Padova-Teramo, l’analisi de “Il Gazzettino”

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La prima espulsione (sciocchezza di Trevisan), il primo rigore sbagliato (errore dello specialista Capello), ma soprattutto la prima sconfitta all’Euganeo di fronte a un Teramo che, a proposito di prime volte, non aveva mai vinto in trasferta. Un sabato da archiviare in fretta, nel quale i biancoscudati hanno fatto di tutto per rovinarsi la vita da soli, aiutati in questo anche da un arbitraggio inadeguato e dalla scelta davvero incomprensibile di non mettere i teloni all’Euganeo nei giorni della nevicata, ritrovandosi così a giocare nel fango. I punti di vantaggio sulla Reggiana restano dieci, ma gli emiliani hanno ora due partite in meno (la gara di ieri con il Mestre è stata rinviata) e lo scontro diretto in casa alla penultima giornata. Morale della favola? Il Padova è sempre padrone del proprio destino, ma non deve assolutamente abbassare le guardia. Che sarebbe stata una partita dalle molte insidie lo si è capito subito sia per la grande applicazione del Teramo nella fase difensiva e sia per le oggettive difficoltà dei biancoscudati di tradurre sul piano del gioco la loro superiorità tecnica a causa delle pessime condizioni del campo. Quando poi alla mezz’ora si è materializzata la sciagurata espulsione di Trevisan tutto è diventato ancora più maledettamente complicato. Il capitano ha prima rimediato un’ammonizione dopo avere perso in maniera ingenua un pallone a metacampo sul pressing di Gondo, poi sulla successiva punizione è andato a saltare con il gomito alto sull’attaccante abruzzese. Rosso diretto e punizione dal limite a favore degli ospiti: giusto il provvedimento, ma sbagliata la valutazione perchè l’intervento del difensore è avvenuto un metro dentro l’area e dunque andava punito con il rigore.

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(Fonte: Gazzettino, Claudio Malagoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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