioni e chiusa fra la delusione generale. RIVINCITA – Singolare il fatto che proprio dal Pavia, lo scorso 19 dicembre, il Pordenone subì una delle due sole sconfitte al Bottecchia (l’altra fu con la capolista Cittadella). I “cinesi” si imposero per 2-0 (reti di Malomo e Ferretti). Domani Stefani e compagni avranno l’occasione di cancellare anche quel piccolo (visto come sono andate poi le cose) smacco.

Ore 18.20 – (Messaggero Veneto) Una speranza c’è ancora. Ma Alberto Filippini sembra irrecuperabile per la gara di domani. L’attaccante non si è allenato neanche ieri, dopo un’intera settimana ai box a causa della botta al piede presa domenica scorsa col Cuneo, in occasione del rigore. E’ quasi certo dunque che Tedino non lo convochi, dando così il tempo al giocatore di guarire con tutta calma: la gara di Pavia è importante ma non decisiva e, in attacco, il trainer ha diverse possibilità. E non è escluso che decida di lanciare dal 1’ Stefano Beltrame (in foto): il talento scuola Juventus sta crescendo e il match coi biancazzurri può essere quello giusto per prendere ancora più condizione. A ogni modo anche Martignago ha una possibilità di partire dall’inizio. Più defilati Cattaneo e Valente. Per il resto Tedino sembra orientato a confermare la formazione che domenica scorsa ha battuto il Cuneo: fiducia nuovamente dal 1’ per Berrettoni, centrocampo con i soliti tre e la difesa classica con Boniotti, Stefani, Ingegneri e Martin. Tra i lombardi Ferretti va a caccia del gol che potrebbe valergli l’aggancio a La Cagnina come miglior bomber del club di tutti i tempi: un’insidia in più per il Pordenone.

Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Col Pavia non si è lasciato benissimo. Ed è per questo che, il match di domani, lo sente suo. Alex Pederzoli è pronto a completare la vendetta. Il regista del Pordenone, infatti, vuole battere la sua ex squadra, che l’ha scaricato troppo velocemente la scorsa estate. Un divorzio che, da quelle parti, in pochi hanno capito e che però ha fatto le fortune dei neroverdi, visto la stagione vissuta dal giocatore. Anche Marco Martin è stato lasciato partire in fretta dal Pavia: pure lui avrà motivazioni da vendere, anche se – a differenza del centrocampista – è ancora di proprietà dei lombardi. Pederzoli, invece, ha rescisso ad agosto, dopo una lunga trattativa con il club. Ingaggiato nel 2014, il play era considerato un pilastro della squadra, tanto che aveva sottoscritto un contratto pluriennale: arrivava da una grande stagione all’Alto Adige, in cui sfiorò la serie B. Ciononostante, a causa di alcuni dissidi con la dirigenza, il Pavia anziché mediare ha deciso assieme al giocatore di risolvere il rapporto. Ed è così che il regista bolognese è arrivato a Pordenone e si è tolto molte soddisfazioni, sia di squadra – i playoff già centrati, a differenza dei biancazzurri – sia personali: oltre ai 5 gol e agli assist sfornati, è il punto di riferimento del gioco e, soprattutto, caratteriale della squadra. Nessuno nel gruppo neroverde ha doti così spiccate di temperamento e leadership. Così, per tutto questo, Pederzoli domani vuol far vedere al Pavia che si è sbagliato a lasciarlo partire senza pensarci troppo. Senza contare che Alex vuole il successo per consolidare il secondo posto e per il suo Pordenone: non è un mistero infatti che lui voglia rimanere in neroverde il più a lungo possibile, visto che è considerato, è in una società sana e vive in una città che lui trova adeguata per sè e per la sua famiglia. Discorso diverso per Martin: anche lui ha molto da dimostrare, ma la sua “partita” si giocherà oltre che sabato nel prossimo futuro. Il terzino vuole rimanere a Pordenone anche la prossima stagione, ma a fine campionato dovrà fare i conti col Pavia, a cui è legato ancora da due anni di contratto. Le parti stanno già dialogando per arrivare a una soluzione, ma non sarà facile perché l’ingaggio del giocatore è “pesante”: il discorso proseguirà dopo la gara di domani?

Ore 17.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Uno sguardo (interessato) al Padova e un’occhiata più lungimirante ai playoff, ormai dietro l’angolo. Il Bassano prova a immaginare come saranno i nuovi spareggi promozione dopo quelli «beffa» della passata stagione, in cui la serie B è stata accarezzata per ben due volte senza riuscire ad afferrarla. E scopre un coefficiente di difficoltà molto elevato, soprattutto in arrivo dal rush finale del girone C, dove Lecce e Foggia paiono avere una marcia in più rispetto alla concorrenza. «Sinceramente — spiega l’allenatore della Maceratese, Cristian Bucchi — non vedo una favorita. Ci sono tante squadre forti, forse noi siamo gli intrusi nel senso che ad inizio anno eravamo partiti con altri obiettivi. Lecce, Foggia, Casertana, Pordenone o Bassano sono tutte squadre costruite per vincere. Naturalmente grandissimo rispetto per tutte ma paura di nessuno». Da Pordenone, Bruno Tedino ha pochi dubbi. «Abbiamo fatto un grande percorso e di questo siamo molto soddisfatti — ha affermato a Spazio B — in questo momento tre squadre si giocheranno la miglior posizione in classifica in ottica playoff. Bassano e Alessandria rappresentano due corazzate: a prima è ormai abituata a giocare a questi livelli da almeno tre anni. I grigi hanno in rosa elementi di qualità sopraffine per questa categoria. Esserci avvicinati a loro è per noi motivo di grande orgoglio. Misurarsi con le migliori compagini degli altri gironi, penso tra tutte al Foggia, non può che destare pura curiosità e senso di sfida». Chiude il giro d’orizzonte Stefano Sottili: «Ti giochi tutto in 180 minuti o, in caso di finale — dice il tecnico del Bassano — in una gara secca. Tengo a sottolineare che sono tante le società che hanno affrontato investimenti molto superiori ai nostri. Per questo motivo il traguardo dei playoff, raggiunto per il secondo anno consecutivo, per di più in un girone con grande qualità, merita una nota di rilievo».

Ore 17.10 – (Giornale di Vicenza) Intervenuto alla radio lombarda “Milan-Inter”, Stefano Sottili si è soffermato sul momento dei suoi. «C’è del rammarico per aver perso qualche punto per strada – il pensiero del trainer giallorosso – ma anche la soddisfazione per aver vinto in campi difficili come Cittadella ed Alessandria. Stiamo parlando di un torneo equilibrato verso l’alto e più in generale di una terza serie che nell’ultimo biennio ha elevato di gran lunga il suo livello sia tecnico che fisico. I playoff agguantati per il secondo anno di fila rappresentano un vanto». Quindi si è moderatamente sbilanciato sul suo futuro. «Finora la società è molto contenta del cammino effettuato – ha rimarcato – e non nascondo che in estate dopo l’amarezza per l’epilogo stagionale, dopo aver eguagliato il Novara al primo posto e perso la finalissima per la B col Como, qualche apprensione c’era. Il club in base ai riscontri finali farà le sue scelte ma per ora c’è la volontà comune di proseguire assieme, ovviamente più avanti dovremo analizzare tutti i dettagli».Sempre in tema di allenatori, l’Alto Adige, non del tutto convinto di confermare l’ex milanista Stroppa sta puntando per il prossimo anno l’ex giallorosso Tonino Asta, in ballo per la panchina con Beppe Scienza.

Ore 16.50 – (Giornale di Vicenza) L’ottimo Marco Cunico non è stato l’unico caso di mancato profeta in patria, un classico a qualunque latitudine.Ma, pescando nel mazzo, citiamo il buon Andrea Rabito che il meglio l’ha prodotto proprio nella città del Santo. E ad alto livello ci sono esempi ancora più eclatanti. Basti pensare ai fratelli Antonio e Massimo Paganin, difensori che hanno cominciato rispettivamente nel vivaio di Bologna (compagno di un giovanissimo Mancini) e Bassano (poi Fiorentina) affermandosi poi all’Inter e al Bologna. O lo stesso ex sindaco di Solagna, Carletto Nervo esploso col rossoblù petroniano. E ancora il Matteo Rubin, esterno difensivo col Toro e Bologna in A e ora al Modena in B. O il quasi omonimo Niccolò Cherubin da Marola, transitato per Cittadella in B e chiamato da Franco Colomba al Bologna in A eppoi adesso all’Atalanta. O il pari ruolo valligiano Fabio Moro, una vita nel Chievo di cui adesso è dirigente. E tra i pali abbiamo il cassolese Federico Marchetti, svezzato dal Toro, poi tanta gavetta in C2, l’ Albinoleffe in B prima di decollare con Cagliari e Lazio toccando la nazionale e pure i mondiali. Oppure Gianluca Pegolo da Romano, giovanili al Verona e oggi al Sassuolo in A. O Max Busellato da Cassola, adesso pedina chiave della Ternana in B.

Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) Il Marco Cunico di dieci anni fa oggi scaverebbe il solco in B. Ma quando c’è arrivato lui in B col Portogruaro la cadetteria era due piste sopra quella attuale e ha recitato da protagonista ma non da mattatore. Adesso c’è anche il thienese Cunico, un veterano di 38 anni, sempre col colpo in canna, sulla strada del Bassano, domani nel derby col Padova.«Al Mercante sarà partita vera – assicura – noi abbiamo sbagliato con la Giana un match decisivo. Ci restano pochissime speranze per agguantare i playoff e passano attraverso i 3 punti di domani confidando che l’Alessandria cada in casa con la Reggiana. Ma se per caso gli emiliani vanno in vantaggio ci crederemo ancora di più. Eppoi, male che vada vogliamo conservare il 5° posto».Lei 8-9 anni fa pareva sul punto di approdare a Bassano e invece mai…Sapevo di piacere alla proprietà e al ds di allora, Alberto Briaschi con cui c’erano stati frequenti contatti. Ma non se ne fece niente, il Porto mi aveva blindato e non c’era verso. Peccato davvero, sarei venuto volentieri e un po’ mi dispiace ancora. Il Bassano del 2008 in C2, con Pirri, Berrettoni, Cesca e gli altri credo sia stato il migliore di sempre. Ora si salverebbe largo in B.E del Bassano attuale che gliene pare?L’ho seguito molto la scorsa stagione, speravo ce la facesse a salire. A Monza si è interrotto un sogno, eppoi la finale playoff ha fatto il resto. Però è una squadra che da tre anni detta legge, a me non ha sorpreso il ruolino di quest’anno. È forte davvero.Tutta la trafila delle giovanili a Vicenza ma mai la prima squadra…L’ultimo anno di Primavera in biancorosso è stato il 1996-97, il Vicenza era secondo in A e poi vinse la Coppa Italia. C’erano altri valori in massima serie a quel tempo, non poteva esserci posto per me. Ma non è un rimpianto, è andata così e son contento ugualmente.Ma c’è un momento in cui ha visto svanire la grande opportunità di carriera?Un treno è passato, a dire il vero. Mi voleva il Pescara in B, quel Pescara che poi salì in A. Avevo 32 anni, ero convinto che il Portogruaro mi lasciasse andare e invece si oppose anche quella volta. Pazienza, è andata così.Questa estate che fa? Non vorrà mica smettere?Mi sento molto legato al Padova, i biancoscudati sono la prima scelta. È tutto aperto, posso andare avanti o staccare, vedremo. Prima c’è il Padova.

Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il rischio di non poter entrare al Penzo dopodomani (ore 15) con il Giorgione (oggi a Roma la discussione sul ricorso d’urgenza presso la Corte Sportiva d’Appello) non fa perdere il sorriso ai tifosi arancioneroverdi dopo la matematica promozione del Venezia in Lega Pro. «L’emozione e l’interesse per i colori arancioneroverdi è ben superiore rispetto all’effettiva presenza al Penzo – sottolinea Andrea Vianello (Curva Sud) -. Il grosso limite è quello di giocare sempre in trasferta, ma il presidente Tacopina e il sindaco Brugnaro ispirano fiducia. Dopo tre fallimenti in dieci anni possiamo gioire, siamo sicuri che sia finita l’epoca dei «faccendieri» che troppe delusioni ci hanno regalato mortificando Venezia e Mestre».
«Indubbiamente Tacopina sarà venuto per fare i suoi affari, tuttavia partendo da zero ha dato al Venezia un’organizzazione che prima ci sognavamo – aggiunge Ettore Perocco (Altamarea) -. La sua costante presenza fa bene, mentre per il lavoro del ds Perinetti parlano i risultati. Dispiace per mister Favaretto che è stato un po’ la «vittima sacrificale», questo Venezia avrebbe vinto anche con lui. Finalmente la programmazione partirà per tempo, personalmente non rinuncerei a Cernuto, Acquadro e Serafini, però la conferma più importante sarebbe quella dello “spogliatoio”». Considerazioni condivise da Angelo Torresin (Unione Venezia Club). «L’intelaiatura è buona per la Lega Pro, aggiungendoci 5-6 pezzi grossi si potrebbe magari pensare alla serie B, prima però sarebbe bello rivincere lo scudetto di D. La promozione è un grande traguardo, frutto della serietà e dell’ordine imposto da Tacopina e Perinetti: tutta un’altra musica rispetto all’improvvisazione delle precedenti gestioni, questa sì è una vera società». «Quella con la Ripa Fenadora è stata più una festa che una partita – sorride Severino Silvestrin (Ultrasessantenni) – ma tanto è bastato per una promozione bellissima. Ora speriamo si svegli il pubblico, il Penzo sarà anche scomodo ma seguire i colori che si amano non è poi un grosso sforzo. I meriti maggiori sono di Perinetti, una garanzia totale, capace di spendere bene i soldi di Tacopina puntando su bravi giocatori, bravi uomini e su mister Favarin. Ora il top sarebbe dimostrare nelle finali di essere più forti anche di Parma e Piacenza». FESTA – Domenica 8 maggio dalle 17 al Nuovo Parco Catene di Marghera la festa promozione: ore 17 DjSet w/ Fresh Label; ore 20 arrivo della squadra del Venezia e festa con i supporters; ore 20.30 Sir Oliver Skardy & i Fatti Quotidiani; ore 23 DjSet w/ Haze & Bauer.

Ore 15.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sarà discusso oggi alle 13 a Roma, alla Corte d’appello della Figc, il ricorso del Venezia contro il provvedimento del giudice sportivo che ha stabilito di far giocare la partita di domenica contro il Giorgione a porte chiuse. A difendere le ragioni della società arancioneroverde — punita per lo scoppio di alcuni petardi nel corso della sfida di Seren del Grappa per festeggiare il ritorno in Lega Pro — saranno il dg Dante Scibilia e l’avvocato Gianmaria Daminato. La società proverà a contestualizzare i fatti e a ridimensionarne la portata, visto che tutte le testimonianze di chi era allo stadio concordano nel minimizzare entità degli scoppi e conseguenze. L’obiettivo è riaprire le porte del Penzo e consentire così ai tifosi di poter festeggiare insieme alla squadra. Un appello in questo senso è stato lanciato dal presidente Joe Tacopina (che dovrebbe tornare domani in città) e anche il sindaco Luigi Brugnaro è intervenuto in difesa delle ragioni del Venezia. A prescindere dall’esito del ricorso, era già stato comunque stabilito di festeggiare «ufficialmente» domenica 8 maggio, ultima giornata della stagione. L’appuntamento per i tifosi è dalle 17 al «Bread & Butter» al nuovo parco Catene di Marghera, con musica e aperitivo. La squadra, che sarà impegnata in trasferta con la Triestina, arriverà intorno alle 20. Dopo il saluto e i festeggiamenti il concerto di Skardy, ex dei Pitura Freska. La squadra intanto è tornata ad allenarsi regolarmente (oggi e domani sedute solo al mattino, a parte Maccan, Busatto e Acquadro) per preparare il finale di stagione che culminerà con la poule scudetto. Il clima, ovviamente, è ancora euforico. «Stiamo vivendo belle sensazioni, il percorso non è stato facile e dunque la promozione ancora più bella», commenta Evans Soligo. Per il capitano, nato 37 anni fa a Marghera, la soddisfazione è doppia: «Vincere nella propria città è ancora più bello. Anche perché ho ben presenti le vicissitudini che ha attraversato il Venezia ed essere riusciti a riportarlo tra i professionisti mi rende felice». L’obiettivo era chiaro dall’inizio ma non per questo è stato tutto in discesa. «Vincere ma non è mai facile. Abbiamo dovuto calarci in una categoria che molti di noi non conoscevano. E per arrivare in fondo servono tante componenti». E il fattore che ha fatto la differenza, al di là dello spessore tecnico, è stato il carattere: «Il valore aggiunto è stato il profilo mentale – conferma Soligo – che ci ha consentito di affrontare i momenti duri con equilibrio. E alla lunga è venuto fuori il valore di questa squadra».

Ore 15.20 – (La Nuova Venezia) Il Venezia saprà oggi se contro il Giorgione verrà costretto a giocare a porte chiuse oppure no. A Roma verrà discusso il ricorso del club di Joe Tacopina in merito alla condanna a disputare l’incontro di domenica con il Penzo vuoto, senza quei tifosi che avrebbero voluto celebrare degnamente e in casa la promozione in Lega Pro. A pesare è il referto arbitrale dell’incontro di domenica scorsa a Rasai e quei tre petardi, il bicchiere di birra e il fumogeno che, secondo il direttore di gara, hanno creato problemi al suo guardalinee. Alla rabbia dei tifosi si è aggiunta la posizione ferrea della società: nella capitale oggi ci saranno il direttore generale Dante Scibilia e l’avvocato GianMaria Daminato per discutere con gli organi di giustizia sportiva della Figc. «Abbiamo preparato il ricorso e lo discuteremo», osserva lo stesso Scibilia, «è una questione di buon senso. Se però prevalesse l’interpretazione rigida della norma, senza contestualizzarla e capire cosa è successo veramente, tutto diventerebbe più complicato. Le norme devono avere, al di là della previsione di sanzionare comportamenti scorretti, anche gradi diversi di interpretazione. Bisogna capire il contesto in cui si verificano certe cose, ma rispetto ai fatti di Rasai è spropositata la decisione di obbligarci a giocare a porte chiude contro il Giorgione». Quindi il direttore generale del Venezia aggiunge: «L’estremizzazione della applicazione di questa norma porta solo a conseguenze negative per chi non ha responsabilità. Chi paga sono i bambini, le famiglie e gli abbonati. Nulla si può addebitare alla società che ha fatto quel che poteva e doveva fare. Il precedente di San Martino di Lupari può pesare, ma non riguardava violenze dei tifosi. I due singoli episodi a noi addebitati, non sono minimamente paragonabili a ciò che accade ogni domenica sui campi di serie A o B. Non ci giustifica ma serve buon senso». Intanto sarà festa sicura domenica 8 maggio dalle 17 al Bread & Butter del nuovo Parco Catene di Marghera. Aperitivo e musica per iniziare, alle 20 arrivo della squadra da Trieste, alle 20.30 concerto di Sir Oliver Skardy & i Fatti Quotidiani e dalle 23 Djset.

Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Quello che si appresta ad affrontare domani al Rigamonti il Brescia è un Vicenza che recupera Galano, Giacomelli e Raicevic che, pur non al meglio, saranno convocabili per il match. Chi mancherà invece sarà la gran parte dei tifosi del Vicenza visto che: nello scorso dicembre la trasferta, per motivi di sicurezza, fu interdetta ai tifosi del Brescia, questa volta tocca ai tifosi biancorossi residenti nella provincia di Vicenza rinunciare alla presenza sugli spalti. Lo ha deciso la prefettura di Brescia: «Vista la nota del questore — si legge nel provvedimento — con la quale si fa presente che l’incontro presenta elevati profili di rischio, la Prefettura dispone il divieto di vendita dei tagliandi ai residenti in provincia di Vicenza e la contestuale sospensione di tutti i programmi di fidelizzazione del Vicenza Calcio». Il fatto che ha portato alla decisione è la sassaiola contro alcuni pullman dei tifosi vicentini alla fine del match del 28 aprile 2015, in cui rimase ferito a un occhio anche un ragazzino di 12 anni, fortunatamente senza gravi conseguenze. «E’ una decisione che non commentiamo – ha spiegato il dg Andrea Gazzoli – ma dispiace molto per i nostri tifosi, a cui viene impedito di andare allo stadio senza alcuna responsabilità». Per la verità qualche tifoso biancorosso nel settore ospiti del Rigamonti ci sarà ma è chiaro che la decisione del interessa la grandissima parte della tifoseria vicentina. «Giocare senza i nostri tifosi è un ostacolo in più in una partita già di per sé complicata – sottolinea il centrocampista Francesco Signori – ma giocheremo anche per dare una soddisfazione a chi bib ci potrà essere. Vogliamo riscattare la sconfitta al Menti con lo Spezia, una partita in cui abbiamo sbagliato qualcosa di troppo e i nostri avversari ci hanno punito». Contro la squadra di Mimmo Di Carlo l’assenza di Signori ha senza dubbio pesato molto, ma il mediano biancorosso sottolinea altri motivi per la sconfitta. «Forse abbiamo sbagliato l’approccio – precisa Signori – all’inizio eravamo un po’ molli. Rispetto all’ultime partite siamo stati meno compatti e determinati, a Brescia dobbiamo girare pagina». La formazione lombarda in casa ha costruito il suo campionato, ma Signori ha la ricetta per tornare da Brescia con un risultato positivo. «Loro finora hanno tenuto un rendimento interno molto elevato e non dobbiamo farci trovare impreparati. Stavolta dovremo essere al massimo fin dal primo minuto, azzerare gli errori e avere più fame degli avversari».

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Dire che c’è chi sta peggio magari sarebbe osare troppo. Dire però che in fatto di “cielo manca” anche il Brescia rischia di rimanere a mani vuote… Ci sta tutta. Perché se Lerda ha il suo daffare a mettere assieme undici titolari perfettamente integri, il collega di Brescia è in piena emergenza a centrocampo, con tutti i giocatori di ruolo fuori uso. Se a Mazzitelli e Salifu ci ha pensato il giudice sportivo, tenendoli in tribuna per un turno di squalifica, Dall’Oglio ha fatto tutto da sé nella gara contro il Pescara: oltre ad aver rimediato un giallo per un intervento falloso, nella stessa occasione ci ha anche rimesso una distrazione al legamento collaterale anteriore destro. Per lui, stagione finita. Martinelli, invece, è in forte dubbio per un problema alla caviglia.PROVE – E quindi anche Boscaglia ha i suoi pensieri di formazione. Tanto che in allenamento è giunto alla conclusione di provare anche un estremo 4-5-1: con la soluzione dell’unica punta, Morosini sarebbe quindi relegato alla panchina con un cinquanta per cento di possibilità da distribuire equamente a Geijo e Caracciolo per una maglia da titolare. Se Martinelli stringesse i denti, nel ruolo di play basso potrebbe essere affiancato da Kupisz e Bertoli, con Marsura ed Embalo sulle fasce. Per quanto riguarda la difesa, c’è invece l’imbarazzo della scelta: logica propenderebbe per Calabresi e Antonio Caracciolo come coppia centrale affiancati da Venuti e Castellini. In porta, il solito Minelli. DA MORO A… MORO – Se sarà in campo sabato, è ancora tutto da vedere. Quel che è certo, invece, è che Leonardo Morosini lunedì sera riceverà il premio “Gentleman Serie B”, riconoscimento dedicato a Piermario Morosini e al fair play nel calciò professionistico. La scelta della giuria è ricaduta sull’attaccante del Brescia per il gesto concreto di ricordo delle vittime degli attentati di Parigi dopo il gol del 2-0 al Trapani e anche per i risultati sportivi conseguiti con la nazionale universitaria lo scorso luglio alle Universiadi in Corea del Sud.

Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Uno dopo l’altro, per fortuna, Franco Lerda sta recuperando quasi tutti i pezzi: i vari D’Elia, Giacomelli, Galano e Raicevic, pur non essendo al meglio, hanno svolto regolarmente anche l’allenamento di ieri mattina al Morosini. Raicevic lamentava ancora un certo dolore al ginocchio sinistro, ma grazie ad un’infiltrazione dovrebbe poter giocare. Salvo problemi nella rifinitura a porte chiuse di stamattina al Menti, quindi, tutti loro saranno arruolati per la partita di domani a Brescia. Il ritorno “indenne” di Sbrissa dall’impegno con l’Under 20 e la disponibilità di Galano consentiranno a Lerda di valutare fino all’ultimo se adottare il 4-3-3 o il 4-2-3-1: anche ieri, infatti, il tecnico ha provato entrambe le soluzioni. Per la panchina tornerà sicuramente a disposizione Modic, e si profila anche una possibile convocazione per Pozzi, rientrato in gruppo con confortante regolarità per l’intera settimana.

Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Brescia, Franco Lerda, la conosce bene. Con la maglia delle rondinelle, infatti, l’allora attaccante piemontese a metà anni novanta giocò per due stagioni, ottenendo anche una promozione in serie A. Domani pomeriggio però, non ci sarà spazio per i convenevoli e la nostalgia: il Vicenza al Rigamonti cercherà punti importantissimi per avvicinare la salvezza, mentre i padroni di casa solo vincendo potrebbero tenere in vita una piccola speranza di playoff.Lerda, arrivate a questa importante partita dopo una settimana piuttosto tribolata sul fronte degli acciacchi…È vero, è stata una settimana un po’ più travagliata del solito, però per fortuna alla fine siamo riusciti a recuperare bene. In particolare Raicevic e Galano hanno avuto bisogno di un po’ di tempo per riassorbire i postumi dei rispettivi infortuni. Magari non saremo al cento per cento, ma direi al novanta, anche se molto dipenderà dalle risposte che otterrò nell’ultimo allenamento prima dell’incontro.Oltre al rientro di Signori dalla squalifica, è possibile che per la panchina si riveda anche Pozzi?Vediamo. Lui per la prima volta si è allenato per l’intera settimana insieme al gruppo, facendo quasi tutto. Di sicuro nelle prossime partite sarebbe importante avere a disposizione il maggior numero possibile di giocatori. Ebagua? Contiamo di riaverlo a Latina; se poi riuscisse ad esserci già contro l’Entella, tanto meglio…Avete assorbito la pesante sconfitta interna con lo Spezia?Assolutamente. Abbiamo analizzato e chiuso quella parentesi e ci siamo proiettati verso la partita di Brescia già dall’inizio di questa settimana. Sapevamo che, con una rosa particolarmente ristretta, avremmo potuto pagare le tre partite settimanali, ma ormai è andata così e non dobbiamo cercare alibi: gli alibi non servono a portare punti, ma solo scuse, e noi adesso invece abbiamo bisogno di convinzione e sicurezze per affrontare le prossime partite.In settimana ha provato con assiduità il 4-3-3.Sì, perché mi guardavo attorno e mi rendevo conto che mancavano i giocatori per poter adottare il 4-2-3-1 che ci ha dato una buona fisionomia fino ad oggi, quindi era opportuno tenere pronta un’alternativa, che comunque abbiamo già proposto in qualche spezzone di partita. Comunque adesso abbiamo recuperato quasi tutti, è tornato pure Sbrissa che in Nazionale non ha dovuto spendere troppe energie visto che ha giocato pochi minuti, quindi potremo decidere come giocare a seconda dell’evoluzione della partita.Al Rigamonti vi attende un ambiente caldo, peraltro senza tifosi biancorossi.Non sarà un impatto facile. Tra l’altro sono un ex, visto che a Brescia ho giocato e vinto il campionato, e so bene come la piazza segua la squadra con calore. Mi spiace che ci sia questa rivalità, ma in questo momento noi non possiamo farci condizionare da nulla: dobbiamo scendere in campo e giocare come sappiamo, sempre con la giusta mentalità, perché tutte le partite, in casa e fuori, sono spareggi da affrontare al massimo.E per quanto riguarda il valore tecnico degli avversari?Sono clienti difficili, d’altro canto come tutti in serie B. Finora, tra l’altro, hanno avuto un rendimento particolarmente elevato proprio in casa. Magari giocherà un attaccante fortissimo come Caracciolo, ma abbiamo già affrontato i vari Calaiò, Coda… insomma, è giusto conoscere gli avversari, ma a noi deve interessare soprattutto conoscere noi stessi, saper esprimere al meglio il nostro potenziale, perché da quello dipende buona parte del risultato.

Ore 13.20 – (Gazzettino) Dieci anni rappresentano una bella fetta di vita nella carriera di un allenatore di calcio. Dieci anni non si dimenticano tanto in fretta, e Claudio Foscarini si ricorda ogni momento trascorso a Cittadella. Le strade si sono divise, ma i ricordi sono ancora vivi nella memoria dell’ex tecnico granata, che è rimasto uno dei primi tifosi della squadra ora allenata da Roberto Venturato: «Sono contento per la promozione. Il Cittadella torna dove merita di stare, in serie B. Non aveva niente a che vedere con la Lega Pro per quanto era riuscito a fare in tutti questi anni, e la società merita la categoria più alta». Foscarini ripensa al suo ultimo campionato in granata: «Serbo ancora tanta amarezza per la retrocessione, perché oltre ai demeriti nostri ci sono stati anche fattori esterni che hanno pesantemente influito nella stagione. Ora però non pensiamoci più, è tempo di gioire per il ritorno in B». Il tecnico non ha mai smesso di seguire i granata: «Anche se non ho potuto vedere le partite, mi informavo sempre sui risultati. Ho visto gli incontri di Coppa Italia, ho seguito le partite di sera. Poi con Marchetti mi sento costantemente, anche per messaggio. Ho interrotto un rapporto con la società, di lavoro, ma non quello con le persone». Anche Foscarini lunedì scorso ha quindi esultato dopo il successo sul Pordenone: «Certamente, ma negli ultimi tempi si sapeva già che il Cittadella avrebbe vinto il campionato, era diventata soltanto una questione di tempo, mancava solo il responso della matematica. C’è stata lotta nella prima parte del campionato, con l’Alessandria che mi pareva l’unica l’avversaria in grado di poter tenere testa ai granata. Nel girone di ritorno invece si è assistito a un’autentica cavalcata trionfale, non senza sudare e faticare sul campo, perché nel calcio non ti regala mai niente nessuno, ma non c’è stata storia, non ci sono più stati veri rivali». Foscarini si è sentito con qualcuno in questi giorni? «Con il direttore mi sono scambiato qualche telefonata, con gli altri un pò di messaggi. Ci siamo dati appuntamento quando avrò portato a termine la mia stagione. Una cena, dove faremo quattro chiacchiere tra vecchi amici, naturalmente parlando di calcio». Ecco il doveroso tributo alla società: «Rispetto ad altre piazze, dopo la retrocessione a Cittadella si sono subito rimboccati le maniche e rimessi in moto, senza parlare tanto. Va quindi sottolineato il grande impegno, da sempre, della famiglia Gabrielli, un esempio per il calcio». Foscarini spende due parole anche sul suo successore, Roberto Venturato: «Negli anni scorsi ha seguito pure qualche nostro allenamento. Sono contento per lui, non lo conosco sul piano tattico, ma a livello umano credo ci sia stata continuità nelle scelte societarie, sotto tanti aspetti ci assomigliamo. Venturato è uno che lavora sodo, pensa più al campo che alle esternazioni, ha dimostrato grande personalità nel gestire un gruppo forte e vincente». E il suo Vercelli? «Adesso saremmo salvi, ma le ultime quattro partite sono difficili. Ci sarà da battagliare sino alla fine. Mi dicono che sono abituato a lottare per la salvezza ogni anno, ma la sofferenza non mi piace per niente. Cittadella e Pro Vercelli sotto certi aspetti si assomigliano, anche nella gestione economica delle due società, anche se la storia della Pro è davvero importante».

Ore 13.00 – (Mattino di Padova) L’anno scorso, di questi tempi, girava con una barba lunga e candida ad incorniciargli il mento. «Era per un voto che avevo fatto, ma non è servito ad evitare la retrocessione». Ne sorride, adesso, Giancarlo Pavin, vicepresidente del Cittadella, ricordando quei mesi sportivamente difficili e sfortunati. «Da credente so benissimo che le superstizioni lasciano il tempo che trovano, ma, cosa volete, capita di aggrapparsi pure a quelle. Non ho mai portato la barba lunga in vita mia, se non in un anno in cui abbiamo stravinto il campionato Interregionale. E così mi sono detto: chissà che non porti bene di nuovo. Invece…». Quest’anno non è stato necessario ricorrere alla scaramanzia, se non altro. «In realtà una l’ho conservata lo stesso, quella del toscano». Continua a lanciarlo nel tombino di fronte alla sala-stampa? «Già. Non sono certo un accanito fumatore, ma al sigaro non rinuncio, un’oretta prima di ogni partita casalinga. Poi, quando è terminato, lo getto nel pozzetto: se entra dentro, è un buon segno». Deve aver centrato il bersaglio spesso, nel corso di questo campionato, dato che il Citta ha vinto 11 gare interne, che potranno diventare 12 domani, nel caso di successo sulla Cremonese. «Chi mi vede mi prende in giro, dicendo che non serve che mi metta a prendere più di tanto la mira, con la squadra che abbiamo…». Torniamo seri, allora. Ha qualche dedica speciale per questa promozione? «Anticipo quello che dirò domani pomeriggio in piazza Pierobon, nella festa con i tifosi: la dedica non può che essere per Angelo Gabrielli, perché è soltanto grazie a lui e a quello che ha insegnato a tutti noi se questa barca continua a navigare. D’altra parte, oggi ci sono tante persone da ringraziare: è persino superfluo ricordare Stefano Marchetti che, fra i vari meriti, ha quello di aver portato qui un allenatore preparato e abilissimo nel gestire il gruppo come Roberto Venturato. Ma le parole più sentite vanno spese per la famiglia Gabrielli, e per Andrea in particolare, non solo per il peso economico ma anche per come è stato sempre presente, mettendo tutti nelle condizioni di lavorare al meglio. E mi ha anche ricordato suo padre Angelo». In quale momento? «Quando, due minuti dopo la retrocessione, e mentre più di qualcuno si chiedeva “che succederà adesso?”, si è presentato a voi giornalisti e ha detto a tutti: “Ripartiamo per tornare subito in B”. Lì ho pensato istintivamente ad Angelo e a quando, dopo 7 sconfitte consecutive di Glerean, chiarì pubblicamente: “Se qualcuno pensa che lo manderò via, si sbaglia di grosso”. Un vero presidente si vede in situazioni del genere». Ieri, intanto, il gruppo ha lavorato al completo agli ordini di Venturato, tolto il solo Bobb. Stamattina seduta di rifinitura prima delle convocazioni.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Al fianco di Poliero è presente Giorgio Molon, coordinatore area tecnica e formazione. «Padova è sempre stata una culla per i giovani calciatori. L’avvento di Poliero nel cda ha portato una ventata di innovazione e si è presa ulteriore coscienza dell’importanza di avere un settore giovanile all’avanguardia. Ci vorranno tempo e pazienza, requisiti fondamentali per lavorare con i giovani. L’Accademia si farà carico di formare tutte le figure di professionisti che si muoveranno nell’ambito della nostra attività, senza dimenticare che saranno coinvolte le famiglie dei ragazzi. Saranno istituite anche iniziative per favorire i giovani, come delle borse di studio». Così Fabrizio De Poli. «Un progetto molto importante, nel quale finalmente viene appoggiato in maniera costruttiva un investimento nel settore giovanile. Servirà pazienza essendo un progetto nuovo, ma sono convinto che i risultati arriveranno».

Ore 12.20 – (Gazzettino) Tornando all’Academy, sarà riservata ai giovani tra i quattro e i dodici anni. «Non è altro che un potenziamento del settore giovanile. C’era bisogno di creare un team di lavoro adatto perché in quella fascia d’età ci sono delle necessità particolari. In questo modo andiamo a ottimizzare le risorse e a creare una preparazione adeguata per i giovani e per i tecnici che li seguiranno. Vogliamo diventare un punto di formazione d’eccellenza, e per farlo dobbiamo crescere anche nello scouting e creare dei centri tecnici anche al di fuori di Padova per essere presenti in maniera capillare nel territorio regionale. Aumenteremo il numero delle società affiliate e puntiamo a ottenere risultati importanti. Gli esempi da seguire sono Empoli e Atalanta per quanto hanno dimostrato negli ultimi anni». Nell’attuale stagione il budget per l’intero settore giovanile è stato di poco superiore al milione di euro. L’anno prossimo? «Più o meno sarà mantenuto, ma serve più qualità per raggiungere determinati scopi. Con questo progetto avremo anche due squadre in più passando da ventisette a ventinove».

Ore 12.10 – (Gazzettino) «L’obiettivo è formare i ragazzi e dare a loro la possibilità di arrivare in prima squadra. Vogliamo essere il centro di riferimento almeno del Triveneto per il settore giovanile». Con queste parole il presidente del vivaio biancoscudato Massimo Poliero suggella la nascita della Padova Football Academy, una nuova società dilettantistica autonoma dotata di un proprio budget che sarà detenuto da Poliero (51%) e dal Padova (49%). Lo stesso Poliero, come noto, è anche azionista del club biancoscudato (20%), e questo suo impegno diretto nell’Academy comporterà una revisione dell’assetto societario. «Era già prevista una mia partecipazione più importante nel settore giovanile. Più avanti ci sarà una cessione delle mie quote, ma senza fretta». E con riguardo agli equilibri in seno al club, è altrettanto eloquente. «Può capitare che in una società ci siano dei modi di vedere diversi, però ci sono le condizioni per fare almeno un altro anno in tranquillità cercando di centrare gli obiettivi, poi si vedrà». Della serie il presidente Giuseppe Bergamin e l’amministratore delegato Roberto Bonetto andranno avanti insieme anche nella prossima stagione, mantenendo fede al programma triennale annunciato al momento della costituzione della società davanti al sindaco Bitonci.

Ore 12.00 – (Gazzettino) Prove tecniche di 4-3-3. Si profilano novità nel modulo e negli interpreti in vista della trasferta con il Bassano in programma domani alle 14.30. Dopo avere tenuto ancora a rapporto la squadra per qualche minuto alla presenza del presidente Bergamin, Pillon ha incentrato gran parte della seduta sui meccanismi da seguire con l’inedito sistema di gioco, dato che sotto la sua gestione i biancoscudati sono stati schierati finora sempre con il 4-4-2. Nel pacchetto arretrato, alla luce delle assenze per squalifica di Fabiano e Favalli, si sono rivisti Dionisi e Anastasio sulle corsie laterali, con Diniz dirottato al centro a fare coppia con Sbraga; nel terzetto di centrocampo Bucolo davanti alla difesa, supportato da De Risio e Mazzocco, mentre in attacco sono stati provati Neto Pereira come punta centrale con Petrilli a sinistra e Ilari a destra. Se fosse confermata questa formazione, tra i sacrificati ci sarebbe Altinier che è il bomber della squadra con quattordici sigilli. Questa mattina comunque se ne saprà di più in occasione della rifinitura alla Guizza.

Ore 11.40 – Sulle scelte: “4-4-2 o 4-3-3? Di solito avere tutto bello e pronto, questa volta invece dovete pensarci voi al pari mio. 4-3-3 a partita in corso? Può essere, o anche dall’inizio… Può essere tutto. Dionisi? È pronto, speriamo duri il più possibile”. Termina la conferenza stampa.

Ore 11.35 – Sulla squadra: “Confronto ad inizio settimana? Se ho qualcosa da dire lo dico, non me lo tengo certo dentro, sono fatto così…”.

Ore 11.30 – Arriva Pillon. Sul Bassano: “Voglio vedere l’aggressività e la determinazione che non ho visto nelle ultime partite. Sfidiamo la squadra che credo giochi il miglior calcio, e vanno fatti loro i complimenti. Sarà una bella sfida, e voglio una squadra cattiva e che giochi a briglie sciolte vista la situazione… Non bisogna però disunirsi, sennò te la fanno pagare cara”

Ore 11.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 11.00 – Qui Guizza: cambio di modulo, si ritorna al 4-4-2 con Mazzocco e De Risio centrali di centrocampo ed Ilari e Finocchio esterni.

Ore 10.40 – Qui Guizza: provato ancora il 4-3-3.

Ore 10.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per la rifinitura.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Negli anni il Padova ha sempre investito molte risorse sul settore giovanile», le parole di Giorgio Molon, che della nuova Academy sarà coordinatore dell’area tecnica e della formazione, «ma se di recente sono stati in pochi a raggiungere la prima squadra, è stato perché l’obiettivo della proprietà non era valorizzare il vivaio. Con questo progetto si prova a cambiare marcia». I risvolti. «Il budget a disposizione rimarrà lo stesso di quest’anno (più di un milione di euro, ndr)», ha proseguito Poliero. «Ma con questa nuova organizzazione migliorerà la qualità del lavoro: ottimizzare le risorse non vuol dire diminuirle». Ciò che potrebbe ridursi, invece, è l’impegno economico dello stesso Poliero nei confronti della prima squadra: «Era già stata prevista una mia partecipazione importante sul settore giovanile, diciamo che con questa nuova strada in futuro potrebbe arrivare una cessione di una parte delle mie quote del Calcio Padova, ma non c’è fretta e si farà eventualmente più avanti». La speranza, ora, è che con questo progetto ambizioso possa essere raggiunta quell’unità d’intenti (termine utilizzato più volte nel corso della presentazione anche dal ds, Fabrizio De Poli) tra Bergamin e Bonetto: «Non nego che, come in ogni società, ci siano visioni diverse, ma pensando ad un obiettivo comune si può fare ancora team. Credo che ci siano le condizioni per vivere un altro anno in tranquillità».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «Racchiudere il settore giovanile in una società autonoma, e con un proprio budget, pur mantenendo una sinergia costante con il contesto generale della società», ha spiegato lo stesso Poliero ieri alla presentazione, «permetterà di ottimizzare le risorse, aumentare la qualità e l’efficacia del lavoro, con il fine, prima di tutto, di formare i calciatori che domani andranno a fare il salto in prima squadra. Vogliamo diventare il riferimento nel Triveneto a livello giovanile, emulando le gesta di Empoli e Atalanta». I capisaldi. La nuova realtà poggerà su una filosofia ambiziosa: essere uno stimolo di crescita tecnica e umana per ogni ragazzo che vi transiterà. Per questo verrà potenziata la rete di scouting, saranno individuati tecnici, preparatori ed osservatori da formare seguendo una metodologia comune (anche in collaborazione con l’Università di Padova), verranno aperti centri tecnici dislocati nel territorio per monitorare pure le aree più lontane, e verranno aumentate le società affiliate. Infine, ad un gruppo “aperto” di giocatori di prospettiva (al massimo 15) sarà messo a disposizione un team di esperti a 360 gradi per ottimizzarne lo sviluppo: una sorta di “borsa di studio” grazie alla quale il giocatore, monitorato periodicamente, avrà a disposizione le strutture societarie e i professionisti per migliorare ogni suo aspetto tecnico e umano. Ad entrarvi saranno i calciatori del vivaio che nel tempo cattureranno il maggiore interesse.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il Padova si sdoppia. Nei prossimi mesi, dopo l’approvazione arrivata la settimana scorsa dall’assemblea dei soci, nascerà la Padova Football Academy: il settore giovanile biancoscudato, con questo “scorporamento”, diventerà difatto una società a sé stante, seppure controllata direttamente dalla Spa di viale Rocco e dal socio Massimo Poliero, che ne sarà l’amministratore. Una rivoluzione storica, che mira a seguire le orme dei grandi vivai italiani e che permetterà, secondo le intenzioni, di ottimizzare le ingenti risorse destinate alla crescita dei giovani calciatori con la speranza, in futuro, di massimizzare l’ingresso dei prodotti del vivaio nel calcio “dei grandi”. La struttura. Quando nascerà ufficialmente, l’Academy avrà una gestione tecnica ed economica autonoma, e andrà a comprendere tutte le squadre della Scuola Calcio e quelle del Settore Giovanile fino all’annata degli Esordienti 2005, mentre Esordienti professionisti, Giovanissimi, Allievi e Berretti rimarranno inquadrati nell’organico del Calcio Padova. Il 51% della nuova società (dilettantistica e a responsabilità limitata) sarà detenuto da Poliero, che come socio di minoranza del Padova era già presidente del settore giovanile, mentre il rimanente 49% verrà suddiviso tra gli altri soci.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) L’ultima trasferta di campionato, per il Padova, è ormai alle porte: domani, alle 14.30, i biancoscudati sono attesi al “Mercante” dal Bassano, e per Bepi Pillon arriva il tempo delle scelte. Questa mattina alle 10 è in programma la rifinitura ai campi della Guizza: ultime prove generali, senza gli squalificati Fabiano e Favalli, in vista del match in casa dei giallorossi di Sottili. Il modulo non dovrebbe scostarsi dal classico 4-4-2, nonostante nel pomeriggio di ieri il tecnico trevigiano abbia testato un inusuale 4-3-3 con Neto Pereira spalleggiato da Ilari e Petrilli. La formazione di partenza, in ogni caso, dovrebbe vedere Dionisi e Anastasio sulle corsie esterne, e la coppia di centrali formata da Sbraga e Diniz, mentre a centrocampo, vista l’assenza di Corti (per lui la stagione è finita in anticipo) e le condizioni non perfette di Baldassin, ci sarà spazio per Mazzocco insieme al recuperato De Risio. L’ultimo dubbio riguarda la corsia di sinistra, dove in tre si giocano una sola maglia: Petrilli e Bearzotti insidiano l’italo-brasiliano Finocchio. Non saranno in tanti, infine, i tifosi biancoscudati che seguiranno la squadra nel Vicentino. Alle 18 di ieri per il settore ospiti del “Mercante” risultavano essere stati staccati circa 160 biglietti: nonostante la “goliardica” trasferta in scooter organizzata dalla Fattori (meteo permettendo), sarà comunque una trasferta in tono minore, rispetto a ciò che avrebbe certamente potuto essere con una vittoria sulla Giana Erminio.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Sei mesi di vita per l’ultimo dei club biancoscudati, il “Città di Albignasego”, che ha la sede alla trattoria ai Ferri ed è guidato dal presidente Enrico Fiorenzato. Una data significativa, da festeggiare con discrezione, ma in modo simpatico, com’è successo mercoledì sera alla trattoria “Dalla Nena”, a San Giacomo, con una cena a base di pesce. Ospiti il ds del Padova, Fabrizio De Poli, il dirigente accompagnatore Pierino D’Ambrosio, l’addetto stampa Massimo Candotti e i giocatori Cristian Altinier, Rosario Bucolo, Daniele Corti, Marco Cunico e Matteo Dionisi. Con loro anche il presidente dell’Aicb (Associazione club biancoscudati) Giorgio Ferretti, il vice Ilario Baldon, l’ex presidente storico Mario Merighi e Lella Zanchin, fondatrice delle “Galline biancoscudate”. A fare gli onori di casa, oltre a Fiorenzato, ci ha pensato il coordinatore e organizzatore di eventi del club Francesco Capuzzo, al quale l’occasione è stata utile per ribadire il sostegno suo e dei soci alla causa biancoscudata, augurare una conclusione di campionato in linea con l’ottima posizione raggiunta in classifica e puntare già l’attenzione verso la prossima stagione, dove ci si attende un Padova protagonista ai massimi livelli. Portachiavi e targhe personalizzate sono stati consegnati agli invitati. L’entusiasmo e la generosità di un paio di sponsor hanno fatto il resto. L’appuntamento è adesso per ottobre, quando il club celebrerà il suo primo anno di vita. Questi i componenti (con relative cariche) del direttivo: Enrico Fiorenzato (presidente e cassiere); Gregori Bottin (addetto stampa e pubbliche relazioni); Davide Mauri (addetto pubblicità); Angela Bacelle (rapporti Calcio Padova); Francesco Capuzzo (coordinatore e organizzatore); Flavio Turato , Marco Paiusco e Daniel Bordin (consiglieri).

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) La presenza di Fabrizio De Poli alla presentazione dell’Academy potrebbe significare una conferma in vista per l’attuale direttore sportivo? Il dibattito in società resta aperto, le soluzioni alternative rimangono in ballo ma De Poli sta continuando a lavorare tranquillamente in linea con il contratto in essere che lo lega al Padova fino al 30 giugno 2017. «Atalanta ed Empoli — spiega De Poli — hanno applicato con coraggio e dedizione al lavoro determinati valori riuscendo a far crescere i propri prodotti del vivaio fino a portarli in prima squadra. Ci vorrà qualche anno per raccogliere i primi importanti frutti, ma sono convinto che con la continuità arriveranno risultati importanti». Il responsabile del settore, Giorgio Molon, ha replicato anche all’accusa secondo cui i risultati ottenuti negli anni passati siano stati molto modesti in relazione alle cifre investite. «Dipende principalmente dall’importanza che una società vuole dare al proprio settore giovanile – ha detto Molon – nonché dalle norme che hanno aumentato il ‘gap’ tra prima squadra e settore giovanile. Serviranno tempo e pazienza per questa Academy, nonché continuità perché le persone passano ma i progetti rimangono».

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) In società si discute di come riequilibrare i costi del settore giovanile, troppo elevati rispetto ad altre realtà limitrofe in relazione ai risultati prodotti (a bilancio oltre un milione di euro contro i 400mila del Pordenone e i 300mila del Bassano). I vertici del Padova studiano la strategia più adatta per il futuro e ieri ecco l’alzata di sipario sulla nuova Academy pensata dal presidente del settore giovanile, Massimo Poliero. Un progetto che guarda lontano e che intende portare risultati a medio termine, con una ridistribuzione che riguarderà anche le quote di viale Nereo Rocco. «La nuova Academy — spiega Poliero — è una società dilettantistica autonoma creata e detenuta al 51% dal sottoscritto ed al 49% dal Calcio Padova. Così facendo andiamo ad ottimizzare le risorse ed a creare una preparazione e una formazione adeguata tanto per i piccoli atleti che per i tecnici. L’Academy è intesa come un potenziamento del settore giovanile e riguarda la fascia dai 5 ai 12 anni. Vogliamo diventare un punto di formazione d’eccellenza e vogliamo formare ragazzi da far esordire in prima squadra. Vogliamo crescerli con i nostri valori con un team di lavoro importante per diventare il centro di riferimento del Triveneto. Il budget verrà mantenuto, ma serve maggiore qualità».

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) A parole, nessuno sembra avere mollato. Neppure Marcus Diniz, che domani a Bassano giocherà nel ruolo di centrale difensivo per l’assenza di Fabiano, squalificato. «Il Padova – spiega il difensore brasiliano – ha ancora una piccolissima possibilità di arrivare ai playoff. Contro la Giana abbiamo perso una grande occasione, a Bassano il nostro unico obiettivo dev’essere quello di vincere, poi si vedrà. Domenica pochi si aspettavano che pareggiasse a Bolzano ed è successo, domani magari può scapparci la sorpresa e noi vogliamo essere lì, per non dover rimpiangere un’altra occasione persa». Diniz ha un altro anno di contratto: «Ho un contratto anche per la prossima stagione, con la società non ho ancora parlato. Al momento rimango qui perché mi trovo bene, ma nel calcio non si sa mai».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 72, Pordenone 59, Bassano 58, Alessandria 57, Padova 51, Cremonese e FeralpiSalò 49, Pavia e Reggiana 48, SudTirol 44, Giana Erminio 41, Renate 39, Lumezzane 38, Pro Piacenza 35, Cuneo 33, Mantova 30, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della trentaduesima giornata: Cremonese-Pro Patria 2-0 (Brighenti (Cr) al 33′ pt, Scarsella (Cr) al 27′ st), FeralpiSalò-Cittadella 1-2 (Lora (Ci) al 11′ st e al 24′ st, aut. Lora (Fs) al 37′ st),Lumezzane-Pavia 3-2 (Varas (Lu) al 7′ pt, aut. Marchi (Lu) al 16′ pt, Bacio Terracino (Lu) al 21′ pt, Malomo (Pv) al 36′ pt, Carraro (Pv) al 25′ st), Mantova-Pro Piacenza 1-0 (Marchi (Mn) su rigore al 44′ st), Pordenone-Cuneo 2-1 (Strizzolo (Pn) al 8′ pt, D’Iglio (Cn) al 10′ pt, Mandorlini (Pn) al 39′ st), Reggiana-AlbinoLeffe 2-1 (Letizia (Re) su rigore al 22′ pt e al 26′ st, Checcucci (Al) al 46′ st), Renate-Bassano 1-0 (Napoli (Re) al 33′ st), SudTirol-Alessandria 1-1 (Fink (St) al 39′ pt, Vitofrancesco (Al) al 43′ pt).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 28 aprile: allenamento pomeridiano per i Biancoscudati, con mister Pillon che testa il 4-3-3




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