Poker, uno sport che resiste alla crisi: il punto sul gioco d’azzardo

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Il Poker: uno “sport” che resiste alla crisi.

Come noto, negli ultimi anni, il settore del gioco d’azzardo sta attraversando un periodo di profonda crisi. È notizia di questi giorni che, dopo la recente chiusura del casinò di Campione d’Italia, anche il casinò di Saint Vincent è sull’orlo del fallimento. La situazione è grave e non accenna a migliorare. Nonostante i tagli del personale e degli stipendi, nel solo 2017 il bilancio ha fatto segnare una perdita di 21 milioni e 533.737 euro.

Da cosa è causata questa crisi?

Secondo gli esperti, la causa principale è riconducibile all’avvento dei casinò online: siti che consentono agli utenti di divertirsi dalle proprie abitazioni dell’esperienza di gioco tipica dei casinò tradizionali. Ne è un esempio il casinò online di William Hill che permette ai giocatori di districarsi agevolmente tra giochi di carte, roulette e slot machine.

Perché il poker sta resistendo alla crisi senza particolari problemi?

Il poker, nell’ultimo decennio, ha vissuto una crescita esponenziale sia in termini di incremento del numero di giocatori che di esposizione mediatica. Il mondo del poker, nella modalità più diffusa del Texas Holdem, ha saputo adattarsi prima di altri all’avvento dell’era del digitale. Sin dai primi anni del 2000, infatti, l’intuizione degli organizzatori dei principali tornei di poker è stata quella di non sottovalutare il potere del gioco online, ma di piegarlo alle proprie esigenze. Detta così sembrerebbe una forzatura ma, in realtà, è stato proprio ciò che accaduto.

La fusione tra poker online e poker “reale”

La continua crescita del fenomeno del poker è stata determinata dallo stretto legame che intercorre tra il poker online ed il poker “fisico”. Sempre più spesso si legge di giocatori, campioni del poker online, che riescono ad affermarsi anche nei tornei più importanti a livello mondiale. Il poker online, nei fatti, viene concepito come una vera e propria palestra che possa consentirgli di portarsi a casa vincite in denaro e “pass” di ingresso per i tornei maggiori.

Il fenomeno Moneymaker

Lo stretto – seppur , all’epoca, potenziale – legame tra poker online e poker classico balzò agli occhi del grande pubblico grazie a Chris Moneymaker; ma di chi stiamo parlando?

Chris Moneymaker, un contabile 27enne, per puro divertimento, nel 2003 decise di partecipare ad un torneo online pagando come quota di iscrizione la modica cifra di 39 dollari. Fortuna – o meglio bravura, dati i suoi futuri risultati – volle che Chris riuscisse a vincere il torneo satellite ed a guadagnarsi un pass di ingresso per il main event delle World Series of Poker. Chris si presentò al torneo di Atlanta come perfetto sconosciuto ma, col passare dei giorni, continuò a vincere ed a scalare posizioni in classifica, eliminando giocatori ben più esperti e rinomati di lui. Tra lo stupore generale riuscì ad arrivare al tavolo finale contro Sam Farha, vecchia volpe del gioco, e a batterlo, portandosi a casa il primo premio da ben 2,6 milioni di dollari.

Oggi, a distanza di 15 anni da quell’incredibile successo, quasi tutti i nuovi giocatori di poker, soprattutto i meno facoltosi, iniziano la loro carriera con il poker online, affidandosi a siti come quello del già citato William Hill, nella speranza, magari, di diventare il nuovo Moneymaker.




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