Parma-Padova, l’analisi del “Mattino di Padova”

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E con questa fanno sette. Sette vittorie su 14 partite, e di queste ben 5 nelle ultime 6 giornate. Il Settebello Padova fila via come una freccia e fa “ciao ciao” anche al Parma, piombato in una crisi inaspettata dopo essere arrivato ad un passo dalla vetta.

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È l’undici di Oscar Brevi, dunque, a finire in vetrina e a meritarsi elogi ed applausi. Non sbancava il “Tardini” da oltre 26 anni, risalendo il suo ultimo colpaccio al 18 febbraio 1990, in Serie B, 0-1 firmato da Loris Pradella. Nella storia dei confronti diretti, è la sesta volta che si fa bottino pieno sul campo degli emiliani. E questo è un successo pesantissimo, che vale il quinto posto (in compagnia degli stessi ducali e del Gubbio), a due lunghezze dalla coppia Reggiana-Sambenedettese, seconda, e ad una dal Bassano, ma a quattro dal Venezia primo della classe, prossimo avversario in laguna per un derby (posticipato per esigenze televisive a lunedì 28) che si annuncia già tiratissimo e dall’esito incerto. Finalmente un Padova concreto, cinico, caratterialmente forte, in grado di ferire mortalmente, mettendone brutalmente a nudo i limiti, un Parma piuttosto sgangherato a livello difensivo, illusosi sul vantaggio di Calaiò (una giocata da… biliardo) e poi smarritosi in una manovra prevedibile, arruffata e lenta, davvero troppo lenta per pensare di far male ai biancoscudati. Per i quali, una volta raggiunto il pareggio con una strepitosa invenzione di Altinier, la strada si è fatta in discesa. I padroni di casa si sono squagliati, andando incontro ad una disfatta. La marcia trionfale dell’Aida, che li accompagna di solito all’ingresso in campo, è sembrata fuori luogo di fronte alla crescita imperiosa dei veneti nel corso della gara. Veneti padroni della situazione con il passare dei minuti, ma soprattutto squadra con la “S” maiuscola, dalla testa ai piedi, dal portiere sino al centravanti.

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E ora, con l’intermezzo di Coppa Italia a Carrara mercoledì 23, si va verso la grande sfida con la capolista. Ma questo Padova può far paura anche al Venezia, perché è tutt’altra squadra rispetto a quella scialba e senza identità del primo mese e mezzo di campionato.

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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