Padova-Pordenone, l’analisi de “Il Mattino di Padova”

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All’Euganeo va in scena una gara d’altri tempi, di quelle che sarebbero piaciute ai nostri nonni. Sette gol (precedente più sostanzioso il 6-4 sulla Cavese del 4 maggio 2008, Serie C anche allora), una sagra degli errori da una parte e dall’altra, emozioni e una rimonta incredibile da parte dei biancoscudati vanificata sul più bello da una (non) decisione dell’arbitro che ha mandato su tutte le furie giocatori e pubblico di casa. C’era un rigore sacrosanto, e quel rigore, se trasformato, avrebbe potuto significare la rete del 4-4 per la squadra di Brevi. Che al 23’ della ripresa era sotto 1-4 contro il Pordenone, e che in nove minuti – dal 25’ al 34’ – era riuscita nell’impresa di ridurre le distanze sino a portarsi 3-4, rendendo infuocato il finale di partita. Direzione di gara da dimenticare, quella di Alessandro Prontera di Bologna, osservato speciale in tribuna dal concittadino Nicola Rizzoli, al quale ha dato… manforte (in senso negativo) l’assistente D’Annibale di Marsala (che operava sotto la tribuna ovest), incapace di azzeccarne una, tra fuorigioco non visti, altri sbandierati e fortemente dubbi e falli non rilevati commessi davanti agli occhi. All’Euganeo – il cui terreno, arato dai rugbisti in occasione di Italia-Tonga e rovinato in precedenza da un fungo, oggi è diventato tra i peggiori del girone – il Padova cade per la prima volta, salendo così a 4 sconfitte su 16 partite (le altre tre a Fano, San Benedetto del Tronto e Bassano). Il quinto posto rimane tale, ma il distacco dallo stesso Pordenone (arrivato a 10 successi) e dalla Reggiana che lo affianca al vertice sale a 5 punti, mentre il Venezia terzo è a 4 lunghezze. Il podio non è lontano, tuttavia alla squadra di Tedino bisogna riconoscere i meriti che ha: non è un caso se si trova lassù. Gioca bene, conta su un’ottima organizzazione e dalla metà campo in su è micidiale.

[…]

Un gran balzo di Tomei su rovesciata di Neto Pereira (41’) e un ottimo Bindi a deviare su Arma, con palla che dal corner successivo Misuraca ha indirizzato sulla traversa (43’), hanno fatto da prologo al “fattaccio”, accaduto al 47’, nel secondo dei 4’ di recupero: assalto all’arma bianca alla porta avversaria e in una mischia furibonda davanti a Tomei, Germinale è stato abbracciato da De Agostini e tirato giù; non solo, Madonna che sopraggiungeva di gran carriera è stato spinto al momento di battere a rete, concludendo proprio sull’estremo difensore. Immagini e foto parlano chiaro: il penalty era gigante. Nè Pronterà nè il suo collaboratore hanno visto nulla. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca: così il Venezia è stato risarcito per i presunti “torti” subìti nel derby? Qui, se si sta zitti, si rischia di pagare un conto salato. Al di là, ripetiamo, degli errori difensivi, sui quali una riflessione si impone. E quanto agli arbitri…

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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