Live 24! Padova-Forlì, -3: altro giro altro allenamento, chi al posto di Filipe?

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Ore 21.40 – (Il Piccolo) Ci sono i difensori validi ed esperti, under che danno entusiasmo e freschezza, corridori che svolazzano sulla fascia e bomber dal gol facile. Ma la prima impressione è che parecchie delle sorti alabardate passeranno soprattutto da un asse centrale da cui dovrà provenire il fosforo necessario per illuminare l’Unione. Almeno per quello che si è visto contro la Pievigina, la Triestina quest’anno potrebbe giovarsi di una doppia cabina di regia: una più arretrata e una più avanzata, pronta a innescare le punte. I due giocatori chiave, dunque, sono Lorenzo Cecchi e Matteo Serafini, ovvero il centrocampista che ha vinto la serie D con Pistoiese e Cuneo e l’attaccante dalla grande carriera con tante presenze in A e B. Cecchi, dopo qualche acciacco in precampionato, lo si è potuto vedere finalmente all’opera proprio domenica, e per ovvi motivi non era certo al meglio. In realtà non si tratta di un regista vero e proprio: lui stesso, al suo arrivo a Trieste, aveva testualmente detto: «Ci sono vari modi di fare il regista, quello mio è sicuramente più umile, cerco di abbinare anche dinamica e quantità». Non sarà forse un giocatore appariscente nelle sue giocate, ma in realtà anche domenica ha toccato moltissimi palloni, svolgendo in modo diligente quella che è la prima fase dell’azione, ovvero il tocco pulito per il compagno vicino più libero per far ripartire l’azione con fluidità. Non si saranno visti sprazzi mozzafiato, ma si sono visti geometrie e passaggi precisi senza perdere palloni. E soprattutto è stata già apprezzata l’abilità sui corner battuti molto bene. Qualche fallo di troppo in zone cruciali del campo, è probabilmente dovuto anche alla condizione non ancora ottimale. La fase di regia, chiamiamola così, illuminante, avviene in realtà una ventina di metri più avanti: o direttamente da Cecchi, o attraverso qualche altro giocatore fatto partire dal centrocampista, la palla spesso e volentieri deve passare dalle parti di Serafini. A quel punto entrano in azione la sua classe e il sapiente tocco di palla, senza dimenticare la sua abilità anche di testa. L’attaccante fra l’altro, a dispetto dei suoi 38 anni, è molto veloce nell’esecuzione: spesso gioca di prima con tocchi deliziosi che possono innescare le punte verso la porta avversaria. Senza dimenticare l’abilità dello stesso Serafini in zona gol, un surplus aggiunto per uno che sforna già ottimi assist. Se questo asse centrale funzionerà a dovere, la stagione della Triestina inizierà a farsi molto interessante.

Ore 21.20 – (Corriere delle Alpi) Da San Pietro di Cadore al Belluno. Alessandro Marta Bettina è al quarto anno con la maglia gialloblù, il secondo tra le fila della Prima squadra. Ed è una delle srprese più liete di questo inizio di stagione. Dopo aver giocato un anno di allievi sperimentali e uno di elite, il fuoriquota del Belluno è stato portato stabilmente in prima squadra dove, dallo scorso anno, ha cominciato a dare il suo contributo alla banda di Roberto Vecchiato. Esplosivo, con il fiuto del gol, Marta Bettina sembra avere tutte le carte in regole per diventare un giocatore importante per questo Belluno e chissà, magari per decollare in palcoscenici ancora più importanti di quelli della serie D. Eppure il suo talento calcistico è sbocciato a dodici anni, quando Alessandro ha cominciato la sua avventura con il Dolomiti regionale. «Dopo quell’anno sono passato alla Seconda categoria Carnica con il San Pietro – spiega Marta Bettina – proprio all’inizio di quella stagione abbiamo giocato un’amichevole contro il Belluno e mi hanno chiesto di andare a giocare con loro. Avevo appena iniziato con la nuova squadra e quindi ho deciso di finire la stagione, quella successiva sono passato in gialloblù». Dal Comelico a Belluno. Terminati gli studi, Marta Bettina ha deciso di andare subito a lavorare e di trasferirsi nel bellunese per essere più comodo per gli allenamenti. «Lavoro a Castion in una officina, il pomeriggio mi alleno – spiega il fuoriquota del Belluno che guarda come punto di riferimento Simone Corbanese – la presenza del “Cobra ” è fondamentale per la squadra, non solo perché risolve le partite e segna sempre, ma anche per l’impegno che dimostra e per gli insegnamenti che dà noi giovani. Siamo un gruppo molto unito, tutti i giocatori più “vecchi” aiutano i più giovani a migliorare e ad inserirsi bene nell’ambiente». Obiettivo? Più gol e Belluno sul podio in campionato. Marta Bettina ha le idee chiare per la stagione. Segnare e aiutare il Belluno a migliorare la stagione passata. «Lo scorso anno ho fatto due gol, questo spero di arrivare almeno a cinque – continua Alessandro – per quanto riguarda l’obiettivo del Belluno, vogliamo migliorare la nostra posizione in classifica e con la rosa che abbiamo possiamo farcela». Questo è il tuo momento migliore da quando sei al Belluno? «Ho fatto due partite bene, è presto per dirlo, dobbiamo aspettare ancora per fare dei bilanci. In questo momento mi sento bene fisicamente e in squadra mi sto trovando davvero bene, in campo le cose stanno andando alla grande». Contro il Cordenons avete giocato la partita perfetta? «Si, nel primo tempo gli avversari non ci hanno neanche visto e si sono fatti vedere solo in un contropiede che abbiamo concesso noi. Nella ripresa abbiamo amministrato il doppio vantaggio, forse anche lo sforzo del primo tempo e il caldo che c’era. Non subire gol però è stato un aspetto importante». Verso Campodarsego. Il Belluno ieri si è allenato, si riposerà invece venerdì e svolgerà una seduta sabato mattina. Nicola Calcagnotto ha lavorato con il gruppo e sembra che non ci saranno problemi per il recupero in vista del match di domenica contro il Campodarsego.

Ore 21.00 – (Il Centro) Il Pescara, almeno per il momento, può attendere. Alessandro Di Paolantonio e il Teramo hanno trovato l’accordo per rinnovare il contratto fino al 2018. A svelarlo, sul suo profilo Facebook, è stato il procuratore del giocatore, l’avvocato Donato Di Campli, nella tarda serata di lunedì. La firma di Di Paolantonio e l’ufficializzazione dell’operazione da parte del club di via Oberdan arriveranno a breve. Il rinnovo del centrocampista si è materializzato proprio quando sembrava vicino il passaggio del suo cartellino nelle mani del Pescara e la conseguente permanenza in prestito a Teramo. La società di Campitelli, dunque, si tiene stretto il suo gioiello. Questa mossa, in ogni caso, non chiude le porte ad una futura riapertura della trattativa tra il Teramo e il Pescara per portare in biancazzurro il 23enne teramano. La squadra di Lamberto Zauli, nel frattempo, continua a preparare la gara di sabato (ore 18,30) sul campo del Pordenone. Nell’allenamento di ieri mattina, terminato più tardi del previsto (lo slittamento ha poi causato l’annullamento della seduta pomeridiana), ha lavorato a parte il trequartista Federico Carraro. Quest’ultimo, reduce da una contrattura al quadricipite della gamba destra, dovrebbe comunque farcela per la lunga trasferta friulana. Quattro giorni fa, contro il Bassano, Carraro è stato schierato sul lato sinistro del trio d’attacco. «Non sono un esterno», sottolinea il numero 20 biancorosso, «ma mi adatto. Il mister mi ha detto che posso ricoprire anche quella posizione, accentrandomi sulla trequarti. In fase di possesso palla ho la libertà di agire su tutto il fronte offensivo o di arretrare verso il centrocampo, dando così modo alla mezzala di andare sulla fascia». Sul momento del Teramo, ancora a caccia del primo successo stagionale, Carraro dice: «Dobbiamo continuare sulla scia di quanto si è visto con il Bassano e dalla reazione avuta dopo il loro immediato vantaggio. È stato un peccato non aver vinto, ma il nostro campionato è come se fosse iniziato sabato scorso». Carraro, classe 1992, ripercorre le tappe della sua carriera, partita nel vivaio della Fiorentina (con esordio in serie A, a 17 anni, nel 2010 e due panchine in Champions League) e accompagnata poi dall’etichetta di “eterna promessa”. «Tutti si aspettavano di più da me», ammette il giocatore di origini venete, «e se oggi non sono in altre categorie vuol dire che qualcosa è mancato. Quando sono uscito dalla Primavera viola, nei primi anni, ho fatto un po’ di fatica a misurarmi con il calcio vero. Sono tanti i fattori che possono frenare la crescita di un giocatore. La differenza l’ha fatta la testa. Io sono maturato più tardi rispetto ad altri e adesso ho un altro tipo di mentalità». Alle 18 di oggi, per il Diavolo, test con la Berretti. A Pordenone arbitrerà il 31enne Nicolò Cipriani, della sezione di Empoli.

Ore 20.40 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova si avvicina alla trasferta di sabato a San Benedetto del Tronto (ore 16.30) con un paio di dubbi legati alle condizioni fisiche di Tripoli e Boniperti. Si tratta però, per lo più, di situazioni legate anche alla gestione del gruppo, dato che il calendario pone una sorta di tour de force alle squadre di Lega Pro, che nel giro di sette giorni dovranno scendere in campo ben tre volte, compreso il turno infrasettimanale di martedì 13. Ieri Tripoli ha proseguito ad allenarsi a parte per un affaticamento al polpaccio ma già oggi si riaggregherà ai compagni. Boniperti invece ha svolto tutto il lavoro pomeridiano, saltando solo il mini-torneo finale di quattro squadre a campo ridotto. Marchi è rimasto a riposo, mentre Bonato ha smaltito la botta al ginocchio rimediata contro il Venezia. Mister Prina ha fatto svolgere partitelle a tema, variando soprattutto i centrocampisti (prima Raggio-Zammarini, poi Salifu-Skolnik, con l’inserimento anche di Sene Pape), che di volta in volta si sono alternati nella squadra titolare. In difesa invece una volta ha schierato il terzetto che ha giocato le prime due gare (Carini, Siniscalchi, Cristini), sostituendo poi Carini con Romeo. In attacco ha agito il tridente Boniperti-Ruopolo-Caridi. La preparazione prosegue oggi pomeriggio (ore 17), domani e venerdì mattina sedute a porte chiuse. Ieri, intanto, sono stati venduti 15 abbonamenti. Il Mantova Point è aperto anche oggi dalle 16.30 alle 19.30. La Sambenedettese dal canto suo dovrà rinunciare al centrocampista Lulli, squalificato dal giudice sportivo. Mister Palladini recupererà però Candellori.

Ore 20.30 – (Gazzetta di Mantova) «Il mercato del Mantova per ora è bloccato». Parola del presidente Sandro Musso, che si esprime sul tema esattamente 24 ore dopo che il vicepresidente De Sanctis aveva parlato della possibilità di portare in biancorosso il portiere Avramov e magari anche una punta. «Di queste cose magari parleremo più avanti – dice Musso, pur senza intenzioni polemiche -, per ora le priorità del club sono altre. Abbiamo centrato sul mercato, grazie anche al gran lavoro svolto dai soci romani, tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati. E lo abbiamo fatto rispettando il budget, che è un altro aspetto da tenere sempre bene a mente. La squadra ha fatto vedere sul campo di essere competitiva, ma siamo appena partiti e non abbiamo ancora visto all’opera diversi nuovi acquisti. Per cui, al momento, credo che si debba innanzitutto elogiare mister Prina per l’ottimo lavoro che sta svolgendo e aspettare qualche altra partita per analizzare compiutamente le potenzialità di questo Mantova». Una pausa, poi Musso aggiunge: «Fra l’altro, la forza di una squadra sta anche nella compattezza del gruppo e dunque non vorrei che, per aggiungere qualcosa, andassimo a intaccare dei delicati equilibri che al momento sembrano essere perfetti». Insomma, il numero uno di Viale Te “sospende” il mercato biancorosso e guarda avanti, sottolineando anche che «in questa settimana ci dovremo concentrare sulle scadenze economiche, che vanno rispettate entro metà settembre. Una volta superato questo scoglio e vista all’opera la squadra nelle prossime partite, potremo sederci a tavolino e ragionare insieme al mister per verificare se esiste la necessità di andare a caccia di qualche svincolato. Ma ripeto – conclude il presidente -, a me la squadra sembra già competitiva così. E, per quanto riguarda l’attacco, conto sul recupero di Ruopolo, che sarebbe per noi il miglior acquisto possibile».

Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) Nel giro di una sola settimana da presunto colpevole sul gol del pareggio incassato ad Ancona nel finale a “man of the match” con quelle parate che nel primo tempo hanno chiuso la porta al Venezia. Può capitare anche a livelli più alti e Francesco Bonato non fa eccezione. La cosa forse più positiva, comunque, è che il portiere biancorosso non si è né depresso la scorsa settimana né montato la testa dopo gli elogi arrivati al suo indirizzo in questi giorni. «È chiaro che quando ti senti parte in causa per un episodio negativo – dice Bonato – ti ripresenti al campo di allenamento con la bocca amara e la voglia di scacciare le critiche. Viceversa, quando nel dopo-partita ricevi i complimenti del pubblico e dei compagni, aumenta la fiducia nei tuoi mezzi e lavori anche mentalmente più libero. Questa settimana è un po’ così, ma non bisogna mai mollare e vivere tutto con il giusto equilibrio». Lo scorso anno, promosso titolare dopo l’infortunio alla prima giornata di Pasquale Pane, Bonato alla fine risultò uno dei biancorossi più positivi in un’annata costellata di delusioni: «Venivo da un paio di stagioni controverse – prosegue il 23enne portiere – e avevo bisogno di trovare continuità di gioco e di prestazioni. Ora mi sento molto più maturo, sopporto meglio la pressione e con la testa sono più concentrato e sicuro di me. Adesso il mio compito è quello di confermarmi a buoni livelli anche in questa stagione e possibilmente migliorare. Ma sono sempre convinto che il lavoro, alla fine, paga». Al punto che le dichiarazioni del vicepresidente Marco Claudio De Sanctis, che darebbero in arrivo un altro portiere, l’esperto Vlada Avramov, non gli tolgono il sonno: «A me bastano le parole di fiducia nei miei confronti espresse dallo staff tecnico e dal presidente Musso. Oltre che gli applausi dei tifosi, che sento vicini quest’anno come l’anno scorso. Per cui sono tranquillo e continuerò ad esserlo, indipendentemente da quello che potrà succedere in futuro anche sul fronte del mercato». Per un Mantova che nelle prime due gare di campionato è piaciuto sotto il profilo del gioco, c’è una classifica che con due punti non rende effettivo merito a quanto espresso in campo: «Ne abbiamo parlato anche tra di noi – chiude Bonato – e sappiamo che, se avessimo sei punti in classifica, non avremmo rubato nulla. C’è dunque un pizzico di rammarico, ma anche la consapevolezza che continuando a lavorare in questo modo ci potremo togliere delle soddisfazioni. Quali? Per il momento – conclude Bonato – concentriamoci sulla salvezza, poi si vedrà».

Ore 20.00 – (Gazzetta di Modena) Il Modena ha ripreso gli allenamenti ieri mattina agli ordini del vice allenatore Duccio Innocenti, mentre mister Simone Pavan era impegnato a discutere la tesi conclusiva del suo percorso per ottenere il patentino Uefa Pro nelle aule del centro tecnico federale di Coverciano. I canarini si rimetteranno al lavoro oggi pomeriggio assieme al tecnico di Latisana ed il mirino sarà ovviamente puntato sulla sfida casalinga di sabato sera con la Maceratese. A parte i lungodegenti Sakaj ed Osuji, l’intera rosa sarà a disposizione: anche Cossentino, che ha scontato le due giornate di squalifica rimediate nella passata stagione e può dunque entrare nella lista di chi si giocherà una maglia da titolare al centro della difesa. Marino si è ristabilito dopo la tonsillite, il problema al piede accusato da Schiavi era invece già stato tamponato prima della trasferta di Salò. Nell’undici titolare potrebbe trovare spazio Basso, che nei venti minuti giocati sabato scorso ha già dimostrato quanto possa essere utile alla causa canarina, e pure Tulissi scalpita per debuttare dall’inizio. ARBITRO Sarà Vito Mastrodonato, arbitro della sezione di Molfetta, a dirigere Modena-Maceratese. Il direttore di gara pugliese sarà coadiuvato dagli assistenti D’Alberto di Teramo e Solazzi di Avezzano.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Modena) Nonostante a Salò fosse stato il primo a presentarsi in sala stampa, alla ripresa degli allenamenti dopo la disastrosa trasferta in riva al Lago di Garda Gigi Pavarese ha voluto metterci nuovamente la faccia. Convinto che si sia trattato di un incidente di percorso, il direttore sportivo del Modena ha garantito che l’atteggiamento del Modena sarà diverso già dalla sfida con la Maceratese. Direttore, come si archivia la sconfitta di Salò? «Credo che la mia disamina fosse già stata abbastanza lucida dopo la partita. Sabato la squadra non è scesa in campo, si è sciolta come neve al sole e non ha dimostrato coraggio, cancellando dagli occhi di tutti quanto di buono fatto vedere nel derby con il Parma. Un blackout inspiegabile, che ci ha impedito di esprimerci come potevamo e volevamo. Non posso credere che il Modena sia quello visto a Salò, quindi etichetto questa sconfitta come un incidente di percorso e sono sicuro che sapremo subito riscattarci». Avrete parlato di tutto questo nel confronto di domenica con i giocatori. «Senza affrontare discorsi di carattere tecnico-tattico, posso dire che la squadra ha già voglia di dimostrare che non è quella vista a Salò. Il discorso vale anche per il sottoscritto, lo staff e il presidente Caliendo, il cui silenzio non significa minor delusione, anzi, in certi momenti è molto più pesante. Con coraggio e determinazione, ci rialzeremo tutti». Non solo atteggiamento sbagliato, a Salò il Modena non ha mai tirato in porta. «Vero, a livello di produzione offensiva abbiamo avuto grosse difficoltà. Due gol in quattro gare ufficiali sono pochi, ma contro il Parma eravamo stati in grado di creare almeno quattro occasioni. Senza dimenticare che in campo scendono anche gli avversari. Non mi appello a nessun tipo di scusante, nonostante un paio di infortuni abbiano condizionato l’attuale rendimento di alcuni giocatori, posso solo assicurare che mister Pavan sta lavorando tanto su questo aspetto e speriamo che i frutti si vedano in breve tempo». Un aiuto lo avrebbero potuto dare gli uomini di maggior esperienza, quelli che per problemi o ritardo di condizione non erano in campo. «Condivido questa considerazione in parte. Sicuramente Basso e Laner sono stati acquistati anche per dare una mano ai più giovani in gare come quella di Salò, idem Marino, ed è logico che l’inesperienza sia tra le tante cause di un blackout durato novanta minuti. Tutti i giocatori devono però ragionare allo stesso modo, come fossero una famiglia e soprattutto una squadra di 25 titolari». Non ci sarà dunque nessun ulteriore intervento pescando dagli svincolati? «Riteniamo di essere a posto così, anche se Osuji mancherà per molto tempo abbiamo costruito una rosa valida, rispettando i parametri della società. Pensiamo alla quotidianità, non al mercato, e a riscattarci prontamente sul campo». Con la Maceratese cosa si aspetta? «Che i giocatori tornino a lottare con il coltello tra i denti, sudando ed onorando la maglia che indossano. Ai tifosi, in particolare ai 350 che ci hanno seguito a Salò, torno a chiedere scusa. Non abbiamo ripagato l’enorme atto di fiducia che ci era stato concesso dopo gli applausi nel derby. Anche io ho sbagliato, forse non sono riuscito a supportare a dovere la squadra sotto il profilo psicologico, ma è meglio che questa batosta sia arrivata subito. Capisco che chi si era illuso dopo il Parma oggi sia depresso, io cerco di mantenere l’equilibrio e garantisco che con la Maceratese si vedrà un Modena diverso».

Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) L’esordio in campionato all’interno delle mura amiche del “Città del Tricolore” da parte della Reggiana targata Leonardo Colucci ha dato l’ennesima concreta dimostrazione dell’entusiasmo che si respira attorno alla squadra. I tifosi hanno risposto subito presente arrivando in più di sei mila persone allo stadio per la sfida contro l’Ancona e, il largo successo finale della formazione granata non ha fatto altro che gettare ulteriore benzina sul fuoco. Proprio per questo motivo la società ha deciso di riaprire la campagna abbonamenti anche se la stagione è già iniziata, dopo averla già prorogata di una settimana in seguito alla sua chiusura naturale, dando così un’altra possibilità agli indecisi di fare l’abbonamento. Dalle ore 10 di questa mattina sarà quindi nuovamente possibile sottoscrivere l’abbonamento per questa stagione con le medesime modalità dell’estate: quindi presso la sede della società in via Mogadiscio o attraverso il circuito TicketOne sia nei punti vendita che on line. Certamente la politica adottata durante l’estate di abbassare ulteriormente i prezzi rispetto alla passata stagione è un ulteriore incentivo, poiché è certamente più conveniente sottoscrivere la tessera stagionale rispetto all’acquisto del singolo biglietto. Contestualmente alla riapertura della campagna abbonamenti la società fornisce ai tifosi anche la possibilità di sottoscrivere la tessera del tifoso per chi ne fosse sprovvisto, potendo così seguire la Reggiana anche in trasferta durante il corso della stagione. La società ha deciso di mantenere invariati i prezzi degli abbonamenti rispetto alla prima fase anche se coloro che lo sottoscriveranno adesso avranno una partita in meno di campionato, ma questa è certamente una scelta condivisibile poiché così facendo si è voluto premiare chi ha dimostrato fin dall’estate grande entusiasmo nei confronti della nuova squadra senza voler aspettare le prime partite vere per decidere cosa fare. Adesso l’obiettivo dei 5mila non è più un miraggio, con il sogno e l’ambizione di provare a raggiungere i numeri della serie A. Prevendita Venezia-Reggiana. Dalla giornata di ieri è attiva la prevendita per la prossima sfida che attende i granata in campionato, il big match dello stadio Penzo contro il Venezia. I tifosi della Reggiana che vorranno salire in laguna per assistere e sostenere la squadra potranno acquistare il biglietto attraverso il circuito Best Union. Il prezzo del biglietto è di 8 Euro più i diritti di prevendita.

Ore 19.20 – (Gazzetta di Reggio) I granata si alleneranno alle 17 di oggi in via Agosti. L’obiettivo è preparare al meglio il match-clou di sabato alle ore 18.30, in Laguna, col Venezia dell’italoamericano Joe Tacopina. Possibile che il tecnico Colucci -salutato ieri ai campi dall’amico ed ex compagno Max Esposito- debba rimescolare ancora le carte. Manconi, autore della doppietta iniziale con l’Ancona, non ha preso parte alla doppia seduta di allenamento di ieri, continuando a lavorare a parte insieme a Pedrelli, Trevisan e Guidone (per lui un fastidio al ginocchio). Nota negativa del pomeriggio ventoso è stato l’infortunio del neo-acquisto Sbaffo: cadendo male sul braccio sinistro, dopo una rovesciata in partitella, il fantasista è uscito anzitempo, urlando dal dolore, ed è stato subito condotto in ospedale per accertamenti. Designazioni arbitrali. Venezia-Reggiana sarà diretta da Armando Ranaldi di Tivoli coadiuvato da Riccardo Fabbro di Roma e da Tommaso Diomaiuta di Albano Laziale. Rinvio. La sfida Reggiana-Santarcangelo, in programma martedì 13 settembre è stata rinviata a martedì 4 ottobre.

Ore 19.10 – (Gazzetta di Reggio) Neppure il tempo di concludere il primo allenamento con la Reggiana, e il centrocampista Alessandro Sbaffo si è seriamente infortunato a un braccio. Il giocatore è caduto a terra dopo una rovesciata sbattendo il gomito a terra. Forte il dolore, tanto che si è reso necessario il trasferimento al Pronto Soccorso del Santa Maria Nuova dove in tarda serata è stato sottoposto ad accertamenti. Oggi il giocatore sarà visitato dai medici sociali granata che, esami alla mano, valuteranno i tempi di recupero. Solo poche ore prima di infortunarsi, il neo-granata aveva dimostrato una grandissima carica per affrontare la nuova avventura con la maglia della Reggiana. Il centrocampista, sceso di categoria con grande voglia di mettersi alla prova, aveva infatti dichiarato che «per me Reggio rappresenta una grande opportunità. Ho trovato una squadra che vuole proporre calcio con dei giocatori forti e quindi la categoria non conta. Arrivo con molto entusiasmo e con molta voglia di iniziare. Ho visto grande entusiasmo attorno alla squadra e per questo per me è stata la mia scelta migliore. Adesso voglio solo far parlare il campo per confermare le belle parole che il direttore sportivo Andrea Grammatica ha speso su di me». ]Il direttore sportivo granata s’era infatti espresso giudizi lusinghieri sul giocatore nel corso della presentazione ufficiale avvenuta nella sede della Seat del gruppo Baiauto, in via Fratelli Cervi, in città. «Lo stavamo seguendo dall’inizio del mercato – aveva rivelato il ds Grammatica – e, non appena si è presentata l’opportunità grazie alla sua volontà di vestire la maglia granata non ci abbiamo pensato un secondo. Per qualità e fisicità credo che sia un giocatore che non ha nulla a che fare con la categoria, però dipende esclusivamente da lui. Può occupare tutti i ruoli del centrocampo, mezz’ala destra o sinistra, trequartista e eventualmente anche davanti alla difesa. Con la palla tra i piedi può accendere la partita in ogni momento». Presentato ieri, sotto gli occhi del “padrone di casa” Franco Benamati, dirigente Seat anche l’attaccante Luigi Falcone. «Falcone è un calciatore che può occupare diverse posizioni nel reparto offensivo, sia come esterno sinistro che come esterno destro. E’ in grado di giocare dentro al campo perché come abbiamo visto anche sabato al nostro tecnico piace giocare con gli attaccanti molto vicini e credo che in carriera ha fatto qualcosa in meno rispetto alle sue qualità. Ai tempi di Lecce si pensava che potesse fare un certo tipo di carriera e, ci auguriamo adesso di crescere insieme prendendoci il palcoscenico che merita. E’ un giocatore molto bravo nell’uno contro uno, veloce palla al piede ed è un ragazzo di spirito quindi sono sicuro che si integrerà al meglio» queste le parole di Grammatica. L’attaccante che ha preso il 28, numero cui s’è detto molto legato, ha tenuto a chiarire di essere «molto contento di essere qui. Ho voluto fin dall’inizio questa destinazione e per questo ho rifiutato altre offerte. Con l’arrivo a Reggio proseguo nella mia carriera in grandi piazze e non vedo l’ora di scendere in campo e proverò anche a fare più gol di quelli che ho fatto fino a oggi in carriera».

Ore 19.00 – (Gazzetta di Reggio) Mike Piazza avrebbe contattato Kobe Bryant con l’intenzione di farlo entrare come investitore nella Reggiana Calcio. Non solo. Il “Black Mamba” si sarebbe detto interessato all’operazione. La stella del baseball e la star dell’NBA insieme nella proprietà di un club di LegaPro: bufala estiva per far scatenare i tifosi sul web? Assolutamente no, visto che a rivelarlo – in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport in edicola ieri – è lo stesso presidente della Reggiana Calcio. «Ho parlato a Kobe della Reggiana – ha raccontato Piazza ai giornalisti Nicola Binda e Mario Salvini -. Gli ho proposto di affiancarmi e lui mi ha detto di essere interessato. Anche lui, con un fondo di investimenti, sta cercando occasioni nello sport. L’idea è ok, potrebbe diventare una bella sinergia». L’ipotesi dell’entrata in grande stile di Kobe nel club granata ha fatto esplodere i tifosi sui social, tutti speranzosi che si arrivi al “matrimonio” fra i due fuoriclasse americani. La leggenda narra che Piazza e Bryant si conobbero anni e anni fa a Los Angeles, quando la guardia da punti aveva appena iniziato il suo percorso di gloria con i Lakers e l’attuale presidente granata stava esplodendo ad altissimo livello come catcher dei L.A. Dodgers, la franchigia – guarda caso – poi rilevata da Magic Johnson. A unirli, le radici italiane. Dirette per Piazza, nipote di Rosario partito decenni prima da Sciacca, in Sicilia, per cercar fortuna in Pennsylvania. Indirette per Bryant che ha trascorso l’infanzia in giro per lo stivale seguendo papà Joe, giocatore della Pallacanestro Reggiana dal 1989 al 1991. E a Reggio, Kobe è poi tornato più volte in “incognito” negli anni successivi per trovare gli amici della scuola con i quali non ha mai perso i contatti, nonostante la lontananza e la fulgida carriera che l’ha portato a essere considerato fra i più forti giocatori di sempre dell’NBA. Il 23 luglio scorso, il “Black Mamba” è tornato ufficialmente in città per un evento organizzato con l’Accademy Nike che porta il suo nome al campetto di via Franchetti, dove tante volte aveva giocato durante l’adolescenza. In quell’occasione in una video intervista alla Gazzetta di Reggio visionabile sul nostro sito, Bryant rispose con un sorriso e un neppure troppo vago: «Perché no? Magari si può fare» alla domanda se avesse intenzione di investire nella Pallacanestro Reggiana. Che sia basket o che sia calcio, l’interesse di Bryant per lo sport reggiano è dunque evidente. Anche se resta lontana l’idea di una polisportiva che unisca basket e calcio- idea pure accarezzata da molti in città – l’uomo capace di realizzare qualcosa come 2.883 punti nell’NBA potrebbe continuare a far sognare i suoi personalissimi tifosi reggiani (e non solo) anche senza indossare le calze a tubo. Dal canto suo, l’ad della Pallacanestro Reggiana Alessandro Dalla Salda che Bryant lo conobbe personalmente nel 1997, ha più volte dichiarato che «La porta del nostro club per Kobe è sempre aperta». Porte spalancatissime, quindi, in città, non solo nel mondo del calcio. Se ci sono all’orizzonte sviluppi almeno sul fronte calcistico, lo chiarirà già domani lo stesso Mike Piazza nel corso della conferenza fissata a Scandiano. E nel frattempo una città sogna.

Ore 18.40 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 18.20 – Qui Guizza: cambio di campo e di interpreti, ora viene anche provato Alfageme quale esterno destro.

Ore 18.00 – Qui Guizza: Neto Pereira ed Altinier schierati nella stessa squadra.

Ore 17.40 – Qui Guizza: subito partitella a tutto campo per i Biancoscudati.

Ore 17.20 – Qui Guizza: lavoro atletico. Nel gruppo non compaiono Favalli, Filipe, Germinale, Ilari, Marcandella e Monteleone.

Ore 17.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Bottecchia come Fort Alamo, nessuno passa da Natale. Ma adesso arriva la cavalleria pesante: a sfidare una maledizione che negli ultimi 9 mesi ha colpito chiunque sia passato da Pordenone proveranno Teramo, Parma e Venezia. I dati sono inconfutabili: il Pordenone non perde in casa dal 19 dicembre, contro il Pavia. Non un dominio, ma un secco 2-0 per la squadra lombarda e forse il momento più basso della scorsa stagione (due settimane prima c’era stata un’altra sconfitta interna, contro il Cittadella). Da quel giorno, saracinesca abbassata al velodromo. Venticinque punti fino al termine della stagione regolare e solo un pareggio, maturato contro il Lumezzane nel bel mezzo della cavalcata neroverde del ritorno. Non fece eccezione nemmeno il playoff. I ramarri in casa schiantarono la Casertana nel primo turno, pareggiando poi 0-0 contro il Pisa in semifinale. Pochi gol subiti, attacco praticamente sempre a segno e punti a cascata: così il Bottecchia è diventato una cassaforte, e nessuno è riuscito a trovare la combinazione per aprirla. Lo stesso trend si è ripetuto all’inizio di questo 2016-17. Prima gara di Tim Cup e grandinata di reti al Grosseto. Poi il pareggio con il Gubbio, il terzo in 9 mesi, a interrompere una striscia fatta solo di vittorie. Sabato contro il Teramo l’occasione per incrementare il bottino. In attesa dei grossi calibri Parma e Venezia.

Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Voglio esaltarmi e questo Pordenone mi esalterà sino alla fine». Dopo un’estate con il silenziatore, Lovisa torna a essere re Mauro. Quello che il popolo neroverde conosce e adora. «Non so se abbiamo tutto il potenziale per vincere questo campionato – riesce a limitarsi -, perché dobbiamo affrontare squadroni come Parma, Venezia e Reggiana, ma so che il 7 maggio voglio essere su uno dei tre gradini del podio». PROVA DUCALE – Il primo vero test per sapere se Stefani e compagni potranno esaudire il desiderio di Lovisa sarà il 17 settembre, quando al Bottecchia arriverà il Parma, seguito da un esercito di tifosi. Al De Marchi è già giunta una mole di richieste superiore agli 800 posti riservati ai supporter gialloblù. «Spero – si augura il presidente – che le due tribunette addizionali promesse (460 posti in più, ndr) vengano installate in tempo. Se ad assistere alla gara ci saranno tanti spettatori vestiti di gialloblù, voglio vederne almeno il triplo vestiti di neroverde». Intanto la segreteria della società fa sapere che è già attiva la prevendita per la gara con i ducali, nelle sedi e con le modalità di sempre. ROAD MAP – Per arrivare carico alla supersfida del 17 settembre però il Pordenone non dovrà deludere nelle prove con Teramo (sabato 10 settembre) al Bottecchia e Mantova al Martelli. Re Mauro non lo dice, ma sogna l’enplein. I suoi ramarri dovranno intanto vedersela sabato con il Teramo di un Lamberto Zauli che non ha dimenticato il siluramento subito a Pordenone nel settembre del 2014. «Non era questione di risultati – ha detto il tecnico -. Avevo troppi nemici, sia dentro che fuori lo spogliatoio, e il presidente non mi difese». A distanza di due anni, Lovisa ammette di essere stato un po’ troppo precipitoso. «Sì – annuisce -, Lamberto meritava almeno un altro mese di “rodaggio”. Visto anche come sono andate le cose poi con Foschi, non posso che ripetere che si trattò di un errore dovuto all’inesperienza di una società appena arrivata tra i professionisti». E i nemici, chi erano? «Non so – strizza l’occhio Lovisa -. Magari provate a chiedere a Marcelo Mateos, che allora era direttore di campo e teneva i contatti fra mister, giocatori e dirigenti. Con Zauli comunque – garantisce – nessun problema. Almeno da parte mia. Lo vedrò e lo saluterò volentieri». Nell’occasione Bruno Tedino avrà a disposizione Salvatore Burrai, che a Forlì ha scontato la squalifica. Recuperato anche Suciu. Non ancora Ingegneri (problemi alla schiena), allenatosi a parte con Marchi.

Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) Amichevole infrasettimanale oggi per il Pordenone. Alle 20 i neroverdi sono di scena a Fiume Veneto per affrontare il Fiume Bannia, compagine di Promozione. Il test match è stato organizzato per ricordare Willy Gobbo, cuoco di entrambi i club, prematuramente scomparso lo scorso inverno. L’ingresso è di 5 euro e l’intero incasso sarà donato alle vittime del terremoto che ha colpito il centro Italia. Bruno Tedino farà giocare tutta la rosa, eccetto l’infortunato Marchi, dando così l’opportunità a tutti di alzare il minutaggio. Chiaramente farà anche delle prove in vista del match di questo sabato col Teramo, considerato che rientra a disposizione anche Burrai dalla squalifica. Insomma, si capirà qualcosa su chi giocherà contro l’ex Zauli. Intanto ieri doppio allenamento per la squadra: Suciu pienamente recuperato e in gruppo; ancora a parte Ingegneri (problemi alla schiena) e Marchi. Stabilito intanto l’arbitro di sabato, che sarà Nicolò Cipriani di Empoli (assistenti Scarpa e Baldelli). La terza giornata parte già domani con Albinoleffe-Fano, di scena alle 16.30. Le società hanno chiesto l’anticipo e la Lega Pro ha acconsentito. Gli altri match si svolgeranno regolarmente nella giornata di sabato.

Ore 15.50 – (Messaggero Veneto) Le richieste erano già tante, visto il valore della sfida e la mole della tifoseria avversaria (che muove migliaia di persone). Così il Pordenone ha deciso di giocare in anticipo. La società neroverde, infatti, ha deciso di aprire ieri la prevendita dei biglietti per l’incontro con il Parma, l’avversario più blasonato da affrontare in questi tre anni di Lega Pro, in programma sabato 17 settembre al Bottecchia alle 20.30. Le previsioni parlano di uno stadio tutto esaurito, come capitato con Pisa e Padova la scorsa stagione: ecco perché è fondamentale usufruire della prevendita il prima possibile, per essere certi del posto in primis e per evitare eventuali code allo stadio il giorno del match, anche se la prossima settimana dovrebbero essere installate le due tribunette al fianco della tribuna centrale (con 460 posti in più a disposizione e relativi ticket disponibili). La situazione. Lo stadio Tardini, sabato scorso col Lumezzane, ha fatto registrare quasi 10.000 spettatori. Dalla cittadina bresciana sono giunti una manciata di tifosi, quindi l’impianto di Parma ha ospitato di fatto solo il popolo gialloblù. Non si sa ancora quanti supporter possono muoversi dall’Emilia, ma non è da escludere che il settore ospiti registri il tutto esaurito: la capienza è di circa 1.000 persone e la buona partenza della squadra di Apolloni (4 punti come il Pordenone) può far fare chilometri facilmente a chi ha il Parma nel cuore. Naturalmente, poi, è una sfida di grido per il club cittadino, che mai ha affrontato un club con il passato di quello emiliano. I gialloblù sono stato nella massima serie per molti anni e, soprattutto, hanno vinto in Europa, precisamente una Coppa delle Coppe (1992-1993) e una coppa Uefa (1998-1999). Prevendita attiva. I primi biglietti sono già stati staccati ieri. Considerato che un migliaio è riservato alla tifoseria ospite, sono in circolazione circa 1200 ticket. Per l’ultima sfida di richiamo, quella col Pisa della scorsa stagione (semifinale di ritorno dei playoff), i tagliandi sono stati esauriti nel giro di una mattinata. Ora c’è più tempo ma è meglio affrettarsi. A venderli sono le solite rivendite autorizzate, ovvero il bar Libertà e il caffè Nogaredo. Altrimenti su internet all’indirizzo www.ticketland1000.com. I prezzi: la tribuna centrale costa 22 euro (ridotto 18, under 16 dieci euro); la tribuna laterale 17 euro (ridotto 13, under 16 cinque euro). La gradinata locali invece ha un prezzo di 12 euro (ridotto 10, under 16 due euro). Le riduzioni sono valide per gli over 16 e per la fascia di età che va dai 16 ai 20 anni. Dal costo del ticket è escluso il diritto di prevendita.

Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) Punto primo: Nicola Lancini è uno buono, nel senso di bravo. Punto secondo: se è bravo ed è in Lega Pro e non in serie B dove dovrebbe essere è per via di un malanno alle ginocchia che lo scorso anno gli ha fatto fare tanta panchina col Brescia, altrimenti col picchio che la Leonessa lo dirottava a Bassano. Però lui pare esserne uscito e se davvero se lo è lasciato alle spalle, il Bassano ha fatto un affarone. «Dopo due stagioni piene con Venezia e Carrarese in C1, lo scorso anno ho sofferto di una condropatia rotulea a entrambe le ginocchia (una sofferenza progressiva della cartilagine, ndr) che mi ha costretto a fermarmi e a ricorrere a ripetute infiltrazioni poi il riposo combinato alle iniezioni ha risolto il problema. Le ultime infiltrazioni le ho fatte a luglio prima di andare in ritiro col Brescia e da quel giorno è andato tutto benone, non ho più saltato un allenamento e ho anche caricato duro. Non solo: ho giocato 90 minuti in Brescia-Pisa di Tim Cup e alla prima giornata sarei dovuto partire titolare con l’Avellino. Poi è spuntata la proposta del Bassano, la trattativa si è sviluppata rapidamente ed eccomi».Immaginiamo che abbia voglia di recuperare il tempo perduto…Eccome. A Brescia mister Brocchi mi considerava e dunque ci tengo a ritagliarmi uno spazio anche qui pure se la concorrenza è folta. Ho 22 anni e un gran desiderio di tornare protagonista.Si descrive tecnicamente?Sono un terzino sinistro a cui piace sia spingere che lavorare in fase difensiva. Magari non farò ottomila sovrapposizioni a partita ma quelle che servono. E in fase di non possesso bado a difendere perchè nel calcio attuale l’equilibrio è tutto.Le prime sensazioni sul Bassano?Ottime. Non solo per la qualità degli interpreti. Mi ha colpito l’attenzione con cui il gruppo segue il tecnico e la chiarezza di D’Angelo nel trasmettere ciò che vuole. Rispetto alla serie C1 che ho lasciato io, ho trovato un campionato più cresciuto di livello rispetto al passato.Fuori dal campo che persona è?Innanzitutto sono della provincia di Bergamo e non di Brescia come si dice erroneamente. Mi piace andare a cavallo, una passione condivisa con la mia ragazza. Simpatizzo Atalanta, apprezzo Marcelo e il mio piatto preferito è la pasta al sugo.

Ore 14.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) I nomi delle prossime blasonate avversarie, Reggiana, Parma e Ancona, da affrontare peraltro in soli otto giorni, fa capire come per il Venezia il livello di difficoltà stia per alzarsi e non di poco. Un trittico di impegni che però Simone Bentivoglio «benedice» quasi con sollievo. «Può sembrare un paradosso ma io sono convinto che possiamo trarre benefici dal doverci misurare con le «grandi» – prevede il centrocampista di Pinerolo – Penso innanzitutto alla Reggiana (sabato al Penzo, ore 18.30, ndr) ma lo stesso vale per il Parma: mi aspetto squadre propositive, pronte a sfidarci a viso aperto senza badare solo a chiudersi e a non farci giocare. Con partite meno bloccate le nostre qualità potranno emergere meglio». A Mantova il team di Pippo Inzaghi ha faticato a pungere senza schiodare lo 0-0. «Dopo i primi 180′ tra l’unico gol realizzato e la nostra porta ancora inviolata, sicuramente dò più peso al secondo dato poiché prenderne pochi è la giusta base per andare lontano. Lo 0-0 di Mantova ci ha lasciato un certo rammarico, questo è scontato perché volevamo vincere, forse siamo stati un po’ lenti nel giro palla». Quanto ciò dipende dall’attuale stato di forma del Venezia? «La nostra condizione oltre a non essere una scusante non è affatto scadente – risponde sicuro Bentivoglio – tuttavia è certo che crescerà in intensità e continuità. La velocità di manovra è troppo importante per aprire le difese ed essere più pericolosi, solo così la qualità e la capacità di trovare scambi, colpi e giocate emergerà del tutto. Ripeto, possiamo fare molto meglio». La Reggiana ha rifilato un sonoro 4-0 all’Ancona, intanto il Parma ha ottenuto la prima vittoria col Lumezzane. «Non vediamo l’ora che arrivino queste partite, tre gare in una settimana sono uno stimolo ulteriore perché già sabato vogliamo tornare ai tre punti davanti ai nostri tifosi. Il Penzo ci darà una spinta in più, com’è successo col Forlì e sono certo a maggior ragione contro la Reggiana». Ieri al Taliercio mister Inzaghi ha ritrovato in gruppo Fabris dopo Baldanzeddu lunedì, mentre a parte hanno lavorato solo Fabiano e Stulac.

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Abbiamo ancora molti aspetti da migliorare. Ma dobbiamo guardare ai fattori positivi. Finora non abbiamo incassato neanche un gol e questo è un dato importante. Di solito le squadre che subiscono poco sono quelle che fanno più strada». Simone Bentivoglio è stato tra i giocatori più positivi del match di sabato scorso pareggiato a Mantova: «Un po’ di rammarico per aver portato a casa un punto solo c’è, perché vogliamo vincere il maggior numero possibile di partite. Sappiamo che dobbiamo migliorare ancora tanto: ad esempio, ripensando a sabato, siamo stati un po’ lenti nel far girare la palla. E la conseguenza è che per l’avversario risulta più facile chiudere gli spazi. Quindi dobbiamo riuscire a velocizzare la manovra, anche perché in campionato troveremo tante squadre che ci affronteranno allo stesso modo». Una considerazione che arriva diretta dall’esperienza del centrocampista ex Chievo e Padova. «Il fatto che non siamo ancora in perfette condizioni non deve essere una scusante — dice — anche perché tutto sommato stiamo bene e anche le altre squadre sono a inizio stagione come noi e tutte devono trovare il ritmo». Adesso per il Venezia si profila il doppio impegno ravvicinato con Reggiana e Parma, che metterà alla prova la tenuta fisica degli arancioneroverdi, ma non solo. Nel giro di quattro giorni, infatti, la squadra di Inzaghi si misurerà con due tra le principali pretendenti al primato. Si comincia sabato, al Penzo, con la Reggiana (ore 18,30) e si prosegue martedì al Tardini con il Parma (ore 20,30). «Saranno senz’altro due partite difficili, ma non vediamo l’ora di affrontare sfide di questo genere», assicura Bentivoglio che aggiunge: «Partite come queste sono forse più divertenti da giocare, perché le squadre lasciano qualche spazio in più. Sia Reggiana che Parma vorranno provare a vincere e quindi giocheranno a viso aperto. Rispetto ad avversarie che stanno chiuse ad aspettarci, questo potrebbe essere un vantaggio per noi». L’attacco arancioneroverde, in particolare, dovrà approfittare di questo diverso atteggiamento, dopo aver sofferto in fase realizzativa con il Mantova. «Abbiamo creato parecchie occasioni, ma non siamo riusciti a sfruttarle. In questo dovremo migliorare. Ma di sicuro non c’è da preoccuparsi — sottolinea il numero 7 arancioneroverde — soprattutto perché se finora abbiamo segnato poco, non abbiamo subito nessun gol. E sono proprio le squadre che prendono pochi gol quelle che, di solito, fanno più strada». La squadra si sta allenando regolarmente e sono rientrati in gruppo Fabris e Baldanzeddu. Unici assenti Stulac e Fabiano, per i quali si attende l’esito della risonanza. Da ieri è attiva la prevendita e la società invita i tifosi a sfruttare i canali che mettono in vendita i biglietti a prezzo scontato. Per evitare che si formino lunghe code al botteghino la società ha stabilito che da sabato in poi saranno messi in vendita al Penzo solo cento biglietti, 25 per sportello. Intanto prosegue la campagna abbonamenti, che ha in questi giorni superato quota mille.

Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) Il Venezia Football Club si tinge di rosa con la nascita della formazione femminile che parteciperà al campionato Esordienti a 9. Si parte dal basso con l’obiettivo di crescere di anno in anno. Un altro traguardo pensato e raggiunto da Joe Tacopina, squadra affidata alla ventisettenne Vanessa Vio, con Marco Funes amministratore unico e il Taliercio come campo di allenamento e di gioco. «È la prima volta nella sua storia secolare che il Venezia ha anche una squadra femminile» ha esordito il presidente Tacopina presentando l’iniziativa «negli Stati Uniti il soccer femminile è riuscito a superare come risultati quello maschile, credo che anche in Italia possa avere un futuro sempre più roseo. Lo stesso presidente federale Tavecchio punta molto sul consolidamento e la diffusione del calcio femminile». Accanto a lui il direttore generale Dante Scibilia. «Il presidente ha accolto questa proposta, abbiamo deciso di partire con una formazione giovanile, ma siamo intenzionati a crescere nel corso degli anni. Questa è una nuova sfida, decisamente molto stimolante». La squadra è affidata a Vanessa Vio, ex giocatrice di Spinea, Mestre, Gazzera, stop all’attività agonistica nel 2012, terza stagione in panchina, la prima allo Spinea maschile e la seconda allo Spinea femminile. Adesso il Venezia. «Essere chiamata a far parte di questo progetto è entusiasmante. Le ragazze sono un po’ agitate, ma anche loro molto contente. Dovranno divertirsi giocando, cercheremo di farle migliorare tecnicamente, ma dovranno impegnarsi al massimo anche a scuola». «Partiamo con 18 ragazze, tra gli 11 e 14 anni» ha spiegato Marco Funes, «parteciperemo al torneo Esordienti a 9 con i maschi, ma anche a tutti i tornei più importanti di questa categoria, cercando magari anche fuori regione». Questa la rosa del Woman Venezia Fc Esordienti a 9: Gaia Barzazi (2004), Ambra Bellio (2005), Emma Bettin (2004), Greta Buti (2004), Sara Cavazzana (2003), Angela Codato (2002), Maria Chiara De Luca (2002), Jessica De Rossi (2005), Viola Favaro (2005), Aurora Marchesini (2002), Giorgia Pagan (2004), Matilde Pavan (2004), Asia Prosdocimo (2003), Noemi Serena (2003), Sara Squizzato (2003), Gioia Stecchini (2003), Giada Vecchiato (2003) e Matilde Zanini (2002).

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Zero punti, cinque gol subiti e nessun realizzato. Numeri pesanti che bocciano senza appello l’avvio del Vicenza. Un gruppo, quello guidato da Franco Lerda, che deve trovare compattezza, e che deve anche recuperare giocatori importanti come D’Elia e Adejo in difesa, e Giacomelli in attacco. In via Schio si respira preoccupazione, ma spesso la serie B ha mandato in scena clamorose cadute dopo avvii eccellenti e inarrestabili rimonte dopo partenze molto negative. Per trovare un esempio eclatante delle prime, basta andare allo scorso campionato che vide il Livorno, al termine del torneo retrocesso in Lega Pro, vincere le prime quattro partite superando nettamente Pescara e Brescia in casa, ed espugnando i campi di Como e Ternana. Una situazione che ha vissuto anche al Vicenza nella stagione 1986-1987 con i biancorossi guidati da Tarcisio Burnich che vinsero le prime tre partite, superando in casa Taranto e Modena, e andando a vincere 3-1 a Cagliari. «Nella stagione precedente avevamo vinto il campionato — ricorda Paolo Mazzeni, stopper di quel Vicenza — ma per le vicende del calcioscommesse la nostra promozione fu cancellata. La squadra rimase la stessa, con Burnich che sostituì in panchina Giorgi. Partimmo forte, eravamo tra i favoriti alla promozione; tre vittorie di fila all’inizio, quattro nelle prime sette giornate dove perdemmo solo a Trieste per uno sfortunato autogol di Rondon, il nostro bomber». Poi le cose però andarono male, un lento declino fino a trovarsi nel ritorno in zona retrocessione. «La colpa, quando accadono queste cose, è per gran parte dei giocatori, perché in campo ci vanno loro. Eravamo gli stessi dell’anno prima, magari con un briciolo di buona sorte in meno ma non si può con la stessa squadra prima vincere il campionato, e l’anno dopo retrocedere…». In quella stagione il Vicenza retrocesse in C1 perdendo a Roma contro la Lazio all’ultima giornata. Ma nel recente passato il Vicenza ha conosciuto partenze molto negative che non hanno impedito di centrare la salvezza alla fine del campionato. La partenza più negativa è quella della stagione 2006-2007; il Vicenza perde in casa la prima contro il Genoa, cade alla seconda a Torino contro la Juventus, e viene sconfitto ancora al Menti dal Cesena. Alla quinta giornata il Vicenza ha un punto e la sconfitta casalinga contro il neo promosso Frosinone costa la panchina a Camolese. «Ricordo bene quel campionato — spiega l’allora biancorosso Cristian Raimondi — l’avvio è stato terribile perché la prima partita siamo riusciti a vincerla alla tredicesima giornata. Un avvio tutto in salita, con tanti problemi, errori, e anche un bel po’ di sfortuna. Ma la serie B è lunga e le sorprese non mancano mai, e quella squadra ne è un esempio perché a fine marzo, dopo una rimonta incredibile siamo stati ad un passo dalla zona playoff. Questo per sottolineare che il torneo cadetto ti concede la possibilità di riprenderti e di risalire la classifica; l’importante è restare uniti, compatti, e non mollare mai». Quello che deve fare anche il Vicenza di Lerda, magari proprio ad iniziare da sabato nella sfida contro il Bari.

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Davide Bianchi ha i capelli rossi e cucito addosso il colore della speranza, il verde. Su di lui il Vicenza sta investendo molto, e per fortuna, dal momento che il giovanissimo difensore, 20 anni, nelle prime due infelici gare con Carpi e Spal è risultato tra i migliori. «Mi fa piacere sapere che le mie prove sono state apprezzate anche all’esterno – sorride – ma ad interessarmi saranno sempre di più le prestazioni della squadra».Bianchi, smaltita la batosta di Ferrara?È stata una gara particolarmente sfortunata, vogliamo girare subito pagina.A mente fredda qual è la sua analisi?Un errore, che può capitare, ha reso i nostri 90′ molto difficili. Eppure la partita l’avevamo preparata bene ed eravamo partiti come Lerda ci aveva chiesto. Poi abbiamo cercato di soffrire di squadra.Nel secondo tempo è andata un po’ meglio.Circa a metà del primo tempo abbiamo ritrovato l’assetto giusto e nella ripresa siamo riusciti ad esprimere qualcosa di più sul campo, anche in termini di occasioni.Vigorito ha evitato la goleada.Mi fa piacere poter parlare di Mauro, è stato molto bravo in effetti. Ma devo dire che sia lui che Francesco sono ottimi portieri ed è bello per un difensore, specialmente se giovane come me, sapere che alle spalle hai due giocatori di grande affidabilità.Nonostante la disfatta, lei è risultato tra i migliori. Ma quanto avete sofferto gli esterni avversari…Tanto, ad un certo punto pareva che entrassero da ogni parte. Comunque non siamo rimasti sorpresi dell’atteggiamento della Spal. Sapevamo che era una formazione organizzata.Ci si attendeva soprattutto una prova diversa dalla difesa, anche perchè Lerda ha lanciato nella mischia due esperti centrali che in teoria dovevano portare garanzie…Intanto è giusto puntualizzare che il primo gol è stato viziato da una deviazione, il secondo è arrivato su calcio piazzato. Purtroppo non è semplice giocare in inferiorità numerica per quasi tutta la partita.Che lezione ha portato a casa il Vicenza?Mi piacerebbe soffermarmi sull’aspetto positivo, l’unico di Ferrara, ma importantissimo: lo spirito di gruppo. Quando si perde bisogna rimanere uniti. In un campionato ci sono vittorie e sconfitte e non serve abbattersi.La retroguardia, tra infortunati e nuovi arrivati che ancora devono ambientarsi, sta attraversando una fase difficile. E i cinque gol presi in due partite la dicono lunga. C’è da preoccuparsi?Stiamo lavorando a testa bassa giorno dopo giorno affinchè certe situazioni di gioco che si sono verificate a Ferrara ricapitino il meno possibile. E poi sono tornati in gruppo D’Elia e Adejo e sono due “acquisti” fondamentali per noi.Lerda le sta dando molta fiducia…Lo ringrazio per questo, ma per come sono fatto l’aspetto individuale è sempre secondario.Adesso c’è il Bari. E c’è una classifica da muovere.È una buona squadra, ma noi abbiamo tanta voglia di cominciare a fare punti e contiamo sull’appoggio dei nostri tifosi.

Ore 12.50 – (Gazzettino) Dovrebbe essere vicina la stretta finale per la scelta del difensore centrale da inserire nella rosa del Campodarsego. Ormai è un testa a testa tra l’ex biancoscudato Fabiano e Fabio Lebran, che già da alcuni giorni si sta allenando con la squadra. Il direttore generale Attilio Gementi ha portato avanti i contatti con entrambi nell’ottica di raggiungere un accordo, e presto dovrebbe essere svelato il prescelto. I candidati sono profili che garantiscono esperienza e mai prima d’ora hanno militato in serie D, per cui rappresentano un lusso per la categoria. Fabiano, 34 anni, non ha bisogno di presentazioni e il popolo biancoscudato ne ha apprezzato le qualità dopo la proficua esperienza dell’anno scorso scandita da ventisei partite e quattro gol. Quanto a Lebran, ventinovenne di Camposampiero, nella passata stagione ha militato con il Savona (25 partite) e in estate su di lui avevano messo gli occhi Taranto e Siracusa. Ha giocato sempre in serie C (Venezia, Rimini, Perugia, Spal e Como le esperienze più significative), senza dimenticare due stagioni in serie B con l’Albinoleffe.

Ore 12.20 – (Gazzettino) I gol di testa su azione d’angolo stanno caratterizzando questo brillante avvio di campionato del Cittadella. A Bari ha aperto le danze Manuel Pascali, che ha bruciato i difensori locali su calcio dalla bandierina di Lucas Chiaretti, sbloccando il risultato a favore della squadra granata. Sabato scorso al Tombolato nella sfida con la Ternana è stato Alessandro Salvi, svettando nell’area avversaria, a mettere al sicuro il risultato sfruttando un altro pallone calciato da Chiaretti dalla bandierina. Difensori in gol, dunque, e non per caso. Più di qualche tifoso durante il raduno estivo a Lavarone, mentre attendeva il pranzo alla “Festa del tifoso”, aveva notato l’insistenza con la quale Chiaretti, e non solo lui, calciava palloni su palloni dalla bandierina mentre in centro area venivano eseguiti movimenti preparati secondo schemi precisi. Pascali era uno di quelli che più spesso incocciava la testa con il pallone mettendolo in rete, gesto ripetuto come in fotocopia nel pomeriggio in amichevole con il Levico. Le stesse esercitazioni vengono spesso perfezionate durante la preparazione al Tombolato, come spiega Alessandro Salvi: «Ci prepariamo nelle situazioni da calcio piazzato durante gli allenamenti e direi quest’anno anche in misura superiore rispetto alla passata stagione. Sono quattro-cinque gli schemi sui quali lavoriamo con più insistenza e durante la partita li applichiamo in base alle caratteristiche dell’avversario». Per capire quale sarà lo schema scelto c’è un linguaggio particolare. «Abbiamo dei segnali – riprende Salvi – che noi conosciamo e in base ai quali sappiamo dove andrà indirizzata la palla e chi deve andare a colpirla». L’ex difensore dell’Albinoleffe non è mai stato un goleador, in particolare di testa. «Di solito ho messo a segno uno o due gol a stagione e sempre di piede. Con la Ternana – precisa – è proprio il mio primo gol di testa. Non è mai stato nelle mie abitudini andare a saltare nelle situazioni da calcio d’angolo. È da quest’anno che, parlando anche con l’allenatore, ci sto provando». Visti gli effetti vale quindi la pena di insistere. Sulle due bellissime vittorie a Bari e con la Ternana, conclude Salvi: «Possono apparire una sorpresa, ma da calciatore che vive la dinamica del nostro gruppo non ritengo questi due successi fuori le righe. La compattezza e la voglia di fare bene sono tali che i risultati ne sono la conseguenza». Edoardo Gorini, che fa parte dello staff tecnico di Roberto Venturato, conferma che nella programmazione vengono curati in modo particolare le situazioni che si creano dai calci piazzati: «Nel calcio moderno è un aspetto che può fare la differenza, perciò vengono studiati i particolari e ci si esercita a trovare sempre nuove soluzioni. Almeno in due pomeriggi alla settimana dedichiamo parecchio tempo agli sviluppi delle situazioni dai calci d’angolo e alle punizioni dal limite dell’area. Abbiamo in rosa diversi elementi adatti come saltatori in area e che sanno farsi trovare al posto giusto come Pascali, Scaglia, Litteri, Salvi e lo stesso capitano Iori». Chiaretti, Paolucci e Benedetti sono invece fra coloro che sanno sfruttare le punizioni da fuori area. Conclude Edoardo Gorini: «Due dei quattro gol di questo inizio di campionato nati da calcio d’angolo sono un buon bottino, ma anche nella scorsa stagione questo aspetto è stato positivo».

Ore 12.10 – (Gazzettino) Procedono regolarmente gli allenamenti dei granata (da questa settimana con inizio alle 15) in vista della sfida di sabato in casa della Pro Vercelli. E procede a gonfie vele la campagna abbonamenti (già staccate circa 1.500 tessere), che resterà aperta fino al 24 settembre. Intanto è stato completato il pullman organizzato dal club “Angelo Gabrielli granata per sempre”, che sabato alle 7.45 partirà dal bar Stadio per Vercelli. Stasera alle 19.30 il Panathlon ospiterà la squadra e la dirigenza del Cittadella al Centro sportivo Ca’ Solare di Fontaniva. Il presidente Jonny Moletta e i soci del Club formuleranno i migliori auspici alla squadra che ha nel presidentissimo Angelo Gabrielli il comune fondatore e primo presidente. Il Panathlon di Cittadella è stato fondato nel 1975, mentre il Cittadella è nato nel 1973 dalla fusione fra Us Cittadellese e Olympia.

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) In casa granata, si sa, nessuno ama i proclami. Ma che il Cittadella debba godersi più che può il primato solitario in classifica è fuori discussione, anche perché le statistiche spingono ad esaltarsi. Spulciando fra i numeri delle scorse stagioni si scopre infatti che ben 5 formazioni sulle 8 che erano a 6 punti dopo 2 giornate da quando è nata la Lega B scissa dalla Lega A, ossia dalla stagione 2010/11, sono, a fine campionato, salite nella massima serie: Pescara (2011/12), Livorno e Sassuolo (2012/13), Empoli e Cesena (2013/14). Il 62,5%. Che occorra, tuttavia, rimanere con i piedi ben ancorati al terreno lo attesta il fatto che non siano riuscite nell’impresa lo stesso Sassuolo (2011/12), il Perugia (2014/15) e il Livorno, il quale, l’anno scorso, dopo l’avvio sprint è addirittura retrocesso in Lega Pro. Sempre curiosando negli archivi balza agli occhi pure un altro dato, che testimonia indirettamente quanto sia stato sin qui importante poter contare su impianti di gioco già collaudati dalla scorsa stagione: mai, da quando esiste la Lega B, le “matricole” erano partite così forte. Ben 16 i punti conquistati sinora dalle quattro squadre provenienti dalla Lega Pro: 6 per gli uomini di Venturato, 4 per il Benevento, e 3 a testa per il Pisa (con una gara da recuperare, in programma stasera con la Ternana) e la Spal. Dal campo. Iori & C sono al lavoro per preparare la trasferta di sabato in casa della Pro Vercelli (assenti dal gruppo i soli Caccin e Fasolo). Proseguiranno con gli allenamenti pomeridiani sino a domani, mentre venerdì effettueranno la seduta di rifinitura alla mattina, prima di partire in pullman per il Piemonte alle 15.30. Passerella al Panathlon. Stasera, al Centro Sportivo Ca’ Solare di Fontaniva, dalle ore 19.30 alle 21 il Panathlon Club Cittadella, presieduto dal grafico-designer Jonny Moletta, ha organizzato nella periodica riunione associativa un incontro con i giocatori e la dirigenza granata. L’appuntamento vuole omaggiare la squadra alla presenza dei soci del sodalizio internazionale, che diffonde i valori etico-morali dello sport, con la sezione di Cittadella sorta nel 1975 e Angelo Gabrielli primo presidente. Anche l’attuale numero uno, Andrea Gabrielli, e il vicepresidente Giancarlo Pavin sono soci del club. Nell’occasione sarà promosso il biennale “Premio Panthlon Angelo Gabrielli”, giunto alla quarta edizione: il bando di partecipazione, aperto sino al 6 ottobre, è rivolto agli studenti-atleti dai 14 ai 20 anni. Sgrigna in Eccellenza. A 36 anni Alessandro Sgrigna va a chiudere la carriera. Il fantasista romano era rimasto svincolato e meditava il ritiro: ha invece deciso di accasarsi al Leodari, compagine vicentina che milita in Eccellenza. Per lui il doppio ruolo di giocatore e allenatore delle giovanili.

Ore 11.30 – (Corriere del Veneto) Due partite, sei punti. Una sorpresa forse per chi non conosce bene il mondo Cittadella, anzi la «famiglia» Cittadella. Famiglia di cui faceva parte fino a qualche mese fa anche Alessandro Sgrigna. Che ha scelto di ripartire dal campionato di Eccellenza al Leodari, perché per ragioni familiari non si poteva muovere da Vicenza, dove risiede attualmente. Una scelta in controtendenza, dettata dalla voglia di essere ancora protagonista anche in una serie inferiore. «Non è che siano mancate offerte – spiega Sgrigna – il fatto è che sono arrivate da realtà in cui non potevo per ragioni personali e familiari trasferirmi. Una di queste era l’Arezzo, che mi ha seguito tanto e che mi aveva fatto una proposta, ma ce n’erano anche altre. Io, però, alla fine ho accettato di ricominciare dal Leodari e allenerò anche le giovanili, iniziando la carriera di tecnico. Mi vedo ancora nel mondo del calcio, penso di aver ancora tanto da dare, anche in campo. Non sono a fine corsa, credo che chi mi ha visto giocare l’anno scorso capisca quello di cui sto parlando». L’aspetto davvero sorprendente è che nemmeno le squadre della zona che militano nel campionato di serie D abbiano deciso di provare a tesserarlo. Si era parlato molto di Campodarsego e di Vigontina, ma alla fine nessuna delle due trattative è andata in porto. E pensare che il Cittadella veleggia in testa alla classifica a punteggio pieno, una situazione che non sorprende minimamente Sgrigna: «Non mi sorprende – sorride Sgrigna – e anzi me l’aspettavo, perché è stato cambiato poco, la squadra gioca insieme dall’anno scorso ed è stato fatto un lavoro mirato. Non so dove potrà arrivare, ma so che è un gruppo sano e che ha dentro di sé tutti i mezzi per fare bene. Sono rimasto in contatto con i ragazzi, i rapporti sono eccellenti. Mai dimenticherò quello che per me ha rappresentato Cittadella». Adesso, però, si ricomincia. Da zero, senza paura.

Ore 11.00 – (Mattino di Padova) Lei ha già deciso che il 3-5-2 è quello migliore per il Padova? «Non ho alcun dubbio su questo, se ne avessi dopo una sola giornata sarebbe preoccupante. In questo momento altre soluzioni non sono nei miei pensieri». Difensivamente, invece, su cosa punterà maggiormente per migliorare? «In fin dei conti abbiamo preso una brutta ripartenza nella ripresa, in occasione della quale la squadra era proiettata in avanti e la situazione è stata gestita male, con qualche errore di posizionamento. Poi, nel finale, eravamo nella loro metà campo con troppi giocatori, ma non eravamo comunque messi male: Moreo è arrivato in porta vincendo un rimpallo contro due difensori». Il primo impatto con l’Euganeo com’è stato? «Il pubblico, soprattutto nel secondo tempo, ci ha dato una grossa mano; nella fase in cui eravamo sotto nel punteggio, i tifosi sono stati veramente tambureggianti, e anche la squadra è riuscita a spingere di più, sebbene stesse spendendo tantissime energie». È una consolazione che anche le altre big abbiano stentato in queste prime giornate? «Dopo due partite è un discorso prematuro. Dobbiamo continuare a lavorare e cercare di migliorare tutte le situazioni, non possiamo andare così presto a vedere cosa hanno fatto le avversarie».

Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Riassumendo: non serve che il Padova attacchi di più, ma deve farlo meglio? «Ripeto, bisogna essere più incisivi, anche sulle palle inattive. Le linee di centrocampo e d’attacco si sono mosse bene, abbiamo battuto tanti calci d’angolo e anche difensivamente abbiamo concesso poco, persino quando avevamo il baricentro molto alto. Sino allo 0-1 non avevamo rischiato, ma siamo stati puniti al primo movimento sbagliato, eppure grandi situazioni di difficoltà nell’uno o nell’altro reparto non le ho notate, né da parte dell’attacco né della difesa. Per cui traggo più note positive che negative da questo 1-1». È anche vero che la spinta è cresciuta molto con il cambio di modulo: il tridente può essere un’alternativa valida in alcuni frangenti? «La squadra è stata costruita per poter scendere in campo anche con due o tre moduli diversi, ma credo che in questo momento abbia bisogno di acquisire certezze su un certo tipo di movimenti. Togliere un mediano per inserire un attaccante in più, comunque, può essere anche una soluzione valida a match in corso, così come la difesa a quattro: abbiamo due o tre possibili soluzioni, adattabili in base all’avversario, al momento e alle condizioni fisiche del gruppo. Non vedo un modulo vincente, perché non c’è: ci sono solo sistemi che permettono ai giocatori di esprimersi al meglio».

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Il mezzo passo falso contro l’Albinoleffe non scalfirà le certezze del Padova. Il messaggio, forte e chiaro, arriva a tre giorni di distanza dal magro 1-1 contro i bergamaschi al debutto, e nella settimana che regala a Neto Pereira & C. l’immediata possibilità di rifarsi ancora all’Euganeo, sabato sera contro il Forlì. Alcune cose, nella gara d’esordio, non hanno girato per il verso giusto: dall’improvvisa fragilità di una difesa che nella ripresa in tre occasioni ha rischiato grosso, alle difficoltà nel variare un gioco troppo dipendente da Dettori (e per questo fortemente sbilanciato a sinistra), e ancora all’esiguo bottino realizzativo in proporzione alle occasioni create. Ma le note positive sono ancor più di quelle da rivedere, e il diktat è: “Avanti tutta”. Parola di Oscar Brevi. «Abbiamo rivisto il match insieme alla squadra, il rammarico ormai dobbiamo farlo passare», le sue parole ieri. «Abbiamo analizzato le situazioni positive e pure quelle negative, e ci lasciamo alle spalle definitivamente una partita in cui avremmo meritato più del pareggio. Il risultato non ci lascia contenti, ma andiamo avanti sereni». Con quali indicazioni? «C’è da lavorare su parecchie situazioni, la cosa positiva è che abbiamo creato14 occasioni da rete, e all’Albinoleffe ne abbiamo lasciate 2-3 al massimo. Dobbiamo provare a concedere ancora di meno, e cercare di essere più incisivi sotto porta: ci sono momenti in cui crei e non segni, altri in cui fai fatica ma sfrutti anche una sola occasione. Siamo solo alla prima giornata, ed è normale che qualcosa non sia ancora perfetto».

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Doppio allenamento ieri per i biancoscudati, che alla Guizza hanno lavorato sia al mattino che al pomeriggio iniziando a preparare la sfida di sabato alle 20.30 (arbitrerà il signor Luca Detta della sezione di Mantova) all’Euganeo contro il Forlì. Ancora ai box Filipe: dopo il riacutizzarsi del fastidio alla pianta del piede accusato contro l’Albinoleffe, ieri sera il regista brasiliano ha svolto un esame di controllo, che oggi dovrebbe chiarire l’entità del suo malanno. Chi, invece, viaggia a grandi passi verso la piena forma è Domenico Germinale: «Se riesce a lavorare senza intoppi questa settimana, potrebbe essere disponibile per la gara con il Forlì o al massimo per quella di Fano di martedì prossimo», l’annuncio di mister Brevi. Sabato, all’Euganeo, i tifosi potranno acquistare il poster della prima squadra, autografato da tutti i giocatori, il cui ricavato verrà devoluto a favore delle popolazioni terremotate del Centro Italia: verrà chiesta un’offerta libera di almeno 2 euro.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Diceva che avete concesso due-tre occasioni, importanti però. Un problema di attenzione o c’è stato scarso aiuto del centrocampo? «Una occasione non la considero perché l’avversario ha tirato defilato dai trenta metri con la palla che è uscita di tre metri, invece c’è stata una ripartenza importante nella quale hanno calciato da posizione defilata fuori e lì la squadra era protratta in avanti anche se avevamo un centrocampista in più in quel momento. Abbiamo gestito male la palla e loro ci sono ripartiti da un fallo laterale nostro dove abbiamo commesso un errore di posizionamento. Nell’ultima invece eravamo nella loro metacampo con troppi giocatori, anche se poi l’attaccante ha vinto un rimpallo con Sbraga e Russo, quindi non eravamo messi malissimo. Fortunatamente ha preso il palo, sarebbe stato un po’ troppo». Alfageme si è adattato come prima punta, meglio ha fatto Altinier visto che è il suo habitat naturale. Quando conta di avere anche Germinale? «Se riesce a lavorare nei prossimi tre-quattro giorni come sta facendo, penso che possa essere disponibile da questa gara o dalla successiva. Bisogna però avere l’ok dei medici». L’impatto con i tifosi? «Ci hanno dato una grande mano soprattutto nella ripresa quando eravamo sotto e abbiamo messo alle corde l’avversario. Per 25 è stato un attacco tambureggiante con situazioni da gol una dietro all’altra. Ci hanno sostenuto molto, sono stati eccezionali».

Ore 10.00 – (Gazzettino) La spinta è cresciuta nella ripresa. La variante del trequartista dietro alle due punte può essere adottata anche a inizio gara o solo in certe condizioni? «La squadra è stata costruita per poter fare due-tre situazioni, ma prima di tutto deve acquisire certezza e sicurezza in determinati movimenti. Poi magari togliere un centrocampista centrale e mettere un trequartista può essere una soluzione valida dall’inizio, come anche la difesa a quattro. Ripeto, abbiamo due-tre soluzioni adattabili in base all’avversario, al momento e alle condizioni fisiche del gruppo. Non vedo un modulo vincente, perché non c’è. Ci sono solo sistemi che permettono ai giocatori di esprimersi al meglio». Ha già deciso che il 3-5-2 è quello migliore o ci sta ancora ragionando? «Ho le mie certezze, non ho dubbi sul cammino che dobbiamo fare. Figuriamoci se li avessi dopo appena una giornata, sarebbe preoccupante».

Ore 09.50 – (Gazzettino) Oscar Brevi, anche dopo avere rivisto la partita il rammarico è sempre forte come a caldo? «Il rammarico dobbiamo farlo passare e pensare al Forlì. Abbiamo analizzato le situazioni positive e negative, ci lasciamo alle spalle questa gara nella quale meritavamo ampiamente di vincere». Tra le situazioni positive immaginiamo l’atteggiamento della squadra e le numerose opportunità. Quelle invece da correggere? «C’è da lavorare su molti aspetti. L’aspetto positivo è che abbiamo battuto nove angoli e abbiamo avuto quattordici situazioni per segnare, mentre ne abbiamo concesse due-tre. Dobbiamo concedere ancora meno cercando di essere più incisivi sotto porta. Siamo comunque solo alla prima partita ed è normale che non sia tutto perfetto». Più incisivi sotto porta, diceva. «Sì, ma quando una squadra crea tanto, alla lunga è più facile che vinca piuttosto che pareggi o perda. Ci siamo mossi bene, fino al 37′ del primo tempo anche tutte le seconde palle le abbiamo recuperate noi. E quando non ci siamo mossi benissimo, loro hanno fatto un grandissimo gol. Però grandi difficoltà nei reparti non ce ne sono state. Ripeto, abbiamo creato e tirato tantissimo, la linea difensiva ha concesso poco niente anche nel momento in cui la squadra aveva il baricentro molto alto, quindi vedo molte più cose positive di qualche aspetto negativo, incluso naturalmente il risultato che non ci fa contenti. Bisogna accettarlo e andare avanti con massima serenità».

Ore 09.40 – (Gazzettino) Proprio in vista di questo secondo appuntamento casalingo di fila, i biancoscudati hanno proseguito la preparazione cimentandosi in una doppia sessione. Al pomeriggio, dopo la seduta video, lavoro incentrato esclusivamente sul pallone tra esercizi di possesso e partitella su campo ridotto. Continua a rimanere a parte Filipe, che si è allenato in palestra. Il centrocampista brasiliano si sottoporrà oggi ad accertamenti per capire l’entità del problema al tallone che persiste ormai da diversi giorni, e oggi se ne saprà probabilmente di più in occasione della nuova seduta in programma alle 17. Corsa differenziata anche per Monteleone e Ilari, con quest’ultimo che è in attesa di sbloccare il nodo legato alla “buonuscita” per andare poi a firmare con il Delta Rovigo in serie D, club con il quale ha già l’accordo.

Ore 09.30 – (Gazzettino) Un poster per aiutare le popolazioni dell’Italia centrale colpite dal sisma. Il Padova ha scattato lunedì alla Guizza una foto di squadra dalla quale sarà ricavato un poster con tutte le firme dei giocatori e dei tecnici biancoscudati. In formato A3, stampato dalla tipografia Bretini, sarà distribuito dai tifosi dell’Aicb sabato sera a tutti gli ingressi dello stadio Euganeo, con offerta minima di 2 euro. La società biancoscudata ha stabilito che la somma ricavata sarà interamente versata sul conto corrente attivato dalla Regione Veneto per l’emergenza sisma (Banca Unicredit, codice Iban: IT33L0200802017000104429532) e invita gli sportivi padovani a prendere parte a questa iniziativa importante e ad assistere alla partita con il Forlì in programma alle 20.30.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Il Forlì già ansima, dopo due partite è ancora inchiodato a zero, pare un avversario comodo. Eppure la storia del Padova insegna che di comodo non c’è un bel nulla, che bisognerà sudare anche per mettere in cassaforte i punti che paiono scontati. Le contromisure? Non ci sarà Filipe, di nuovo ai box, e sembra arrivato il momento di Carlo De Risio, imprescindibile per il mix di qualità e quantità che riesce a mettere in campo. Il problema, casomai, potrebbe essere che il centrocampo non ha un mancino di ruolo, che tutti i centrali sono destri e che questo penalizza Nicola Madonna, visto che un destro naturalmente tende a privilegiare la fascia. L’altro punto interrogativo si chiama Domenico Germinale, un giocatore che sinora non ha giocato un minuto e che tarda a recuperare la miglior condizione dopo l’infortunio a gennaio e il conseguente intervento: «Se continua a lavorare così — assicura Brevi — penso possa essere disponibile per questa partita o la prossima». Eppure si pensava che il recupero sarebbe stato più breve. E questo è un problema in più, quando una squadra ha bisogno di gol. Come il Padova di questo boccheggiante inizio campionato.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) In punta dei piedi. Con mille occhi addosso e con la consapevolezza di dover sempre dimostrare qualcosa. Anche se il campionato è davvero appena iniziato. Oscar Brevi fa già slalom fra le critiche, impensabile a rigor di logica per un allenatore che, escludendo la Coppa Italia, ha avuto appena novanta minuti per dimostrare di che pasta è fatto. Sabato arriva il Forlì, una partita già decisiva, considerato il mezzo passo falso maturato contro l’Albinoleffe e Brevi è pronto a mollare gli ormeggi. È convinto che sabato il Padova avrebbe meritato i tre punti, sa che la squadra ha grandi margini di miglioramento, scommette sui suoi ragazzi. «Il risultato non ci va bene — ha detto Brevi ieri alla Guizza — ma ormai dobbiamo farcelo passare e pensare alla gara col Forlì. Abbiamo rivisto la partita analizzando le cose buone fatte e quelle meno buone, e ribadisco che meritavamo di vincere perché abbiamo dominato la partita. Abbiamo battuto nove angoli ed avuto 14 occasioni da gol mentre all’AlbinoLeffe ne abbiamo concesse solo due o tre… E i tifosi ci hanno dato una grossa mano permettendoci col loro supporto di mettere alle corde l’AlbinoLeffe». Insomma, Brevi tira dritto, esclude categoricamente di cambiare modulo, non arretra di un centimetro e prepara le contromisure in vista della partita di sabato.




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