Fano-Padova, l’analisi del “Mattino di Padova”

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Nel suo lungo nome di iscrizione il Fano ha, oltre ad Alma, la parola Juventus. E forse non è casuale, perché ieri sera sembrava di vedere una Juve in miniatura contro una big del girone B, grande quanto si vuole sulla carta, ma piccola, tanto piccola nella realtà del confronto sul campo. È arrivata così la prima sconfitta per il Padova, alla prima trasferta, firmata Gucci (ma non è lo stilista di moda): una sconfitta pesante, nel punteggio e nella sostanza, che dovrà imporre una riflessione profonda all’allenatore Brevi. Il 3-5-2, per funzionare a dovere, richiede un regista vero, che al momento non c’è (essendo Filipe ko). E in mezzo i biancoscudati sono stati superati nettamente da giocatori più in palla, più convinti e determinati nell’arrivare prima dappertutto. Sabato, contro la Maceratese, il riscatto è d’obbligo.. Emerson, che errore! È stato un primo tempo di grande sofferenza per un Padova presentatosi con una formazione modificata per tre/undicesimi rispetto a quella che sabato aveva superato il Forlì: fuori Bindi (problema muscolare riacutizzatosi durante il riscaldamento) e dentro Favaro, Favalli lasciato a casa e sostituito da Tentardini, ma soprattutto Neto Pereira dirottato in panchina, con Alfageme accanto ad Altinier.

Era prevedibile che il Fano, grazie ai due giorni e mezzo in più di riposo per aver affrontato giovedì scorso l’Albinoleffe, avrebbe puntato su ritmo e aggressività per compensare il gap tecnico, ma la velocità dei granata di Cusatis ha creato seri problemi ad Altinier e compagni, presi spesso d’infilata nel settore centrale, con il risultato che la difesa, poco protetta, ha sbandato a ripetizione. Poi che il vantaggio marchigiano sia scaturito da un errore individuale fa parte, purtroppo, del gioco: Emerson, in fase di impostazione, si è fatto rubare il pallone da Borrelli, che ha puntato dritto su Favaro; il portiere ci ha messo il piede respingendo, ma sulla sfera si è catapultato Gucci, che dal limite dell’area ha scaraventato sotto la traversa (19’). Quattro minuti dopo Schiavini ha centrato il palo alla sinistra di Favaro. Il guizzo di Madonna. Il Padova ha provato a reagire, ma senza concretezza. Menegatti quasi mai ha rischiato di subire il pareggio, eppure, nonostante la supremazia di manovra e la spigliatezza dei padroni di casa, l’1-1 si è materializzato al 43’ grazie alla prima, vera incursione sulla fascia sinistra di Tentardini: cross perfetto sul palo opposto, dove Madonna non ha fallito l’appuntamento di testa con il gol.

Gucci scatenato e poi in 10. Nella ripresa, ahinoi, il copione non è mutato: veneti in difficoltà, sia nell’impostazione che nell’interdizione, e troppo lenti nelle ripartenze. Il Fano ha creato pericoli (punizione di Borrelli e capitan Torta poer un soffio non ha messo dentro di testa, 6’), prima di passare per la seconda volta, complice un’altra clamorosa leggerezza del reparto arretrato: cross da sinistra del solito Borrelli e stoccata mortale di Gucci, lasciato colpevolmente libero da Tentardini (16’). Come non bastasse, Alfageme (pessima copia del bel giocatore ammirato qualche stagione fa in B) si è fatto cacciar fuori per aver colpito Ferrani (23’), e con la squadra ridotta in 10 il dazio è stato ancora più pesante: Cocuzza ha messo in mezzo da fondo campo e Gucci in tuffo, di testa, ha fatto centro (38’). Tris per il centravanti, frutto di altrettanti “omaggi” difensivi. Brutta scoppola, non c’è che dire. Ma il Padova non può essere questo.

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel)




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