Avellino-Cittadella, l’analisi del “Corriere del Veneto”

Condividi

Segnali di fumo. Segnali in arrivo dal Partenio, dove il Cittadella mette la quinta, si prende altri tre punti pesantissimi e vince pure quando la serata non è esattamente di grazia. Un 1-0 che vale platino, che spinge ancora in alto i granata, a più cinque sul Verona, una corazzata con un monte ingaggi che, a confronto, rende ancora più monumentale la figura di Stefano Marchetti, costretto ogni anno a fare i conti con il bilancino e che scova talenti come un cane da tartufo. A giudicare dai risultati emersi in questo strabiliante inizio di stagione, gli riesce sempre molto bene assemblare squadre che sembrano avere qualche punto debole ma che hanno una solidità di gruppo impagabile. A vedere, poi, quello che accade in campo dopo il gol decisivo di Andrea Arrighini, che da ex non perdona e al 33’ timbra con una semirovesciata da incanto, vien da pensare che Marchetti abbia qualche dote divinatoria nascosta. Arrighini corre ad abbracciarlo, la sensazione piuttosto netta è che il dg avesse scommesso su una sua rete contro la squadra che l’aveva lanciato. Fatto sta che ancora una volta ha ragione Roberto Venturato, che cambia mezza squadra, ma ottiene sempre lo stesso: il massimo, i tre punti che voleva. Forse nella serata meno brillante ed ispirata, che a un certo punto, quando Ardemagni si presenta sul dischetto per il rigore del possibile 1-0, sembra virare male. E invece niente, Ardemagni tira male, fallendo clamorosamente il bersaglio. Poco dopo timbra Arrighini, se non son segnali questi… Che Venturato stesse preparando qualche sorpresa era nell’aria, ma che il tecnico granata cambiasse mezza squadra in una trasferta tutt’altro che agevole nessuno avrebbe potuto immaginarlo. Fuori Salvi, Martin, Pascali, Iori, Chiaretti e Strizzolo con Arrighini che vince il ballottaggio, Paolucci regista, Pedrelli a destra, Pelagatti centrale e Benedetti a sinistra. Il risultato è che, comprensibilmente, la qualità scende, la manovra ne risente e Litteri e Arrighini davanti non hanno un pallone giocabile per tutto il primo tempo. L’Avellino parte con Castaldo e Bidaoui ma poi Toscano cambierà tutto il reparto offensivo, con l’inserimento dell’ex Ardemagni e di Mokulu a inizio ripresa. Sul taccuino, nel primo tempo, praticamente ci sono zero tiri nello specchio della porta. Per il Cittadella l’unico lampo è quello di Schenetti, che con un tiro a giro al 21’ tenta di sorprendere. L’Avellino replica con D’Angelo al 35’, ma il colpo di testa ha la mira sballata. Che altro aggiungere? Toscano, come detto, a inizio ripresa cambia tutto l’attacco, una manina galeotta di Paolucci al 22’ ferma un cross di Asmah e per l’arbitro è rigore. Rigore dubbio ma che Ardemagni sbaglia, tanto per non lasciare nulla al caso. Poi Soumaré serve per errore Arrighini, quasi per caso; non per caso l’ex della serata sforbicia in gol. Il finale è palpitante, il risultato non cambia. Altro giro di roulette, altra epic-win. E adesso la serie A potrebbe non essere soltanto un sogno. Non succede, ma se succede…

(Fonte: Corriere del Veneto)




Commenti

commenti

About Gabriele Fusar Poli


WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com