Live 24! Padova, weekend di attesa: chi sarà l’allenatore biancoscudato nella prossima stagione?

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Ore 21.30 – (Il Piccolo) Proprio lui, il capitano della Triestina, è l’unico alabardato fra quelli che scenderanno in campo domani contro la Liventina, che partì nell’undici iniziale anche un anno fa nel play-out di Dro. Luca Piscopo indosserà anche domani la fascia sul braccio, pronto a guidare la difesa dell’Unione e speranzoso di rivivere la gioia di un’altra salvezza in extremis, magari senza gli enormi patemi vissuti un anno fa in quella rocambolesca sfida in Trentino. Piscopo, cosa le viene in mente pensando a quel play-out di Dro? Mi auguro che il finale sia lo stesso, ma che magari la trama sia un po’ diversa: ci sia insomma meno fatica, meno sofferenza per arrivare al traguardo, anche se metterei la firma per lo stesso risultato finale. Spero soprattutto che al termine si possa festeggiare di nuovo: ce lo meritiamo dopo dieci mesi così. Sarebbe importante anche per poter celebrare adeguatamente la svolta societaria. Sicuramente quello deve essere un ulteriore stimolo per cercare di far bene, ora che si può ripartire da Milanese e Biasin. Tutti devono dare il massimo per il bene della squadra, e anche per meritarsi magari una riconferma. Dobbiamo dare tutto, deve essere davvero l’inizio di un nuovo progetto. Con questa solidità societaria, salvarsi significa farsi davvero un bel regalo per il futuro. Che partita sarà? Sicuramente difficilissima come quella di Dro: sono quelle sfide secche che purtroppo non lasciano margini di errore e di conseguenza dovremo essere bravi a non sbagliare niente. La sua ricetta per farcela? Per me dobbiamo cercare di metterli subito alle strette, impostare la partita e metterla subito nei binari giusti per come vogliamo noi nei primi minuti, senza per questo scoprirci alle loro ripartenze. Hanno un solo risultato utile, sarebbe opportuno per noi andare in vantaggio cercando di sfruttare i loro punti deboli, visto che nel reparto difensivo sembrano un po’ lenti e macchinosi. Può risultare condizionante il fatto di avere due risultati su tre a disposizione? Io a questo non ci sto proprio pensando, voglio entrare per vincere nei 90 minuti: questa è l’idea che deve partire da noi. Sinceramente ai supplementari non voglio neanche pensare. Non dobbiamo far calcoli: abbiamo visto l’anno scorso che può succedere di tutto, fino all’ultimo secondo eravamo spacciati, poi su un cross e un capolavoro di Daniele Rocco si sono risolte le sorti di una stagione. Da difensore dovrà fronteggiare il reparto più forte della Liventina, quello offensivo. Sì, l’attacco è il reparto più forte che hanno, e Vianello che ha fatto 17 gol è sicuramente il primo pericolo: dovremo fare attenzione soprattutto a lui ma anche fra gli altri ci sono buone individualità, come Salam Dene che è veramente veloce. Insomma, dovremo fare attenzione a tutti ed essere soprattutto equilibrati. Cosa vuole dire ai tifosi alabardati? Mi auguro che vengano davvero in tanti allo stadio perché ci possono dare una mano in più: lo si è visto nelle ultime partite, con l’apporto dei tifosi è tutta un’altra cosa, c’è un’altra spinta, un altro clima. In partite così delicate è un sostegno fondamentale, di fronte al quale anche avere due risultati utili su tre passa in secondo piano.

Ore 21.10 – (Il Piccolo) Sul piano delle aride cifre, il bilancio di Roberto Bordin sulla panchina della Triestina non è finora di quelli indimenticabili: una vittoria (in trasferta col Giorgione), quattro pareggi e due sconfitte. Ma va riconosciuto che non era semplice subentrare nel momento più delicato della stagione, alla guida di una squadra che aveva visto già avvicendarsi altri quattro tecnici in panchina, oltre al vorticoso susseguirsi di giocatori. L’ex vice di Mandorlini ha portato professionalità e metodologia, ha dato equilibrio alla squadra e probabilmente ha raccolto meno di quanto meritato. Ma il tecnico ora è atteso alla prova più importante, quella di portare la Triestina alla salvezza. Ecco il Bordin-pensiero alla vigilia del play-out con la Liventina. LA TRIESTINA. «Siamo pronti. Abbiamo lavorato bene, i ragazzi sanno l’importanza della partita, l’adrenalina sta salendo di giorno in giorno e sarà al massimo domenica, come è giusto che sia. Sono tutti disponibili e ho un’ampia scelta, ed è quello che vorrebbe sempre un allenatore». LA LIVENTINA. «È una buona squadra che cerca di far gioco, con ottimi giocatori in attacco e una punta che ha fatto molti gol. Mosse speciali per marcare Vianello? Ho già detto alla squadra che non è il singolo che vince, ma tutto il gruppo: quindi sarà una partita contro tutta la Liventina, non solo contro un giocatore». VANTAGGIO. «Il fatto di avere a disposizione due risultati su tre non deve condizionarci, non si può stare lì a pensarci: è una partita secca, dobbiamo cercare di vincere proprio per evitare qualsiasi tipo di infortunio durante l’incontro». APPROCCIO. «A livello mentale e nervoso è una partita che si prepara da sola, perfino più semplice delle altre considerata la posta in palio. Ma questo non deve portare apprensione, bensì consapevolezza di aver lavorato bene. Per quanto riguarda l’aspetto tattico, abbiamo preso degli accorgimenti analizzando alcune loro giocate, mentre sul versante fisico abbiamo lavorato per essere brillanti. Credo comunque che la cosa più importante sia l’approccio e l’aspetto nervoso. Poi ovviamente c’è da tradurre in campo anche quanto fatto in settimana sul piano tecnico-tattico». PRESSIONE. «In questi giorni i tifosi ci sono stati vicino e in città c’è fermento. Se questo porterà troppa pressione ai più giovani? Credo proprio di no, anzi per me quando giocavo la presenza di tifosi numerosi dava una grande spinta, giovane o non giovane. Io francamente vorrei giocare sempre davanti a un pubblico come quello di Trieste». TIFOSI. «Ai tifosi non servono appelli particolari, perché ci hanno già assicurato il massimo sostegno. Ce lo dimostrano ogni giorno, non ci sono dubbi su questo. E sappiamo quanto sono attaccati alla maglia. Al Rocco il loro apporto sarà decisivo, anzi dovremo sfruttare al meglio proprio il fattore campo: è quello che può fare la differenza». SALVEZZA. «Se pensavo di arrivare fino ai play-out? Beh, speravo ovviamente di raggiungere prima la salvezza, anche perché abbiamo dimostrato di non essere inferiori alle squadre davanti. Purtroppo abbiamo commesso degli errori, ma altre volte anche la sorte ci è stata avversa e in fondo meritavamo di più. Ormai è andata così, cerchiamo di farcela adesso». PROGRESSI. «Sul piano personale, la mia speranza è quella di aver portato qualcosa alla squadra, che non è legato ai risultati, ma va visto sotto il profilo dell’identità e del gioco. Poi so che i risultati sono determinanti, però la squadra è più equilibrata, è migliorata nel possesso palla e in molte partite abbiamo avuto tante occasioni anche quando si è perso. Sono stati fatti anche degli errori, ma abbiamo raccolto poco per quanto creato. Comunque poi alla fine ognuno farà le sue valutazioni».

Ore 20.40 – (Corriere delle Alpi) Una partita equilibrata. L’ha definita così mister Andreucci, tecnico del Campodarsego ed ex allenatore gialloblù, la finale playoff di serie D tra la sua squadra e il Belluno. La formazione padovana si è classificata in seconda posizione, alle spalle del Venezia, mentre i gialloblù sono arrivati quarti, ma al primo turno playoff hanno eliminato l’Este in trasferta, mettendo in campo una grande partita. «Entrambe le squadre hanno fatto una grande stagione – commenta Andreucci – in campo scenderanno in campo due formazioni forti e compatte che si affronteranno a viso aperto e sono convinto sarà un match equilibrato. Conosco bene il Belluno, ho allenato Vecchiato due anni ai tempi del Real Vicenza, oltre a lui ho avuto anche Simone Bertagno, Nicola Calcagnotto e Simone Corbanese. Proprio quest’ultimo ha fatto la sua prima stagione da titolare in serie D sotto la mia gestione, quando ero al Belluno, e sono molto contento della strada che ha fatto e dell’attaccante che è diventato. Conosco il valore di questi ragazzi, so che il Belluno è una squadra che gioca bene e mi aspetto una bella partita». Oltre le aspettative. Da neo promossa il Campodarsego sperava si di fare un buon campionato, ma sicuramente non ai vertici come invece è stato. «Siamo partiti per consolidare la categoria e cercare di arrivare tra le prime otto – continua Andreucci – il merito di un campionato nel genere è dei ragazzi e della società che ha dimostrato grande serietà in questi anni». Tutti a disposizione. Il tecnico del Campodarsego può contare sull’intera rosa, al contrario di mister Vecchiato che recupera Antonio Acampora dalla squalifica ma deve fare a meno di Marco Duravia e Marco Farinazzi, entrambi alle prese con i rispettivi infortuni. «Per certi aspetti domenica a Este è stata una delle nostre migliori partite stagionali – spiega il mister del Belluno Vecchiato – in settimana ci siamo allenati serenamente, consapevoli che domenica sarà una partita completamente diversa. Il terreno di gioco di Campodarsego è più piccolo rispetto a Este e questo cambierà anche gli scenari della gara. Sarà una partita infatti molto più fisica e dove da un momento all’altro potrà nascere un’occasione da gol. Conosciamo i nostri avversari e proveremo a metterli in difficoltà con le nostre migliori armi. Sarebbe davvero fantastico vincere questi playoff, un premio per questi tre anni fantastici, dove l’obiettivo è sempre stato quello di crescere e migliorarsi». Possibile formazione: Solagna (Brino), Sommacal, Calcagnotto, Franchetto, Pellicanò, Masoch, Miniati, Bertagno, Corbanese, Mosca, Pescosta. Continuano le iscrizioni all Summer Camp del Belluno. In questi giorni è possibile iscrivere i bambini tra gli 8 e i 13 anni allo stage estivo organizzato dalla società gialloblù, a luglio. Info su: www.acbelluno1905.it/summer-camp.

Ore 20.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Bello e non proprio comune andare al Menti in una fresca serata di maggio per vedere un partita di pallone senza l’ansia e la tensione del risultato, senza dover ascoltare le radioline per sapere i risultati degli altri campi. Vicenza e Perugia e’ questo: una gara in cui le due formazioni non hanno nulla da chiedere e nulla da ottenere da un partita che e’ in più, ma che per regolamento si deve comunque giocare. Salvi da qualche giornata gli ospiti, salvi i biancorossi da sabato scorso: quindi, clima da ultimo giorno di scuola e via ai festeggiamenti, prima, durante e dopo. Per l’allegra serata il Menti si riempie come non mai negli ultimi tempi, grazie anche alla lodevole iniziativa della società che ha optato per biglietti a prezzi stracciati: posti in curva sud e in tribuna esauriti, nei distinti quasi. Per la cronaca la gara finisce in parità, una gara che di certo non verrà ricordata negli annali del calcio, ma va bene anche così. Parlare di formazione in casa Lane e’ sempre difficile: tra infortuni e squalificati ne mancano nove, ma per fortuna questa sera poco importa. Spazio tra i pali a Pellizzoli che così nel suo palmares vanterà pure una presenza in biancorosso, in difesa si rivede El Hasni all’esordio con Lerda, gli altri sono i soliti noti. Manca Nicola Pozzi, non è una novità ma è un peccato perché sarebbe stato bello vederlo nell’arco di una partita; invece un’altro infortunio, l’ennesimo, per lo sfortunato giocatore che quest’anno a messo gli scarpini in campo per un totale di 49 minuti effettivi: decisamente troppo poco per puntare ad una riconferma. Gara dei saluti anche per molti altri biancorossi; inutile fare ora l’elenco dei possibili e probabili partenti, ci sarà tempo nelle prossime settimane. Intanto a breve è in calendario il passaggio societario e chissà che l’aria nuova e le forze fresche non possano portare anche a politiche nuove, dopo i troppi anni in cui puntualmente, dopo ogni campionato, ci si è ritrovati a dover rifare daccapo o quasi la squadra. Il primo intervento della nuova società e’ previsto per l’inizio della prossima settimana: in programma l’incontro definitivo per la conferma di mister Franco Lerda, dovrebbe trattarsi di una pura e semplice formalità ma nel calcio mai dare nulla per scontato fino a quando non ci sono le firme nero su bianco. Per quanto riguarda la partita poco per non dire nulla. Gara giocata a ritmi «balneari» o quasi, Vicenza più propositivo sospinto dai tantissimi tifosi che vogliono tornarsene a casa con una vittoria. Ci prova Galano in un paio di occasioni, poi Ebagua viene anticipato da un difensore avversario al momento della conclusione a pochi passi dalla linea di porta. Il Perugia e’ pericoloso al 45’ con un colpo di testa di Zapata, ma Pellizzoli risponde da portiere vero e sventa la minaccia. Il primo tempo e’ tutto qui, difficile sperare in qualcosa di più elettrizzante. Il vero spettacolo e’ sugli spalti: coreografie da premio Oscar per la sud, con sottofondo di cori già proiettati al futuro derby con l’Hellas Verona. Nella ripresa i primi calorosi applausi sono per Moretti, sostituito da Modic, poi Ebagua solo davanti a Rosati si divora il gol del vantaggio. Al 27’ l’esordio in cadetteria per il giovane e promettente Davide Bianchi, che già aveva giocato in Coppa Italia a Carpi. In campo non succede altro, tra girandole di sostituzioni e azioni che nulla hanno di pericolso per i portieri: alla fine tanti applausi, sorrisi e grandi abbracci per tutti. E tra poco si riparte.

Ore 19.50 – (Giornale di Vicenza) Cinque gol per chiudere sei mesi biancorossi. Con la voglia di declinare già il futuro. Che intanto sta già stretto nelle braccia di Giulio Ebagua sotto forma dei boccoli e degli occhioni neri di Elin, principessa di 14 mesi, e Sean Luis, quasi cinque anni e che già sa di voler fare il calciatore come papà. «Mi fanno dannare ma sono due amori», dice alternando un bacio ad Elin e una carezza a Sean Luis.Finita la stagione tocca già pensare subito alla prossima: Ebagua farà ancora parte di questo Vicenza?Ebagua è un giocatore importante che vuole essere trattato come tale, lo dicono i numeri e la stagione che ho fatto. I matrimoni si fanno in due: io ho dato il mio benestare in settimana, ora sta alla società.Si sente importante per questa squadra?Ebagua è un giocatore importante per tutte le squadre che giocano in questa categoria. Ma per il Vicenza non è solo Ebagua a essere importante, ma per esempio anche Signori lo è, è un elemento con un grande carisma. Dicevano che il Vicenza era una squadra piatta, ma da quando sono stati fatti degli innesti a gennaio come me, Signori e Benussi la squadra ne ha guadagnato in carattere.Intanto chiude questa stagione con 5 gol con la maglia del Vicenza (3 invece quelli segnati col Como, ndr): è vero che per lei sono troppo pochi?Per le mie qualità ho segnato pochi gol, potevo farne di più e solo stasera (ieri, ndr) averi potuto farne altri due. È il primo anno, in cui sono a scadenza di contratto, che sbaglio la doppia cifra. Se ci fossi arrivato avrei fatto un capolavoro.Perché le piacerebbe restare a Vicenza?Questa è un’ottima piazza per fare un buon calcio. E poi sono anche vicino casa (Treviso, ndr), cosa che per me non è da sottovalutare. E poi c’è uno stadio pieno di gente meravigliosa che ti fa sentire importante. La sua prima squadra, il Como, è retrocessa. Il Vicenza, invece, si è salvato anche grazie ai suoi gol.Con il mister Lerda abbiamo inserito un’ottima marcia. Ci ha trasmesso il suo carattere, la forza nei nostri mezzi. Abbiamo viaggiato a una media punti da alta classifica. A guardarci indietro è un vero peccato non avere trovato continuità. Che tecnico è Lerda?Per me è una persona carismatica che trasmette tanta positività. Ma, soprattutto, crede in ciò che fa.

Ore 19.30 – (Giornale di Vicenza) Cresci bene se in ritiro condividi la stanza con il Capitano. È il privilegio riservato a Davide Bianchi, 20 anni dieci giorni fa, capelli rossi e lentiggini che fanno simpatia e un sorrisone che ieri era grande così. Perché al minuto 73 Davide ha fatto il suo ingresso nella Serie B: «Il mister non mi aveva detto esplicitamente che avrei giocato, ma diciamo che era nell’aria… Però lo ringrazio perché, anche se era una gara che contava poco, non era facile schierare un giovane come me», dice quasi un po’ con il timore di mettere in fila parole sbagliate. Ma Davide “quello che fa il terzino” ha dimostrato di non aver paura: né a gennaio al suo esordio con la maglia biancorossa nella gara di Coppa Italia contro il Carpi, né quando ha battuto il cinque a El Hasni ieri sera ed è andato ad accomodarsi al fianco di Sampirisi, un altro suo amico. Che in quanto tale ha ben pensato di farlo sciogliere in conferenza urlandogli: «Intanto porta le paste!». Davide, in tutta risposta, ride di gusto. E poi si tuffa a raccontare: «Ero abituato ad altri campi, a vedere la Primavera ci sono al massimo 200 persone… Diciamo che sono partito col botto!». E col botto è stata anche la sua prima esperienza tra i grandi: «Non essendo mai stato in prima squadra è stata un’esperienza che mi ha formato nel carattere. Quando è arrivato Lerda ha chiamato a colloquio anche me, trattandomi come tutti gli altri, è un allenatore che ci ha insegnato a non mollare mai». Neppure in allenamento, quando si trovava a dover fermare Giacomelli: «All’inizio mi saltava sempre, poi… Abbiamo cominciato a fare un po’ ciascuno!».IMBATTUTO E poi c’è Ivan Pelizzoli, che quando era poco più grande di Bianchi condivideva in ritiro la stanza con un certo Davide Pinato, papà del Marco biancorosso. «Quando sono arrivato e il direttore mi ha detto che Marco era il figlio di Davide… Ho cominciato a farmi qualche domanda!», scherza il portierone al quale Lerda ieri ha concesso la passerella dell’esordio in biancorosso. «Spero di aver dimostrato di poterci ancora stare nel calcio e che l’infortunio alla spalla di cui tanti parlavano era passato. Ho provato una certa emozione, anche se ho parecchi anni alle spalle… E, onestamente, ci tenevo a non prendere gol». Per quanto riguarda il futuro, Pelizzoli non fa misteri: «Ho accettato un contratto fino a giugno, per me era importante far vedere che sto bene e se qualcuno mi chiamerà sono pronto a valutare ogni proposta».

Ore 19.10 – (Giornale di Vicenza) Parlare della partita è difficile quando tutti i tifosi biancorossi si fanno da giorni la stessa domanda: Franco Lerda resterà in sella al Vicenza, rinnoverà il contratto?«Abbiamo già avuto un primo incontro – spiega il tecnico – martedì avevo un appuntamento con Pastorelli ma per impegni di lavoro da parte sua ci vedremo mercoledì. Ovviamente deve esserci la volontà da entrambe le parti per firmare ma c’è ottimismo e le sensazioni sono positive».Ha già un’idea del Vicenza del futuro?Prima di rispondere preferirei mettere nero su bianco con la società. Fare nomi adesso è inopportuno. Però c’è una caratteristica che deve avere un giocatore per lavorare con me: deve avere le motivazioni. Se ci sarò io nel futuro di questa squadra, questa è una caratteristica che ci deve essere. I nomi importanti non sempre bastano ad ottenere i risultati prefissati».Ad un certo punto della stagione i tifosi hanno avuto veramente paura di poter retrocedere. Com’è riuscito a motivare il gruppo?Evidentemente io e il mio staff siamo riusciti a toccare le corde giuste. Altrimenti non si spiega un cambiamento di marcia così repentino. I ragazzi ci hanno seguito, ci hanno creduto e per questo le cose hanno iniziato ad andare meglio. Così alla fine ci siamo salvati con due giornate di anticipo, giocando davanti a 11 mila spettatori che sono venuti per applaudirci. Se ci ripenso è un sogno: abbiamo chiuso al tredicesimo posto in classifica. A marzo eravamo al ventunesimo, penso che meglio di così fosse impossibile fare. Anche questa sera abbiamo dimostrato la nostra mentalità: abbiamo giocato bene, con qualità creando occasioni. È mancato solamente il gol ma alla fine è stato un bel modo di chiudere il campionato davanti ai nostri tifosi».Una serata di festa con applausi per tutti…L’ho già detto: quando si ottengono risultati del genere è merito di tutti, società, squadra, tifosi. Oggi la curva e lo stadio sono stati strepitosi.Quando arriverà il rompete le righe?Adesso ci alleneremo martedì e mercoledì, è anche un’occasione per ritrovarci e cenare insieme, festeggiare un risultato importantissimo. Poi ci saluteremo.Tutti in vacanza allora, Franco Lerda che programmi ha?Ma io non faccio mai vacanza – dice con un sorriso – la mia vacanza è stare con mia moglie e con i miei figli che stasera erano qui allo stadio».

Ore 18.50 – (Giornale di Vicenza) Sguardo fiero, busto dritto e… chi non salta veronese è! Eccolo il tifoso biancorosso. Si congeda così dal campionato: pensando all’Hellas, al derby ritrovato, ad un’altra stagione in B.Il tifoso biancorosso lascia il Menti gasato. La grande paura è alle spalle, la salvezza anticipata ha spazzato via giornate difficili. Il tifoso biancorosso ha potuto vivere l’ultima sfida tra Vicenza e Perugia senza angosce nè patemi (senza domande, soprattutto: ma se si perde? E se sugli altri campi finisce in un modo piuttosto che in un altro?).Via, anche la noia di una gara terminata 0-0 e avara di emozioni, può regalare il batticuore. Anche perchè visto come si sono concluse le più recenti stagioni, anche uno scialbo pareggio a reti bianche all’ultima giornata è roba di gran lusso. Tifo vero e delle belle occasioni sugli spalti: circa 11mila le presenze comunicate; l’iniziativa della società di vendere nei vari settori i biglietti a prezzi stracciati si è rivelata più che azzeccata. La partita (Vicenza col 4-2-3-1, Perugia col 4-1-4-1) prometterebbe anche bene nelle battute iniziali. Prometterebbe, appunto, perchè il gesto tecnico di maggiore rilievo si annota un attimo dopo il triplice fischio dell’arbitro Ripa di Nocera Inferiore: Urso, palla in mano, la partita è conclusa, rinvia lungo lungo e colpisce la traversa della porta difesa da Rosati. Uno spunto notevole, ma fuori tempo massimo. Con la cronaca siamo direttamente al minuto 10:Pelizzoli (al debutto in biancorosso) si mette in mostra respingendo la conclusione dai 20 metri di Taddei. Alcuni secondi dopo, una finezza di Sbrissa libera Sampirisi sulla corsia di destra, il cross sul secondo palo è per Giacomelli che viene anticipato da Milos. La gara è godibile, Vicenza e Perugia sembrano non volersi risparmiare. I “Grifoni” si rendono pericolosi al 14′ e al 15′ con Zapata (traversone insidioso messo in angolo da D’Elia) e Ardemagni (quel promesso sposo del Vicenza in tempi di mercato…) che gira di testa – fuori – sul secondo palo. Il Vicenza risponde così (22′): verticalizzazione diEbagua, marcato da tre uomini, per Galano che al momento del tiro viene anticipato in scivolata. Ancora Ardemagni ci prova di testa al 25′ (il cuoio va sul fondo) e alla mezz’ora il pimpante Alhassan entra deciso in anticipo su Ebagua ed evita il gol al termine di un’azione orchestrata da Giacomelli e rifinita da D’Elia. Al 35′ l’occasione più ghiotta per i biancorossi è una punizione di seconda in area: Ebagua tira un missile ma la super barriera perugina si rifugia in corner. Al 45′, il riflesso di Pelizzoli è buono sull’incornata di Zapata. La ripresa. Lerda attua il primo cambio: fuori Moretti, applauditissimo, dentro Modic. Il Vicenza cerca il gol con più insistenza e voglia rispetto alla squadra umbra e al 15′ è Ebagua a sfiorare il bersaglio. Il nigeriano è abile a rubare palla sulla trequarti approfittando di un mezzo pasticcio, arriva davanti a Rosati e sciupa clamorosamente col sinistro mancando lo specchio. Peccato. Ancora cambi: nel Vicenza entra Urso, nel Perugia Parigini, eroe del Menti con l’under 21 lo scorso autunno. Al 22′ Brighenti pesca Urso al limite dell’area, il sinistro del centrocampista finisce abbondantemente alto. C’è tempo anche per il debutto in campionato di Bianchi che sostituisce El Hasni (Sampirisi si sposta al centro). Al 35′ Modic ci prova dalla distanza ma il tiro è da dimenticare, al 41′ Galano mette in mezzo un cross invitante che nessuno raccoglie. Può bastare. La festa può cominciare. Giri di campo, tuffi sotto la Sud, foto di rito e soprattutto tanta allegria. La partita più importante ora si gioca in società. La palla passa alla dirigenza.

Ore 18.20 – (La Provincia Pavese) Dopo la presentazione del ritiro precampionato di Storo in Trentino, e in attesa di quella del nuovo sponsor tecnico, la Maps, rimane da scegliere chi sarà il nuovo allenatore del Pavia. I nomi più caldi rimangono quelli di Benny Carbone e Luca D’Angelo. E mentre in Lega Pro si disputano domani le gare di andata delle semifinali play off Pisa-Pordenone e Lecce-Foggia, l’attenzione per i colori azzurri è ancora incentrata sul settore giovanile, con gli impegni agonistici nelle fasi finali nazionali. Oggi pomeriggio alle ore 15 allo stadio Zini di Cremona gara di ritorno degli ottavi di finale per la Berretti di mister Stefano Todeschini. Il Pavia riparte dallo 0-4 subito in casa dalla Cremonese, risultato che è quindi difficilmente rimontabile. L’obiettivo è di uscire a testa alta da una competizione che ha visto gli azzurri comunque riuscire ad entrare nella seconda fase del torneo Berretti. Domani pomeriggio a Renate, sempre alle ore 15, andata degli ottavi di finale per gli Allievi Nazionali allenati da Omar Nordi. Dopo aver superato lo scoglio del primo turno della fase a tabellone ad eliminazione diretta eliminando il Cosenza, per il Pavia ora il doppio confronto con il Renate che vedrà il ritorno domenica 29 allo stadio Fortunati. La vincente tra Pavia e Renate si qualificherà tra le prime otto società Allievi di Lega Pro e accederà al concentramento finale del torneo Under 17 che prenderà il via da sabato 11 e si concluderà il 20 luglio a Cesena.

Ore 17.50 – (Gazzetta di Reggio) Riposto momentaneamente il pallone nell’armadio è tempo un’altra grande passione: la pesca. Così prevede di passare molte delle sue giornate estive Dejan Danza, il giovane centrocampista mantovano arrivato a giugno dalla Pro Vercelli. E’ stata una stagione strana quella del debutto nel professionismo: una prima parte passata quasi sempre in disparte e con la reale possibilità di cambiare maglia a gennaio, nella seconda molte più presenze ed alcune prestazioni importanti che tuttavia non hanno fatto sbocciare col tecnico lo stesso feeling creatosi coi tifosi e la sua riconferma, nonostante Varini, non è scontata. La Pro Vercelli resterà in Serie B. Questo cambia qualcosa nei suoi obiettivi? «Non saprei perché aspetto che il mio procuratore parli con la Pro per capirne le intenzioni, da parte mia sarei contento di rimanere lì per provare la Serie B». La Reggiana rientra tra le alternative, considerando anche l’amicizia di Massimo Varini con la società granata? «Quando mi verranno ventilate le varie proposte sicuramente prenderei in considerazione anche quella di un ritorno a Reggio, ma solo se ci fossero determinate condizioni». Ad esempio? «Nulla in particolare, anzi so che il presidente mi stima molto. Vorrei però avere maggior possibilità di mettermi in mostra». Si è sentito poco considerato quest’anno? «Da gennaio a giugno le mie partite le ho fatte perciò, se fosse stato così anche prima, sarei arrivato a quelle 25 presenze che mi ero prefissato, pur consapevole che quando ho accettato questa destinazione sapevo della grande concorrenza nel mio reparto di centrocampo». Non c’è stata intesa tra lei e Mr. Colombo? «Personalmente non ho mai avuto problemi particolari o litigi con lui. Credo che sia stato un rapporto normale». Invece a gennaio cosa è successo col dottor Taglia? «Sono nate incomprensioni con lo staff medico perché avevo un problema al ginocchio ma lui diceva che potevo allenarmi tranquillamente. Poi, mentre si stava chiudendo la finestra del mercato invernale, sono tornato regolarmente in gruppo ed ho deciso di restare». Quindi aveva le valigie pronte? «Avevo delle proposte e ci stavo pensando ma il presidente mi ha convinto a desistere perché crede molto in me». Tra l’altro, visto da fuori, quello è stato anche il periodo più difficile all’interno dello spogliatoio. «E’ vero che ci sono state delle incomprensione ma la trovo una cosa del tutto naturale in uno spogliatoio. Io però sono una persona che ama lavorare e non pensa a discutere». Arrivato a Reggio con lo scudetto Primavera sul petto la Lega Pro l’ha messa in difficoltà? «Non ho molto da rimproverarmi perché mi sono sempre impegnato, a testa bassa e con umiltà, per dare il 100%». Avverte più delusione, dopo una stagione del genere, o voglia di riscatto? «Sto già pensando al prossimo anno». E’ al corrente delle manovre societarie? «Ho saputo dell’interessamento di questo signore americano e credo che possa essere una buona notizia per tutta la piazza». Dove andrà in vacanza? «Farò una settimana in Croazia a giugno e poi prevedo tante pescate coi miei amici, proprio come in questo momento, nella cava vicino a casa mia».

Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il tecnico Stefano Sottili ha incontrato ieri, nel tardo pomeriggio prima dell’amichevole disputata con l’AltoVicentino, il direttore generale del Bassano Werner Seeber. Un faccia a faccia rapido e interlocutorio, a cui ne seguirà un altro con il patron Renzo Rosso e il presidente Stefano Rosso, oltre che col vicepresidente Roberto Masiero. Al momento le possibilità di un divorzio sono alte e se il tecnico toscano dovesse congedarsi dai giallorossi al dg Werner Seeber piace molto Moreno Longo, allenatore della primavera del Torino. La società non sembra essere rimasta troppo soddisfatta soprattutto del finale di stagione (partita di Lecce a parte) e, dopo il blitz di Cittadella, si aspettava un finale in crescendo con l’obiettivo di conquistare il secondo posto. Sottili, dal canto suo, ritiene di aver fatto il massimo, con una squadra non certamente superiore a quella della passata stagione e con la cessione a gennaio del capitano Simone Iocolano a una diretta concorrente (l’Alessandria) senza un adeguato sostituto in rosa. Difficile capire cosa sia accaduto dietro le quinte, fatto sta che su Sottili hanno preso informazioni Carpi e Ternana, mentre in Lega Pro ha già bussato l’Arezzo e ci sono pure altre due squadre, una delle quali è il Pavia. La seconda invece è del girone B ma ancora ignota. Il Padova, di cui si è parlato in diverse occasioni, non pare essere un’opzione percorribile e il neo dg «in pectore» Giorgio Zamuner pare orientato a fare altre scelte. Nel frattempo il Venezia è pronto a sferrare un’offensiva per il centrocampista giallorosso Guido Davì, 26 anni. In scadenza di contratto con il club giallorosso, il giocatore palermitano era stato cercato con insistenza dal Benevento a gennaio. La società aveva fatto muro, senza però rinnovargli il vincolo in scadenza. E adesso il rischio di perderlo è molto elevato. Il Venezia è pronto a offrire a Davì un contratto biennale (ma si potrebbe chiudere addirittura con un triennale). In scadenza di contratto, oltre a Davì, ci sono pure Toninelli, Semenzato, Misuraca e Pietribiasi, mentre D’Ambrosio farà ritorno al Siena per la fine del prestito.

Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) Non essendo riuscito a strappare il digì al Bassano, (Seeber curerà il dicastero dell’area tecnica sino al 2018), il Padova ci prova senza mezzi termini con l’allenatore con buonissime possibilità di riuscita. Dal Biancoscudo è stato sferrato ufficialmente l’attacco a Stefano Sottili, a fine accordo col Soccer Team, che qua proveranno a trattenere senza però perderci troppo il sonno. Il primo obiettivo dei patavini era Bruno Tedino, artefice del Pordenone bum bum che tuttavia il patròn furlano Lovisa non intende liberare dopo aver perso il proprio consulente di mercato, Giorgio Zamuner che ha ceduto alle lusinghe dello stesso Padova.Ergo nella città del Santo hanno virato a tutta su Sottili, superando in tromba l’Arezzo, altro pretendente: l’impressione è che il demiurgo toscano sia legato alla Virtus con un filo esilissimo. L’incontro con la società nelle prossime ore chiarirà.SPUNTA SGRIGNA. Fosse salito in B un anno fa, i primi rinforzi del Bassano sarebbero stati Alessandro Sgrigna e il ritorno di Michele Pellizzer, era tutto definito. Poi al piano di sopra ci sono finiti il Novara eppoi il Como in finalissima ed è saltato tutto.Tuttavia, a un anno di distanza il nome dell’ex biancorosso torna a circolare con una certa insistenza: in scadenza col Cittadella che ha appena pilotato alla promozione, il trentaseienne Sgrigna in queste ore è stato nuovamente affiancato al Bassano e pure l’ambiziosissimo Venezia ha preso informazioni. La punta romana sarebbe uno di quei senatori chiamati, nei piani, a guidare una pattuglia di giovanottini ringhiante e ruggente. Tutto però è ancora allo stato embrionale. Intanto l’Alessandria, scossa dalla precoce eliminazione playoff starebbe pensando di congedare Angelo Gregucci per puntare forte sull’ex giallorosso Tonino Asta.BERRETTI IN CAMPO. Pomeriggio cruciale per la Berretti del Bassano che oggi alle 16 al Moccagatta di Alessandria affronta i piemontesi, favoriti della vigilia per il passaggio al secondo turno del tabellone scudetto di categoria. I giallorossi di Parteli, dopo lo 0-0 dell’andata in casa hanno bisogno di un pareggio con gol o al limite di una vittoria esterna per stappare lo spumante.«Non è affatto semplice poichè l’Alessandria gioca con tanti ’97 in organico mentre noi schieriamo dei ’99 e a questi livelli due anni di differenza pesano – osserva Michele Nicolin, responsabile del vivaio virtussino – tuttavia ce la giocheremo gagliardamente come sempre abbiamo fatto quest’anno e cioè senza mollare nulla».La curiosità è che per questa partita si è mossa la tifoseria alessandrina. Con la prima squadra fuori dalla lotta per la B i ragazzi della curva hanno suonato l’adunata per sostenere i baby nel cammino tricolore. Così la società del capoluogo ha fissato i prezzi dei biglietti: 5 euro per seguire in questo week-end le giovanili dell’Alessandria (Berretti e poi gli Allievi) giocarsi il barrage per il titolo.

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Pisa in attesa del Pordenone, parla il presidente nerazzurro Carlo Petroni. Il “numero uno” pisano ha descritto il momento della squadra toscana a Nerazzurro, trasmissione di 50 canale: «Sono convinto – ha detto – che ci siano ancora margini di miglioramento e che si possa crescere ancora nel corso dei playoff. L’esempio lampante è quello di Peralta, che è sempre più decisivo e che ha avuto un processo di continuo miglioramento. Ho visto una grande crescita di Eusepi, ma in generale un miglioramento del Pisa sotto porta; contrariamente ad altre occasioni – ha analizzato il presidente – siamo riusciti a fare centro al momento della finalizzazione. Si tratta di un dettaglio importantissimo». E ancora: «Quella contro la Maceratese – ha detto -, non è stata una gioia episodica, ma costruita: quando a gennaio abbiamo allestito la squadra, lo abbiamo fatto in maniera sensata. Non so se lo vinceremo ma posso assicurare che il Pisa affronterà questo impegno con grande grinta e sono sicuro che saprà farsi valere». Chi invece sembra avere le idee chiare su quali siano le squadre favorite per la vittoria finale è Gaetano Auteri, tecnico del Benevento campione del girone C: «Lecce-Foggia è già la vera finale dei playoff – ha detto senza palesare alcun dubbio -. Chi vince questo derby andrà quasi certamente in Serie B. Il Lecce è una compagine solida, esperta, di ottima qualità. Il Foggia ha l’attacco più forte di tutte le altre». Insomma, Pordenone snobbato. Esattamente come fu snobbato il Como l’anno scorso. Intanto continuano le voci di mercato che affollano l’asse tra la provincia di Pordenone e quella di Padova. Secondo il portale Padovagoal, infatti, il presidente Mauro Lovisa avrebbe contattato il direttore generale del Cittadella, Stefano Marchetti, proponendogli il ruolo di direttore sportivo al posto di Giorgio Zamuner, a patto che quest’ultimo decida davvero di accasarsi al Padova. Un’ipotesi che per ora è catalogabile come fantamercato. Circola anche il nome dell’ex Venezia Andrea Seno.

Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La carica dei 300, contro il muro nerazzurro degli 11 mila, con Cattaneo in dubbio. Fra chi arriverà con i pullman messi a disposizione dal club neroverde e chi giungerà in prossimità della piazza dei miracoli con mezzi propri, tale sarà il supporto (e il rapporto) alla squadra di Tedino. Ai tifosi del Pordenone è riservata la curva sud, con spazi per mille persone. E intanto i biglietti per la gara di ritorno al “Bottecchia” sono già esauriti. ARENA PIENA – Ad ieri sera erano settemila i tagliandi staccati dal club pisano per costipare l’Arena Garibaldi, andando esaurite curva nord – quella dei tifosi di casa – e gradinata (esaurite al primo giorno di prevendita), tribuna inferiore e superiore (la parte nobile dello stadio). È dato in arrivo l’ampliamento di ulteriori 1.400 posti alla capienza in gradinata e 200 in curva, autorizzato dalla Lega Pro dopo il parere del Gos. I posti in più, comunque, non saranno in ogni caso sufficienti a soddisfare tutte le richieste, specialmente quelle toscane. A Pisa, però, i quotidiani locali ricordano che già in altre occasioni i biglietti non bastavano, come pure nessuno rimase fuori dallo stadio. Per comprendere, chiedere informazioni a Monza dove sarebbero ancora arrabbiati, trascorsi 9 anni, per i 14 mila spettatori “censiti” in una finalissima playoff che però – dicono – fossero quasi 20 mila. DAGLI SPOGLIATOI – Non arrivano notizie rassicuranti per Luca Cattaneo. La botta al piede e il riacutizzarsi di un problema ad un tallone non gli stanno permettendo di perfezionare la preparazione alla semifinale di andata. Rischia di essere fuori causa, come già Alberto Filippini e Riccardo Martignago. L’ufficializzazione dalla convocazione di stamane. IL PRECEDENTE – L’unico precedente all’Arena tra Pisa e Pordenone risale alla stagione 1958-59. I nerazzurri si imposero di misura, grazie ad una rete di Morelli. Il Pisa terminò ottavo quel campionato di Serie C, in coabitazione con Sanremese e Treviso. Il Pordenone si piazzò ultimo ma, vista l’assenza di retrocessioni, rimase comunque nella terza serie nazionale.

Ore 15.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) L’ultimo ad aver vinto cose importanti a Pordenone è stato lui, Carmine Parlato: campionato di Lega D (con conseguente promozione in Lega Pro) e titolo nazionale dilettanti (con relativo scudetto appuntato sul petto dei ramarri che lui non ha nemmeno potuto vedere perché “tagliato”). Strani ghirigori del destino: Parlato venne ingaggiato (e vinse di nuovo la Lega D) dal Padova dove andrà la prossima stagione Zamuner – al posto del quale Lovisa avrebbe contattato Andrea Seno e Stefano Marchetti – e dove vorrebbero anche Bruno Tedino. Gli strani incroci (Padova, Pordenone) portano anche alla terza “P”, quella di Pisa dove domani (inizio alle 15) i ramarri giocheranno gara uno delle semifinali playoff per la promozione in serie B. TENSIONE – Indimenticabile l’impresa di Maccan e compagni, guidati da Parlato, nella stagione ’13-14. I playoff di Lega Pro, ai quali il Pordenone è approdato per la prima volta, sono però di un altro livello: «Sicuramente – concorda Carmine – perché in palio c’è una vetrina come la serie B. Anche se – tiene poi a sottolineare – a questa appendice il Pordenone arriva da outsider, così come lo è stato in tutta la stagione regolare. Noi invece partimmo da favoriti e la tensione delle aspettative ci accompagnò per tutto il campionato. Non è facile vincere quando devi farlo a tutti i costi». PALCOSCENICO – Diverso anche il teatro. All’Arena (giovedì scorso coperta dalla grandine) saranno in più di 10 mila a tifare per i nerazzurri.  «Credetemi – avvisa Parlato – io lì ci sono stato, come avversario, da giocatore e da allenatore. È un’autentica bolgia. Se hai paura è meglio non scendere nemmeno in campo. Lì si vede chi può stare fra i professionisti. I giocatori veri entrano in una sorta di limbo dove tutto il contorno sparisce e resta solo l’avversario da mordere e da battere». APPROCCIO – Come si vive una vigilia tanto importante, oltre a tutto accompagnata dalle voci di un ipotetico passaggio ad altra società del mister? «Le voci – risponde Parlato – contano poco. Il “mio” Pordenone affrontò la finale scudetto dopo che era stato praticamente già comunicato il mio “licenziamento”. La squadra aveva raggiunto una maturità e una compattezza morale tali da affrontare la finale con la massima serenità». Cosa deve fare il tecnico? «Lasciare in pace i giocatori – consiglia Carmine -. Se sono giunti a questo punto sanno già da soli cosa devono fare. Il grande lavoro è stato fatto durante il campionato». PRONOSTICO – Chi vincerà la serie fra Pisa e Pordenone? «Da ex ramarro – sorride Parlato – tifo neroverde. Credo che sarà determinante già il risultato di gara uno. Chi vincerà all’Arena avrà grandi chance di completare l’opera in gara due e passare alle finali. Il Pisa – prevede – partirà forte, spinto dal suo pubblico e dalla grinta di Gattuso. Ha un attacco pericoloso, ma dietro il golletto lo prende quasi sempre. Il Pordenone è un giocattolo che funziona a meraviglia. Non dovrà farsi condizionare, stare ben sveglio in difesa ed essere spietato quando capiterà l’occasione davanti. Perché – confida Carmine – capiterà. Poi, come sempre, avrà un ruolo importante la fortuna. Mi pare che Tedino sia bravissimo a cercarsela e spesso meritatamente la trova. Quindi – conclude Parlato- : forza Pordenone!».

Ore 15.30 – (Messaggero Veneto) Anche un nome illustre del giornalismo italiano si esprime sulla sfida tra Pordenone e Pisa: si tratta del friulano Bruno Pizzul, interpellato da Radio Bruno Toscana sui playoff di Lega Pro e sulla realtà Pordenone: «Il fatto che i neroverdi si siano qualificati per le semifinale è una sorpresa – ha affermato –. La squadra era partita per salvarsi. A Udine fino a qualche settimana qualche tifoso bianconero aveva intravisto il terrore di potersi trovare il prossimo anno a fare un possibile derby regionale in serie B». Poi si è soffermato sulle possibilità dei ramarri : «Non so – ha detto – se il Pordenone ce la farà, anche perchè le altre tre avversarie dei playoff hanno storia, tradizione e budget superiori, ma i neroverdi hanno delle chance. Conoscendo bene il presidente del Pordenone posso dire che è molto capace di gestire bene certe situazioni e – ha chiuso – per questo ha ottenuto buoni risultati».

Ore 15.10 – (Messaggero Veneto) Poche ore a Pisa-Pordenone, semifinale d’andata dei playoff di Lega Pro: è il punto più alto di sempre per il club cittadino, che mai si era trovato a giocarsi una gara del genere, in lotta per la serie B. In città c’è molta attesa, tanto che ieri, nel giro di 4 ore, sono andati bruciati tutti i biglietti del settore locali per la gara di ritorno. Ma pure la squadra non vede l’ora di giocare i match, in particolare quello imminente: mister Tedino non snaturerà la sua squadra per cercare di fare risultato all’Arena Garibaldi. E, quindi, sarà il solito Pordenone quello che scenderà in campo allo stadio nerazzurro. Come giocherà. A parte il modulo – il 4-3-1-2 col rombo – i neroverdi giocheranno come al solito una partita “normale”, consapevoli che la qualificazione si decide sui 180’. Meglio non stravolgere le caratteristiche di un gruppo vincente. Quindi il Pordenone attaccherà alto come al solito, con Strizzolo primo giocatore a disturbare l’inizio dell’azione di marca locale: saranno importanti gli attacchi preventivi, il disturbo sugli appoggi, perché il Pisa è una squadra a cui piace giocare palla sin dal reparto difensivo, con Lisuzzo in veste di regista arretrato. Considerato, poi, che i nerazzurri hanno grandi individualità, con giocatori in grado di determinare negli ultimi 16 metri, sarà importante non prestarsi a uno contro uno frequenti e quindi fare una buona densità difensiva e lavorare di reparto. Aspetti, questi, che il Pordenone ha saputo interpretare molto bene nel corso di molte gare: il match di Cremona è emblematico in questo senso, con i “ramarri” a contenere le sfuriate di Sansovini e compagni. Le ultime. Tedino, al momento, oltre a lamentare le numerose assenze in attacco – Cattaneo, Filippini, Martignago – potrebbe dover rinunciare anche a Ingegneri, vittima di un problema al pube. In teoria il difensore recupera: eventualmente Pasa scalerebbe nel reparto arretrato con conseguente inserimento di Buratto nel ruolo di mezzala sinistra. Davanti si va verso Berrettoni alle spalle di Beltrame e dell’ex Strizzolo. Biglietti. In casa Pisa sono già esauriti i 200 biglietti di curva Nord, rimessi ieri in vendita in seguito all’ampliamento del settore. C’è ancora disponibilità in gradinata (capienza aumentata di 1.400 posti). Si prevedono più di 10 mila spettatori, di cui circa 300 da Pordenone: dal piazzale antistante il Bottecchia domani alle 7 partiranno tre pullman. Altri cuori neroverdi si muoveranno con mezzi propri. A ruba, intanto, i ticket per la gara di ritorno: 1.500 esauriti rapidamente, con code interminabili sia al bar Libertà sia al Caffè Nogaredo. Curiosità, l’ultimissimo biglietto disponibile se l’è aggiudicato l’ex bomber del Pordenone, Andrea Pentore, indimenticato partner del presidente Mauro Lovisa dal 1994 al 1996: tornerà per l’occasione al Bottecchia dopo tanto. Un tifoso d’eccezione in più. Sarebbe servito uno stadio in più, verrebbe da pensare, per accogliere tutte le richieste. Una domanda di spettacolo calcistico che fa tornare a riflettere sull’idea di Lovisa di costruire un nuovo impianto in città, più moderno e capiente del Bottecchia. Chissà, magari può davvero cambiare qualcosa se questa squadra riuscirà davvero a fare il salto in serie B. Il futuro. Si parla del presente, a Pordenone, ma anche del futuro. Il presidente Mauro Lovisa, infatti, teme di perdere Giorgio Zamuner, il consulente di mercato autore del miracolo di quest’anno: le voci che lo danno a Padova sono insistenti anche se lui, al momento, ha in testa soltanto il finale di stagione dei neroverdi. Lovisa – come riportato dal sito “Padova goal” – avrebbe provato a sondare il terreno per Stefano Marchetti, direttore sportivo del Cittadella. A quanto sembra tra le parti ci sarebbe stato un colloquio telefonico: l’uomo-mercato dei granata avrebbe ascoltato la proposta del numero uno neroverde e avrebbe preso del tempo prima di dare una risposta definitiva. Chi conosce Marchetti, però, assicura che sarà quasi impossibile un suo “sì”: il dirigente ha voglia di misurarsi nuovamente con la serie B e, inoltre, a Cittadella può lavorare con totale libertà e autonomia. Un vero e proprio paradiso per uno come Marchetti che, a quanto dicono le indiscrezioni, avrebbe addirittura rifiutato anche piazze di serie A in passato non avendo la certezza di lavorare in piena autonomia. Chi sostituirà Zamuner, qualora il dirigente emiliano dovesse partire (scenario molto probabile)? Sarà uno dei tormentoni dell’estate neroverde.

Ore 14.40 – (Gazzetta di Mantova) Il patron del Mantova Serafino Di Loreto conferma che lunedì o mercoledì riceverà i rappresentanti dei due gruppi attualmente interessati ad acquisire le quote del Mantova, quelli che fanno riferimento all’imprenditore Giovanni Meazza (che nei giorni scorsi era apparso più cauto rispetto all’amico bresciano) e quelli che sono stati contattati dall’intermediario romano che ha successivamente illustrato la situazione al patron biancorosso. Netto è invece il diniego di Di Loreto all’eventualità di riprendere i contatti con l’imprenditore mantovano Claudio Dondi, peraltro confermato dal dg Gianfranco Bernasconi: «È tutto fermo su quel fronte – spiega il dirigente biancorosso – almeno sino alla conclusione degli spareggi non ci saranno novità in merito». Lunedì 30 a Firenze, con inizio alle ore 11.30, si svolge l’assemblea della Lega Pro, che sarà chiamata ad approvare le modifiche allo Statuto di Lega e i criteri di ripartizione degli introiti derivanti dalla cessione dei diritti audiovisivi per la stagione che si sta concludendo e per la prossima.

Ore 14.20 – (Gazzetta di Mantova) Seconda esperienza nei playout salvezza per il Mantova, che a Cuneo si appresta alla battaglia contro i piemontesi per l’andata degli spareggi. Non è una partita come le altre, se qualcuno stanotte avrà dormito poco la ragione è facilmente rintracciabile nella preoccupazione che caratterizza la vigilia della sfida del “Paschiero” fra due squadre indegne di finire in serie D, anche se entrambe alle prese con vagonate di problemi. I biancorossi arrivano alla gara dell’anno forti di una serie di risultati soddisfacenti mentre il Cuneo ha dalla sua un buon girone di andata ma ultimamente appare in calo, guai però a sottolineare la cosa con mister Luca Prina, al quale i recuperi di Masiello e Ungaro non bastano per riportare il sorriso, come non basta la certezza che con due pareggi il Mantova sarà salvo. L’organico a disposizione del tecnico biancorosso è limitato a 19 effettivi, stante l’indisponibilità recente di Falou e l’infortunio di Beretta, ancora una volta alle prese con un problema muscolare in una stagione perlomeno difficoltosa per lui: «Non siamo tanti – sottolinea Prina – ma sicuramente siamo quelli giusti, quelli più convinti di avere le carte in regola, buoni. Siamo quelli che nell’animo hanno la giusta volontà di raggiungere la salvezza, che danno la giusta priorità all’attaccamento alla maglia e alla disponibilità a sacrificarsi per la squadra. Siamo quelli che sapranno sicuramente mettere in campo tutte le migliori energie fisiche e mentali per conquistare l’obiettivo prefissato». Gli allenamenti a porte chiuse al Martelli hanno fornito buone indicazioni al tecnico, sia nella continuità dell’impegno da parte di tutti che nelle esercitazioni tattiche: «Il bilancio di questa settimana di allenamenti è favorevole – sottolinea Prina – e salvo cambi di strategia dopo la partita credo che anche la prossima settimana si snoderà con il medesimo programma di allenamenti, sempre a porte chiuse. La concentrazione e la tranquillità del gruppo sono stati evidenti in questi giorni, è opportuno proseguire su questa linea». Prina sottolinea come il Cuneo abbia caratteristiche tecniche tali da rendere particolarmente impegnative le due sfide dei playout: «Hanno un reparto difensivo molto valido – sottolinea – e in attacco la presenza di Chinellato dà loro la forza necessaria per metterci in difficoltà fin dai primi istanti di partita. Dovremo fare attenzione ad ogni minimo dettaglio, del resto è un aspetto che i ragazzi sapranno mettere in evidenza nelle due partite». Nel tardo pomeriggio, in perfetto orario, i biancorossi sono giunti nella sede del ritiro: «Tutto tranquillo», conferma il team manager Paolo Musso mentre mister Prina esclude programmi particolari per l’immediata vigilia e cita “I Promessi Sposi” nel capitolo relativo alle paure di don Abbondio dopo l’incontro con i bravi: «Si dice che il Principe di Condè dormì profondamente… » così da ribadire come alchimie particolari per la vigilia non siano all’ordine del giorno. «Sono gare per le quali non c’è bisogno di motivare i ragazzi in modo particolare, sanno perfettamente cosa fare e quindi sotto questo aspetto dobbiamo cercare di gestire al meglio le energie nervose, tenendo presente l’importanza di trarre esempio da personalità come Gaetano Caridi, il cui entusiasmo e senso del dovere nonostante i 36 anni sono sempre quelli di un bambino». Niente da fare invece per Falou Samb, che dovrà sottoporsi ad ulteriori accertamenti dopo il problema muscolare che lo ha fermato martedì, mentre è da segnalare il ritorno di Masiello e di Ungaro. Nell’altra sfida a Bergamo alle 17,30 l’Albinoleffe ospita il Pro Piacenza.

Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) In periodo di calciomercato le voci si rincorrono, non tutte però sono uguali. L’ultima ad esempio, che in vista della Lega Pro accosta Francesco Benussi al Venezia, è di quelle in grado di scaldare i tifosi che non hanno mai dimenticato il loro concittadino. Ma quanto è verosimile il ritorno alle origini dell’estremo difensore che in arancioneroverde debuttò (proprio a Piacenza, dove domani alle 16 giocherà il Venezia, ndr) a 19 anni in serie A? «Ho sentito anch’io questa voce, ad oggi però l’unica certezza è che con la salvezza in serie B per me è scattato il rinnovo a Vicenza – spiega Benussi, oggi 34enne -. I legami con il Venezia sono sempre rimasti forti, anche oggi perché con il ds Perinetti ho vissuto delle belle stagioni a Palermo, mentre con il dg Scibilia ci conosciamo da tanti anni. Dopo la promozione in Lega Pro ho chiamato entrambi complimentandomi per l’importante traguardo». Telefonate che non avrebbero toccato questioni «di lavoro». «Vicenza è una grande piazza, la categoria è importante, a livello societario però la situazione è in evoluzione e come sempre a me non piacerebbe rimanere solo perché c’è un contratto, bensì vorrei essere al centro di un progetto tecnico che punti su di me». Nei giorni scorsi anche il 29enne sandonatese Davide Facchin del Pavia era stato accostato al Venezia (come la punta Virdis del Savona e il centrocampista Davì del Bassano), segno che si dovrebbe puntare su un senior tra i pali tenendo magari Vicario come vice. «Stasera (ieri, ndr) finiamo il campionato al Menti contro il Perugia, dopo il 90′ saremo in vacanza e vedremo cosa ci riserverà l’estate – sorride Benussi, 4 presenze in A a Carpi e 12 in B a Vicenza, quelle della rimonta-salvezza -. Una cosa non la nascondo, chiudere la carriera in arancioneroverde è un sogno che ho cullato dal giorno in cui presi la strada di Lecce». Oggi rifinitura e partenza per Piacenza, dove domani il team di Favarin dovrà solo vincere per non uscire subito dalla poule scudetto. A centrocampo per lo squalificato Acquadro toccherà al ’97 Callegaro.

Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Noi ci crediamo ancora. Battiamo il Piacenza e poi staremo a vedere cosa accadrà la settima dopo». Il Venezia torna in campo domani al Garilli di Piacenza (ore 16) per quella che potrebbe essere l’ultima partita della stagione. A meno che non si verifichi un mezzo miracolo e non si riesca in qualche modo a qualificarsi per le semifinali scudetto. La sconfitta al Penzo con il Bellinzago ha compromesso di molto il cammino degli arancioneroverdi verso l’eventuale tricolore dilettanti, ma qualche residua speranza c’è. Lo conferma Giampaolo Calzi, titolare a centrocampo delle ultime settimane (domani probabilmente in coppia con Callegaro, vista la squalifica di Acquadro). «Dovremo sicuramente cambiare il nostro atteggiamento. Con il Bellinzago abbiamo preso quattro gol in casa e non era mai successo prima in tutta la stagione. Contro il Piacenza non sarà facile, perché loro sono davvero una squadra tosta, ma vogliamo provarci». Il Piacenza ha chiuso il suo girone con 96 punti, raggiungendo la promozione già con cinque giornate d’anticipo. «E’ sicuramente una squadra molto forte, conosco alcuni giocatori e sono di categoria superiore. Come del resto lo siamo anche noi. In questa fase — aggiunge Calzi — contano molto anche le residue energie mentali. Ne abbiamo spese tante in stagione, ma anche quelli del Piacenza ne avranno consumate altrettante. Vedremo chi ne avrà di più…». Intanto la società pensa già ad attrezzare la squadra per il prossimo anno, costruendo un organico che sia subito proiettato verso il salto dalla Lega Pro alla serie B, possibilmente senza passare attraverso la lotteria dei playoff. Proprio in queste ore sarebbe in corso il tentativo di assicurarsi Guido Davì dal Bassano. Il centrocampista, 26 anni, nato a Palermo, è infatti in scadenza di contratto con il club giallorosso. A gennaio era stato cercato dal Benevento, ma la società aveva posto il veto ma senza prorogarne il contratto. Arrivati a questo punto, il Bassano potrebbe definitivamente perderlo. Il Venezia sarebbe infatti pronto a offrire a Davì un contratto biennale (ma si potrebbe chiudere addirittura con un triennale) e le chance di arrivare a una conclusione positiva per il ds Giorgio Perinetti sono decisamente alte. Alla società pare inoltre che interessino le punte Francesco Virdis (Savona) e Alessandro Cesarini (Spal), entrambi tra i migliori in categoria.

Ore 13.10 – (La Nuova Venezia) Con un piede fuori dalle semifinali, ma con il desiderio di tenere ancora aperta la porta. Venezia alla vigilia della trasferta al “Garilli” di Piacenza, classifica penalizzata dalla sconfitta interna con il Bellinzago, che costringe gli arancioneroverdi a battere gli emiliani per rimanere alla finestra. «Non è stata una settimana semplice, perché nessuno di noi si aspettava la sconfitta in casa contro i piemontesi» ammette con la tradizionale schiettezza Giancarlo Favarin, «lo scudetto era un obiettivo ben definito e voluto, adesso non dipende più solo da noi. Il passo falso è stato solo colpa nostra, abbiamo reagito troppo tardi, il Bellinzago ci ha creduto di più e nella post season è sempre la testa a fare la differenza». A Piacenza, squadra che ha conquistato 96 punti con un ruolino di marcia impressionante in casa (55 punti in 19 partite), ci saranno degli avvicendamenti: il primo è obbligato, considerando la squalifica di Acquadro, con Callegaro che prendere il suo posto a centrocampo, Modolo è ristabilito, mentre si potrebbero rivedere dal primo minuto sia Ferrante in difesa che Carbonaro in attacco. «Non sono servite tante parole in settimana, i giocatori sono consapevoli di aver giocato una brutta partita con il Bellinzago buttando al vento buone chance di passare il turno. Affrontiamo la squadra che ha conquistato più punti, che è salita in Lega Pro con cinque giornate d’anticipo, che vorrà far valere anche contro di noi il peso del fattore campo. Noi dobbiamo ritornare a giocare con lo spirito di squadra». Fuori uso capitan Soligo. «Meglio non rischiare che prenda un altro colpo alla mano, anche perché ho tutta la rosa a disposizione» conferma Favarin, che darà ancora spazio a Calzi-goleador a centrocampo e alla verve di Volpicelli in attacco. «Volpicelli sta attraversando un buon periodo, ci serve un giocatore di fantasia». Nel secondo tempo si potrebbe rivedere in campo anche Denis Maccan, costretto alle retrovie in questo scorcio finale di stagione a causa di un fastidio al ginocchio. Piacenza potrebbe rappresentare l’ultima uscita stagionale del Venezia, ma il direttore sportivo Giorgio Perinetti si sta muovendo sotto traccia per allestire una formazione in grado di lottare per la serie B. Tra i giocatori in scadenza di contratto sotto osservazione c’è il centrocampista Guido Davì del Bassano, seguito anche dal Benevento e dal Padova, mentre suggestivo sarebbe il ritorno tra i pali di Francesco Benussi, attualmente in forza al Vicenza in serie B.

Ore 12.40 – (Gazzettino) Dal suo arrivo nel gennaio di quest’anno il Cittadella ha cambiato passo. Stiamo parlando di Mattia Zaccagni, ventenne cesenate cresciuto nel Bellaria, il cui cartellino è di proprietà del Verona. Che abbia del talento lo si è visto fin dal suo esordio in maglia granata con il Renate, per cui il tecnico Roberto Venturato lo ha fatto ruotare sistematicamente fra i titolari. Mercoledì scorso a Benevento si è confermato con una prestazione tonica e concreta, mettendoci anche la ciliegina con un gol di pregevole fattura penetrando palla al piede nella difesa sannita e concretizzando al meglio una efficace triangolazione con Litteri. «È il mio primo gol con la maglia del Cittadella, ma non il primo fra i professionisti – precisa Zaccagni – in quanto nella scorsa stagione ne avevo realizzato già uno con il Venezia». La sua soddisfazione è evidente: «Lo aspettavo da diverso tempo perchè avevo già avuto altre occasioni da rete, senza però riuscire a sfruttarle al meglio. A Benevento mi è riuscito tutto con naturalezza, dedico questo gol ai miei compagni di squadra perchè è stato il frutto del lavoro di tutti». Sul clima della partita di Benevento, continua: «Nel sud le piazze sono particolarmente calde, ne avevo avuto esperienza ad Avellino con il Venezia in Coppa Italia. Mercoledì scorso allo stadio non c’erano tanti tifosi, ma il calore si sentiva ugualmente, la gente ci tiene ed è bello giocare in questi ambienti». Domani sera al Tombolato con la Spal il Cittadella deve vincere per fare sua la Supercoppa, in quanto i ferraresi hanno gli stessi punti dei granata, ma sono in vantaggio nella differenza-gol. «Si è visto chiaramente che quella ferrarese è una buona squadra e sa produrre un bel gioco. Con il Benevento ha confermato quanto di buono aveva fatto in campionato, vincendo con largo margine il girone B. Noi però vogliamo la Supercoppa e abbiamo un solo risultato utile: la vittoria. È nella nostra mentalità puntare sempre a vincere, lo abbiamo già dimostrato e ce la metteremo tutta per confermarci. La nostra forza è il gruppo che ha tanta qualità e spesso chi entra dalla panchina decide il risultato». Sul suo futuro, conclude: «Adesso è ancora prematuro. Sono in prestito dal Verona e personalmente ritengo che un altro anno a Cittadella sia la soluzione ottimale per la mia crescita. Qui c’è l’ambiente ideale».

Ore 12.20 – (Gazzettino) Ieri, alla ripresa degli allenamenti, il tecnico granata Venturato ha recuperato gli attaccanti Litteri e Jallow, reduci rispettivamente da una botta e da crampi, mentre i due centrali difensivi Cappelletti e Scaglia, usciti a fine primo tempo e ricoverati per accertamenti (tac negativa) all’ospedale di Benevento, sono ancora fermi. Il primo ha dieci punti (sei esterni e quattro interni), sul labbro superiore, mentre il secondo non ha completamente recuperato dopo il trauma cranico commotivo dovuto allo scontro con l’avversario Marotta. Molto difficile il suo recupero. Sede aperta oggi dalle 9 alle 12 per i biglietti della partita di domani con la Spal (20.45).

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) L’ha inseguito con la stessa insistenza con cui prova le sue incursioni nel cuore delle difese avversarie. E, alla fine, quel benedetto gol è arrivato. Il suo primo in maglia granata. «Con quella rete si è sciolto un nodo allo stomaco» ammette ora il quasi 21enne (lo sarà a giugno) Mattia Zaccagni, tra le più belle rivelazioni del Cittadella di quest’anno. «Non sono un centravanti e non vivevo questa situazione come un’ossessione, però è da quando sono arrivato che lo cercavo. E mi fa piacere che sia stato un gol pesante, quello del 3-2, in una partita importante come quella di Benevento. Ci tenevamo molto, perché vogliamo questa SuperCoppa e poi perché puntavamo a cancellare il risultato dell’ultima trasferta che avevamo fatto al Sud, perdendo la finale della Coppa Italia a Foggia». Per alzare il trofeo occorre, però, superare la Spal nella gara di domani sera (alle 20.45, al Tombolato). «Se avessimo trovato il gol del 5-2 a Benevento sarebbe stato diverso, ma così i favori del pronostico vanno ai ferraresi, che potranno giocare potendo accontentarsi del pareggio. Non è un vantaggio da poco». Di sicuro con questo incontro calerà il sipario su un’annata difficile da dimenticare. E già si comincia a pensare alla prossima. «Io sono in prestito dall’Hellas Verona, con un’opzione a favore del Cittadella e una contro-opzione esercitabile dalla società scaligera. La sua retrocessione in Serie B sposta un po’ le prospettive, ma francamente non so cosa succederà: credo che nel giro di un paio di settimane i due club si metteranno d’accordo. Per quanto mi riguarda mi sono ambientato subito bene e non è così scontato quando si arriva a stagione in corso, come è accaduto a me. Penso che questa sia la piazza ideale in cui un giovane può crescere, mi piacerebbe rimanere». Doppio forfait. Reparto arretrato da reinventare in vista del match di domani sera con la Spal. Né Cappelletti, né Scaglia ieri si sono allenati. Entrambi usciti dal campo anzitempo dallo Stadio Vigorito, tutti e due a causa di un colpo ricevuto alla testa, i difensori sono stati valutati dallo staff sanitario granata, che ha deciso di tenerli a riposo: Cappelletti, in particolare, porta ben visibili i 10 punti di sutura che gli sono stati applicati sul labbro superiore, ancora gonfio. Anche se le loro condizioni non preoccupano è difficile che possano recuperare. Venturato dovrebbe così riproporre la coppia centrale vista nel secondo tempo a Benevento, con Pascali e De Leidi. Lavoro differenziato, ieri, per Nava, in gruppo invece per Litteri, Jallow e Bonazzoli. Biglietti. Prosegue la prevendita in sede e su TicketOne. Questi i prezzi decisi dalla Lega (a cui aggiungere il costo di prevendita): Tribuna Fedelissimi 25 euro; Tribuna Centrale Ovest 20; Tribuna Laterale Ovest (Scoperta) 12; Tribuna Est 10; Tribuna Est Ridotto (under 14) 2; Curva Nord Ospiti 10 euro. L’abbonamento stagionale domani non sarà valido per l’accesso allo Stadio Tombolato. Jallow, tentazione Carpi. C’è da registrare il sondaggio effettuato dal Carpi per l’attaccante, dopo la doppietta da lui realizzata in SuperCoppa. Berretti. Con due risultati su tre a disposizione, il Cittadella Berretti proverà oggi a fare un altro passo verso la corsa allo scudetto. Dopo il 2-2 della gara d’andata in Toscana, i granata ospitano il Prato per il ritorno degli ottavi di finale, con fischio d’inizio alle 15 sul campo sintetico dell’Antistadio Tombolato.

Ore 11.40 – (Corriere del Veneto) Mauro Lovisa a Pordenone è alle prese con l’imminente partenza di Giorgio Zamuner, con direzione Padova. E così al presidente friulano è balenata l’idea di tentare di centrare il bersaglio grosso. Lovisa ha alzato il telefono e ha contattato Stefano Marchetti, proponendogli di raccogliere l’eredità dell’attuale consulente di mercato neroverde. Marchetti ha ringraziato per la stima e ha preso tempo, ma l’impressione è che le chance che possa rispondere positivamente alla chiamata del Pordenone siano minime. Tutte le mosse che Marchetti sta compiendo dietro le quinte parlano di un direttore generale pienamente operativo e concentrato sul rafforzamento della rosa granata e non, al contrario, di uno in procinto di cambiare squadra. Anche se da Carpi certe sirene hanno ripreso a cantare e l’interesse del Pordenone, come è logico che sia, fa pur sempre piacere, Marchetti al 99% resterà al suo posto nella città murata. Ieri ha spiegato la telefonata a Lovisa parlando di «questioni legate alla Lega calcio» ma è chiaro che nessuna delle parti in questo momento può avere, per motivi diversi, interesse a confermare il contatto. Marchetti intanto lavora per il futuro del Cittadella, come per esempio sul futuro di Lucas Chiaretti. Nei giorni scorsi sono stati avviati i contatti con l’entourage del brasiliano, che rimarrebbe molto volentieri nella città murata, anche se sperava di giocare di più anche nelle ultime partite, in cui Roberto Venturato gli ha preferito spesso Sgrigna. Al momento non trovano conferma le notizie che ipotizzano un interesse di Parma, Alessandria, Catania e Benevento. Per Coralli nuove voci su un interesse del Venezia, neopromosso in Lega Pro e in procinto di costruire uno squadrone, che già lo aveva cercato in inverno. Nel frattempo mister Venturato ieri ha ripreso gli allenamenti in vista dell’ultima uscita ufficiale della stagione, in Supercoppa contro la Spal. Litteri ha una contusione al ginocchio ma non preoccupa, così come Jallow. Più delicata la situazione di Cappelletti e Scaglia e in questo caso dovrà essere Venturato a scegliere se rischiarli o meno

Ore 11.10 – (Gazzettino) Non è un mistero che a Zamuner piacerebbe portare con sè Bruno Tedino, ma c’è un ostacolo di non poco conto: il tecnico ha rinnovato per altri due anni il contratto e Lovisa non è disposto a liberarlo. Per il momento la pista non è stata abbandonata, anche se la sensazione è che il Padova non sia disposto a un eventuale braccio di ferro con i friulani. E se le cose dovessero andare per le lunghe (play off inclusi), ecco che Zamuner non può farsi trovare impreparato. Ed è per questo motivo che ha già iniziato a sondare altri profili, che per caratteristiche tecniche ed economiche possono fare al caso giusto. Fuori gioco Sottili del Bassano dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi, il lotto dei pretendenti sarebbe circoscritto al momento a quattro nomi: Asta, che ha portato in finale play off il Bassano due stagioni fa; Petrone che ha vinto il campionato di Lega Pro alla guida dell’Ascoli; D’Aversa che ha allenato il Lanciano; Oscar Brevi che prima della sfortunata esperienza con Spal e Rimini aveva svolto un ottimo lavoro sulla panchina del Catanzaro.

Ore 11.00 – (Gazzettino) Intanto, proprio quest’ultimo ha avuto modo di vedersi l’altro ieri con il suo attuale presidente Mauro Lovisa del Pordenone per definire i tempi dell’uscita dalla società, e sposare così il progetto biancoscudato. Una decisione mal digerita dal patron dei friulani, che ha comunque chiesto al dirigente di restare al fianco della squadra fino al termine dei play off. Il che significa che l’investitura di Zamuner come direttore generale del Padova con delega per l’area tecnica non potrà essere ufficializzata prima dell’esito della doppia semifinale dei neroverdi con il Pisa, e i tempi potrebbero ulteriormente dilatarsi se i “ramarri” dovessero approdare alla finale play off. C’è però anche il rovescio della medaglia: se il Pordenone dovesse essere promosso, Zamuner si congederebbe da vincitore e si presenterebbe con un bel biglietto da visita nella sua nuova esperienza biancoscudata. Tornando alla questione relativa alla scelta dell’allenatore, ecco di nuovo in ballo il Pordenone.

Ore 10.50 – (Gazzettino) È andato in scena ieri il primo contatto tra Giorgio Zamuner e Bepi Pillon: top secret il luogo dell’incontro. Per il nuovo responsabile dell’area tecnica è stata l’occasione per uno scambio di vedute con l’allenatore che è in scadenza di contratto, e la cui sorte dovrebbe essere decisa nei primi giorni della prossima settimana. Nella valutazione a tutto tondo la società biancoscudata dovrà tenere probabilmente in debita considerazione anche il budget economico e alla luce del buon lavoro svolto alla guida della squadra, nonché di alcune richieste arrivate dalla categoria superiore, Pillon avrebbe chiesto nei giorni scorsi allo stato maggiore del club un riconoscimento sul piano degli emolumenti nel caso di conferma. Tradotto, uno stipendio più alto rispetto a quello percepito finora. E questo potrebbe essere un motivo ulteriore per non prolungare il rapporto con il tecnico di Preganziol, tanto più che Zamuner avrà massima libertà nella scelta di colui che dovrà guidare la squadra. E il suo identikit ideale non combacerebbe con quello di Pillon. Insomma, si tratterebbe di trovare la soluzione migliore tenendo conto di tre requisiti chiave: aspetto tecnico, aspetto economico e rapporto di fiducia con il nuovo direttore.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Ilario Baldon è il nuovo presidente dell’Aicb. Giovedì sera la sua investitura, prima con l’assemblea generale dei club che ha ratificato il direttivo eletto nei giorni precedenti e poi con la riunione del direttivo stesso che lo ha scelto all’unanimità. Presidente del club Amissi, prende il posto di Giorgio Ferretti, per dieci anni al vertice dell’organismo che coordina la tifoseria organizzata. Nello scorso mandato Baldon era il vice presidente. «Da una parte – le sue prime parole – mi tremano le gambe perché so che non sarà facile sostituire l’esperienza e la statura di Ferretti che sarà il nostro presidente onorario, ma al tempo stesso sono contento e carico e affronterò questo compito con passione. Si può fare un bel lavoro, compatti e senza divisioni». Non sono mancati nel corso della serata il bilancio da parte di Ferretti sull’attività svolta e un brindisi alla vecchia e nuova gestione. Giovedì verranno definite le altre cariche. Questo il nuovo direttivo: Giancarlo Agostini, Ilario Baldon, Gianfranco Borsatti, Alessandro De Gasperi, Piero De Pieri, Emanuele Longhin; Giancarlo Menegolli, Antonio Pastore, Aldo Tenan, Marco Toso, Flavio Turato.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Il problema è che il difensore brasiliano è quello, all’interno della rosa, maggiormente corteggiato dai club di categoria superiore: sulle sue tracce si sono mossi Avellino e, soprattutto, Vicenza, e le sirene della Serie B sono forti per chiunque. La possibilità, a questo punto, è che per trattenerlo la società proponga un prolungamento del contratto con adeguamento economico. E le chance di vederlo giocare con la maglia del Padova aumenterebbero vertiginosamente se, contestualmente, arrivassero anche i rinnovi contrattuali di Neto Pereira e Fabiano: per entrambi i contatti per l’estensione dell’accordo sono già stati avviati, e se si arrivasse alla fumata bianca in breve tempo Diniz potrebbe decidere di non cedere alle lusinghe della cadetteria anche in virtù della possibilità di rimanere con il gruppetto carioca che quest’anno a Padova ha legato moltissimo.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Negli ultimi giorni il telefono di Bepi Pillon, l’allenatore che in sei mesi ha portato il Padova dalle zone inquiete della classifica ad un passo dai playoff – è rimasto muto. Un segnale che la dice lunga sulle intenzioni nei suoi confronti della società, ed evidentemente anche del futuro direttore generale. Le possibilità che il tecnico di Preganziol sia confermato anche per la prossima stagione, insomma, diminuiscono di ora in ora, anche in virtù di un incontro programmato tra le parti già per martedì scorso che, ad ora, pare invece non essere ancora avvenuto. Ma quello dell’allenatore, in fin dei conti, è solo uno dei diversi nodi da sciogliere. Domino brasiliano. Per quel che riguarda i rinnovi contrattuali il capitolo più spinoso sta diventando quello legato a Marcus Diniz, ovvero uno di quelli che non dovrebbe essere sotto la lente, visto che è legato al Padova da un altro anno di contratto.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) La prima indiscrezione arriva dall’Abruzzo, dove dallo scorso gennaio milita, con la maglia del Lanciano, Manuel Giandonato. Il centrocampista di scuola Juventus, arrivato la scorsa estate all’ombra del Santo e ceduto in prestito durante la finestra invernale di trasferimenti dopo un girone d’andata tutt’altro che esaltante, è legato al Padova da un altro anno di contratto, e per questo, all’inizio di luglio si presenterà al primo raduno in vista della partenza per il ritiro precampionato. Stando a ciò che si sussurra, però, sembra che Giandonato torni a Padova per diventare un punto fermo della squadra: terminata la stagione con la maglia rossonera della formazione frentana, il suo ritorno in biancoscudato sembra una possibilità concreta, e nel caso in cui sulla panchina dell’Euganeo (visto che il Pordenone, a differenza di Zamuner, non sembra per nulla intenzionato a liberare anche il tecnico Bruno Tedino, che comunque rimane la prima scelta) arrivasse a sedere l’attuale tecnico del Bassano, Stefano Sottili, Giandonato potrebbe trovare spazio al fianco di De Risio, nell’ipotetico 4-2-3-1 del Padova che verrà.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Tra le pieghe delle trattative per portare in biancoscudato il consulente di mercato del Pordenone, Giorgio Zamuner, e la successiva scelta del nuovo allenatore biancoscudato, dietro le quinte il mercato è in fermento. L’incontro tra Zamuner e il presidente neroverde, Mauro Lovisa, una prima certezza l’ha portata: l’investitura ufficiale dell’ex procuratore a nuovo direttore generale di viale Rocco arriverà comunque quando il Pordenone avrà concluso la sua marcia nei playoff, quindi nella migliore delle ipotesi (per il Padova) tra almeno dieci giorni, dopo le due gare di semifinale contro il Pisa. Per questo la dirigenza biancoscudata, in attesa di ufficializzare i vertici dell’area tecnica, sta cercando di muoversi per chiudere in breve tempo almeno il primo capitolo legato alla squadra che verrà: quello dei rinnovi dei giocatori già in rosa.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Devo dire che se ci penso, ancora adesso, mi tremano un po’ le gambe nel dover sostituire un uomo di spessore e personalità come Giorgio Ferretti, ma sono pronto e orgoglioso di poter ricoprire un ruolo di questo prestigio. La fiducia che mi è stata posta da tutti i membri del direttivo, poi, mi ha fatto spazzare qualsiasi titubanza». L’obiettivo è quello di dare maggior linfa a un gruppo che muove più di un migliaio di appassionati: «La mia volontà, anche alla luce delle polemiche passate, sarà quella di unire e non di disgregare. Vorrei compattare il tifo e portare sempre più tifosi in trasferta. La nostra sfida sarà quella di aumentare l’interesse e il seguito soprattutto quando il Padova gioca fuori casa. E per questo mi piacerebbe anche collaborare con la Tribuna Fattori. La società ha bisogno della vicinanza di noi tifosi». Questo, infine, il nuovo direttivo nominato dall’assemblea di giovedì scorso e che resterà in carica per il prossimo triennio: Giancarlo Agostini, Ilario Baldon, Gianfranco Borsatti, Alessandro De Gaspari, Piero De Pieri, Emanuele Longhin, Giancarlo Menegolli, Antonio Pastore, Aldo Tenan, Marco Toso e Flavio Turato.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È Ilario Baldon, 54enne impiegato nel settore della ristorazione, il nuovo presidente dell’Associazione italiana club biancoscudati. Il numero uno del club “Amissi” succede a Giorgio Ferretti, rimasto in carica per più di un decennio, fino alle dimissioni rassegnate non più tardi di un paio di settimane fa. Un’elezione annunciata quella di Baldon, che negli scorsi mesi era stato indicato come il più probabile sostituto di Ferretti, e nelle ultime stagioni si era fatto apprezzare dai vertici Aicb per le sue doti organizzative. Si apre una nuova epoca, dopo il lungo periodo di Ferretti, che lascia l’associazione dopo trent’anni di militanza, ma è stato votato dal nuovo consiglio direttivo come presidente onorario. Il nome di Baldon sembra aver trovato tutti d’accordo e già questa è una notizia, vista l’ultima stagione un po’ burrascosa in seno al movimento che riunisce la tifoseria organizzata dei club biancoscudati. Baldon è stato eletto all’unanimità dal consiglio direttivo riunitosi in via Carducci giovedì scorso e dopo 5 anni di militanza in seno all’Aicb è pronto a prendere le redini del movimento: «Mi è stata affidata una grande responsabilità, ma sono molto carico e fiducioso», le prima parole del nuovo presidente.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Il piano operativo è il seguente: Zamuner aspetterà la fine dei playoff e, una volta arrivato l’annuncio ufficiale del suo sbarco a Padova, in due o tre giorni e non oltre tenterà di forzare la mano con Lovisa, quantomeno per capire se nel frattempo le cose possano essere cambiate e se esista la possibilità di uno svincolo di Tedino (che ha un contratto con il Pordenone fino al 2018). Se tutti gli spiragli verranno chiusi, a quel punto ecco che scatterà il «piano B», ossia un altro allenatore. Che, salvo stravolgimenti a oggi imprevedibili, non sarà Pillon. Per il momento ci sono tre profili che, più di altri, piacciono a Zamuner, il quale ha ricevuto ampi poteri dai soci del club di viale Nereo Rocco per la scelta dell’allenatore. Roberto D’Aversa è un candidato forte, così come lo sono Antonino Asta e Mario Petrone, mentre Oscar Brevi (pur apprezzato da Zamuner), non dovrebbe essere il prescelto. Quanto a Stefano Sottili, sondato da Carpi e Ternana, Pavia, Arezzo e da una terza squadra del girone B in Lega Pro non ci sono riscontri che confermino un interesse del Padova. A Pordenone sono sotto osservazione diversi giocatori: Marco Martin (in prestito dal Pavia), Mirko Stefani e Luca Strizzolo su tutti, ma tante cose dovranno accadere perché gli interessamenti si concretizzino e non sarà facile «fare la spesa» in Friuli. Da non escludere comunque nemmeno un clamoroso ritorno di Alex Pederzoli. Capitolo rinnovi: dopo De Risio, possono andare a buon fine anche quelli di Neto Pereira e Fabiano, mentre si tratta anche per Favalli. Un po’ di pazienza e poi tutto sarà più chiaro.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Giorgio Zamuner ha incontrato Mauro Lovisa. E non è stato facile per l’attuale consulente di mercato del Pordenone, futuro dg del Padova con delega all’area tecnica, far capire al presidente neroverde che la scelta era stata compiuta. E che, soprattutto, era una scelta definitiva. Lovisa, che non si aspettava questa svolta, ha mandato giù il boccone amaro, ma ha preteso che Zamuner rimanga in cabina di regia del club neroverde fino al termine dei playoff per la serie B. In definitiva, nessun annuncio dell’investitura di Zamuner verrà fatto da qui ad almeno dieci giorni. Il primo giorno utile può essere il 30 maggio per il battesimo del nuovo corso biancoscudato ma si potrebbe arrivare anche al 13 giugno, se il Pordenone dovesse battere il Pisa e staccare così il pass per la finale. Assai ingarbugliata la situazione di Bruno Tedino, l’uomo scelto da Zamuner per raccogliere l’eredità di Giuseppe Pillon in panchina. Il quale, pur apprezzato sia dal presidente Giuseppe Bergamin che dall’amministratore delegato Roberto Bonetto, non sembra essere neppure tra i candidati possibili del neo dg. Insomma, la chance per una conferma del «Baffo» di Preganziol sono davvero minime.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica finale: Cittadella 76, Pordenone 65, Bassano 62, Alessandria 57, Padova 54, Cremonese 53, Reggiana 52, FeralpiSalò 50, Pavia 49, SudTirol 44, Renate 43, Giana Erminio e Lumezzane 42, Pro Piacenza 39, Cuneo e Mantova 34, AlbinoLeffe 20, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentaquattresima giornata: Cremonese-Cuneo 2-1 (Sansovini (Cr) al 15′ st, Brighenti (Cr) al 22′ st, Cavalli (Cn) al 38′ st), FeralpiSalò-Pavia 1-3 (Manconi (Pv) al 9′ st, Ferretti (Pv) al 13′ st, Romero (Fs) al 35′ st, Ferretti (Pv) al 44′ st), Lumezzane-Pro Piacenza 0-0, Mantova-AlbinoLeffe 1-1 (Gonzi (Mn) al 25′ pt, Magli (Al) al 33′ pt), Padova-Alessandria 4-0 (Fabiano (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 23′ pt, Altinier (Pd) al 25′ pt e al 1′ st), Pordenone-Giana Erminio 3-1 (Bruno (Ge) al 12′ pt, Beltrame (Pn) al 16′ pt e al 2′ st, Valente (Pn) al 36′ st), Reggiana-Bassano 2-2 (Mignanelli (Re) al 47′ pt, Momenté (Ba) al 27′ st, Alessi (Re) su rigore al 37′ st, Cenetti (Ba) al 46′ st), Renate-Pro Patria 3-1 (Napoli (Re) al 3′ pt, Teso (Re) al 10′ pt, Santana (Pp) al 35′ pt, Ekuban (Re) al 20′ st), SudTirol-Cittadella 2-3 (Fink (St) al 5′ pt, Tait (St) al 11′ pt, Litteri (Ci) al 12′ pt, Paolucci (Ci) al 43′ pt, Coralli (Ci) al 25′ st).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.




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